After four years
After four years
E’ l’ora. Comincio a prepararmi.
Finalmente è giunto il momento
.
Indosso la mia tunica da mago, lunga, nera, la mia fedele bacchetta, è
pronta, lucida.
La prendo in mano, è leggerissima, la soppeso per alcuni
attimi.
Sono pronto. Una fugace occhiata allo specchio, I capelli perennemente i
disordine,
ormai ho rinunciato a metterli apposto.
La cicatrice, la mia caratteristica più conosciuta.
Ultimamente è molto fastidiosa, ma fa male spesso e volentieri. E molto
spesso sono dolori atroci.
Mi avvio con passo deciso fuori dal mio ufficio, che si trova dentro il
Ministero della Magia.
La mia squadra di Auror è pronta.
Abbiamo avuto una soffiata.
Mangiamorte si nascondono in una vecchia casa abbandonata poco fuori
Londra.
Secondo la soffiata sono in pochi, forse 4. E uno sembrerebbe ferito
gravemente.
Ci avviamo a passo deciso fuori dal Ministero.
Lontano da occhi indiscreti ci smaterializziamo.
Ci materializziamo in una collina, poco distante dalla casa
disabitata.
Sono pronto a tutto.
Inspiro l’aria fredda del mattino, e do il segnale alla mia squadra di
dare il via alle operazioni.
Io parto avanti a tutti.
Butto giù la porta senza troppe cerimonie.
Sono l’unico ad essere entrato dalla porta principale. Gli altri si sono
sparpagliati intorno alla casa.
Davanti trovo una scena particolare.
Cinque ragazzi. Hanno tutti la mia età.
Li conosco perché abbiamo studiato ad Hogwarts negli stessi
anni.
Sul divano, coperto di polvere, si trova un corpo.
Dal pallore sembrerebbe morto.
Gli altri quattro si fanno da parte.
Sono Zabini, la Parkinson, Tiger e
Goyle.
Riconosco subito il corpo sul divano.
Si tratta di Malfoy.
Erano quasi 4 anni che non lo vedevo.
E l’ultima volta in cui lo vidi, mi aveva promesso di tornare, una volta
che la guerra fosse finita.
Gira il volto bianco verso di me.
Un ciuffo di capelli biondi gli scivola su un occhio.
E’ ancora più bello di quanto mi ricordassi.
Lui, il mio amore segreto.
Quanti momenti indimenticabili avevo passato con lui.
Quanto lo avevo amato.
Fino al maledetto giorno in cui mi disse di essersi unito ai
mangiamorte.
Fino al maledetto giorno in cui mi lasciò con un sorrisino furbetto sul
volto, dicendomi “Tornerò”.
E ora ti trovo qua, in mezzo ai tuoi mangiamorte.
Praticamente morto.
Mi sorridi.
Un sorriso dolce, di quelli speciali, che dedicavi solo a me.
Con una mano fai cenno di
avvicinarmi.
Mi avvicino. Cado pesantemente in ginocchio, guardando il tuo
volto.
“Sapevo che saresti venuto” sussurri con un filo di voce.
“Mi dispiace per tutto, ho sbagliato tutto con te.” la voce sempre più
flebile.
Il mio viso è rigato dalle lacrime. Il suo anche.
Mi chino su di lui e lo bacio dolcemente.
Sarà il nostro ultimo bacio. Lo so. Lo sento con ogni fibra del mio
corpo.
Ti ho appena ritrovato e di nuovo ti perdo.
La tua mano bianca si rilassa all’improvviso.
Tutto il tuo giovane corpo si rilassa.
Sei morto tra le mie braccia. Mentre ti baciavo.
Piango.
Piango per te, per me, per un noi che non c’è mai stato del
tutto.
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