Tutto il mio
amore
Scrutava il cielo
notturno, cercando di cogliere una luminescenza maggiore di quella che
le offriva la luna, così bianca in tutta quel
oscurità.
Con un gesto spontaneo,
pigiò sul tasto per accendere la radio, era solita ascoltare
della musica quando sentiva che un peso la stava per schiacciare.
Io ci
sarò, quando vorrai
Sarò
nascosto tra mille ricordi ma non mi vedrai
Socchiuse gli occhi,
ricordando le piacevoli ore che avevano trascorso insieme in passato,
mentre le lacrime offuscarono la vista. Quanto si sarebbe disprezzata
dopo aver attuato quel maledetto piano?
Strinse leggermente la
stoffa del vestito che indossava, lasciando intravedere la pelle rosea
delle sue gambe.
I passi che provenirono
da un angolo della casa, la risvegliarono, coprendosi con pudore, la
parte che poco prima era più visibile.
Goten si sedette
accanto a Bra, non la guardò neanche per un istante, rapito
dall’immensità di quel cielo.
“Bra, quello
che è successo..”, proferì Goten con
l’intenzione di chiarire i suoi sentimenti una volta per
tutte.
Aveva nascosto,
soppresso con tutte le sue forze quel ostinato pensiero che lo
tormentava, assillato da ostacoli come la differenza
d’età che vacillava tra i due, dodici anni che
avevano fatto da cuscinetto in ogni occasione in cui il suo istinto di
uomo si presentava.
Ma quel bacio, quel
breve contatto, aveva mandato all’aria ogni buon proposito
che in tutti quei anni aveva con insistenza riproposto a sé
stesso, ripetendo a sé stesso il legame che li univa:
l’amica di sua nipote, la sorella del suo migliore amico, una
ragazza che era praticamente di famiglia, non avrebbe mai potuto
svelare i suoi sentimenti alla luce di quei fatti precedenti.
Ti
parlerò, mi penserai
Ma ora la situazione
era cambiata. Non aveva la forza per resistere ancora a quella ragazza
che lo aveva ammaliato da tempo.
“Bra,
dobbiamo parlare.”, disse determinato.
Rabbrividì a
quelle parole, illuderlo, ingannarlo, sapeva che le sarebbe costato
caro.
Si allontanò
da lui, facendo qualche passo in più, quello che provava nei
confronti di sé stessa era un odio profondo, non aveva mai
visto così nettamente ciò che era giusto da
ciò che era sbagliato. Adescarlo in quella trappola, avrebbe
infranto ogni piccola briciola di rispetto che provava per
sé stessa. Ma come poteva salvare in altro modo la sua
famiglia?
Gli porse la mano verso
la sua direzione, un gesto che le aveva evitato di parlare, di
mentirgli, sperando disperatamente che ciò alleviasse la sua
colpa.
Il ragazzo strinse la
sua mano, afferrandola con una mossa rapida per i fianchi.
Avrebbe mandato al
diavolo ogni logica razionale per ascoltare solo quella del suo cuore,
sapeva bene che l’emozione che percepiva, avvertendo la pelle
di Bra a stretto contatto con la sua, non l’avesse mai
provata. Non si sarebbe tirato indietro, avrebbe affrontato ogni
avversità che si fosse posta davanti a loro con la
consapevolezza che avrebbe vissuto a pieno quel sentimento, che lo
lasciava senza fiato ad ogni suo lieve tocco.
I baci di Goten,
passionali ed ardenti, la disorientarono, come sarebbe riuscita a far
tacere quel batticuore?
“Lasciati
andare.”, le sussurrò Goten
all’orecchio, provocandole un forte brivido.
L’avrebbe
amato, si sarebbe illusa di vivere in quel amore sincero, dimenticando
che ci sarebbe stato un dopo, delle conseguenze.
Gli avrebbe donato
tutta sé stessa, senza timori, perché quella era
l’unica cosa che avrebbe potuto dargli prima di morire.
Si mosse in punta di
piedi, raccogliendo i vestiti che erano sparsi sul pavimento della
camera di Goten.
Spostò il
suo sguardo verso la luna che ancora illuminava quel cielo notturno,
l’unica testimone alla manifestazione dei loro sentimenti.
Si rivestì
in fretta, stando attenta a non svegliare il ragazzo, che aveva un
espressione serena sul suo viso.
Non era riuscita a
dimostrarsi fredda, a non farsi coinvolgere in quel amore, che
l’aveva colta alla sprovvista, non era riuscita a sedurlo
come aveva voluto. Ora, il suo cuore gli apparteneva, non avrebbe
dovuto far l’amore con lui, si ripeté mentalmente,
rimproverandosi al gesto sconsiderato che aveva compiuto.
Sollevò la
borsetta, osservando per un istante quel arma che le era stata
consegnata. Scosse la testa, non avrebbe potuto farlo. Non ne era in
grado.
Impresse il suo volto
per l’ultima volta, prima di scomparire dalla sua vita e da
quella di qualsiasi altra persona che la conoscesse. Stava scappando
dai suoi problemi, era vero. Ma non poteva agire altrimenti, non
avrebbe potuto uccidere il ragazzo che amava dal profondo del cuore.
Non sapeva cosa sarebbe successo con quella sua decisione, eppure era
sicura che quella fosse la scelta più giusta che poteva
prendere, i suoi familiari ne sarebbero stati fieri, lo sapeva.
Si allontanò
a passi leggeri da quella casa, che le aveva mostrato il vero amore,
accompagnata dalla luce lunare di quella notte.
E nel
silenzio di un ultimo istante lontana sarai.
*crediti
testo della canzone: Manuel Aspidi - Soli a metà
Mi scuso del mostruoso
ritardo che ho fatto questa volta, purtroppo un po’ la
stanchezza che ne deriva in questo periodo, un po’ gli
impegni che mi hanno assorbito completamente, mi hanno preso ogni
possibile tempo libero, e così mi sono ridotta a scrivere
nei piccoli momenti di tempo che avevo..quindi, se vi sembra discontinuo, mi dispiace.
Comunque sia, rinnovo i
miei ringraziamenti verso chi avrà ancora voglia di
recensire e commentare nonostante il capitolo che ne è
uscito.
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