Another Life

di martina818
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Caffè. Si, è proprio l'aroma di caffè che circola per casa. Si riconosce, come può non essere. Mia madre la mattina non va a lavoro se non fa colazione con il caffè. E poi c'è mia nonna, la donna che ogni giorno tenta di svegliarci con il profumo del suo ciambellone caldo. Che dire...tentativo riuscito. Istintivamente spalanco gli occhi e mi accorgo che:"Oddio!!! Sono già le 08:00!!!".  Ebbene si, un orario in cui molti di voi staranno ancora dormendo, altri che corrono per andare a scuola, sperando di non perdere l'autobus, e altri che sono già pronti per andare a lavorare.  Io no.  O meglio, studiando all'università, mi capita spesso di ritrovarmi in tutte e tre le situazioni. Ma oggi no. Oggi c'è un sole caldo e bellissimo, ed un cielo limpido, che non voglio assolutamente rovinare con lo studio, con il "lavoro" oppure standomene nel letto a poltrire.  "Anna dove pensi di andare senza rifare i letti? Chi mi spolvera i comodini? Devo anche passare lo straccio, lo sai??? Ecco che la mia vista comincia ad annebbiarsi. Era mia nonna. Con aria scocciata mi rivolgo a lei:" Ma nonna!! Hai visto che bella giornata? Ci pensiamo dopo, ora ho voglia di fare una passeggiata!". I miei occhi così speranzosi hanno fatto sì che lei si sciogliesse. Ella annuì con un sorriso, ed io scesi di corsa giù per le scale, come se vedessi per la prima volta quella bella giornata. Scusate, non mi sono ancora presentata, io mi chiamo Anna, ho 19 anni e vivo a Roma, dove il mare bisognerebbe inventarlo, poichè è l'unico elemento per completare la bellezza questa città. Molti di voi direbbero che in essa non manca nulla, ma quando tu stessa ti senti fuori posto ovunque ti trovi, sembra che manchi davvero tutto.  Già, proprio così. Da quando ero bambina ho sempre sentito che c'era qualcosa di diverso in me. Qualcosa che altri bambini della mia età non avrebbero mai pensato. Mi sono adeguata in ogni occasione, in ogni luogo, e anche con le persone stesse, ma c'era costantemente un tassello mancante che accompagnava  la mia crescita. Avevo anche dei sogni. Sogni che hanno tutti. Sogni che rimangono per un pò, ma poi vanno via, forse perchè non sono sentiti veramente o per il semplice motivo che sei consapevole che rimarrebbero tali. Adesso, sento che non si tratta solo di un tipo di vita che non mi appartiene, o di un sogno non realizzato, c'è molto di più. Ho bisogno di cercare ciò che mi completi. Questa è la mia perenne sensazione, alla ricerca di un qualcosa che, forse, non riuscirò mai a trovare.  "Oh oh..but that's what makes you beautiful..". In un attimo, mi sentii osservata, come se il cellulare che stava squillando fosse il mio. "Cavolo, ma è il mio!!!" dissi a voce alta, e mentre risposi alla mia cara mammina, mi domandai chi potesse avermi messo questa suoneria. Ma certo, solo loro avrebbero potuto. Di chi sto parlando? Delle mie due bellissime sorelline, Laura e Beatrice. Scusate per la mia dimenticanza, ma sapete, ero assorta nei miei pensieri. Ora ve le presento: Laura ha 17 anni, mentre Beatrice 16. Come tutte le sorelline, fanno il loro dovere, vanno a scuola, fanno i compiti, giocano alla Wii e nella maggior parte del loro tempo, amano i loro idoli.  Dico maggior parte perchè la loro cameretta è sovrastata più di poster che di libri. D'altronde, è comprensibile alla loro età, avere delle speranze e dei sogni a cui appigliarsi, anch'io ne avevo, ma i miei, non duravano a lungo a causa della mia concretezza.  A proposito delle mie sorelle..."Ma sono le 13:00!!! Mia madre mi ammazzerà se non vado subito a prenderle a scuola!" . All'istante sparì ogni cosa dalla mia testa, un pò troppo fantasiosa. Unico obiettivo? Arrivare a scuola in tempo.  Fortunatamente ci riuscii. Laura e Beatrice erano davanti scuola ad aspettarmi, e si accorsero subito che, anche oggi, come ogni giorno, mi ricordai di loro all'ultimo momento. "Hai una faccia strana Anna, non mi dire che ti sei scapicollata per venirci a prendere?" mi chiese Laura con uno sguardo deluso ma allo stesso tempo un pò arrabbiato. "Laurè non saluti più tua sorella?" Le dissi in modo ironico per sviare il discorso. "Anna non cambiare discorso." Ecco...beccata.  Proseguimmo per la via del ritorno in toni scherzosi, e Beatrice, la più piccola non proferì parola. Lei è questo.Timida, comprensiva, e meno accusatoria di Laura. Le amo proprio cosi come sono. Dirette, spontanee, e diverse. Molto. All'improvviso, mi ricordai di quella dannata suoneria, la quale non sapevo fosse mia e chiesi loro:" Ragazze, ma voi ne sapete qualcosa di questa canzone?" Beatrice rispose ridacchiando:" Non ti piace?" Io:" È carina. Ma non è questo il punto. Chi vi ha dato ordine di toccare il mio cellulare?" E Laura partì subito in quarta, mettendosi sulle sue:" Mi sono permessa io dato che la tua suoneria non si può sentire. Loro sono i One Direction." Io:" Chi sono?" Chiesi in modo ostile, quasi vergognandomi di non sapere chi fossero. "Ecco, sono loro: Zayn, Niall, Louis, Liam e Harry.". Laura mi mostrò una loro foto, e io ne rimasi colpita. Sembravano dei ragazzi comuni, dei ragazzi come noi, persone che avevano una vita come la nostra, con la differenza che loro, sono conosciuti in tutto il mondo. Ma ciò che mi colpì, era la loro semplicità. Chi mi colpì, ed entrò dritto nel mio cuore, come una lama tagliente, fu lui, fu Harry Styles. E da quel momento, la mia vita cambiò, la vita delle mie sorelle cambiò. Avevo la sensazione che quello che fino ad oggi non avevo trovato, che quel maledetto tassello mancante, bhè, era proprio lì davanti a me.




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