Stanze
Se potessimo vedere il nostro passato
raffigurato come un susseguirsi di stanze piccole, medie o grandi
saloni, per simboleggiare i giorni, i mesi o gli anni trascorsi, per
me, la stanza attuale sarebbe la più luminosa.
Nel mio passato, ci sono state mura
tenute su con gli sputi dai colori vivaci, mere menzogne di una
serenità che non mi è mai appartenuta. Stanze claustrofobica, in
cui non riuscivo nemmeno a respirare dalla nauseante sensazione di
cianfrusaglie accumulate. E stanze enormi, saloni immensi da ballo,
avvolti nella più totale oscurità di dubbio,menzogna e depressione
i cui tentacoli, ancora oggi mi trattengono nella loro morsa di
disperazione, come un ricordo che rimane vivo sulla pelle.
In questa stanza, piccola accogliente
del mio presente mi ritrovo a non voler avanzare.
Ho sempre avanzato, consapevole che
fermarsi, sarebbe stato abbandonarsi alla paura del buio, al terrore
e infine morire. Solo ora, conoscendo cosa sia la felicità, ho
conosciuto il vero terrore.
La paura del buio.
Mi rendo conto che non potrei
sopportare una nuova stanza buia, nella speranza di un po' di luce in
quella successiva. Non voglio andare avanti. Vorrei dilatare il mio
presente all'infinito e rimanere sospesa.
Solo adesso, ho cominciato ad avere
paura del buio.
A volermi fermare.
E così, morire.
...ma nessuno può fermarsi, nessuno
rimane lo stesso. Si susseguono bisogni, desideri, e speranze.
Speranze per il futuro, di un impiego,
di una casa da chiamare tua. Qualcosa che sia solo tuo.
E ti rendi conto che avanzare è
l'unica soluzione, l'unica terribile soluzione.
A costo di sfondare la porta, di
distruggerti e d scoprire che ti ritrovi in un nuovo vano buio, la
disperazione è tale da sfiorare la follia.
E la follia ti pervade, e si impossessa
di te, e del tuo cuore.
E' ancora buio, e nel buio, i peggiori
incubi possono essere realtà inconfutabili che ti accarezzano la
pelle con il loro gelido sospiro di tormenti.
Nessuna luce.
Solitudine.
Buio.
Obiettivi.
Gli obiettivi è ciò che ti tiene
ancorato a questo mondo.
Eppure sei spaccato a metà, così
vicino dalla morte sociale, un allontanamento naturale e progressivo
dalla vita, eppure obiettivi, ancora sogni, illusioni, che per ogni
giorno costruiscono una nuova alba. Una dietro l'altra.
Una finestra per mille sogni, ma è
ancora notte in questo vano silenzioso...
Ora però io vi chiedo:
Come è la vostra stanza attuale?
Quante stanze la precedono e cosa racchiudono?
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