Slan Go Foil, Mo Muinrir. di _Ellie_ (/viewuser.php?uid=22570)
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Era
una sera senza luna nel cielo e senza scopo nella mia vita, una sera di
quelle
in cui vorresti essere sicura delle poche certezze presenti nello
scorrere dei
tuoi giorni.
Decisamente
era una serata da cani.
La
pioggia ticchettava sui vetri appannati, fuori era buio. Il vento
ululava e
sbatteva contro i vetri, e se qualcuno avesse avuto il coraggio di
mettere la
testa fuori, avrebbe potuto prcepire un vago odore salino. Come quasi
sempre a
Lerwick, Isole Shetland.
O forse come sempre c’era nella
lontana Irlanda?
Decisamente
il camino ed il la coperta patckwork assumono un ruolo importante in
questi
casi, senza dimenticarci una tazza di cioccolata calda.
Insomma,
stavo riuscendo a sopravvivere a tutto questo.
Gabriel (Cáel, mi corressi tra me e
me), c’era sempre,
anche quando non avrebbe dovuto essereci.
Ero
ancora combattuta tra il rifarmi una nuova vita ed il continuare ad
aspettarlo.
Perchè se una cosa era certa, in quel caos di vita che mi
era toccato vivere
quasi per caso, in quella sua enorme crociata all’IRA,
all’UCA, non c’era
spazio per nessuno, tanto meno per me.
Non
me l’aveva mai detto, ma io capivo che non c’era.
Sono
passati due anni da quando ci siamo conosciuti, eppure è
come se fosse ieri.
Quella
meravigliosa giornata a Dublino passata sulle note degli U2, conclusasi
con
quella rissa al St.Patrick’s Owl.
Le
voci si sovrapponevano in un caos indistinto, e l’unica cosa
a cui mi
aggrappavo era al sapore aspro della birra scura sulle tue labbra. Tra
un
monumento ed una filastrocca, mi avevi portato a scoprire una Dublino
nascosta,
senza nè meta fissa nè voglia di avercene una.
Decisamente,
il tempo è passato.
I
visi si sono succeduti senza posa, cancellandosi tanto rapidamente come
la
nostra adolescenza precoce. Le mani da stringere sono tante, sempre,
ogni
giorno.
Ai
funerali di tuo padre, mi scoprii ad essere niente di più
che la tua amica
inglese.
Non
che mi aspettassi altro, per carità. Non da te, neo cadetto
all’accademia di
polizia.
Solo
la vecchia guardia resiste e persiste, pregando tutti i giorni che tu
non
compaio nel giornale come ennesino martire nazionale. Paul e Nines si
sono
scoperti fratelli, più che fidanzati. Menager, soci, allegri
ed abbronzati come
in piena estate. E sempre con una scusa per fuggire dalla City e
rifugiarsi qui,
sull’isola.
E
Alice
e Nikos stanno felicemente assieme dopo quello che tu sai, lei
architetto, lui musicista.
Anche loro sempre pronti per ospitarmi a Cork
Solo
io non cambio, sai?
Continuo
a rompere, manipolare, pasticciare ogni cosa che mi capita tra le mani.
Non so
se tu conservi ancora quella lattina di coca-cola magicamente
trasformatasi in
un fiore tra le mie dita indifferenti ai possibili tagli.
Ricordi?
Mi guardavi affascinato per il mio sprezzo del pericolo,
perchè ogni coccio
poteva essere carta, ed ogni fazzoletto un poema.
Solo
che ora mi pagano, per distruggere ciè che mi circonda.
Si
stupiscono del mio caschetto biondo, del mio naso lentigginoso, delle
dita
pallide ed affusolate, del mio vestire mischiando colori fregandomene
altamente
della scala cromatica.
Sono
una ricercata artista underground. Anonima, per fortuna. Non potrei
sperare
d’avvicinarti, sennò.
E
tu?
Non me lo dici, ma anch’io ho le mie fonti. Essere hacker
sarà contro la legge,
ma la maestria di quando ero piccola non m’ha abbandonata.
Ti
seguo stretto, non sono mica una di quelle che aspettano pazienti il
ritorno
del marito a casa.
Mi
sorprendo a sorridere dell’idea che, in teoria, neppure
stiamo insieme. Ci
potrebbero essere mille tue amanti, in giro per il regno unito, ed io
essere
solo quella che continua a ricordarti dalla sua misera adolescenza.
Tu
sei uno dell’M-16, hai troppi scontri all’attivo,
troppi “amici” a Derry,
troppi nemici nell’UCA, per sperare di mollare tutto e vivere
la tua vita. Con
me o senza di me.
Il
pensiero è così asfissiante. Perchè se
anche vincerai, non potrai più rimanere
in Iralnda.
Sarebbe
territorio off-limits per te.
Il
tuo logico pensiero è stato: proteggiamoli tutti. E
così hai sbattuto fuori
dalla tua vita me, tua madre, Paul, Nines, Alice, Nikos, la stessa
famiglia...
Manca
una parte di me, e quella goccia salata che ho sulle labbra forse
è una
lacrima.
Ed
è
strano trovarla qui, dato che pensavo di averle piante tutte.
Il
calore che sento è freddo in confronto ai tuoi abbracci.
Ma
anche io ricordi muoiono. E io ti giuro che mi sto ribellando, ma il
tuo
sorriso non mi manterrà viva a lungo. Vorrei tanto decidere
di poter farla
finita prima, ma ho talmente sogni nel cassetto da realizzare, che
credo
rimarrei viva comunque.
Sai
che colori utilizzo per i miei quadri?
Il
verde dei tuoi occhi. Ma non mi ricordo
più se era chiaro o scuro.
Il
castano dei tuoi capelli. Ma non hanno lo
stesso odore di te.
Il
rosso delle tue guance. Eppure anche le
mele marciscono..
Il
nero della tua lontananza, il rosso del tuo sangue. So che ne hai
versato
tanto.
Il
tuo cuore era il nascondiglio della mia anima da tutti i mali del
mondo.
Ucciderei
per vedere le tue palpebre vibrare nell’aprirsi poco prima
del risveglio.
È
la
tua risata che sento?
-È tutto ok, tutto ok, ok, ok ok...
Le stagioni
cambieranno, ma io no.
Noi no, noi
siamo più forti. Che il mare blu mi sia testimone, ti amo!
Non smetterò mai
di sostenerti, non ti farò cadere.
Ho ali forti e
per i primi tempi, ti aiuterò io.
Non permetterò
che la mia purezza venga sacrificata, è solo per te.
Mi vedi? Io mi
dichiaro tuo. Fanne quello che vuoi, ma sappi che solo interamente e
sinceramente
tuo.
E la notte scusa
si farà calda, solo per noi.
Le stelle
cadranno a coronare i tuoi caelli.
Alberi
cresceranno impedendoci di vederci da un lato all’altro della
barricata.
Ma ricordati di
volare più alto di tutti... ricordati di essere sempre il
meglio di te stessa.
Perchè tu sei il
mio amore, il mio vero amore, il mio proprio cuore. Ti prego, non
volare via...
Ti prego dimmi
di rimanere, non mandarmi via...
Essendo qui,
toccandoti...
La mia forza è
la tua, sono i tuoi occhi quelli che vedo se dormo. E mi
sveglierò circondato
da odio, ma è il tuo viso quello che saluto...
Nessuno
m’impedirà di dimenticarti. Dall’altro
ieri che ti penso... sono il tuo
ricordo, il tuo ricordo di ieri.
A
quella lacrima ne ha seguita un’altra. Un altro pianto per
un’altra sera in
solitudine, con la pioggia che mi accompagna e mi fa da testimone.
Ho
gli occhi gonfi e sono stanca. Con la manica, cerco
d’asciugarmi qualche
lacrima traditrice, cerdando di dimenticarmi di te.
Trascino
i piedi sulle scale, e miracolosamente riesco ad arrivare a letto. E
piango,
piango...
Affogo
il mio cuore in quello che resta del mio dolore.
....
Ci
sono cose che non si dimenticano, e di questo me ne sono reso conto.
L’appartamento sicuro scelto questa volta è lo
studio di un dentista fedele
alla causa. Sospiro, affondando in una delle poltroncine della sala
d’attesa,
il cuore a mille per la paura e la fasciatura che mi sta uccidendo.
Eppure non
riesco a chidere gli occhi, non voglio.
Se
cercassi una motivazione sarebbe facile adurre quella di non abbassare
mai la
guardia, tra amici come tra nemici.
Eppure
non è solo questo.
Semplicemente,
dietro le mie palpebre ci sei tu.
Cerco
di scacciarti strofinandomi gli occhi, ma non vai via, essenza stessa
dei miei
ricordi più felici. Tutti possono svanire nel vuoto, ma tu
no.
Non
tu ed i tuoi capelli ribelli, il sorriso supponente, le dita goffe che
non
sapevano mai dove poggiarsi per non disturbare.
Fragile
e delicata eri, come una farfalla che non è sicura che i
suoi colori siano i
più belli ed appropriati per l’occasione.
Ma
non esistono colori appropriati, nè scelte giuste da fare,
nella vita.
Tutto
è caso, e nella mia vita, tutto è sbagliato.
Se
solo potessi rincominciare...
....
-
Non
va
più bene, Cáel.
-
Perchè?!
-
Sei
troppo seguito. Abbiamo rilevato che sei seguito perfino se ti cambiamo
il cesso
tre volte al giorno. Non c’è verso di scollarsi
l’M-16 di dosso. E non aiuta il
fatto che nell’ultima azione un l’indice della mano
destra si sia fottuto.
-
Posso imparare a sparare con l’altra mano.
-
No,
non adesso, non c‘è tempo per il reinserimento dei
feriti nelle brigate.
-
E
mi mollate così? Dopo troppi fottuttissimi anni di servizio
mi sbattete fuori
così?!
Il
ragazzo sbattè il braccio sinistro sul tavolo. Il destro
giaceva inerte in una
fasciatura al collo.
Me
se
avessero potuto sentirgli il cuore, forse avrebbero capito che non era
per la
rabbia, che batteva così forte.
-.-.-.-.-.-.-.
Edit: 23/08/2009
Fanfiction
mai conclusa, scritta durante il mio secondo anno a Siviglia e la mia
“Febbre
Irlandese”. Ci sono varie varianti (errore in blu XD) sul
tema, tra cui una
“Romeo & Juliet” ed un’altra
molto soap opera adolescenziale. Che non scriverò
mai, mi sembra ovvio.
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