Il canto dell'immortalità.

di Crypto
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Attraverso a passi veloci la valle.
Al mio passaggio stormi di uccelli intimoriti volano, troppo spaventati dall’intensità del mio respiro affannato.
Il mio cuore martella in petto, come se desideri uscire dalla prigione del corpo.
Ho corso, consumando tutte le mie poche energie.
Ho bisogno di una sosta, subito.
Ma non posso fermarmi, non ora.
Non posso permetterlo, permettermelo.
Devo portare a compimento la mia missione, l’unica ragione per cui vivo.
E a quel punto riceverò la mia ricompensa: sarò rigenerato completamente.
Diventerò il padrone assoluto dei Quattro Regni.
La gente verrà sottomessa brutalmente, dovrà sottostare ai miei comandi.
Fiumi di sangue sgorgheranno per le strade, macchiando l’operato di secoli e secoli di vana fatica da parte degli avi.
Ho bisogno di un nascondiglio, altrimenti mi vedranno e allora sarà la fine.
La Fine di Tutto.
Il mio corpo, -le mie braccia in particolare-, trema tutto; ora crollerò.
No, non posso permetterlo, permettermelo.
Lo Strumento è in procinto di scivolare dalle mie mani, gravide di sudore; no, non può sgretolarsi, no!

Un riparo, finalmente!
I miei occhi puntano verso un piccolo nascondiglio, insignificante agli occhi altrui, al disotto di un arbusto secolare, come una piccola grotta che conduce all’Inferno.
Attraverso di me si va nell’eterno dolore, penso.
Faccio troppa attenzione allo Strumento, estremamente fragile.
Mi stanno dando la caccia, lo sento.
Devo fare presto.
Sgattaiolo nel piccolo incavo, cauto.
Tengo sempre con me l’Eterno Violino.
Mi trovo esposto tra la luce ed il buio,
     tra la Vita e la Morte.
Percepisco la presenza di stupide formiche, che cominciano a scalare il mio corpo, la loro impresa titanica.
Che animali parassiti, rifletto, come d’altronde tutti gli uomini.
Appoggio la mia spalla muscolosa contro il muro di terra, e spingo con forza sperando di ampliare l’area di quella cavità.
La terra a poco a poco si sgretola finché la barriera crolla.
Improvvisamente precipito verso il centro della Terra.
Verso l’Inferno.
Tengo stretto lo Strumento.
Un paio di secondi e tocco di nuovo terra. Qualcosa di freddo.
Mi ritrovo in una piccola stanza, illuminata dal solo bagliore di una fiaccola.
Sono salvo, penso.


E che la guerra abbia inizio.




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