Ricordi di famiglia

di CuroNeko_chan
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Sul campo

“ Occhio di falco a shield occhio di falco a shield rispondetemi cazzo!!!!”
“Cos’hai tanto da urlare Barton?”
“Fury sei tu? Qui ci stanno massacrando! Non doveva essere solo un semplice controllo in Mongolia questo?! Bè i simpaticoni ne hanno già ammazzati cinque dei nostri!”
“In quanti siete rimasti Falco? Quanti sono i nemici?”
“Siamo in sei me compreso. Gli occhi a mandorla saranno una ventina-trentina ancora, diciassette ne abbiamo già spediti all’altro mondo”
“Quante munizioni vi restano?”
“Cos’è Fury dopo mi metti il voto su questa interrogazione?? Diciamo che riusciremo a campare ancora per mezz’ora, cinquanta minuti se ce la giochiamo bene. Che dici di inviare qualcuno a farci compagnia??”
“C’è un'unica unità abbastanza vicina, tra un’ ora il presunto arrivo. Questo è tutto. Passo e chiudo.”
“CAZZO! Tra un’ora potrebbero trovare solo i nostri cadaveri”
Occhio di falco sospira, poi sorride: le sfide gli sono sempre piaciute.
“Se dobbiamo proprio rimetterci la pelle la venderemo ad altissimo prezzo.  Ragazzi..” Tutti gli agenti si girano verso il loro comandante  “schema d’attacco B136.”
Schema di guerriglia il B136: attacco e ritirata, attacco e ritirata; il migliore per guadagnare tempo e ridurre le perdite anche se gli armamenti dei Mongoli non lasciano certo illesi e ben presto ustioni, tagli e schegge cominciano ad adornare il corpo degli agenti.
Bombe, pallottole, frecce, missili, mine anti uomo e ancora bombe, pallottole, fecce..
Non si contavano altre perdite nelle linee dello shield ma tutti riportano ferite più o meno gravi; la stanchezza, l’assedio, il dolore e la paura sono nemici quasi peggiori dei mercenari Mongoli.
 Clint alza gli occhi: il cielo è prigioniero del fumo e il nero si sostituisce al suo blu naturale. Poi un verso, quasi uno stridio e rumore di eliche, che frustano l’aria. E prima di accorgersi del jet sopra di lui nota un  falco che gira in cerchio sopra i mercenari.
La polvere e il fumo rende impossibile localizzare i nemici dall’alto, almeno per quanto riguarda l’elicottero.
Dal jet si lanciano sagome vestite di nero, protette da caschi scuri, sono alleati e vengono per dar manforte.
Clint guarda l’ora “ Cinquanta tre minuti. Non male”
L’ultimo agente scende dal jet ed estende il braccio agguantato di nero; subito il falco vi si posa, alla sua zampa vengono assicurate delle mini-cariche esplosive e il rapace si rialza in volo.
Gli occhi dell’arciere si spalancano
 “ FURY CHE TU SIA MALEDETTO”
I Mongoli si riprendono in fretta lanciando mini-missili e scaricando interi caricatori di mitragliatrice.   L’agente ha già cominciato a muoversi ma un missile-cerca-calore è alle sue calcagna.
Clint abbandona il suo riparo per trascinare l’agente dietro il cadavere di un’automobile e fa esplodere il missile con una freccia al plastico.
“Occhio di falco cosa stai facendo? Non bisogna mai esporsi al fuoco nemico, anche i bambini lo san” “Smettila!!”
Con un gesto secco della mano l’arciere fa volare il casco lontano; ciocche rosse si posano leggere sulle esili spalle.
“CHE COSA CI FAI TU QUI??? NON SEI IN GRADO DI EFFETTUARE UNA MISSIONE DEL GENERE!!”
“ è stata la Hill a darmi il permesso”
“Fanculo alla Hill! Tu adesso rimani qui ferma finché questa cazzo di missione non è terminata chiaro!?”
“ Col cazzo che me ne stò ferma: questa è la mia prima missione e non la passerò standomene seduta per terra!”
“Questo non è un allenamento e benché meno un gioco. Qui non conta quante sagome riesci a colpire; l’unica cosa che conta è rimanere vivi”
“Papà non sono più una bambina, so cos’è il morire, il non tornare più ma non  ne ho paura”
Clint la guarda e l’abbraccia, l’abbraccia forte.
“Se ora sei qui non sai ancora cos’è il vivere piccola mia”
Sciolto l’abbraccio due si guardano: occhi grigi che si riflettono su occhi grigi.
“OK. Adesso stammi vicina, non ti allontanare da me, voglio che mi guardi le spalle. Fai vola Diana in alto in modo che non ci renda riconoscibili, tieniti le cartucce di ricarica sempre a portata di mano e non. Prendere. Alcuna. Iniziativa.”
Lei annuisce.      I due scattano.
Sono uno al fianco dell’altro.
 Al loro passaggio i nemici cadono, uno dopo l’altro.
Sono colleghi; due anime sulla stessa barca e con le stesse armi in pugno.
Sono compagni di battaglia, con lo stesso sangue che esce dalle ferite.
Sono i Barton

 e non ci vanno leggeri.





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