Heart's desire

di Wata e Giucchan
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Questa fanfiction è stata una roundrobin in cui ogni capitolo è stato scritto da una persona diversa. Per questo motivo gli autori sono così tanti. Ecco i loro nomi:
Thomas Schmidt, Gary Kleppe, Sean Hayden, Donny Cheng, TJ Hamilton, Ronny Hedin, Ken Arromdee, David Tatum e Ethan Tsai.
I vostri commenti verranno tradotti e inviati a questi autori.
Bene, e adesso, si comincia!

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Capitolo primo: Akane Tendo
True heart’s desire (Ciò che il cuore desidera davvero)

Written by Thomas Schmidt

Happosai non avrebbe mai sospettato che proprio lei gli avesse potuto sottrarre il medaglione. Akane ne era sicurissima, ma nonostante questo il pensiero che quel vecchio pervertito le stesse dando la caccia la metteva terribilmente a disagio. A dire il vero non aveva mai gradito pensare a quel vecchio pervertito, e adesso più che mai. Aveva un’importante decisione da prendere. Così lasciò Nerima, attraversando Tokyo fino ad un parco situato in un’altra zona della città. Lì progettò di decidere cosa avrebbe desiderato.

Il medaglione funzionava; questo era stato evidente a tutti loro. Francamente lei non voleva sapere cosa avesse desiderato Happosai per fare apparire quella "cosa". Akane era tornata furtivamente al dojo mentre gli altri si nascondevano a casa dei Saotome ed era stata abbastanza fortunata da riuscire ad impossessarsi del medaglione mentre il vecchio maniaco dormiva beatamente, felice per la bella giornata. Adesso quell’oggetto era appeso al suo collo, agganciato ad una semplice catenina d’oro.

La giornata al parco era abbastanza fresca, e il vento era pervaso dal profumo dei fiori. Akane passeggiava su un sentiero ciottoloso, cercando di schiarirsi le idee. Non era abituata a pensare seriamente al passato o a cosa le riservasse il futuro. Sin dall’inizio del fidanzamento era stata molto riluttante a pensare al proprio futuro. Quei sogni che un tempo le sembravano inutili fantasie adesso potevano diventare realtà.

Doveva però organizzarsi al meglio. Era necessario distinguere cosa fosse veramente importante per lei e analizzarlo per esserne sicura. Aveva a disposizione un solo desiderio, e quel desiderio non doveva assolutamente essere sciupato.

La prima cosa che le venne in mente, come accadeva sempre troppo spesso, fu Ranma. Pensò che avrebbero potuto innamorarsi.
Avrebbe dovuto esprimere un desiderio per farlo suo per sempre?
Una parte di Akane gridava di no, non poteva sprecare il suo desiderio per quel pervertito; l'altra parte diceva di sì, perchè non c'era altra cosa che lei desiderasse più al mondo.
Ma ciò che non la convinceva era il fatto che lei forse poteva già averlo. Ogni qual volta richiamasse alla memoria la battaglia contro Saffron, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era quel “Ti amo” accennato soltanto dalla disperazione del suo fidanzato; tutto il resto era uno oscuro miasma in confronto alla luce di quelle parole. Inoltre si erano quasi sposati.
L'intera faccenda però era terrificante e lei non voleva pensarci un'altra volta, e non voleva esprimere un desiderio per Ranma.

Poteva fare qualcosa riguardo alle altre fidanzate. Chissà se a Shampoo sarebbe piaciuto restare gatta per tutto il tempo o a Ukyo diventare un vero uomo…
Akane ridacchiò, scuotendo la testa. Non lo avrebbe mai fatto. Lei non rappresentava certo la sorte vendicatrice; non aveva realmente intenzione di fare del male a qualcuno, solo di lasciarli andare per la loro strada.
Le passò per la testa di farle innamorare di qualcun'altro; Mousse e Konatsu ne sarebbero stati felici. Ma c'era qualcosa di sbagliato nel manipolare la mente delle persone, pensò. Era troppo disonesto, troppo simile alle pozioni di Shampoo.

Kuno? Akane accantonò subito l'idea. Le sue sorelle? Qui c'era qualcosa che avrebbe potuto aggiustare. A Kasumi non mancava quasi nulla e Nabiki, fredda come il ghiaccio, aveva davvero problemi a mostrare i suoi sentimenti. Ma quale desiderio avrebbe potuto aiutarle? Non le venne in mente niente, e non voleva desiderare qualcosa che potesse essere interpretata male.

Pensieri materiali le apparvero dinanzi appena prese posto su una panchina di legno. Poteva essere ricca, più ricca di chiunque altro, ottenere ottimi voti, o l'ammissione all'università che avrebbe scelto.
Poteva diventare una valorosa guerriera, e finalmente mostrare a Ranma ciò di cui era capace. Poteva preparare una torta fantastica e lanciargliela dritta in faccia. Ma in realtà voleva fare qualcosa di più profondo, di più significativo, e non che potesse cambiare solo una piccola parte della sua vita.

Poi le venne un'idea improvvisa e ne rimase colpita dalla sua semplicità, attratta dalla sua forza, trasportata dal suo fascino. Era perfetto, perfetto! E lo aveva sempre desiderato da così tanto tempo. Akane tirò fuori il medaglione da sotto la giacca, afferrandolo saldamente con la mano, e scandì con chiarezza le parole che aveva deciso. Il medaglione divenne ardente e le sfuggì di mano con un grido. Rotolò fra le sue gambe e finì sotto la panchina. Akane si mise in ginocchio, cercandolo freneticamente. Il medaglione era facile da trovare; luccicava lampeggiando in un affascinante gioco di colori, sebbene non emettesse alcun suono. Cessò di bruciare senza preavviso.

Akane cercò di raggiungerlo in vari tentativi. Quando sentì che non emetteva più radiazioni raccolse il medaglione dal terreno e lo riattaccò alla catenina.

Akane stava ritta in piedi, ma era agitata e le tremavano le gambe. Il desiderio era stato esaudito? La sua volontà sarebbe stata finalmente compiuta? Cominciò a camminare a passi affrettati fuori dal parco, per raggiungere al più presto la stazione.

Alla fine, non ebbe più ragione di essere preoccupata. Quando corse a casa, sua madre la stava già aspettando.




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