Vagavano
per la jungla da ore, erano stanchi come non lo erano più da qualche
tempo.
Horace
li aveva mandati alla stazione medica per cercare alcune medicine.
Aveva
saputo in qualche modo che Juliet era una dottoressa e aveva cercato
in ogni modo di convincerla a rientrare in servizio.
Ma
lei non ne aveva voluto sapere.
C'era
un accordo fra lei e James: non avrebbero mai parlato di ciò che
faceva quando era con gli Altri.
Questa
era la condizione che aveva imposto quando lui, quella sera al molo,
le aveva chiesto di restare.
Erano
passati poco più di sette mesi da quella notte e Juliet era rimasta
lì nell'isola, con lui.
Doveva
ammettere che non era poi così male vivere nell'isola, negli anni
'70, con la Dharma.
Aveva
ripreso la sua vecchia abitazione, poteva farsi una doccia con acqua
corrente e mangiare pasti caldi.
In
fondo non era una brutta vita.
E
poi c'era lui. Lui che l'aveva convinta a restare, lui che con il suo
sarcasmo le strappava un sorriso ogni giorno.
Lui
che aveva spifferato tutto a Horace. Questa gliel'avrebbe fatta
pagare.
Camminavano
da ore in silenzio, e stavano ritornando al campo con tutto
l'occorrente che Horace si era raccomandato di prendere.
“Pensi
che ci sia tutto?” chiese ad un certo punto.
“Si,
James.” rispose continuando a camminare.
Sawyer
aveva percepito il tono un filino irritato ma non disse nulla.
Continuò a camminare seguendola, con gli zaini in spalla.
Arrivati
al ruscello, James disse:
“Aspetta
riposiamoci un po'.”
“Sta
per fare buio. Non voglio passare la notte nella jungla.” disse
chiaramente inchinandosi a riempire la borraccia con dell'acqua.
Nel
fare questo la maglietta bianca che indossava si alzò dal fondo
schiena, lasciano una parte di pelle scoperta.
James
spalancò la bocca e non riuscì più a togliere lo sguardo da lei.
Quando
Juliet si rialzò lo beccò in pieno, con lo sguardo perso nel suo
corpo.
“Che
c'è?” domandò imbarazzata.
“Niente!”
rispose velocemente Sawyer.
“Andiamo
allora.” continuò Juliet riprendendo il suo zaino e rimettendosi
in marcia.
Camminarono
ancora per una buona mezz'ora arrivando quasi al campo e Juliet
sentiva sempre lo sguardo di Sawyer su di se.
“La
smetti di fissarmi il sedere?!” domandò retorica.
“Io
non fisso!” rispose invece James.
Juliet
ridacchiò sarcastica. Era già da qualche settimana che si era
accorta che lui le era sempre intorno, che la cercava fra tutti gli
altri.
“Ok
lo ammetto. Fissavo. Ma devi ammettere che neppure tu ti sei fatta
scrupoli!” disse tutto soddisfatto.
“Che
cosa?” chiese la biondina girandosi di scatto e arrossendo
violentemente.
“Eh
già. Ho notato come mi fissavi l'altra sera, quando parlavo con
Rosy.”
Juliet
spalancò gli occhi. Non pensava che l'avesse vista. Era stata con
Miles tutto il tempo perchè lui l'aveva mollata.
“Beh
dovrai ammettere che tu sei un gran chiacchierone!” disse con la
voce che tradiva la gelosia e anche un po' di rabbia.
James
aprì la bocca, ma non uscì nessun suono.
“Già,
come sospettavo. Perchè hai detto ad Horace che sono una dottoressa?
Avevamo un accordo noi due.”
“Io
non ho detto nulla.” rispose sulla difensiva.
“James.”
lo riprese Juliet.
Quando
lo chiamava in quel modo, con quel tono, aveva sempre un po' di
paura.
“E
va bene. Mi è scappato. Mi ha chiesto cosa facessi prima del
progetto Dharma e gliel'ho detto.”
Juliet
scosse la testa rassegnata e voltandogli le spalle si incamminò
nuovamente alla volta del loro campo.
“Ehi,
aspetta biondina.” disse Sawyer afferrandole il braccio.
“Mi
spiace, sono stato un idiota ma penso che tu fossi davvero un ottimo
medico. E sbagli a voler essere un meccanico nascondendo ciò che
realmente sei.” disse tutto d'un fiato.
Juliet
lo fissava con i suoi occhioni azzurri e dopo un momento di silenzio,
che a James parve un'eternità, gli disse con un mezzo sorriso:
“Hai
ragione. Sei un idiota.”
L'aveva
fatta sorridere di nuovo.
In
quel momento non gli importava di nulla.
Voleva
solo che quel sorriso fosse destinato per sempre a lui.
Voleva
solo andare da lei, fissarla in quell'oceano blu che erano i suoi
occhi e baciarla.
Baciarla
finchè non avessero avuto più fiato.
Un
lampo squarciò il cielo, e tre secondi dopo il suo amico tuono non
si fece attendere.
“E'
meglio andare. Inizierà a piovere fra poco.” disse Juliet
affrettando il passo.
Nemmeno
il tempo di dirlo e la pioggia fece loro compagnia.
Sawyer
pensava a questo temporale. Se non ci fosse stato avrebbe baciato
Juliet.
“Figlio
di puttana!” esclamò incavolato.
“Cosa?”
chiese Juliet sotto il frastuono della pioggia.
“Niente!”
rispose scocciato.
La
pioggia era sempre più forte e loro erano a 15 minuti dal campo.
“Forse
se corriamo evitiamo di prenderci la parte peggiore!” esclamò
Sawyer ormai zuppo.
Un
altro lampo e un altro tuono, e la pioggia questa volta aumentò di
intensità.
Juliet
iniziò a correre e Sawyer la seguì immediatamente.
Erano
a pochi metri dalle case, quando Juliet finì su una pozzanghera e
scivolò cadendo rovinosamente a terra.
“Juliet!!”
esclamò preoccupato LaFleur soccorrendola.
“Ti
sei fatta male?” chiese premuroso.
“No,
no. Sto bene.” rispose mentre Sawyer cercava di aiutarla a
riazarsi.
“Ahahahahah
ti dovresti vedere! Sei completamente sporca!”
Era
sporca di fango ma lui la trovava comunque splendida.
Purtroppo
per James, il terreno era scivolosissimo, per via del fango e della
pioggia e, con un urlo acuto, finirono tutti e due nel fango.
“Ma
dai!!” esclamò ancora più incavolato James, ormai sporco quanto
Juliet.
“Ahahahaha..
dovresti vederti!” rise Juliet afferrando un po' di fango e
disegnandogli la striscia della fronte.
“E'
guerra lo sai vero?” disse sorridendo diabolico, afferrando anche
lui una manciata di fango e sporcandole il braccio.
Juliet
fece lo stesso e con un dito percorse il naso di Sawyer.
La
pioggia aveva finito di cadere ma a loro non interessava. Non se ne
accorsero neppure.
Lui
la teneva fra le braccia, lì nel fango, mentre giocavano a quel
gioco che entrambi sapevano sarebbe finito in un solo modo.
I
loro occhi si incrociarono e James sapeva che non sarebbe più
riuscito a staccarle gli occhi di dosso.
I
loro visi si stavano facendo più vicini e, involontariamente,
entrambi abbassarono lo sguardo sulle labbra dell'altro.
Mancava
così poco e tutti e due sentivano come se in quel momento avessero
smesso di respirare.
In
quel momento avrebbero dovuto essere l'ossigeno dell'altro.
“LaFleur!!”
qualcuno urlò.
“Jim,
rispondi!”
Questa
volta riconobbe la voce di Jin.
Velocemente,
come svegliandosi da quell'incantesimo, entrambi si alzarono cercando
di essere il più normali possibili.
“Siamo
qui!” urlò in rimando James.
“State
bene?” chiese Miles vedendoli completamente fradici e infangati.
“Si,
la pioggia ci ha sorpresi e siamo scivolati nel fango.” spiegò
Jim.
Sia
Juliet che James non osavano guardarsi.
Erano
arrivati ad un soffio dal baciarsi e Miles e Jin li avevano
interrotti.
“Abbiamo
interrotto qualcosa?” chiese retorico Miles, mentre faceva vagare
lo sguardo da Juliet a Sawyer.
La
biondina divenne color porpora e recuperato il suo zaino, andò verso
la casa di Horace, lasciando i tre uomini indietro.
“Ehi
cinesino, fammi un favore. La prossima volta, non venire a cercarci.”
gli disse James.
Miles
capì che qualcosa fra lui e Juliet bolliva in pentola.
Lo
aveva capito da tempo, forse prima che entrambi se ne accorgessero.
James
arrivò a casa sua, seguendola con lo sguardo mentre si avviava anche
lei verso la sua abitazione.
Entrambi
si voltarono a fissarsi e, imbarazzati come alla prima cotta, si
sorrisero.
Sette
mesi prima era innamorato di Kate. Erano sufficienti sette mesi per
dimenticarsi di una persona?
Si,
se era stata proprio una biondina a farsi strada nel suo cuore.
ANGOLO MIO: Salve, giusto due righe.
Generalmente non è questo il fandom dove pubblico, in effetti questa è
la prima storia che si discosta completamente da Castle. Beh ringrazio
chi dopo tanti anni, ancora legge qualcosa su Lost, e grazie alla mia
Herm che mi ha gentilmente suggerito il titolo. tanto love!
Twin, invece, ti avevo promesso
una fanfic su James e Juliet ed eccola qui, per i nostri Suliet
feelings. <3
sbaciotti a tutti ;>
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