CI SONO LE
PRINCIPESSE TERRESTRI, E POI C'È LA PRINCIPESSA DEI SAYAN
La odiava!
Odiava con tutto se stesso quella stupida donna e le sue stupide
manovre di convincimento. Mannaggia a lei e alle sue proposte
indecenti!
Lui era il principe dei Sayan, non poteva davvero farsi raggirare da
una stupida terrestre.
Stanco della solita solfa che ormai Si ripeteva nella mente, Vegeta
sbuffò senza grazia, continuando a maledire la moglie e i
suoi maledetti occhi azzurri che, nonostante non volesse ammetterlo, lo
destabilizzavano sempre di più. Incrociò le
braccia al petto, aumentando il passo e sperando che quella passeggiata
nel parco finisse il più presto possibile.
Dello stesso avviso, però, non era la bambina che camminava
al suo fianco e che, saltellando nel suo vestitino rosso, cercava di
stare dietro al padre.
"Non correre!", si lamentò la piccola, raggiungendolo
finalmente e tirandogli i pantaloni con una forza del tutto sconosciuta
a un essere umano.
"Sbrigati Bra, voglio andare a casa", borbottò Vegeta,
lanciando un'occhiata dall'alto alla figlia, ma limitando la
velocità dei suoi passi e sforzandosi di rimanerle a fianco.
Bra sorrise soddisfatta senza staccare la manina dai pantaloni del
padre. "Ma siamo appena usciti", gli fece notare.
"Appunto", rispose quello, maledicendo di nuovo la moglie e anche se
stesso. Che cavolo ci faceva in un parco in mezzo a dei mocciosi
urlanti con un'altra mocciosa attaccata ai pantaloni come una piovra?
Se glielo avessero raccontato qualche anno prima, si sarebbe messo a
ridere di gusto e poi avrebbe ucciso all'istante chiunque avesse osato
dire una bestemmia simile. Eppure era lì e, nonostante non
sopportasse tutto quello, l'idea di andarse e lasciare Bra da sola era
del tutto estranea alla sua mente. Non avrebbe mai abbandonato sua
figlia in uno stupido parco, e non solo perché al suo
ritorno la moglie psicopatica lo avrebbe fatto diventare scemo con le
sue urla e lo avrebbe lasciato in bianco per il resto della sua vita.
Non lo avrebbe fatto. Punto. Non c'erano altre spiegazioni e Vegeta non
le cercò.
"Posso andare a giocare?". La voce di Bra gli fece abbassare di nuovo
lo sguardo, incontrando quello speranzoso e decisamente troppo azzurro
della figlia.
"No", rispose solo, alzando di nuovo il volto e fissando con insistenza
il cielo. Maledetta quella bambina e i geni di sua madre! Accidenti,
non potevano rigirarselo così.
"Dai, papino", insistette la piccola, continuando a tirare i suoi
pantaloni. "Ti faccio vedere come sono diventata brava sull'altalena".
"No", ripetè Vegeta, cercando di mantenere il suo ferreo
autocontrollo.
Bra sbuffò e, lanciata un'occhiata arrabbiata al padre, si
allontanò dal suo fianco e corse verso le altalene.
"Bra, vieni subito qui!". Vegeta aveva guardato la figlia allontanarsi
e, sconsolato, l'aveva seguita, cercando di allontanare quel tarlo che
gli faceva notare la sua cocente, ennesima sconfitta.
Cosa aveva fatto di male per meritarsi una tortura come quella? Okay,
doveva ammettere di non essere stato decisamente uno stinco di stanto
nel corso della sua vita, ma così era decisamente troppo!
Tra l'altro, non riusciva ad accettare l'idea che sua figlia, la figlia
del principe dei Sayan, si divertisse su stupidi giochi terrestri e che
ignorasse del tutto la sua parte più battagliera. Aveva
provato più volte a convincerla ad allenarsi con lui, e in
quelle poche volte che c'era riuscito, aveva assistito a uno scoppio di
potenza inimmaginabile che faceva presupporre una grande forza nascosta
sotto quell'aspetto fragile e dolce da bambina terrestre. Eppure
nemmeno lui riusciva a colpirla, non con quegli occhi azzurri e
disarmanti che lo fissavano e non riusciva a spiegarsi
perché gli stessi occhi del suo primogenito non avessero lo
stesso effetto su di lui. Poi si ricordò che, sulla terra,
le donne non erano solite combattere, a differenza del suo pianeta
d'origine e quella disciplina era più rivolta all'universo
maschile. Pur non accettando una simile differenza, -in fondo, Bra
poteva diventare forte tanto quanto suo fratello se solo si fosse
allenata-, Vegeta ormai si era quasi arreso. Non sarebbe mai riuscito
ad allenare seriamente Bra, e non solo per le lamentele della moglie e
perché la figlia si lamentava per un po' di fango sui
vestiti ogni volta, ma perché non sarebbe mai stato in grado
di comportarsi con lei come se fosse un maschio. Per questo era
così difficile relazionarsi con lei e forse anche per quello
aveva accettato di accompagnarla al parco. Se con Trunks bastavano un
paio di pugni per farlo contendo, Bra aveva bisogno di altro, un altro
che comprendeva la presenza di Vegeta.
Sbuffando di nuovo, si avvicinò con sguardo truce alla
figlia e guardò con astio i bambini attorno a lei. Stava per
intimarle di sbrigarsi di nuovo, quando la voce acuta ma severa di Bra
lo fece zittire.
"Io sono la principessa dei Sayan", stava dicendo a quei bambini,
guardandoli con superiorità. "E voi dovete lasciarmi
l'altalena".
Vegeta si lasciò sfuggire un sorriso. Se Bra non era tanto
interessata alla lotta, almeno possedeva quel carattere duro e
imperioso dei Sayan e questo, almeno inconsciamente, lo riempiva di
orgoglio.
"Le principesse non esistono", le fece notare una bambina.
"Sì che esistono", ribattè feroce Bra. "Io mio
papà è un principe e io sono una principessa".
"Ma non hai la corona e nemmeno il mantello", puntualizzò
un'altro bambino.
"Non ne ho bisogno", rispose Bra, alzando il mento altezzosa.
Vegeta non disse nulla, limitandosi ad osservare la scena a qualche
passo di distanza insieme a dei genitori divertiti, ma nella sua mente
pensò che niente più di sua figlia poteva
assomigliare a una principessa Sayan. Forte, determinata, bella e
testarda. Aveva tutte le caratteristiche per dominare, ne era certo.
"E posso dimostrarvelo", continuò incrociando le braccia al
petto.
"Dimostrare cosa, nanetta?", chiese un altro bambino, molto
più alto e robusto di lei, avvicinandosi.
Bra fece un sorriso biricchino, riportando le braccia lungo i fianchi e
stringendo i pugni. Si concentrò per un attimo, cercando di
ricordare gli insegnamenti del padre che, alle sue spalle, la guardava
curioso e allo stesso tempo impassibile. In pochi secondi, l'aria
intorno a lei cominciò a riscaldarsi e raffiche di energia
mossero i suoi capelli, facendo indietreggiare gli altri bambini, che
si allontanarono spaventati quando la videro alzarsi di qualche
centimetro dal suolo.
Bra sorrise soddisfatta, ritornando con i piedi per terra e
sistemandosi il vestitino. Poi si voltò e salì
felice sull'altalena, finalmente libera e iniziò a
dondolarsi.
"Hai visto come sono brava, papà?", lo chiamò
sorridendo felice.
Vegeta annuì, avvicinandosi di qualche passo, e pensando che
la sua bravura sull'altalena non era niente in confronto alla sua
capacità di assoggettare tutti al suo volere e alla sua
potenza assopita.
Bra si dondolò ancora per qualche minuto, poi, con una
spinta, saltò dall'altalena e atterrò a pochi
passi dal padre.
"Mi hai vista prima?", gli chiese, seguendolo quando Vegeta
rincominciò a camminare verso l'uscita.
"Mhp", rispose quello.
"Ho fatto bene a spaventarli, vero? Io sono la principessa dei Sayan e
loro devono portarmi rispetto!".
Vegeta non rispose, ma, continuando a camminare, presa la figlia per la
vita e la fece sedere sulla sua spalla. Bra battè le mani,
felice e soddisfatta per quel gesto silenzioso ma così
esplicitò e continuò a parlare per tutto il
tempo.
Vegeta, dal canto suo, non ascoltò nemmeno una parola. Nella
sua mente, stava ripensando a quello che aveva visto poco prima. Sua
figlia era eccezionale, anche se non voleva ammetterlo e, nonostante si
rifiutasse di combattere in modo serio, si scoprì comunque
orgoglioso di lei e del suo carattere che, a ben pensarci, era un
pericoloso mix tra il suo e quello della psicopatica che aveva per
moglie. Una psicopatica, certo, ma pur sempre la madre dei suoi figli.
Non lo avrebbe detto a nessuno, ma, per un secondo,
ringraziò Bulma per la sua insitenza e si ripromise che
l'avrebbe premiata più tardi, nelle quattro mura della loro
camera. Perché, nonostante odiasse fare cose così
stupidamente terrestri, ormai aveva imparato che, in qualche modo,
doveva conviverci e sarebbe uscito due, dieci, cento volte ancora con
Bra pur di vedere quella sua indole combattiva che contraddistingueva
la sua principessa Sayan da quella massa di imbecilli.
Era orgoglioso di Bra, anche con vestitini, merletti e sorrisi
sdolcinati.
Okay, non so esattamente
da dove sia uscita questa "cosa" e nemmeno perché l'abbia
postata. Credo di poter dare la colpa al raffreddore che mi ha colpito
in pieno maggio e alla verifica di latino di domani, per la quale non
ho alcuna voglia di studiare.
So che avevo detto che
non avrei più scritto su questo fandom, ma recentemente sto
rileggendo le storie che avrei dovuto recensire ma che mi sono persa e
molte di queste sono proprio di dragon ball. Se a questo aggiugiamo
l'anime su italia uno e un'immagine che ho trovato su facebook e che
non c'entra niente con questa storia.... beh, eccomi di nuovo qui!
Ripeto, non è
niente di che, solo che amo questi due personaggi e ho voluto
dedicargli un piccolo momento. So che è un tema trattato
mille volte, ma volevo dare anche la mia versione. Spero che vi sia
piaciuto!
a presto (forse)
mikchan
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