La fioritura dei cuori innamorati
Capitolo 1
Il ritorno
La
strada, colpita dal sole di
mezzogiorno, sembrava ancora più deserta. Le serrande dei
negozi si abbassavano
piano, piano, quasi ad annunciare l’ora di pranzo. La via
desolata si perdeva a
vista d’occhio; passando al fianco dei cancelletti si poteva
sentire il profumo
dei piatti deliziosi che sarebbero stati serviti a pranzo.
L’odore del curry
riportò Kasumi con il pensiero alla Cina: nove anni erano
trascorsi, durante i
quali aveva imparato a convivere con la nostalgia della sua famiglia.
Ora era
tornata, anche se la casa non era più la stessa; sentiva le
voci gaie dei
fratelli minori, ma sopra tutte dominava quella di suo fratello Kojiro.
Ritornare,
riabbracciare i suoi
cari, fare di nuovo parte della famiglia, Kasumi non riuscì
a trattenere le
lacrime, quando vide sua madre piangere per la gioia di poter
riprendere con sé
quella figlia che aveva dovuto allontanare, per necessità,
dopo la morte
prematura del signor Hiyuga. Kojiro non pianse, ma nei suoi occhi
poteva ancora
leggersi la traccia di tutte le lacrime che aveva versato alla
separazione
dalla propria gemella. In quegli anni, avevano vissuto distanti, ma
vicini nel
cuore, segnati entrambi da una forzata maturazione precoce.
Quando
il padre morì, il loro
mondo venne ribaltato: il trasferimento in una casa vecchia e povera,
le
rinunce ai loro progetti futuri e infine la separazione. In quegli anni
la vita
li aveva sottoposti a dure prove che entrambi avevano sopportato con
pazienza.
Kasumi era stata mandata in Cina da una parente del padre che si era
trasferita
sul continente dopo aver sposato un militare in congedo con il quale
aveva
aperto un piccolo ristorante. Kojiro si era ritrovato a soli 8 anni a
dover
ricoprire il ruolo di capo famiglia, ad aiutare la madre ad accudire i
fratelli
minori, studiare e lavorare per riuscire a tirare avanti. Nonostante la
situazione non fosse facile, Kojiro non aveva rinunciato totalmente ai
suoi
sogni ed aveva continuato a lottare per la passione della sua vita: il
gioco
del calcio.
Le
poche cose che Kasumi
possedeva arrivarono dalla Cina il giorno dopo. La madre aveva deciso
che la
ragazza dovesse andare subito ad iscriversi a scuola.
-Andrai
alla Toho con tuo
fratello- stabilì subito la madre.
I
due gemelli si guardarono
stupefatti.
-
Mamma, ma non possiamo
permettercelo. La rata è troppo alta!- sentenziò
la ragazza interpretando ad
alta voce gli stessi pensieri del fratello.
-
Non vi preoccupate figli miei.
Da quando Kojiro può usufruire della borsa di studio, sono
riuscita a mettere
da parte dei soldi ed inoltre il signor Mitsui mi ha concesso un
aumento di
stipendio e comunque vostro fratello Takeru ha trovato un lavoretto
part-time…-
-Non
se ne parla!- tuonò Kojiro
che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio le ragioni della madre.
-
Non permetterò che mio fratello
debba fare la stessa vita che ho fatto io.- sentenziò
innervosito.
Kasumi
cercò di calmare la
situazione, ma palesò alla madre che anche lei era
d’accordo con Kojiro.
La
madre sospirò guardando i
figli con affetto e ammirazione.
-
No figli miei. Vi
ho chiesto anche troppo in questi
anni, vi ho separato…-
-
Non avevi scelta
mamma!- la interruppe Kasumi
-
Lo so, ma per
quanto fosse stata una scelta dura non me
la perdonerò mai. Ed è per questo che ora non
voglio che tu e tuo fratello
andiate in due scuole separate, oltretutto qui non conosci nessuno
tesoro,
sarebbe tutto più facile se almeno foste insieme, mi
sentirei più tranquilla.-
Kasumi
si inginocchiò di fronte
alla madre e le prese le mani.
-
Se è
per farti stare serena, allora accetto.- disse
guardando la madre con dolcezza, ma anche con velato rammarico. La
ricordava
come una donna bellissima, ma gli anni, la sofferenza e la stanchezza
avevano
segnato quel piccolo viso che Kasumi ricordava come quello di un
angelo. Kojiro
si arrese, convenendo infine con la madre che fosse la scelta migliore.
La Toho
era una buona scuola e
per un anno poteva essere il luogo ideale per prendere il diploma,
inoltre
aveva saputo che la squadra di suo fratello non aveva manager che si
occupassero del lato pratico e il mister e il preparatore atletico non
riuscivano a gestire tutto da soli.
Kasumi, che era molto sveglia e capace, fu proposta
immediatamente da
suo fratello per quella posizione.
Non
passò molto tempo che i
giocatori si erano affezionati molto a quella ragazza. Kasumi era molto
somigliante a Kojiro: stessi occhi neri, stessi capelli corvini lisci e
setosi,che
portava poco più lunghi delle spalle, stessa pelle
olivastra; ma a
contraddistinguerla dal fratello era il carattere molto meno aggressivo.
Kasumi
era molto solare e piaceva
a tutti, tranne che ad una persona. La poverina imparò
presto a sue spese che
era molto difficile, se non impossibile fare amicizia con Wakashimazu,
il primo
portiere della squadra. Kasumi aveva tentato in ogni modo un approccio
amichevole con lui, soprattutto perché era il miglior amico
di suo fratello, ma
lui continuava ad essere indisponente, a rispondere a monosillabi e
starle alla
larga il più possibile. Neanche lui sapeva perché
si comportasse a quel modo,
la ragazza lo irritava suo malgrado eppure non era una persona
insopportabile.
Perché
solo lui aveva così
difficoltà a fare amicizia con la sorella del suo migliore
amico?
Ho iniziato a scrivere questa fanfiction quando
avevo 13 anni, perciò
posso dire che è cresciuta con me. Il personaggio di Kasumi
è frutto di un gioco
infantile tra me e la mia migliore amica e quindi devo soprattutto a
lei che mi
ha ispirata e incitata a scrivere.
Mi raccomando aspetto i vostri commenti e anche le
critiche,
soprattutto se costruttive: adoro scrivere e spero di arrivare a farlo
nel
miglior modo possibile. Spero che la fic sia di vostro gradimento. Un
bacione a
tutte/i!
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