Salve a tutti.
Vi presento
una piccola fanfic su Slam Dunk che non sarà molto lunga
(4 capitoli al massimo), ma che mi sono divertita
davvero molto a
scrivere e spero che la possiate apprezzare almeno un po'.
Nella fanfic
è presente un personaggio originale di nome
Yumi Kawanari, sono curiosa di sapere cosa pensere di lei!
Se
dovesse piacervi particolarmente Haruko Akagi vi avviso che leggendo
quanto segue potreste rimanere leggermente offesi ... quindi a voi la
scelta se proseguire con la lettura o no ^^.
Buona lettura a tutti.
-
Canestro al Cuore -
(PoV Yumi)
La campanella della pausa
pranzo era appena suonata e mi ritrovavo a camminare proprio dietro al
sempai Miyagi mentre, affianco a me, Haruko continuava a tirarmi
gomitate e lanciarmi occhiatine maliziose.
- Coraggio Yumi, ti
devi fare avanti. Questo è il momento buono …
ormai ha definitivamente chiuso con Ayako.
- Cosa? E tu come lo
sai?
Non potevo credere che
Haruko fosse a conoscenza di una cosa del genere. Lei, che da circa un
anno non si era accorta della corte sfrenata di Hanamichi Sakuragi, non
poteva essersi accorta che ci fosse qualcosa tra Ayako
e Hisashi. Era del tutto impossibile.
- Come, non lo sai? A
scuola ne parlano tutti … Ryota e Ayako si sono lasciati e
lei si è messa con Hisashi Mitsui. Perciò adesso
Ryota è del tutto libero e sta aspettando solo
te. Coraggio buttati! - Haruko mi diede uno spintone tale che non feci
in tempo a ritrarmi e finii dritta contro la schiena di Miyagi, che
prontamente si voltò e mi guardò con
un’aria mista a stanchezza e rabbia. Non disse nulla.
- Ehm …
scu-scusa sempai …
Ero sicura di aver
assunto come minimo il colorito della capigliatura di Sakuragi, ma
ormai ero lì e non potevo tirarmi indietro, nonostante
sapessi già che non sarei riuscita a parlare senza
balbettare.
- C-come va? Tutto
… è tutto a posto sempai Miyagi?
Certo,
che stupida. Come potrebbe essere tutto a posto dopo quello che
è successo ieri pomeriggio? Stupida Yumi. Perché
non tieni chiusa quella boccaccia ogni tanto?!
- Non fare finta di non
sapere niente Kawanari. Ti stai divertendo a ridere alle mie spalle,
non è vero? Scommetto anche che ti è piaciuto
spettegolare tutto in giro … magari a quelle oche delle tue
amiche. - non mi guardava in faccia, ma la sua espressione
metteva paura in ogni caso.
Mi bloccai di scatto,
trattenendo anche lui. Dimenticai completamente la mia timidezza e,
ignara del fatto che tutto il corridoio ci stesse osservando, gli
lanciai un’occhiata in cagnesco, ma cercai di non perdere le
staffe davanti a tutta quella gente.
- Cosa vorresti dire?
Lo sai bene che io non ho detto niente a nessuno: se sei in cerca di
una persona con cui sfogare tutta la tua rabbia repressa, non venire a
prendertela con me! - non volevo arrabbiarmi. Sapevo che altrimenti
sarei scoppiata in lacrime.
- Noi due dobbiamo
parlare. - mi prese per un braccio e mi trascinò fin sul
tetto della scuola che, come al solito, era desolato: eccetto che per
pochi
gabbiani che becchetavano gli avanzi di qualche panino.
Mi avvicinai alla
recinzione, premendoci contro la fronte ed osservando i ragazzi che si
divertivano felici e spensierati nel cortile. Le vertigini si fecero
presto sentire, ma non avevo il coraggio di voltarmi a guardare il
sempai, così chiusi gli occhi e cercai di pensare ad altro.
Di poter volare via da quel tetto, per esempio, o scappare da quella
scuola, per non vedere più nessuno di loro. Per stare meglio.
- Kawanari,
forse non avrei dovuto parlarne con te quel giorno, sul tetto
… - lui era fermo, in piedi in mezzo allo spiazzo, con lo
sguardo fisso sulla mia schiena.
Con la mano afferrai la
recinzione e mi diedi la spinta per girarmi a guardarlo.
- Ma cosa stai dicendo?
Io non ne ho fatto parola con nessuno. Sono rimasta stupita
almeno quanto te, questa mattina e … e mi dispiace per
quello che è successo, davvero …
Lui continuava a
fissarmi: cercava di sembrare arrabbiato, ma in realtà
sapevo che era solamente triste. Si avvicinò a me, molto
vicino. I nostri volti erano separati da meno di un soffio di vento;
appoggiò una mano contro la recinzione e penetrò
i miei occhi con il suo sguardo.
- Sei la prima a darmi
l’appoggio morale che mi serve. E credo anche che
sarai l’ultima … - sospirò poi
proseguì cambiando discorso: - Kawanari, senti un
po’, che ci facevi sul tetto quel giorno? Sei stata tu a
mandarmi quel bigliettino anonimo, non è vero?
I battiti del mio cuore
accelerarono all’improvviso, non sapevo che cosa rispondere,
né che cosa fare, ma fu la campanella a salvarmi da quella
situazione imbarazzante.
- Ecco i-io
… io devo andare adesso. Ci vediamo sempai. - lo salutai con
la mano e corsi giù per le scale, il cuore in gola, il
sudore sulla fronte e la voglia di sprofondare nel terreno.
Voltando
l’angolo, ancora correndo, andai a sbattere proprio contro
Haruko. Mi ripresi velocemente, porgendole la mano e tirandola su: -
Scu-scusa Akagi, non ti avevo vista … - avevo ancora il
fiatone.
- Che ti è
successo? Ti sei confessata? Che ti ha detto? Vi siete baciati? -
sembrava una mitraglietta, così le tirai una piccola spinta
per farla stare zitta: - Non dire idiozie Haruko, sai bene che una cosa
del genere non succederà mai. Piuttosto andiamo in classe,
siamo già in ritardo per le lezioni.
Mi avviai verso la
porta della nostra classe, mentre lei, dietro di me, continuava con le
sue fastidiose domande; fu solo l’arrivo del professore a
salvarmi da quell’interrogatorio infernale, ma solo per poco
perché, dopo le lezioni, me la ritrovai nuovamente alle
calcagna.
- Che fai? Ci vieni
oggi a vedere gli allenamenti del club di basket?
- Non credo, non mi va
di vedere Miyagi … - dissi
stappando la lattina che avevo tra le mani e portandomela alla bocca.
- Ma potresti
venire per vedere quel ficone di Rukawa! - esultò lei, come
se quella che avesse appena detto fosse la cosa più scontata
al mondo, con gli occhi sognanti.
A sentire le sue parole
mi andò di traverso l’aranciata che stavo bevendo
e mi fermai in mezzo al corridoio a tossire come una pazza.
- Tutto bene, Yumi-san?
- mi chiese con aria preoccupata.
- Ehm …
sì. - risposi, senza saper bene che cosa dire, ma subito mi
vennero in mente le parole adatte: - Però sai,
credo che non mi vada di sprecare il mio tempo facendo il tifo per quel
cadavere di Rukawa!
Haruko mi
osservò con aria stupita, incredula che ad una ragazza
potesse non piacere Kaede, ed effettivamente ero una delle poche a cui
non interessasse fare la corte a Rukawa, che, tra le altre cose, non
aveva mai dimostrato interesse per una donna in tutta la sua vita.
- Ma davvero non ti
piace quel ficone? - mi chiese con aria innocente.
Non la guardai: -
Sinceramente no … e poi sei proprio sicura che non sia
dell’altra sponda? - ovviamente, dicendo ciò,
volevo solo scherzare, ma Haruko non lo capì e
scappò via in lacrime.
Esasperata, la osservai
allontanarsi e decisi di seguirla per scusarmi con lei, anche se sapevo
che poi mi avrebbe costretta a seguirla in palestra.
Mi misi a correre,
mentre i professori che mi vedevano mi ricordavano che era vietato
correre nei corridoi. Senza ascoltarli, continuai il mio avanzare
finchè, svoltando l’angolo, andai a sbattere
contro qualcuno e l’urto mi fece ruzzolare in terra.
Mi alzai da terra
dolorante, pronta a porgere le mie scuse al malcapitato, ma appena i
miei occhi si posarono sull’alta figura di Hisashi Mitsui mi
raggelai e non seppi che cosa dire. Lui, invece, mi osservò
con un lieve sorriso sul volto: - Yumi? Che stavi combinando? - mi
domandò spostando il borsone della palestra da una mano
all’altra.
- Ehm …
scusa. - risposi annaspando, ero ancora incredula per il tradimento che
aveva avuto nei confronti di Ryota, mettendosi con Ayako subito dopo
che i due si erano lasciati. In fin dei conti, però, Hisashi
era sempre stato mio amico e non sapevo bene che cosa pensare di quella
situazione: - Stavo cercando Haruko. Per caso l’hai vista
passare?
Lui sembrò
pensarci per qualche secondo ed infine annuì leggermente: -
Sì, stava andando verso il cortile.
- Grazie! - dissi e
già ero pronta a correre via per togliermi il più
presto possibile da quella situazione, ma infine ci ripensai e rimasi
ferma dov’ero: - Ah, senti Hisashi … - iniziai
incespicando: - Non è che mi spiegheresti
cos’è successo tra te e Ayako?
Lui mi
osservò, rimanendo zitto per qualche secondo, ed infine
imprecò rumorosamente, attirando su di sé
l’attenzione di tutti: - Non ci posso credere! Lo sai anche
tu? - sembrava davvero incredulo.
- Veramente
… credo che lo sappia tutta la scuola, sai? - dissi mentre
la sua espressione diventava ancora più sconcertata, ma
nello stesso tempo la sua immancabile boria si palesò sul
suo volto: - Caspita! Non credevo di essere così famoso! - e
riuscì persino a scherzarci tranquillamente sopra.
- Non vorrei
interferire con il tuo ego, Mitchi, ma credo proprio che Miyagi sempai
voglia riempirti di botte. Prima l’ho incontrato e sembrava
davvero infuriato. - notai che molti occhi si erano inevitabilmente
puntati su di noi e sicuramente altrettante orecchie erano tese per
riuscire a sentire meglio i nostri discorsi privati.
- Senti … -
lui abbassò la voce ad un sussurro che sentii a malapena: -
Non mi sembra questo il posto per parlarne. - osservò
minacciosamente tutti gli studenti che ci stavano osservando, che
distolsero immediatamente i loro sguardi: - Perché non vieni
agli allenamenti?
- Forse. - risposi
alzando le spalle, poi il pensiero di Haruko mi balenò nella
mente: - Adesso devo andare, ci vediamo Hisashi. - dissi affrettandomi
a correre via. Sentii il suo sguardo incuriosito posarsi su di me
mentre mi allontanavo, ma cercai di non farci caso.
Percorsi i corridoi in
tutta fretta e, scendendo le scale, per poco non ruzzolai per terra, ma
infine riuscii a raggiungere incolume il pian terreno. Uscii dalla
scuola e cercai con lo sguardo Haruko: la trovai adagiata contro un
ciliegio vicino ai cancelli e mi avvicinai cercando le parole adatte da
dire.
Quando fui a pochi
passi lei sembrò accorgersi di me: fortunatamente non stava
più piangendo e questo riuscì a facilitarmi
l’ingrato compito di chiederle scusa per
quell’inutile battuta.
- Ehi. - le dissi
affiancandomi al tronco dell’albero: - Mi dispiace per poco
fa. Davvero, stavo scherzando Haru-chin. Sono sicura che Rukawa sia del
tutto etero. - sorrisi vagamente e lei sembrò ricambiare.
- Non fa niente. - mi
rispose: - Ma hai una faccia strana. E’ successo qualcosa?
- Oh, niente di grave.
- la rassicurai: - Ho solo incontrato Hisashi mentre venivo a cercarti.
- dal mio volto scomparve irrimediabilmente il sorriso, ma cercai di
nasconderlo ad Haruko. Ovviamente i miei sforzi furono del tutto
inutili e lei ricominciò a bombardarmi con le sue domande
senza senso: - Davvero? - sgranò gli occhi, e la sua
espressione divenne tremendamente curiosa: - E cosa è
successo? Gli hai detto che è un vile traditore, vero? E lui
cosa ti ha risposto? E poi come …
- Basta Haruko, ti
prego! - esclamai esasperata. Purtroppo sembrava essere tornata di buon
umore: - Non è successo niente di niente! - conclusi
allontanandomi da lei e sperando che non mi seguisse, ma lei
sembrò non accorgersi che la mia voleva essere una fuga
indiscreta, per cui si avviò dietro di me e
continuò a blaterare: - Eh? Come hai potuto resistere al
desiderio di dirgliene quattro? Secondo me avresti dovuto farlo,
insomma, anche se è un tuo amico non è giusto che
la passi
liscia dopo quello che ha fatto! Non lo pensi anche tu? E poi dovresti
andare a parlare anche con Ayako, dico davvero. Se tu le dicessi cosa
pensi di lei, sicuramente ti sentiresti meglio, dopo. E se sei
fortunata
magari lei non se la prenderà con te, così non
litigherete. E magari alla fine potresti anche provare a parlare con il
tuo sempai Miyagi. Secondo me dovresti confessargli tutto il tuo amore
per lui, sono sicura che lui ricambia tutti i tuoi sentimenti: proprio
come Rukawa ricambia i miei, anche se non ha ancora trovato il coraggio
di dirmelo, almeno così vi mettereste assieme e …
- se avesse continuato ancora per un millesimo di secondo sarei esplosa
lì, facendo saltare in aria sia lei, sia la scuola che tutti
gli altri sfortunati, quanto innocenti studenti.
- Smettila! - strillai
portandomi le mani alle tempie, cercando di darmi uno contegno. Lei mi
fissò con aria stupita e finalmente rimase zitta: - E poi
non sono innamorata del sempai, chiaro!? - aggiunsi mentendo
spudoratamente, particolarmente ispirata dalla situazione venutasi a
creare.
- C … come
sarebbe a dire che non sei innamorata? Io credevo che ti piacesse
… - balbettò incredula, sventolando al vento
tutta la sua ingenua, quanto incredibile stupidità.
- Infatti mi piace! -
sospirai del tutto rassegnata: - Ma questo non implica per forza che
sia innamorata di lui. - sbuffai, trattenendo la mia voglia di
scuoterla per farla rinsavire.
- Ah. - rispose.
Attesi per lunghi
secondi e con parecchio timore il momento in cui avrebbe ricominciato
con le sue futili domande, ma quel momento sembrò non
arrivare: forse quell’affermazione l’aveva del
tutto ammutolita. Sorrisi compiaciuta con me stessa: finalmente avevo
trovato il modo di farla stare zitta!
Lei mi
osservò sempre più stupita: - E adesso
perché sorridi? - domandò curiosa.
- Niente! - arrossii
cercando di nasconderle la mia felicità per la meravigliosa
scoperta appena fatta, ma il sorriso morì sulle mie labbra
appena scoprii che l’infame traditrice era riuscita a
trascinarmi, senza che me ne accorgessi, fino al campo di basket. In
fin dei conti, forse, non era così ingenua come credevo.
- Haruko! - esclamai
risentita.
- Eddai Yumi-san
… ormai sei qui, resta a farmi compagnia, ti prego. - i suoi
occhi divennero languidi e supplichevoli.
Annuii rassegnata,
appoggiandomi contro lo stipite della porta ed osservando
all’interno della palestra i ragazzi che cominciavano ad
arrivare. La capigliatura rosso fuoco di Sakuragi spiccò tra
le altre, mentre ci veniva incontro fissando con occhi sognanti la sua
adorata Haruko: - Ciao Yumi! - esclamò lanciandomi
un’occhiata fugace: - Ciao Harukina cara, come stai oggi? -
miagolò osservando la ragazza.
- Bene, Sakuragi. -
rispose lei senza accorgersi del tono smielato di Hanamichi: - E tu?
- Ehm …
ragazzi io vado a sedermi … - dissi ai due.
- Oh, benissimo
Harukina mia, grazie!
- Sono contenta.
Constatando che a loro
non importava nulla della mia presenza lì, mi affrettai ad
allontanarmi ed mi diressi verso l’unica panchina libera da
borsoni e cose varie: quella vicino ad Ayako. Mi lasciai scivolare
sopra sospirando e cercando di ignorare la manager, ma lei sembrava non
aver perso la sua solita carica, nonostante tutto, e subito si
avvicinò a me.
- Ciao Yumi! Come mai
qui? Era da tanto che non passavi a trovarci. - disse sfoderando un
largo sorriso. Se solo avesse saputo della mia cotta per Miyagi non si
sarebbe comportata in quel modo, pensai, ma sfortunatamente soltanto
Haruko era a conoscenza dei miei sentimenti per il sempai,
così cercai di mascherare il mio sconforto ricambiando il
sorriso: - Oh, beh ... è stata l’Akagi a
trascinarmi fin qui. - alzai le spalle senza osservarla.
- Ha fatto bene allora:
oggi il coatch ha organizzato una partita d’allenamento. Sono
sicura che ti piacerà. - si sedette accanto a me e mi
osservò amichevolmente. In fondo non era cattiva,
né una ragazza facile come dicevano le voci di corridoio che
giravano quella mattina su di lei, e lo sapevo bene visto che la
conoscevo da parecchio tempo.
Capii, quindi, che non
avrebbe avuto senso essere arrabbiata con lei: si era messa con Mitsui
perché evidentemente le piaceva già da un
po’ e non era giusto incolparla perché lo aveva
fatto subito dopo che Ryota aveva rotto con lei.
- Sì. -
ammisi, ma poi una domanda uscì spontanea dalle mie labbra:
- Ma sei sicura che non si azzufferanno? - i due soggetti della frase
erano ovviamente sottintesi e lei sembrò cogliere al volo il
significato della mia domanda. Divenne leggermente mano allegra e
distolse lo sguardo dal mio: - Lo sanno tutti a scuola, vero? - il suo
tono era triste e rassegnato, ma sembrò riprendersi quasi
subito quando io annuii: - Comunque Hisashi mi ha assicurato che
farà di tutto per evitare la rissa … spero
soltanto che anche Ryota la pensi allo stesso modo. -
constatò amaramente.
Aveva pienamente
ragione, ma cercai in ogni caso di consolarla: - Anche se
così non fosse, sono sicura che il capitano non
lascerà che la cosa degeneri. - sorrisi vagamente. Mi
sembrava una cosa tremendamente strana ed idiota tentare di consolare
la ragazza che fino a quel momento mi aveva impedito di farmi notare
agli occhi di Miyagi, ma non riuscii ad evitarlo.
- E’ vero. -
disse lei senza sorridere e poi cambiò immediatamente
discorso: - Hisashi mi ha detto che volevi sapere della nostra storia.
- non c’era rimprovero nella sua voce, così annuii
in silenzio, anche se con un po’ di timore.
- E mi ha anche chiesto
di raccontartela durante l’allenamento. - aggiunse abbozzando
un sorriso e sedendosi accanto a me: - Ti va ancora?
- Sì, ma
… - a te va?
- Bene. - disse
interrompendomi: - Allora, da dove cominciare? -
s’interrogò pensierosa.
(PoV Ayako)
Era
un pomeriggio come tanti altri e non mi immaginavo nemmeno lontanamente
quello che sarebbe successo quel giorno poco dopo gli allenamenti,
quando Ryota mi disse che voleva parlarmi. La sua espressione era
stranamente seria, così intuii subito che c’era
qualcosa che non andava, ma effettivamente anch’io avrei
dovuto parlargli: non potevo più continuare la storia con
lui, non dopo che avevo capito a chi appartenesse davvero il mio cuore.
Così
mi avvicinai un po’ timorosa e un po’ insicura
verso i cancelli della scuola e lo trovai appoggiato ad un muretto, con
il borsone della palestra ai suoi piedi.
-
Ciao. - dissi senza baciarlo. Era ormai da giorni che non ci
scambiavamo più un vero bacio ed entrambi sembravamo
più distanti del solito, quella sera.
-
Ciao. - rispose inforcando gli occhiali da sole nonostante fosse il
tramonto.
-
Volevi parlarmi? - gli chiesi osservando le lenti scure. Non era giusto
che lui si nascondesse dietro quelle ombre e mi lasciasse completamente
esposta alla luce, ma lo accettai ugualmente: era il suo modo di
proteggersi.
-
Sì, certo. - mi rispose continuando a rimanere serio.
-
Anch’io vorrei dirti una cosa importante a proposito di noi
due. - esordii incapace di trattenermi, ma lui non sembrò
poi molto sorpreso dalle mie parole.
Sospirò,
come se avesse voluto prendere altro tempo prima di parlare: - Ti sei
innamorata di Mitsui, non è vero? - andò dritto
al punto, come aveva sempre fatto d’altronde.
Annuii
continuando ad osservarlo: - E tu di chi ti sei innamorato, invece? -
chiesi sfacciata, ma cercando di non provocarlo troppo, altrimenti si
sarebbe arrabbiato e mi avrebbe piantato lì senza concludere
nulla.
-
Perché non me ne hai parlato subito? - ovviamente
evitò con cura di rispondere alla mia domanda, ma ero
completamente certa che il suo amore non fosse più rivolto a
me da settimane, ormai.
-
Non sapevo come dirtelo, avevo paura che ti arrabbiassi … e
poi anche tu avresti potuto parlarmene prima. - non mi sarei fatta
mettere i piedi in testa da lui, nessuno l’aveva mai fatto e
Ryota sicuramente non sarebbe stato il primo.
Lui
sorrise, ma non era per niente divertito: - Arrabbiarmi? -
domandò con una leggera ironia che percepii al volo: - Non
sono più il ragazzino di un tempo, sono cresciuto Aya, non
lo vedi?
Annuii
ancora. Era vero, era cambiato tantissimo nel giro di pochi mesi ma: -
Certe abitudini non cambiano mai, Ryo. - risposi: - Pensavo avresti
cercato la rissa con Hisashi, se te l’avessi detto.
Sorrise
ancora: - Non lo farò, ma in ogni caso avrebbe saputo
difendersi, non trovi?
-
Non scherzare. Non mi sembra il caso. - strinsi i pugni lungo i
fianchi. Quel suo comportamento mi dava suoi nervi: - Scusa. - rispose
senza espressione.
Lo
guardai, ma il suo volto si spostò verso
l’orizzonte: - Sei arrabbiato Ryo? - chiesi timorosa della
sua risposta.
-
No, e tu?
-
Nemmeno. - scossi leggermente il capo mentre lui tornava ad osservarmi.
Si distaccò dal muretto e si mise il borsone sulla spalla: -
Bene. E’ andata meglio di quanto sperassi. - ammise
lasciandosi andare finalmente in un vero sorriso, ma con un filo di
malinconia.
Ricambiai,
provando esattamente i suoi stessi sentimenti: - Già. -
dissi: - Ma si può sapere di chi ti sei innamorato? - era
tornata una lieve serenità tra noi ed anche la voglia di
divertirsi un po’: - Non sarai gelosa, vero? - mi
lanciò un ultimo sguardo prima di allontanarsi
definitivamente da me.
Lo osservai sparire alla mia vista ed infine una mano calda e si
posò sulla mia spalla, stringendola appena. Mi voltai ad
osservare Hisashi, che mi osservava preoccupato: - Allora?
Com’è andata? - mi chiese, troppo curioso e
preoccupato per riuscire a trattenere quella domanda ancora per un
secondo.
Sorrisi felice: - Bene! - risposi entusiasta: - Ma forse è
meglio se per un po’ non lo provochi, lo sai
com’è fatto! - aggiunsi speranzosa.
- E lui sa come sono fatto io. - disse ricambiando il mio sorriso, poi
il suo braccio forte circondò la mia vita e mi
attirò quasi bruscamente contro il suo petto, facendomi
avvampare e desiderare ardentemente di potergli dare quel bacio che
tanto a lungo avevamo desiderato entrambi.
Le sue labbra sottili saettarono leggermente verso l’alto,
palesando così il suo orgoglio nell’essere
riuscito ad avermi finalmente per sé, anche se
effettivamente lui non aveva fatto nulla per ottenere tutto
ciò.
Il suo volto si avvicinò lentamente al mio, desideroso di
trovare al più presto un contatto duraturo con me, che non
tardò ad arrivare. Le nostre labbra frementi si sfiorarono
dapprima in un bacio decisamente casto, per uno con la fama di Hisashi,
ed infine la sua lingua premette irrequieta contro le mie labbra
dischiuse, andando così ad accarezzare la mia.
Le mie mani si muovevano inconsapevolmente contro la sua schiena,
accarezzando i suoi muscoli tesi e contratti per poi risalire lungo il
suo collo ed accarezzargli i capelli. Era una sensazione che non
avevo mai provato, che nemmeno Ryota era stato in grado di darmi, e in
quel momento pensai che non avrei mai voluto smettere di baciarlo.
***************************************************************
Che
coraggiosi siete stati ad arrivare fino a qui,
ma visto che siete stati così temerari da riuscire in
quest'ardua impresa
scommetto che non vi costerà nulla lasciarmi un vostro
piccolo parere riguardo
a questa ficcy, vero? *-* Per me è davvero molto importante
poter
sapere cosa pensate
dei miei scritti, per cui confido in voi e vi ringrazio tutti ^^.
Al prossimo capitolo, ciao!
|