Titolo: Lezioni di poesia
Fandom: Originale
Personaggi: James Bones, Travis Harris
Genere: Romantico
Avvisi: Omosessualità
Rating: SAFE
Conteggio parole: (contatore FDP) 962
Disclaimer: ispirata da What makes you beautiful dei One
Direction e da 1949 di Nazim Hikmét, non ho diritti e non ci ricavo
niente su nessuna delle due opere. Travis è un personaggio creato della
yuppu.
Partecipa all'X Fandom di Maridichallenge.
Introduzione: "Qual è il vostro pensiero sulla poesia?"
Chiese l'uomo, e Travis sentì
i propri compagni esitare un momento, muovendosi nervosamente sulle
loro sedie.
"È buona per i film." Rispose un ragazzo, e Travis poté intuire anche
senza voltarsi la sua scrollata di spalle. "E per le canzoni."
Travis batteva piano la penna sul quaderno di letteratura inglese,
osservando il professore dietro la cattedra. Non era l'ora di
letteratura inglese, in realtà erano lì per un corso extracurriculare
di poesia, ma visto che il professore era sempre James Bones aveva
deciso che sarebbe andato bene senza doversi per forza caricare la
schiena di più peso. In effetti per quanto gli piacesse la letteratura
non aveva esattamente una passione sfrenata per la poesia: era il fatto
che il professore fosse lui ad avergli fatto decidere di scegliere quel
corso principalmente.
Era stato per il professor Bones, che in quel momento sollevava lo
sguardo sulla classe dopo i convenevoli di presentazione del corso.
"Qual è il vostro pensiero sulla poesia?" Chiese l'uomo, e Travis sentì
i propri compagni esitare un momento, muovendosi nervosamente sulle
loro sedie.
"È buona per i film." Rispose un ragazzo, e Travis poté intuire anche
senza voltarsi la sua scrollata di spalle. "E per le canzoni."
"Non è più come prima, quando uno scriveva una poesia e tutte le
ragazze si buttavano ai suoi piedi." Rise una ragazza, grattandosi la
nuca con la gommina dietro la matita, e la compagna seduta affianco a
lei la indicò con una mano, ridacchiando.
"Ora se uno scrive poesie gli si ride in faccia!"
Il professore lasciò che i suoi studenti discutessero liberamente,
senza tradire le proprie emozioni mentre si chiedeva che ci facessero
ad un corso di poesia tante persone a cui la materia apparentemente non
solo non interessava, ma consideravano ridicola. Dovette concludere con
se stesso che doveva essere stata un ripiego per avere almeno due punti
di credito, qualcosa di più facile del corso di matematica per cui ne
avrebbero avuto tre. In un tentativo di cercare di portare l'attenzione
sulla presenza della poesia in un panorama più attuale, visto che
probabilmente i suoi alunni avevano visto troppe volte Shakespeare in
love, prese ancora la parola.
"Le canzoni comunque sono piene di poesia, e lo sono attualmente, lo
sono sempre state."
Gli studenti però si rivolsero occhiate scettiche.
"Professore, non è molto al passo coi tempi e le canzoni che girano in
radio adesso, vero?" Chiese una ragazza, facendo ridacchiare più di
compagno. Allo sguardo serio del professore però si ricompose, cercando
di spiegarsi. "Le canzoni di ora non hanno poesia, e se ce l'hanno è
fatta male ed è stupida. Guardi quelle band di ragazzini idioti." Alzò
le spalle, ed un compagno prese la palla al balzo per tirare in mezzo
Travis.
"Dovrebbe chiedere a Harris, prof, e ai suoi One Direction!"
Travis incassò la testa tra le spalle in un gesto istintivo, stringendo
le labbra. Non era come se si vergognasse dei propri gusti in fatto di
musica, o in fatto di tutto il resto, era quella brutta sensazione alla
pancia quando i compagni trovavano l'ennesima scusa per prenderlo in
giro, per rigettare su di lui la frustrazione che accumulavano nelle
loro vite, convinti forse che se avessero dimostrato di disprezzare un
loro compagno a sufficienza questo avrebbe reso le loro vite migliori.
L'unica cosa che riuscì a farlo stare veramente male fu lo sguardo che
il professore gli rivolse, con quel sopracciglio alzato un po'
inquisitore.
Arrossì, sentendosi sotto la lente d'ingrandimento dell'uomo, e quasi
nemmeno si accorse di come gli altri continuavano a ridacchiare e
spiegare di chi stessero parlando. Se li avesse veramente sentiti e ne
avesse avuto abbastanza coraggio avrebbe risposto a tono, dicendogli
che se erano capaci di cantare a memoria brani di What makes you
beautiful per prenderli in giro, voleva comunque dire che anche loro li
avevano ascoltati e che gli erano rimasti impressi.
"E qualcuno ci crede pure!" Rise la ragazza che gli sedeva affianco, e
Travis deglutì, fissando lo sguardo sulla propria penna.
"Magari Harris pensa che siccome anche lui guarda per terra ed è
insicuro in realtà-"
"Basta." La voce seria del professore bastò ad interrompere qualsiasi
commento, qualsiasi risatina, senza che l'uomo avesse neppure bisogno
di alzare la voce, e Travis prese un respiro che non si era accorto di
stare trattenendo.
"La poesia non è mai stata semplicemente un mezzo per portarsi qualcuno
a letto, nonostante ciò che possiate pensare: le parole degli autori
sono risuonate negli anni dando emozioni alle persone che le sentivano,
le leggevano, e se siete qui devo almeno presumere che siate disposti a
lasciarvi influenzare dalle poesie così come coloro che vi hanno
preceduti." Disse calmo il professore, e tuttavia fu chiaro che non
avrebbe più concesso un intervento.
Attirò a sé il libro che aveva davanti, sfogliandolo rapidamente per
raggiungere una pagina che già aveva bene in mente, prima di cominciare
a declamare senza nemmeno bisogno di specificare agli studenti di
prendere appunti.
Travis sollevò lo sguardo dal proprio quaderno più o meno alla terza
riga di poesia, mordendosi il labbro nel guardare di sottecchi il
professore parlare di nuda carne delle notti
d'estate. Mai però avrebbe immaginato di vedere l'uomo
sollevare gli occhi dalle pagine per ricambiare il suo sguardo,
continuando a declamare quella poesia mai sentita prima.
Quasi gli tremarono le mani nel sentire la voce dell'uomo parlare di
occhi dai riflessi verdi, conscio che quello era il colore dei suoi
occhi, e per un folle momento si chiese se non avesse scelto quel testo
per lui.
Ma, come diceva la poesia stessa, sarebbero stati sempre inaccessibili
l'uno all'altro, persino nel momento stesso in cui avessero creduto di
potersi quasi raggiungere.
Poco importava che fossero gli unici a vedere quanto l'altro fosse
diverso da come probabilmente si vedeva lui stesso, quanto fosse
speciale, che desiderassero magari cambiare il loro rapporto attuale.
Gli studenti smisero di scrivere, sollevando gli sguardi sul
professore, ignari di come il loro compagno avesse ormai il fiato corto
e senza notare nemmeno quanto lo sguardo del professore avesse
indugiato ancora per qualche secondo prima di spostarsi sui visi degli
altri, riprendendo a spiegare, a interrogarli delle emozioni racchiuse
in quei testi.
|