ATTENZIONE:
SEGUITO DI PRELUDIO
1.
Nemici interni
Il mantello sciabordava sicuro tra le spesse pareti di pietra, i passi
risuonavano secchi a cadenza ritmica e regolare, le ombre si
aggrappavano lugubri alle sue spalle con i loro artigli affilati. Dal
fondo del lungo corridoio giungeva un profondo ringhiare soffocato,
quasi la bestia a guardia della prigione stesse sognando una qualche
avventura.
Non appena svoltò l'angolo si ritrovò a fissare
le pupille gialle e sgranate del gigantesco cane nero Fenrir. Il pelo
era ritto sulla schiena, le fauci erano scoperte e il tartufo tirato
sul muso. Come lo vide, il demone del Van smise subito il suo
atteggiamento aggressivo, si riaccucciò al suo posto,
conficcando il muso oltre le sbarre della cella, e sbuffò
sonoramente.
“Cosa sei venuto a fare?” sibilò stanca
la voce immersa nell'oscurità all'interno della cella
spoglia.
“Sono venuto a vedere come stavate, Padre...”
replicò il nuovo venuto, copia identica di quello
accasciato, al di là delle sbarre, con fare comunque
elegante. “Noto con piacere che avete desistito dal tentare
di liberarVi...”
“Loki...” sbuffò l'uomo tirandosi in
piedi e avanzando piano verso la soglia della prigione “Lo
sai che così ti stai tradendo, vero?”
“Oh no... chiunque fosse all'ascolto potrebbe pensare che
Odino si stia divertendo a fare il verso al proprio figliastro
incosciente...”
“Se non hai altro da fare, puoi pure tornare da dove sei
venuto...”
Il falso Odino stirò un sorriso divertito che i folti baffi
non riuscivano a coprire “Volevo avvisarti che Hela
è alle porte di Asgard. Suppongo la cosa possa farti
piacere.” Alitò, lasciando che le frasi,
volutamente ambigue nel loro contenuto, aleggiassero nello spazio che
li separava. “Sai, Loki...
gli eroi della terra sono ormai in ginocchio.”
“Cosa?” strabuzzò il prigioniero.
L'altro affondò una mano nell'ispida criniera del lupo nero
“Sono degli sciocchi e hanno sottovalutato l'astuzia del dio
degli inganni che aveva lasciato delle cellule dormienti dietro di
sé. Non tutti quelli che hanno lavorato sul Tesseract son
stati risvegliati dal sortilegio.”
“Cos'hai intenzione di fare?” tuonò il
vero Odino aggrappandosi alle sbarre ma venendone subito allontanato da
una potente scossa elettrica.
Loki lo guardò con sufficienza al di là della
grata “Secondo Voi? Hela è qui, ad Asgard, su mio ordine. Midgard
è lasciata a se stessa e nemmeno il grande Thor
potrà fare nulla per salvarla. La resa è l'unica
soluzione che si prospetta per entrambi i mondi.”
“Resa?” alitò Odino, sconcertato.
“Asgard è già caduta e tu sei chiuso
qua dentro. Quanto a me, andrò personalmente sulla Terra a
reclamare il mio
dominio su di essa.” sibilò euforico “E
non dimenticare il Tesseract, Padre. Tanti popoli hanno tentato di
conquistarlo e ora è mio.”
“La tua follia è senza limiti...” disse
Odino scuotendo la testa “Pensavo stessi bluffando ancora una
volta... invece, ora, mi rendo conto che è tutto
vero...Così come è vero che sei stato tu ad
aprire la porta ai giganti di ghiaccio... ”
“Ben detto, Padre... ma... avevate ancora dubbi?”
ghignò “Ora, se volete scusarmi... il re in
persona deve andare a incontrare le truppe di Hela...” lo
salutò con una risata carica di sarcasmo.
Odino si accasciò affranto. In quella cella i suoi poteri
non potevano nulla e davanti a sé c'era il tremendo Fenrir.
Anche volendo, non sarebbe mai riuscito a uscirne vivo. Eppure, era
riuscito a liberarsi della maschera con relativa facilità,
cosa che l'aveva indotto a pensare che Loki non stesse realmente
tradendo Asgard ma che avesse un piano molto più complesso
in mente. Era possibile che gli avesse raccontato un'altra menzogna? Se
sì, a quale scopo? Se fosse riuscito a uscire e se le
informazioni che gli aveva appena fornito si fossero rivelate
concrete... in quale altro modo avrebbe potuto leggere la
realtà se non come aveva davvero già descritta
suo figlio?
AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV
AV AV AV AV AV AV AV AV AV
Era l'alba di un nuovo giorno e la Stark Tower risultava stranamente
silenziosa. Una sola persona si aggirava tra i piani, annoiata,
ballando scompostamente per i corridoi: cantava ancheggiando,
esibendosi in movimenti pelvici che avrebbero fatto rabbrividire Elvis
e saltellando come una bambina di cinque anni, lasciando che le braccia
ondeggiassero lateralmente al ritmo di quel ridicolo trotto.
I’m
a, mother-father-gentleman1
L'uomo aveva fatto colazione vestito di anfibi, un accappatoio rosa con
le orecchie da coniglio sul cappuccio e mutande a righe rosso blu e
giallo con patta posteriore. Si era comodamente sbracato davanti al
televisore mentre andavano in onda ulteriori dichiarazioni di Norman
Osborne sulla necessità di dotare la polizia di macchine
sofisticate per reati fuori dal comune. Lui, prontamente, aveva
ignorato il notiziario a favore di un canale d'intrattenimento
infantile.
Aveva sporcato senza ritegno i fuochi e il pavimento e ora, dopo
essersi goduto il panorama e aver trafficato con tutte le tecnologie
del padrone di casa, aveva puntato la camera da letto della sua rossa
preferita.
Senza tante cerimonie, quando la trovò, spalancò
la porta, certo di non incontrare resistenze. In effetti, se anche
avesse aperto una qualunque delle altre stanze, quel giorno, non
avrebbe trovato nessuna opposizione.
Si fermò sulla soglia, mani ai fianchi, indispettito dalla
scena che gli si presentò sotto gli occhi. Sbuffò
sonoramente, quindi saltò sul letto con gli scarponi e diede
una pedata all'uomo che dormiva con la donna, una gamba comodamente
appoggiata sul ventre di lei, la testa completamente reclinata oltre il
materasso, le braccia artigliate attorno al cuscino. Visto che il primo
calcio non aveva sortito particolari effetti, si vide costretto a
buttarlo giù dal letto di peso. “Non
cacciarmi...” mugugnò quello.
“Ecco
fatto” disse l'altro senza badare lo sproloquio
inarticolato che usciva di bocca al biondo. Sbatté le mani
tra loro, quasi a pulirsi dalla sporcizia che poteva averlo intaccato. “E ora, cara la
mia bellissima e mortale Scarlett...anche se ora sei, più
che altro, morta...”
biascicò piantando i piedi accanto alla sua
vita, pronto a inginocchiarsi su di lei per colmare la distanza tra i
loro corpi.
Non fece in tempo a contemplarla che un calcio nel basso ventre lo
costrinse a piegarsi in due dal dolore. Non ebbe modo nemmeno di
strizzare gli occhi e di alitare che si vide piantato, davanti agli
occhi, il bracciale di Natasha, pronto a sparare uno dei suoi micidiali
Morsi di Vipera.
“Что ты делаешь?” (si pronuncia Chto ty delayesh'?
E vuol dire Cosa stai
combinando?) ringhiò la spia nella sua lingua
madre, certa che il poliglotta Wade la capisse benissimo ugualmente.
“Mi hai
fatto male, Natasha!” protestò
quello, sofferente
“Cosa stai macchinando, Wade?” domandò
dopo averlo atterrato sul materasso ed essersi messa cavalcioni su di
lui.
“Apprezzerei
molto questa posizione...in un altro momento...fino a due minuti fa non
avevo che sognato di potermi trovare così... ma ora sarei
felice se ti togliessi da lì...” protestò
quello agonizzante
“L'hai voluto tu...” sospirò la rossa
estraendo un filo metallico dai suoi bracciali. Lo fece scorrere sotto
la nuca di un Wade impossibilitato a reagire, quindi ne
afferrò le estremità incrociando le braccia sulla
sua gola. “Tu non hai lo scheletro d'adamantio...”
ghignò soddisfatta “E quest'arma è
più pulita
di un pugnale...”
Allargò piano il cappio, pronta a tirare uno strattone
unico. Ma Wade si dibatté e si arrese, implorando
pietà
“Mi arrendo, mi arrendo, ti prego, lo so, non ho alcuna
dignità, sono peggio anche di quel pusillanime di Scott
Summers, ti prego...se mi stacchi la testa è un casino
rimetterla dritta!”
“Allora parla!” intimò lei
“Quanto baccano che fate di prima mattina...”
biascicò Clint, lì accanto, aggrappandosi al
materasso per tirarsi in ginocchio con le poche forze residue. Con
occhi sonnacchiosi osservò la scena disgustato
“Che schifo di incubi devo fare...”
“Non fare il deficiente!” replicò la
rossa andando ad acchiapparlo per la collottola e tirandolo a sedere
sul letto.“Allora, Wade? Attendo una spiegazione...”
“Non
riuscirai a cavarmi una parola di bocca”
replicò lui che, dopo un momento di tregua, aveva
già rimontato la cresta.
Nat sollevò un sopracciglio, scettica “Davvero?
Bene... lo sai, vero, che fine faranno tutti i tuoi giornaletti se non
vuoti subito il sacco?”
“Posso
ricomprarli...” replicò il mercenario
incrociando le braccia in segno di sfida “Soprattutto,
com'è che Occhietto qui non è stramazzato con
tutto il veleno che gli ho messo nel piatto?”
“Veleno?” domandò l'altro confuso
“Topicida,
per la precisione. E un pizzico di soda caustica. Allungati con un
bicchierino di acido muriatico...” affermò
quello
“E perché gli hai dato quell'intruglio?”
domandò paziente la spia
“Non te
lo dico!” replicò l'altro
“Wade... Dirò a tutti che sei gay dichiarato,
così avrai un bel daffare a dire che i tuoi tiri erano
semplici scherzi...”
“Non puoi
farmi questo...” alitò
“Peggio, dirò anche che in realtà sei
francese.”
Deadpool rimase indeciso per qualche istante “Fa
pure...”
disse infine “Quando
dominerò il mondo nessuno potrà dire
nulla...”
“Dominare il mondo, eh?” replicò Clint
intontito ma già coinvolto nel gioco della rossa
“Da quale sacco della spazzatura pronto per l'inceneritore?
Perché lo sai, ti faremo a pezzi e disperderemo le parti in
modo che tu non possa più ricomporti per tempo...”
“I me
stesso degli universi paralleli verranno a salvarmi...”
replicò sicuro l'altro
“Wade... ti pago...” sospirò lei,
esausta da quella sterile discussione “Più di
quanto tu possa immaginare. Se collabori potrei anche pensare di darti
una dacia sulle rive del Don... sai quel che si dice di certe sale
piene di ambra degli zar?”
“E'
un'offerta interessante ma nulla al confronto di una corona cornuta,
una squadra di me stessi incaricati di salvare il mondo e una testata
editoriale dedicata solo a me. Per non parlare dei videogiochi. E il
film!”
“Corona Cornuta?”
dissero in coro i due agenti prima di guardarsi tra loro
“Loki...” commentarono afflitti.
“E voi
come conoscete il suo nome...? Oh, no, cazzo! Mi son fatto fregare
ancora una volta!” si lamentò
buttando la testa indietro. “Che
cretino!”
“Ora ci spieghi un po' tutta questa storia... a partire dal
topicida! A chi altri l'hai somministrato?”
ringhiò Clint afferrandolo per la gola per buttarlo di peso
su una sedia mentre la spia lo immobilizzava, inscotchettandogli i
polsi tra loro e le caviglie alle zampe del mobile.
“A tutti
i Vendicatori...” ammise affranto “...col culo che
ho sarà stato veleno scaduto... addio
ricompensa...”
“Va a controllare... all'interrogatorio ci penso
io...” sibilò Natasha afferrando una delle frecce
del compagno e cominciando a picchiettarsele sul palmo della mano
aperta.
“Pensi di fargli male con quella?”
domandò scettico Clint, fermo sulla soglia
Lei sorrise biecamente “Le torture peggiori sono quelle che
sembrano innocue, come quella della goccia... e io le conosco
tutte...” Occhio di Falco si allontanò soddisfatto
della risposta e Natasha si sedette sul materasso con fare aggressivo e
provocante, vestita solo di un paio di braghette e una canottiera
“Comincia a cantare...” disse battendosi la coda
del dardo sul palmo aperto della mano.
“Space
Cowboy
va bene?” domandò l'altro sperando di
guadagnare tempo
“Non farmi incazzare. Ricordati che ci sono i sacchi neri che
ti attendono!” lo avvisò lei appoggiandogli la
freccia in mezzo agli occhi.
“Va bene,
va bene... Dunque... Loki. Sì. Come credo tu sappia ha
reclutato un bel po' di gente per lavorare al Tesseract, rubare
tecnologie, sottrarre informazioni... cose così...”
“Sì...” ammise lei, ricordando lo
sguardo vacuo del compagno nella stiva dell'Helicarrier. “Non
sappiamo chi abbia soggiogato né che fine abbiano fatto.
Sospettiamo che, scomparso lui, a cui obbedivano, siano tornati alla
vita di tutti i giorni, con l'istinto latente di obbedirgli”
“Precisamente.
Barton, infatti, aveva il compito di rintracciare lui e lo scettro, in
seguito alla cattura. E in caso di necessità uccidere i
Vendicatori. Messa così sembra che la cattura facesse parte
del piano. Il mio compito era lo stesso. So per certo che ha seminato
dietro di sé un po' di trappole di questo tipo, in modo che,
anche catturato, le sue pedine continuassero a muoversi
autonomamente.”
“Lui è in galera, su Asgard, in attesa di
processo. A favore di chi dovrebbe andare tutto questo?”
“Mai
sospettato avesse degli alleati? Non mi pare che i Chitauri
appartengano al mondo Asgardiano...”
“Tu cosa ne sai, degli altri mondi?”
“Oltre
alla Terra e ad Asgard, ci sono altri sette mondi popolati da
civiltà tecnologicamente avanzate, in grado di spostarsi tra
le dimensioni attraverso i warmhole. Per il resto le mie conoscenze
sono solo indirette. So che il mio vecchio era presente quando
atterrarono quegli alieni robotizzati, vent'anni fa, in cerca del cubo.
Solo che loro lo chiamavano Allspark.”
“Tutti a caccia del cubo...”
“Sì.
Il problema è che non è la prima volta che i
Chitauri invadono la Terra. Erano qui già quando tu eri
piccola. Dovresti avere qualche ricordo...”
“A cosa alludi?”
“Oh,
andiamo... il grande amico di Rogers, il Barone Von Strucker... non mi
dirai che l'hai dimenticato?”
“HYDRA?” domandò perplessa Natasha
Deadpool annuì “HYDRA
è sempre stata comandata da Chitauri. O da umani sotto la
loro influenza.”
“Perché non si sono aperti prima quel portale,
allora?” domandò lei poggiando le braccia sulle
ginocchia
“Da
quello che so, i pochi che riuscirono ad arrivare sulla Terra, non
avevano la tecnologia per aprirsi il varco. O speravano di trovarla
qui, non lo so. O meglio, l'autrice deve ancora decidersi, al riguardo.
Forse era solo un gruppo di scienziati finiti sul nostro pianeta per
caso. Sai come succede in tutti i film di fantascienza, no? Fatto sta
che loro sapevano cosa fosse quel coso e a cosa servisse.”
“L'ossessione per il Tesseract e per tutte le stranezze
mitologiche ebbe, effettivamente, un impennata paurosa durante la
Seconda Guerra Mondiale. Hitler era ossessionato da questo
pensiero.”
“C'è
chi dice che lo stesso Charlie fosse sotto il controllo
mentale dei Chitauri e che gli stessi fossero il gruppo
d'élite del Reich. In questo modo potevano avere tutti i
fondi necessari ai loro comodi, per studiarlo e crearsi la loro
tecnologia. La campagna nazista era basata su questo. La mia non
è una giustificazione al suo operato: come sai, il potere
dello scettro non fa che amplificare il lato negativo di ciascuno di
noi. Lo porta semplicemente a galla.”
“Vorresti dire che Clint vorrebbe ammazzarmi sul
serio?” replicò lei con un sorriso, scettica.
“Potrei
anche capire il suo punto di vista...” ammise
Wade perdendosi nel meandro dei suoi pensieri, sicuramente osceni. Nat
gli schioccò le dita davanti agli occhi, invitandolo a non
distrarsi “Dicevo
del portale... gli obiettivi, fondamentalmente, erano solo due.
Almeno... stando a Loki.... è molto loquace quando pensa di
averti in pugno... o quando ti trova simpatico, quasi un'anima
affine.”
“Sì, me ne sono accorta...”
“Ah no,
bella mia..” ridacchiò il mercenario “Ho detto, quando
pensa di averti in pugno. Con te sapeva con chi aveva a che fare. Clint
gli aveva detto ogni cosa, su voi due. Ogni minimo dettaglio. Dal
nostro primo incontro, ai tuoi punti deboli... al fatto che da piccola
la Mano agli ordini del Barone avesse cercato di lavarti il cervello e
impossessarsi, così, di un'altra fetta di potere, dopo la
Germania Nazista. Ma quell'imbecille di Rogers e quel cretino di
Wolverine, che i cazzi suoi non se li sa mai fare quando è
il momento, vennero a salvarti e allora addio zarina da mettere sul
trono di Russia come proprio fantoccio. Se tu hai pensato di aver
incastrato Loki, ti sei sbagliata di grosso. Sei solo una spia
terrestre, abile quanto vuoi. Ma lui è il Dio degli inganni.
Pensi davvero si sia fatto fregare così da te, pur sapendo
della tua abilità?”
“Ma....” Natasha sbiancò, riconsiderando
tutta la vicenda. Loki era sembrato così sorpreso dal suo
voltafaccia.
“Lascia
perdere... Il punto è che Loki aveva piani che andavano al
di là di uno sfigato gruppetto di supereroi... Di cosa
parlavo? Ah, sì, l'autrice suggerisce di leggere qualche
capoverso sopra... dunque, il portale. La Terra o Asgard.
Perché? Chi sta dietro a tutto? Un tale di nome Thanos. Non
so molto al riguardo. Certo è che la Terra era sempre stato
il suo obiettivo. Devi sapere che noi siamo il pomo della discordia
degli altri otto regni. La pace è mantenuta da Odino, Re di
Asgard. Se la Terra cade, cade l'equilibrio degli universi e si
scatenerebbe una battaglia di proporzioni galattiche. Lo stesso se
cadesse Asgard. Nessuno crede realmente in questa tregua che dura da
millenni e i due mondi sono i due punti deboli.”
“E Loki può influenzare entrambi, nel bene e nel
male...”
“Precisamente!”
“Loki sapeva del progetto Avengers!”
sbottò Natasha alzando lo sguardo improvvisamente
consapevole su Wade “E l'ha usato per i suoi porci comodi. Ha
cercato di annientare chi poteva dargli filo da torcere...”
“Non mi
pare proprio...” commentò l'altro “Se quello era il
suo obiettivo ha fatto un lavoro da principiante: riunire gli unici che
potevano sconfiggerlo. Tant'è che ha assoldato me, in caso
il primo attacco fosse stato infruttuoso. Sapeva che ero, mio malgrado,
l'ombra di Rogers. In questo modo, potevo infiltrarmi tra i Vendicatori
e sabotare i vostri piani. Affrontarvi tutti assieme sarebbe stato
troppo complicato. Così ho aspettavo che il segugio si
allontanasse e ho usato il veleno, inodore e incolore, fregato al
maggiordomo per scaricare su di lui la colpa. Motivo per cui ho detto a
Stark di costruire l'androide. Così la polizia avrebbe avuto
qualcuno da arrestare e io non mi sarei dovuto incasinare a spiegare
gli effetti delle quattro leggi della robotica alla 2001 a dei
piedipiatti ignoranti che al massimo ascoltano musica country mangiando
ciambelle in auto.”
“Dovevi studiare di più, allora...”
disse Nat alzandosi e andando a dargli uno schiaffo in pieno volto
“Io sono immune a ogni tipo di veleno. Clint pure, visto che
è il mio partner. A questo punto credo che anche Steve non
avrà problemi, essendo il suo metabolismo così
veloce da eliminare le scorie prima ancora di incontrarle. E pure
Gambit, stesso motivo. Probabilmente ti ha assoldato perché
cascassi in questo tipo di trappola. Il veleno non è
propriamente la tua arma preferita. Se continuiamo a ragionare per
assurdo, probabilmente, voleva che credessimo che lui volesse farci
secchi anche in caso di fallimento. Piuttosto, cosa hai
usato?” domandò afferrando la sedia per lo
schienale e trascinandosela dietro senza sforzo per raggiungere la
cucina “Devo preparare un antidoto... ammesso che non sia
troppo tardi...” Deadpool sciorinò i vari
ingredienti usati, un misto di sostanze più o meno tossiche
mescolate tra loro a casaccio. Alcune, addirittura, si annullavano tra
loro. Ma ciò che la fece rilassare fu constatare che le dosi
preparate, distribuite inaspettatamente sul gruppo allargato che
comprendeva i sei del Baxter Building, avrebbero comportato solo una
specie di intossicazione alimentare. “Visto che tu non fai
nulla per nulla... spiegami bene cosa ti aveva promesso?”
“Preparati
al flashback, allora!” ghignò Wade “Ma nel prossimo
capitolo...”
1 Psy (Park Jae-Sang),
Gentleman
AV
AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV AV
E rieccoci qua, ragazzi!
Altro giro altra corsa.
Parto subito a spiegarvi due cosette: il padre di DP era un militare.
Ecco perché sapeva degli alieni. Quanto a Loki, la sua
conoscenza del progetto Avengers prende spunto dalla scena extra nel
finale di Thor in cui lo si vede quasi manipolare Selvig. Cmq,
sicuramente sapeva del Tesseract.
Altra cosetta. Mi accorgo adesso (all'inizio della seconda parte!!!!)
che non vi ho mai segnalato -se mai vi fosse interessato...- che tipo
di canzoni mi ha accompagnato in ogni parte. Non parlo di quelle che
compaiono citate ma di quelle che -per me- descrivono la scena.
Sì, perché la vicenda in generale procede per
conto proprio ma ci sono stralci le cui emozioni avevo presenti solo
con canzoni messe a ripetizione. Magari non sono riuscita a trasmettere
adeguatamente quello che sentivo... Prometto che d'ora in poi lo
segnalerò puntualmente.
Vi cito quelle che mi ricordo così a braccio:
Il ricovero di Pepper e l'operazione (descritta brevemente ma che io ho
vissuto con Tony in tutta la sua angoscia) Save a prayer -
Duran Duran
Dei DD anche il primo volo di Rescue (che inizialmente doveva essere
una passeggiata aerea dei due in armatura...) Rio, Hungry like the wolf
e, in particolare, l'affiatamento tra la rossa e la sua armatura con Planet Earth e,
ovviamente, Barbarella.
Wild Boys,
invece, per i ragazzi, non son proprio riuscita a usarla... mah...
Nat e Clint a Budapest è nato da Stand By dei Lost,
il loro rapporto ambiguo descritto da I am made of you -
Alice Cooper e da Anyplace,
anywhere, anytime - Nena e Kim Wilde, l'amore di Clint Military Fashion Show
- And One. Per Natasha, come personaggio, inutile citare il brano che
lei stessa rivendica come suo, Black
Widow - Lita Ford.
Burn it to the Ground
- Nickelback, ha accompagnato la nascita delle scene di battaglia
Angelo/Visione, anche se non c'entra nulla come atmofera.
Rogue e Gambit, invece, si sono delineati con Everytime we touch
– Cascada, Bad
boys Sad girl – Tata Young, I think I'm paranoid
– Garbage, Sick
and Tired – Anastacia.
Deadpool, Perfect
Gentelman - Helloween e It's the little things
- Alice Cooper.
In generale, poi, era periodo in cui ero ossessionata dai Lordi (in
particolare Blood Red
Sandman)
Detto questo, vi aspetto la prossima settimana, con il lungo flash-back.
|