in una sera invernale...

di scarabbokkio
(/viewuser.php?uid=30597)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Scarpe rosse.
Lucide, laccate, riflettenti, bellissime. Chi ci calzava era improvvisamente, felice, ottimista, orgoglioso e fiducioso in sè stesso.
Ci correggiamo, in sè stessa. L'idea di un uomo su 10 cm di spillo assassino è semplicemente ridicola. Anche se non del tutto da scartare.
Abbiamo conosciuto e, perchè no, amato, molteplici piedi di molteplici forme, con poche variazioni di diemensioni. Pochi 40 sarebbero capaci di stringersi in 37 e mezzo di splendore. E ben pochi 36 potrebbero sopportare di sciacquare in una misura perfetta, sensuale.
Incapaci di sopportare cattivi odori trattavamo malignamente chi non si lavava i piedi. O chi non ci curava, scalciandoci appena tornata a casa da una festa, arrabbiata e delusa per non aver concluso con un ragazzo. Beh visto che la colpa poteva essere solo della loro faccia da cozze, non potevamo permettere di essere trattate così incurantemente. Vendicandoci con armi molto efficaci: slogature e vesciche.
...Se la nostra amica ci trattava da quella bomba di sesso che irradiamo, con cura, pulizie e rispetto...Eravamo ben contente di essere scalciate ai piedi di un letto non nostro, in una casa non nostra, tra camicie, boxer e un vestito attillato che era diventato di troppo.
Nonostante le disavventure e le avversità, il maltempo, i cani che dovrebbero pur avere un bagno riparato da qualche parte, e che diamine!.....Nè un tacco è mai saltato, nè lo smalto rosso, lucido, lucente si è mai graffiato. Sembriamo nuove, e rimembriamo leccalecca, ciliegie appene colte, rose al tramonto, passione ed eros da ogni millimetro della nostra superficie, che brilla quasi di energia propria, viva.
Ma così non è più. La nostra ultima, innamorata, estimatrice ci ha abbandonate. Incurante. Irrispettosa. Senza ordine nè metodo, qui. Il riflesso del ghiaccio ci dona una tonalità sanguigna, unita ai raggi nascenti e sonnacchiosi dell'astro solare. Il ghiaccio ci infreddolisce un poco. Ma noi la perdoniamo. Ci ha lasciate qui per amore, non ci voleva rovinare o perdere nel suo ultimo tuffo. Nel lago. Non la invidiamo proprio. L'acqua sarà gelida!
E un dolce oblio forse avvolgerà la sua bocca, la corrente accarezzerà appena i suoi boccoli corvini come la mano di un dolce amante. No, no non è invidiabile. Ora lei non è più, ma noi continueremo ad esserci. E porteremo il suo ricordo nelle nostre suole. Perdonandola di non averci accuratamente riposte, ma gettandoci scomposte sulla superfice del ghiaccio. Si, freddo riflesso ghiacciato e distorto, siamo una vera Delizia.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=186448