FMP 1
Tokyo, scuola superiore Jindai
"Sousuuuuuuukeeeeeeeeee!!!!!"
Come al solito Sousuke ne aveva combinata una delle sue, finalmente,
dopo parecchi mesi, Kaname poteva risfoderare il suo mitico ventaglio
di carta.
"Perchè non la pianti una volta per tutte di comportarti come
uno stupido?? cosa ti è saltato il mente di installare delle
pistole laser sopra la porta dello spogliatoio femminile???sai che
Kyoko stava per rimanerci secca?!"Kaname era infuriata...le cose
iniziavano a mettersi male..
"MMM...Ma Chidori....II-Io.."C'erano poche cose nella vita di Sousuke
che gli facevano davvero paura..una di quelle era Kaname quando si
arrabbiava..
"Smettila di balbettare!mi irriti!"
"Si...ma Chidori...ho dovuto installare delle protezioni per il vostro
spogliatoio..se un terrorista decidesse di irrompere mentre vi state
cambiando per rapirti io non ci sarei e..."
"oh smettila di dire stupidaggini!tutti quelli che mi volevano rapire
sono morti in Cina no?!non capisco perchè hai ancora questa
fissa del rapimento..."
"Ti sbagli Chidori! non sono tutti morti!due di loro sono morti in Cina
ma ce ne sono altri in giro. Non so quanti ma è ovvio che ci
sono. Quello che nascondi nel tuo cervello interessa a molta più
gente di quanto credi. Quindi ti prego, non prendere alla leggera il
lavoro che faccio!"
Kaname lo guardava con una faccia un pò scettica...
Sapeva benissimo che tutto ciò che aveva detto Sousuke era vero.
Non poteva mai essere tranquilla. Lo sentiva. Si sentiva addosso gli
occhi di qualcuno, continuamente, costantemente, come se lei fosse la
preda sulla quale il leone aveva puntato gli occhi. Forse anche Sousuke
se n'era accorto...o forse no. Se era così lei aveva deciso di
non dirglielo. Non voleva turbare inutilmente Sousuke con una sua
sensazione che poteva essere infondata. Preferiva continuare a vivere
la sua vita come al solito, con Sousuke che, anche se a volte si
comportava come uno stupido, la faceva sentire protetta e la faceva
stare bene.
" Si lo so..non sto prendendo alla leggera il lavoro che fai
Sousuke...vorrei solo che iniziassi a comportarti in maniera
più......normale!"
Queste parole avevano colpito Sousuke nel profondo. Non era la prima
volta che Kaname glielo diceva solo che lui, per quanto ci provasse,
non ci riuciva. Dopotutto lui non era una ragazzo normale. Lui era un
professionista, un militare della Mithril. Anche se ora si era fatto
dimezzare lo stipendio e veniva chiamato solo per delle missioni
speciali restava comunque un soldato e la missione per la quale aveva
rinunciato a tutto questo, la sua missione, valeva più della sua
stessa vita.
Kaname lo guardò per un'ultima volta, si girò e se ne andò.
Sousuke, pensando ancora alle parole di Chidori, si diresse verso lo spogliatoio femminile.
Tolse le pistole laser dalla porta e tornò in classe.
"Storia del Giappone...che palle!" pensò Sousuke prima di chiudere la porta dell'aula.
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