Ci
sono dubbi che vanno risolti, altri che non possono essere risolti,
altri ancora che è meglio non risolvere.
Roberto
Gervaso, "Il grillo parlante"
I
"se" e i "ma" non portano mai altro che dolore. Lacerano l'anima
più della cruda verità. Questo è
ciò che ho sempre pensato.
Se
mio padre non fosse morto in quel dannato incidente in miniera, avrei
ancora avuto modo di sentirlo cantare?
Se
non avessi mai partecipato ai settantaquattresimi Hunger Games, che
cosa avrei fatto della mia vita?
Se
non avessi indossato le vesti di Ghiandaia Imitatrice, avrei ancora
Prim al mio fianco?
Se
non avessi usato il trucco delle bacche, avrei ancora avuto una vita
serena lontana dalle macchinazioni di Snow e di Capitol City?
Non
lo so.
I
dubbi mi corrodono dall'interno, lacerando quelle poche sicurezze che
credevo di avere prima che tutto questo avesse inizio.
Prima
che la mia rovina avesse inizio.
Ora
capisco i sentimenti di Peeta durante il periodo di convalescenza dal
"depistaggio".
Era
sommerso dai dubbi giorno e notte. Tutti i ricordi e le certezze erano
stati manipolati.
Non
aveva più nulla.
E
io?
Anche
io non ho più nulla.
Solo
l'insicurezza.
E
muoio un po' ogni giorno.
Ogni
giorno di questa non-vita.
~ Angolo
dell'autrice
Ciao a tutti!
E' la prima volta che
mi cimento nello scrivere una Fanfiction su "Hunger Games". Ho
terminato la trilogia in tempi lampo e devo dire che mi ha appassionata
talmente tanto che l'ispirazione per buttare giù qualche
riga è nata senza che neanche me ne accorgessi.
Com'è
facilmente intuibile è Katniss che parla. Forse in modo
apparentemente superficiale e crudo, ma da Katniss (o almeno spero,
visto che ho cercato di renderla IC il più possibile). E' un
personaggio strano, quello della signorina Everdeen. Particolare fino
allo stremo e molto difficile da rendere, ma io la vedo così
come ve l'ho presentata.
Spero che questo
piccolo testo vi sia piaciuto!
Un bacio,
Giulia