WITHOUT
MONSTER
Per quella sera era
finita.
Sì,
anche per quella sera era finita.
A volte si
domandava come sarebbe stato essere una ragazza normale, niente
forza, niente armi, niente sangue di angelo e leggende su cui fare
affidamento.
Si chiedeva come sarebbe stato essere una normale ragazza della sua
età, una
liceale, magari; con uno stuolo di pretendenti e la spensieratezza
della sua
età.
Si domandava,
adesso sempre più spesso, come sarebbe stato essere una
mondana: alzarsi la mattina per andare a scuola, studiare e poi uscire,
senza
responsabilità.
Non che
avesse mai disdegnato il suo essere una shadowhunter, lei amava
essere una nephilim, ma più andava a avanti più
si chiedeva se lei, Isabelle
Lightwood, sarebbe rimasta la stessa forte ragazza di sempre in un
mondo
all'oscuro dai nascosti e dalla magia.
Avrebbe
incontrato Simon?
L'avrebbe
anche solo notato?
Ricordava la
prima volta che l'aveva visto, l'aveva appena guardato, quel
ragazzino goffo e con gli occhiali non aveva suscitato il minimo
interesse per
lei e poi, in seguito agli eventi, lo aveva apprezzato, lo aveva
conosciuto.
Gli voleva bene.
Forse era
quello il problema, quante persone aveva incontrato nella sua
vita e aveva deliberatamente lasciato andare perché non le
andavano a genio
nell'aspetto? Si sentì maledettamente superficiale.
Presa da un
brivido lungo la schiena andò in camera di suo fratello,
spalancò la porta e rimase lì, sull'uscio,
guardando Alec disteso.
«Posso
dormire con te?»
Da anni non
accadeva una cosa simile.
Isabelle era
sempre stata forte, indipendente.
«Certo!»
rispose Alec facendole spazio sotto le coperte.
Era suo
fratello, il maggiore.
«Non
venivi a dormire qui da quando avevi otto anni e Jace ti raccontava le
storie dell'orrore» Alec sorrise, guardando il soffitto.
In fondo, lui
e sua sorella erano più simili di quanto credessero.
Era andata
lì per farsi proteggere dai mostri, anche se non erano
più
quelli descritti da Jace, a lume di candela per fare più
paura, ma erano quelli
della vita vera, che incombevano su di loro; e lui non poteva far altro
che
farle spazio, i mostri non si affrontano da soli.
«Già,
che stupida che ero»
«Non
eri stupida, eri bambina. Era giusto avere paura»
È
giusto avere paura anche da grandi, avrebbe voluto dirle, non doveva
vergognarsi, ci sarebbe comunque stato lui ad aiutarla.
«Però
tu mi proteggevi, dicevi che sotto le coperte, con te, i mostri non
mi avrebbero fatto nulla!», sorrise anche lei stavolta.
«I
mostri non verranno mai sotto le mie coperte, Isabelle. Lo sai,
vero?»
Isabelle si
accoccolò di più a suo fratello.
«Sì,
lo so. È solo che ho paura, e i mostri non
c'entrano»
Alec la
strinse un po' più forte a sé.
«Qualunque
cosa sia qua sotto non viene, ricordatelo»
«Grazie
Alec»
«Di
nulla, buonanotte Isabelle»
Lo avrebbe
ricordato sempre, sotto le coperte con suo fratello i mostri non
si sarebbero mai avvicinati, come quando erano bambini.
FINE
Bongiorno
a tutti, sinceramente non ho poi molto da dire su questa flashfiction,
è
soltanto una piccola follia venuta in mente mentre pensavo alla saga.
Ho pensato
che del rapporto fraterno non si vede moltissimo e che loro alla fine
non sono
poi così grandi, quindi meritavano, almeno a mio parere un
po' di spazio.
Spero
vi sia piaciuta, a presto.
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