Pelliccetta rosso
sangue
C’era una volta, un capitano pirata tra i più
forti e pericolosi a solcare i mari. Il suo nome era (ed è
tutt’oggi) Eustass Kidd, detto il Capitano. I suoi nemici
preferiscono soprannominarlo Pelliccetta Rossa, per il suo costante
indossare una pesante pelliccia vermiglia. Ovviamente, questo epiteto
è tenuto ben segreto alle orecchie del filibustiere in
questione, poiché è ben nota la sua propensione a
uccidere per molto meno. E anche quest’autrice, per non
incorrere nelle ire del suo bello… ehm, del Capitano,
preferisce chiamarlo semplicemente Kidd.
Un giorno il vicecapitano dei Pirati di Kidd, Killer il Massacratore,
entrò nella cabina del suo Capitano mal celando potenti
colpi di tosse.
-Kidd, Kidd, devo chiederti un favore.- gli disse. -Potresti portare
una cosa a Penguin?-
-No.-
Era cosa ben nota che a Kidd non piacesse quel pinguino, ma, a quanto
pareva, Killer provava in tutti i modi a farli diventare ALMENO buoni
conoscenti.
-Per favore.-
-Mandaci Wire.-
-E’ occupato.-
-Mandaci Heat.-
-Ha da fare.-
-Mandaci qualcun altro.-
-Vorrei mandarci te, visto che non stai facendo un cazzo.-
Kidd lo fissò in tralice.
-Ho appena finito di scrivere il diario di bordo e ora mi godo la mia
pace. Sei il vicecapitano, imponiti e spediscici qualcun altro.-
Killer tossì diverse volte.
-Senti, ho davvero bisogno che gli porti questa roba, anche lui non sta
bene e sono bloccati dall’altra parte dell’isola,
non possono scendere in paese.-
Kidd insistette che, no, non avrebbe mai e poi mai fatto un favore al
maledetto pinguino, ma poi Killer riuscì a farlo desistere.
Perché era il suo vice, il suo più caro amico e
il suo peggior nemico. Lo conosceva come le sue tasche e, trovando le
parole giuste, riuscì a sbatterlo fuori bordo con un borsone
in spalla e una mappa in mano.
Kidd ripromise a se stesso che l’avrebbe appeso per i capelli
a fare la polena con due stelle marine nei capezzoli.
Mugugnando e maledicendo, il pirata s’incamminò
seguendo lo sgualcito foglio di carta imbrattato con elementari schizzi
di alberi e sentieri e casette. Giunse così al bivio che
portava al villaggio. Killer gli aveva segnato di passare nel bosco per
evitare la Marina e tutti i brutti ceffi che avrebbero potuto far
aumentare la sua taglia attirando così, ancora di
più, l’attenzione. Seguì il sentiero
nella foresta e s’inoltrò nella fitta boscaglia
incutendo timore sulle povere bestie che vi vivevano.
Ad un certo punto, però, sentì una voce familiare
e alquanto straziante. Un canto stonato in avvicinamento
preannunciò l’entrata in scena di una di quelle
persone che il Capitano avrebbe voluto evitare in circostanze come
quelle.
-La testolina accaldata… oooooh l’isola
d’estate, con il mare e con le stelle, senti le
zanzare… -
Forse era ancora in tempo, pensò, scivolando come
un’ombra dietro un albero, ma uno schianto poco sopra la sua
testa lo costrinse a uscire dal suo nascondiglio.
-Ma sei deficiente o cosa?!- sbottò a un certo uomo di gomma
di sua conoscenza che, scambiandolo per una belva, aveva deciso di
seppellirlo sotto un tronco con uno dei suoi Gom Gom Pistol.
-Oh, ciao Eu… Eu… Eustacchio!-
-Eustass! Eustass!- s’irritò ancora di
più lui. Mai una volta che si ricordasse i nomi. Passi
Torao, perché, cavolo, Trafalgar era impronunciabile persino
per uno sano di mente, figurarsi per uno con la memoria di un elefante
morto.
Ma Eustacchio no!
Eustacchio sapeva di monaco, tutto chiesa e preghiera, non di pirata,
tutto oro e massacri, e che diamine!
L’altro rise a trentadue denti.
Kidd avrebbe voluto sapere in base a quale progetto divino lui doveva
impazzire a quel modo, ma si astenne dall’alzare gli occhi al
cielo e si rimise in cammino.
-Ehi, aspetta, dove vai?- gli chiese Rufy.
-Non sono affari tuoi.-
-Che buon profumino. Hai della carne nella borsa?-
Per colpa di quel coglione di Killer sì, stava trascinandosi
della carne nel bosco con un maniaco dei cosciotti alle calcagna.
-Non è per te.- mise in chiaro -Devo portarla a un pinguino
demente.-
-E non posso averne un pezzetto?-
-No.- rispose.
-Aspetta, ma i pinguini non sono carnivori.- fece Rufy, non capendo
l’allusione.
-Per Penguin, idiota, per Penguin! Sto facendo un favore a Killer,
perciò non rendermi le cose più difficili di
quanto già non siano!-
-Un pezzettino, che ti costa?- insistette quello.
-Non hai nessun altro da importunare? I tuoi amici? Serpenti velenosi?-
gli chiese sconsolato per poi accorgersi che l’attentatore di
prosciutti non camminava più al suo fianco agitando il suo
stupido bastone come uno scolaretto in gita scolastica. Un fruscio
proveniente dalla borsa che teneva sulle spalle lo fece trasalire.
-Scendi, maledetta scimmia!- urlò agitandosi per farlo
cadere. Ma quel bastardo aveva un’agilità
spaventosa. Poteva competere con Killer, allegramente definito
l’uomo saponetta, tanto poteva sgusciare e schivare ogni
colpo, ogni assalto.
Kidd allora decise di fare l’unica cosa che poteva per
levarselo dalle palle.
Con una potente ondata di magnetismo respinse il bottone dei suoi
pantaloni e lo sbalzò dalla borsa.
Poi scappò.
Corse via a velocità stratosferica.
Il grande Eustass Kidd che fuggiva nel bosco inseguito da una belva di
gomma affamata di carne.
Proprio una bella favoletta.
Dalla sua però c’era il pessimo senso
dell’orientamento della suddetta belva, la quale purtroppo
compensava il tutto con un ottimo fiuto per il cibo.
Kidd proseguì braccato come un animale, finché
non giunse alla fine del bosco e scorse l’attracco del
maledetto sottomarino giallo degli Hearts.
-Era ora.- disse fra sé. Avrebbe mollato la borsa a qualcuno
con i saluti di Killer, poi se ne sarebbe andato e quella stramaledetta
grana di gomma se la sarebbero gestita i fantasmini in pigiama.
Oppure avrebbe cercato Law, si sarebbe fatto pagare per il disturbo e
se ne sarebbe andato augurando la morte del pinguino.
Non aveva tenuto conto, però, di un secondo dono naturale,
conferito dall’alto dei cieli, al temibile capitano col
cappello di paglia.
La fortuna.
Rufy aveva uno scarso senso dell’orientamento, peggio di lui
c’era solo il suo vice, ma aveva un ottimo tempismo dovuto a
grandi, clamorose, epiche, botte di culo.
I suoi amici erano in pericolo?
Lui sbagliava strada ma arrivava al momento giusto per cavarli
d’impaccio!
Purtroppo questa legge naturale ed infida si applicava anche quando in
pericolo non c’era nessuno e il mostro era semplicemente
intenzionato a importunare qualcuno.
Fatto sta che, quando arrivò al sottomarino, Kidd
notò un certo fermento. Molti degli Hearts si erano radunati
sul ponte esterno e protestavano clamorosamente.
-Guarda guarda chi si vede.- fece Law, poi notò la borsa
-Oh, sei venuto tu a portarla?-
-Mi chiedo piuttosto cosa t’impedisse di venire a prendertela
tu, visto che è per il tuo pinguino!- sbottò
lanciandogliela. -Dagliela in fretta prima che passi quella scimmia
gommosa!-
Law scosse la testa, sconsolato, al che il campanello
d’allarme nella testa di Kidd strombazzò
chiassosamente.
-Dimmi che non è già arrivata… -
disse, con un rivolo di sudore che gli scorreva lungo il viso.
-Ha sfondato il ponte.- disse Law, ritirandogli la borsa.
A questo punto, il Capitano poteva fregarsene e alzare i tacchi,
lanciare nuovamente la borsa al Chirurgo della Morte, lasciare che Law si arrangiasse e salvare i pochi neuroni sopravvissuti
alla cretinaggine che pareva dilagare a macchia d’olio per i
sette mari da un po’ di tempo a quella parte.
Purtroppo però, quella cosa chiamata buon senso gli impediva
di muoversi.
Aveva promesso a Killer che avrebbe consegnato a Penguin la sua carne e
qualsiasi altra maledetta cosa ci fosse stata in quella borsa e le
promesse vanno mantenute.
Non sia mai detto che Eustass Capitano Kidd non sia un uomo
d’onore.
Non aveva altra scelta se non quella di avventurarsi per gli impervi corridoi del sottomarino, in
compagnia di Law, perché non c’era tempo da
perdere. Bisognava trovare Rufy ed evitare che facesse più
danni di quanti ne avesse già fatti.
Ora, Rufy non è propriamente il bravo ragazzo che tutti
credono. Non farebbe mai del male a nessuno per motivi futili, ma il
cibo non è robetta, è una questione delicata
della massima importanza.
La sua idea di pirata è diversa da quella di un eroe e in
quel momento il tesoro su cui voleva mettere le mani ad ogni costo era
la borsa piena di carne ed altre leccornie che Eustass Kidd si portava
dietro.
Doveva portarla a Penguin?
Molto bene, l’avrebbe intercettata e se ne sarebbe preso un
poco.
Non tutta, sembrava davvero importante, ma un poco sì.
E aveva avuto anche una bella botta di fortuna a centrare il
sottomarino quando si era fiondato oltre le cime degli alberi per
raggiungere Kidd.
Ad ogni modo, quei corridoi sembravano tutti uguali, non riusciva a
ricordare dove fossero le cabine della ciurma.
Poi, d‘un tratto, la rivelazione!
-Come sarebbe a dire che l’hai mandato, Kirachan? Non si
sarà perso? Coff coff… cavolo… e, io
aspetto, aspetto, ma se non si muove crepo… coff
coff… -
La voce di Penguin veniva da una stanza in fondo al corridoio, gli
occhi di Rufy brillarono maligni.
-Seriamente, mai pensato di cambiare colore?- domandò Law.
-No, il rosso va bene.-
-Mah, secondo me anche il nero non è male, poi sarebbe anche
ora di metterla a lavare questa pelliccia. Ci hai vomitato sopra?-
Kidd sospirò.
-No, mammina. Scusa tanto se non ho una lavanderia sulla mia nave.-
Law sogghignò divertito e fece per ribattere, quando
giunsero davanti alla porta della cabina di Penguin, Shachi e di
un’altra decina di uomini.
La porta era socchiusa, non si sentiva un rumore e in lontananza non si
avvertiva nulla di sospetto.
Law bussò e sentì una voce soffocata rispondergli
-Avantiiii.-
Kidd non voleva entrare, non ci teneva proprio a fare
l’amicone del pinguino, ma Law l’aveva afferrato
per la pelliccia e se l’era tirato dietro, costringendolo a
un clamoroso declino della sua ferrea volontà.
Penguin se ne stava imbacuccato sotto le coperte, in vista
c’era solo il suo cappello che si muoveva ritmicamente
insieme al piumone al ritmo del suo respiro affannato.
Kidd scaricò la borsa proprio davanti al letto, con un gesto
secco.
-Killer mi ha stressato per portarti questa roba, cerca di non crepare,
ciao.- disse d’un fiato e tentò di riguadagnare la
porta, ma poi pensò di potersi prendere qualche
soddisfazione e riafferrò la borsa proprio un attimo prima
che lo facesse la mano del malato.
-Dimenticavo. Come si dice, pinguino?-
La mano rimase interdetta e si ritirò sotto le coperte di
fretta. Law inarcò il sopracciglio.
-Cough cough… - fu l’unica risposta.
-Come? Non ho sentito bene!- esclamò il rosso con una mano
dietro il padiglione auricolare -Grazie infinite, grande Capitano? E
poi? Sono uno stupido pinguino e non merito le tue gentilezze? Ho
sentito bene?-
Il Chirurgo della Morte scosse il capo.
-Quanto sei infantile… -
-Zitto tu che dormi ancora con l’orsacchiotto.-
-E tu con la tua barbie pelosa!-
L’aria della stanza si fece molto tesa. Da un lato
c’erano i due capitani che si lanciavano furiose occhiatacce
omicide con scintille annesse, dall’altra c’era
Penguin sotto il piumone che emetteva strani gorgoglii da morto di
fame. Il malato allungò la mano verso la borsa ai piedi del
letto, mancavano pochi centimetri soltanto e sarebbe riuscito a
mangiare quella carne squisita…
-Ora che ci penso, dove sono i tuoi tatuaggi, Penguin?!-
La Nodachi di Law si abbatté improvvisamente sulle sue dita,
inchiodandole sul pavimento e trascinando così il malato
fuori dal suo nido di coperte.
-Mugiwara… - ringhiò Kidd dall’alto dei
suoi due metri suonati.
Rufy, scoperto ma non abbattuto (né psicologicamente,
né fisicamente) si ricompose in fretta e in furia,
agguantò la borsa e tentò di conquistare la porta.
-Eh no!- ruggì Kidd magnetizzandogli fibbie e bottoni -Molla
l’osso, ladro!-
Il capitano dal cappello di paglia si aggrappò con tutte le
sue forze agli stipiti della porta. Le pareti in metallo sembravano
risentire del potere del Capitano, perciò Law
pensò di evitare la sciagura con la sua Room, avvolgendo i
due e sbatacchiandoli senza grazia qua e là per la stanza in
un vortice di gomma e pelliccia.
-Vi siete calmati?- domandò al termine della tortura,
irritato e con le braccia conserte.
Kidd e Rufy si guardarono in cagnesco per alcuni secondi.
-Quando sarebbe diventata colpa mia?!- borbottò il Capitano.
-Andiamo, era solo un po’ di carne Torao! Non siamo amici?-
-No, non lo siamo.- fece quello, tanto per puntualizzare -Solo
perché siamo alleati, non significa che puoi venire qui,
distruggere il mio sottomarino e rubare il cibo ai miei uom…
un momento, dov’è Penguin?-
Un mugugno soffocato giunse in risposta dall’armadio e il
medico si diede una manata alla faccia, mentre Rufy sfoggiava la sua
espressione da cucciolo fesso.
-Ma perché non è la stessa cosa?-
-No, razza di deficiente.- rispose Kidd, irritato per
l’essere stato coinvolto in una storia così
assurda.
-Aspetta… - Rufy si fece due conti -Anche voi due siete
alleati, perciò non siete amici… ma allora
perché dormite insieme?-
Colpito e affondato, Kidd sbiancò e il sudore freddo gli
scorse in viso come impazzito.
Quando cavolo li aveva visti “dormire insieme”?!
Law intanto si era immediatamente prodigato di salvare il suo compagno
da dentro l’armadio e l’aveva rimesso a letto con
gentilezza.
-Scotti ancora.- gli disse misurandogli la temperatura, poi
afferrò il sacco portatogli da Kidd e se lo mise in spalla
-Riposa un po’, ti preparo la medicina.-
-La mia carneeeee.- piagnucolò Rufy.
Kidd a questo punto voleva solo tornarsene sulla sua nave,
perciò fece per uscire dalla porta, quando Penguin gli
afferrò la pelliccia.
-Ehi, Grande Capitano, grazie per il disturbo.- ridacchiò
facendogli l’occhiolino.
-Tsk, cerca di non crepare, che se no Killer rompe.- gli fece di
rimando, leggermente imbarazzato.
Voleva andarsene, vero, però a quel punto era anche curioso
di vedere che cosa voleva farci Law con quella carne.
E Rufy a quanto pare l’aveva seguito per elemosinare
qualcosa. Li trovò entrambi in cucina, il medico ai fornelli
e Rufy armato di cosciotto.
-Non sapevo fosse una medicina… - biascicava.
-Questo perché non chiedi.-
Kidd rimase sulla porta a osservare il Chirurgo mentre puliva la carne,
la tagliava in piccoli pezzi e la pressava insieme a delle strane
foglie azzurre per ottenerne il succo.
-Che fai, la cena per i tuoi bambini, mammina?-
-No, Kidd, è la medicina per Penguin, anzi, aspetta, te ne
do anche per la tua barbie assassina.-
-Posso fargli anch’io del succo di carne.-
protestò infantilmente per rifiutare di trovarsi in debito
con lui.
-Non è così semplice, è una carne
speciale questa, devo applicare altre procedure. Avevo chiesto a Killer
di procurarla perché aiuta a guarire da questo virus che
gira sull’isola. Hai presente quegli animali strani che
pascolano qui intorno? Nell’isola ne mangiano da sempre per
rimediare alla malattia. Aspetta… - si zittì per
versare, concentrato, della polverina nel recipiente dove stava il
succo -Bisogna che calcoli bene le dosi, è carne velenosa,
come il fugu, bisogna lavorarla in un certo modo per eliminare le
tossine.-
Kidd provò un brivido d’inquietudine a quelle
parole, ma rimase in silenzio a guardarlo mentre lavorava. Law era
serio, concentrato. Non era esaltato come quando operava, ma nei suoi
occhi leggeva la stessa passione per la medicina. A volte era
decifrabile come un libro aperto. Un po’ lo spaventava,
conosceva un sacco di medicine e rimedi che rasentavano la stregoneria,
ce lo vedeva proprio a mischiare code di rospo e ali di pipistrello.
Solo a vederlo pestare la carne gli venivano i brividi.
Squadrò Mugiwara, aveva una faccia piuttosto abbattuta per
non essere riuscito nel suo intento.
Ben gli stava, poteva andargli peggio.
Law era troppo buono, altroché! Fosse per lui, sarebbe
finito in fondo al mare con la pancia piena di pietre (non che
sarebbero servite per mandarlo a fondo, era solo uno sfizio che voleva
togliersi), ma il doc se lo teneva buono offrendogli la dispensa, quasi
si sentiva geloso.
-Mmm… - mugugnò Rufy, mettendo in moto il suo
cervello -Ma quindi, Torao, se noi due siamo alleati, io sono alleato
anche con Eu… Eustacch-
-Eustass!- lo interruppe il diretto interessato.
-Eustacchio, giusto?- Io ignorò totalmente lui.
-Non è così semplice, ma
sì… -
-Ma anche no!- protestò il rosso.
-Perciò perché non dormiamo tutti e tre insieme?-
se ne uscì con quella richiesta come se nulla fosse.
I due raggelarono sul posto, avvolti in cupe atmosfere
d’inquietudine.
Era una frase ingenua o quello diceva sul serio?
-Laaaaw… - sibilò Kidd dal suo cantuccio
d’oltretomba -Perché non gli offri un
po’ di quella carne cruda?-
Law non lo fece, come non prese il malcapitato per gettarlo al mare con
lo stomaco pieno di pietre e sassi. Si limitò a spegnere il
cervello per ignorare strani commenti che gli avrebbero fatto venire
gli incubi per sei notti di seguito.
Kidd tornò turbato nella sua nave e scaricò a
Killer il suo succo di carne e diavolerie varie. Il Massacratore non
osò fargli domande. Il suo Capitano gli dava
l’impressione di essere una belva ferita pronta ad azzannare
alla gola. Rimase immobile a chiedersi che cosa fosse successo di
diverso dal solito per turbarlo a quel modo.
-Killer.- fece il rosso sulla porta della propria cabina -La prossima
volta che vuoi che ti faccia un favore, ricordati che non
porterò mai più carne in spalla, ne andasse della
tua vita.-
-Ehm… - il biondo tentò di ribattere, ma non
trovava le parole giuste. Che cavolo era successo!?
-Mai.-
sibilò il Capitano con aria tetra chiudendosi la porta alle
spalle.
E il suo mai era un mai definitivo.
La morale di tutta questa storia è che non bisogna mai dare
troppa corda a nessuno, specialmente se questo qualcuno è di
gomma e tende ad avere le orecchie foderate di prosciutto. Diffidate
dai sorrisi a trentadue denti, specialmente se avete una borsa piena di
carne sulle spalle e, soprattutto, ricordatevi di mangiare il fugu solo
in ristoranti specializzati.
E ricordate di ringraziare il Capitano per il suo immenso sacrificio.
Note: Volevo
scrivere qualcosa a tema favole e... spero vi sia piaciuta X°D
Povero Kidd, a volte vorrei trasformarlo in un principe e farlo vivere
agiato per i secoli a venire, ma vederlo coinvolto in situazioni simili
è appagante X°°°°D
Ambientata dopo i due anni, bla bla bla bla. Ecco perché
Killer è una Barbie pelosa X°D
Rufy... beh, non è ingenuo, alla fine credo sappia molto
più di quello che i suoi occhi da cerbiatto lascino
intendere e poi... cavolo, sembra fatto apposta che le tre ciurme si
incontrino sempre. Un disegno del destino *fischietta*
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