Erano giorni che ci rimuginava sopra e ancora non
si era decisa a fare nulla: ma il terrore che potesse succedere ancora
qualcosa di simile a quanto accaduto giorni prima non la lasciava in
pace, e fortuna che il suo “sesto senso”
l’aveva aiutata in quel caso, ma se fosse successo ancora e
per qualche motivo lei non avesse potuto intervenire? Certo non poteva
rinchiudere Regina da qualche parte per prevedere i suoi momenti
“oscuri” (anche se la tentazione
c’era eccome) ma il pugnale, quel dannato coso doveva
sparire, doveva nasconderlo lei a casa sua, nessuno avrebbe mai pensato
ad una soluzione del genere o meglio, forse si ma dopo averci pensato
piuttosto a lungo.
Alla fine Michelle si decise ad uscire di casa e a recarsi nel luogo
dove sapeva l’avrebbe trovato, erano solo le due del
pomeriggio e per strada non c’era nessuno lei avrebbe aperto
la farmacia un’ora dopo quindi aveva tutto il tempo di
metterlo al sicuro.
Mentre lo reggeva tra le mani con disgusto si chiese se prima non fosse
il caso di parlarne con lui ma poi disse di no: Rumpelstiltskin avrebbe
rifiutato dicendo che gia’ aveva rischiato una volta ma due
non gliel’avrebbe mai permesso anche se lei avrebbe ribadito
che dopo quella volta non temeva piu’ niente, che la collana
di sua sorella non la toglieva nemmeno per lavarsi e che comunque
l’avrebbe rifatto altre cento volte se fosse stato necessario.
Non si era ancora reso conto di quanto potesse essere testarda.
Tornando verso casa lo incrocio’ e lo saluto’ con
la consueta allegria ma vide che nei suoi occhi vi era solo freddezza.
“Che vuoi fare con quello?” le chiese
“Nulla pensavo solo di…”
“Uccidermi?”
Per poco a Michelle non cadde di mano il pugnale.
“Ma che dici sei impazzito?? Volevo
solo…”
“Io mi fidavo di te…”
mormoro’ lui a meta’ tra lo sconvolto e
l’incredulo.
“Rumpelstiltskin, forse ti sei messo a trafficare coi tuoi
alambicchi
E i fumi ti hanno annebbiato i neuroni ma ti posso assicurare che non
avevo nessuna intenzione di farti del male” disse
lei avvicinandosi.
“Vattene! Stammi lontana! Non ti voglio
piu’ vedere!!” urlo’ lui
allontanandosi a grandi passi.
Non riusciva a credere a quanto era successo! Proprio Michelle, colei
sulla quale subito dopo Belle avrebbe messo la mano sul fuoco che non
l’avrebbe tradito neanche sotto tortura gli era comparsa
davanti col pugnale tra le mani, si chiese perche’ non glielo
avesse strappato di mano all’istante, concluse che lo temeva
anche solo a tenerlo fra le mani, si chiese anche
perche’ se avesse voluto ucciderlo non l’avesse
fatto immattinente anche approfittando del fatto che erano soli.
“Perche’ mi sono allontanato giusto un attimo prima
che lo facesse” si disse una volta seduto al
bancone del negozio.
“E’ inutile, non posso fidarmi di nessuno, solo di
Belle” penso’, Belle che adesso
era convinta di essere Lacey a causa di Regina e per la quale ancora
non aveva trovato una soluzione.
“Nessuno mi stara’ mai piu’ vicino,
nessuno mi vorra’ mai bene!”
urlo’ a se’ stesso prima di scoppiare in lacrime.
“Allora perche’ ti ha salvato la vita giorni
fa?” gli chiese la voce del suo inconscio
“avrebbe potuto mollarti li se e’ come pensi
tu”
“Ma le persone cambiano, l’oscurita’
e’ sempre una grande tentazione per
chiunque” concluse risoluto.
Michelle era andata ad aprire la farmacia con gli occhi gonfi di
lacrime: come poteva essere cosi’ cieco da non capire?? E il
fatto che gli avesse salvato la vita non contava niente per lui?
“Ma perche’ mi faccio venire le idee accidenti a
me!” sbotto’ dando un calcio al cestino
della carta straccia.
Il pugnale era al sicuro sotto una piastrella del pavimento della sua
cantina accuratamente coperta da un grosso mobile.
Quella sera dopo cena decise di recarsi al negozio per chiarire la
situazione, odiava l’idea di avere qualcosa in sospeso con
lui, cosi’ si fece coraggio ed entro’.
“Rumpel, io…”
esordi’ avvicinandosi al bancone mentre lui era chino su un
grosso registro.
“Fuori” le rispose lui senza nemmeno
guardarla.
“Aspetta, lasciami spiegare…”
“HO DETTO FUORI!!!” urlo’ lui
con una luce negli occhi che lei non gli aveva mai visto prima.
Ecco com’era colui che reputava il suo migliore amico da
Oscuro, se anche l’aspetto era rimasto umano Michelle era
sicura che il suo spirito non fosse piu’ tale, non
l’avrebbe disgustata vederlo color verde-grigiastro, la pelle
squamosa e le unghie nere come lui le aveva raccontato che era,
ne’ tantomeno l’avrebbe temuto
fintantoche’ avesse preservato la sua indole buona e gentile.
Ora lo temeva davvero, li’, nel suo negozio con la solita
giacca e cravatta ma con nello sguardo la luce di chi avrebbe potuto
farle male, davvero molto male e senza rimorso alcuno.
“NO!!! IO NON MI MUOVO DI QUI!” prese a
strillare lei mentre si slanciava in avanti per abbracciarlo ma lui non
glielo permise, frapponendo tra loro uno scudo creato con la magia una
sorta di campo magnetico che le impediva di avvicinarsi.
“ESCI! ORA!!!” urlo’
Rumpelstiltskin mentre fissava la giovane donna negli occhi e vedendo
che era sconvolta senza tuttavia scorgere in lei quel terrore che
avrebbe dovuto avere.
“E VA BENE!” fece lei di rimando ed
effettivamente usci’ ma comincio’ a picchiare sulla
vetrina “APRIMI RUMPEL, PER FAVORE APRIMI!!! VOGLIO
SOLO PARLARTI!!!” continuava ad urlare Michelle
incurante del fatto che qualcuno avesse potuto sentirla ma vedendo che
lui stava lentamente calmandosi prese una decisione.
“Non vuole che entri? Perfetto, e allora rimarro’
qui” disse sedendosi a terra a lato della vetrina
in modo che lui da dentro non la vedesse.
Nel frattempo Rumpelstiltskin era cosi sconvolto e stanco dopo aver
usato i suoi poteri si era sdraiato sul divanetto del retrobottega e si
era addormentato.
Quando si sveglio’ erano le due di notte e barcollando dal
sonno si alzo’ deciso ad andare a casa, la furia che provava
poco prima era svanita “Domani…domani
andro’ in farmacia e le
parlero’” si ripromise, ormai certo che
Michelle l’avrebbe capito ma poi penso’ che non
avrebbe mai avuto il coraggio di farlo dopo quanto accaduto quella
notte.
Lui era e sarebbe rimasto un maledetto vigliacco!
Uscendo dalla porta principale gli cadde l’occhio su una
figura sdraiata a terra, li per li’ credette che il sonno e
la fioca luce dei lampioni gli stessero giocando uno scherzo ma
guardando meglio si accorse con orrore che non era cosi’.
“Michelle!” mormoro’
accovacciandosi accanto a lei, quando l’aveva
scacciata erano all’incirca le 23 e anche se
l’inverno stava terminando la sera faceva ancora molto
freddo, lei indossava solo un cappotto che non sarebbe stato
sufficiente per la temperatura notturna, era stesa a terra con gli
occhi chiusi.
“Che cos’ho fatto??!”
penso’ lui terrorizzato mentre le tastava il polso, una volta
constatato con sollievo che era viva decise di portarla dentro, accese
molte candele con la magia e fece comparire tre coperte sotto la quale
la colloco’ dopo averle tolto cappotto, scarpe e calze, lei
odiava il freddo, quante volte quando lo veniva a trovare la sera lo
abbracciava introducendo il viso tra la sua giacca e la camicia per
riscaldarsi, ed era stata fuori per tre ore…
“Io l’ho cacciata ma lei e’ rimasta!
Poteva andarsene a casa e tornare domani ma ha preferito rimanere fuori
al freddo ad aspettarmi piuttosto che starsene al caldo”
Ricordo’ quando tempo addietro gli aveva detto che per
qualsiasi cosa ci sarebbe stata sia per lui che per Belle, che mai per
nessuna ragione li avrebbe abbandonati, sarebbe morta
piuttosto, sul momento gli era sembrata una frase fatta ma
ora capiva che stava dicendo sul serio.
S’infilo’ sotto le coperte stringendola a
se’ “Michelle, svegliati per favore,
svegliati! Perdonami per come ti ho trattato e per aver
pensato che volessi farmi del male, ora so che non e’ cosi ma
per favore non lasciarmi, non abbandonarmi…mi sei rimasta
solo tu ora dolce amica mia” mormoro’
mettendole il viso sotto la sua giacca mentre le lacrime gli rigavano
il volto.
Poco dopo si era addormentato.
Erano circa le 5.30 quando Rumpelstiltskin si sveglio’, non
poteva vedere l’ora da com’era sdraiato ma si
poteva intuire dai raggi di sole che filtravano dalla
vetrina, richiuse gli occhi per abituarsi alla luce quando
percepi’ un movimento alla base
dell’ascella “ehi ferma, mi fai il
solletico…” comincio’ poi si
rese conto che Michelle lo stava guardando negli occhi.
“Tu sei un angelo amico mio”
gli disse con un piccolo sorriso.
“No, non e’ vero, sono un mostro guarda cosa ti ho
fatto” rispose lui mentre lei gli posava un dito
sulla bocca.
“Se lo fossi mi avresti lasciato la’ fuori e te ne
saresti andato non ti saresti premurato di prepararmi coperte e
candele: io non volevo fare niente di male, solo mettere il pugnale in
un posto dove a nessuno verrebbe in mente di cercarlo”
“A proposito, dov’e’?”
“Seppellito nella mia cantina”
“Non male” sorrise lui
“come ti senti?”
“Meglio grazie non ho piu’
freddo” rispose lei.
“Granny’s sara’ aperto a
quest’ora? Potremmo fare colazione
assieme” propose Rumpelstiltskin
“Si lo e’, so che alcuni che cominciano molto
presto a lavorare ci vanno” rispose lei alzandosi.
“Non pensi a cosa potrebbe pensare la gente vedendoci uscire
assieme a quest’ora?” disse lui con
ghigno.
“Ma certo e non me ne importa proprio nulla, alla peggio
urlero’ “ehi Ruby! I signori vogliono un
piatto di cazzi loro ben cotti” ribadi’
lei rimettendosi il cappotto.
“Ah, un’ultima cosa: offro io”
rispose lui uscendo.
“Dopo tutto quello che e’ successo mi sembra il
minimo”.
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