Ciao mondo :)
Straziata dallo stage scolastico mi sono ridotta a scrivere di notte. -E' il momento migliore, in ogni caso, per scrivere.-
Questa
è ufficialmente la mia prima LongLarry! Mi sono sempre vergognata di
scrivere su di loro -sarà che nelle mia testa sono molto più sconci di
come poi escono sulla carta- in ogni caso eccola qua. Spero vi piaccia
:)
Grazie a Starlight per il riposizionamento delle virgole (Non andiamo molto d'accordo di notte.)
La gif/video su cui si basa buona parte della storia è questa ->
So che è un concerto ma a me importa solo che sia recente e vera *-*
Peace, Love and Larry <3
Hamleys.
Come up to meet you, tell you I’m sorry,
You don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,
Tell you I set you apart.
Sono
davanti alla porta di casa sua, sono riuscito a trovare la forza di
arrivare fin qua. Ora devo trovare il coraggio di bussare, di non
crollare solo guardando il suo viso. Non so cosa aspettarmi quando, e
se, mi aprirà la porta. Sarà solo? O avrà già trovato qualcuno con cui
rimpiazzarmi? Per le scopate intendo, sono convinto che Harry mi ami
ancora in fondo.
È
cresciuto, è cambiato, se fosse ancora l'Harry dei primi tempi avrei
capito subito cosa gli passava per la testa, avrei riconosciuto dal
luccichio dei suoi occhi i suoi pensieri. Ora non riesco a vederci più
niente, l'hanno costretto a questo, a non dover mostrare le proprie
emozioni in pubblico e prima o poi ci si abitua.
Non riesco a trovare il coraggio di bussare, lo cerco ma la paura mi paralizza e mi trovo a fissare la targhetta "H. Styles" sulla porta.
Era
decisamente meglio la targhetta che riportava entrambi i nostri cognomi
nella casa che dividevamo prima che ci costringessero a comprarne
un'altra e non farci vedere insieme.
"Devo
farlo per Harry" mi ripeto "Sono sicuro che ha bisogno di me. Devo
restare per lui, e se mi respingerà me ne andrò. Scapperò e lo farò per
me."
No niente, non lo trovo proprio.
Penso
a cosa mi ha fatto camminare fino a casa sua alle 6 del mattino: il suo
viso, bello e sorridente com'è nei miei ricordi preferiti, il suo
corpo? Solo per un abbraccio ora, il video.
Quel
video che nelle ultime notti ho guardato almeno una ventina di volte
tanto da sapere a memoria ogni gesto compiuto da Harry a quella dannata
premiazione. Non ci eravamo quasi parlati quella sera, un saluto e un
incoraggiamento prima di uscire dalla macchina, come avrei potuto
prevedere tutte quelle attenzioni da parte sua durante l'intera serata?
Come avrei potuto notarle?
Di
certo il fandom se n'era accorto, il video di Harry che mi fissa a
bocca aperta mentre semplicemente cammino davanti a lui ancora occupa
tutto il tag "Larry Stylinson" su tumblr. Inutile dire che ne sono un
assiduo visitatore, mai come da quando ci siamo separati. No sbagliato.
Ci hanno separato. Ci siamo fatti separare. Abbiamo smesso di
combattere. Tanti modi tristi di dire insomma che io e Harry non
possiamo più considerarci una coppia anche se sono siuro -o forse solo spero-
che lui lo vorrebbe almeno la metà di quanto lo voglio io. Inutile dire
che non ne dormo la notte, inutile parlare di tutti i kili che ho perso
nell'ultimo mese. Perché sono riusciti davvero a farmi credere che
Harry non mi volesse più, che non valesse la pena rischiare la carriera
musicale per una cotta. E così l'ho lasciato, lui non ha protestato, mi
ha fissato con occhi lucidi prima di girare i tacchi e lasciarmi in
piedi, solo, in mezzo al nostro -mio- soggiorno.
Cotta. Harry non è mai stata solo una cotta.
Voci
di donne, due o forse tre. Riesco a sentirle e possono provenire solo
dalla casa di Harry. Non capisco assolutamente cosa dicono e non voglio
neanche saperlo. Mi rifiuto di pensare a Harry con delle donne ora.
Tutto il periodo di accettazione che abbiamo passato insieme, tutte le
paure, i pianti, le nuove scoperte, sono sparite in così poco tempo per
lui? Hanno perso l'importanza che avevano? O forse l'avevano solo per
me? Ogni pensiero è una pugnalata, come ogni frase detta da voce
femminile che giunge alle mie orecchie. Harry non può avermi
dimenticato, non può. Il mio battito si è fatto più veloce, mi appoggio
al muro e stringo i pugni per calmarmi. Non è il mio posto quello, devo
andarmene. E' la prova che cercavo, Harry ha davvero ceduto e magari ci
ha preso anche gusto ad accontentare la Modest e l'immagine che gli
hanno creato da perfetto puttaniere. Mi sto sentendo male. Devo
andarmene in fretta. Chiudermi in casa e per i prossimi giorni lasciar
perdere tutto quanto. Ma non devo piangere. Non qui, non ora.
Volto
le spalle alla porta, il groppo alla gola si fa più grande a ogni passo
che mi distanzia da lei perché a ogni passo sono più lontano da Harry.
Ogni passo mi ripeto che passerà, che riuscirò a vivere senza al suo
amore, e al passo dopo so che non sarà così. Perché io vivevo in
funzione di Harry: ogni gesto, ogni decisione era presa per lui, per
noi. Ogni mattina mi svegliavo prima per preparargli la colazione,
vedere i suoi occhi abituarsi alla luce filtrata dalle tende quando
andavo a svegliarlo nel nostro letto era uno spettacolo che negli ultimi
anni mi sono perso poche volte, ma le rimpiango lo stesso. Io che
odiavo i tatuaggi mi trovo il corpo pieno di coming out urlati e il più
delle volte non capiti, ma quelli no, non li rimpiango, resteranno per
sempre a ricordarmi che anche le cose belle hanno una fine, che bisogna
godere ciò che si ha perché potrebbe scivolare dalle tue mani prima che
tu possa accorgertene. Perché così è andata, il giorno prima Harry era
mio, il giorno dopo no.
Dopo
avermi urlato addosso che non ne valeva più la pena, che era stufo di
mentire ma che non poteva fare coming out, mi ha detto che era me che
non voleva più. È rimasto poi ad ascoltare tutte le mie urla, tutti i
miei tentativi di convincerlo a restare solo quando sono crollato a
terra piangendo se n'è andato, senza degnarmi di una parola, non una
sola.
Nobody said it was easy,
It's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy,
No-one ever said it would be this hard,
Oh take me back to the start.
Per
l'ennesima volta mi chiedo cosa ci faccio davanti alla sua porta e per
l'ennesima volta mi rispondo con la speranza, l'unico sentimento dalla
nota positiva che era rimasto nel mio cuore prima di essere spazzato via
dalla pura verità. Harry non mi vuole più, non c'è video che regge, lui
si è dimenticato di me, mi ha rimpiazzato, si è regalato a ragazze di
cui e a cui non importa, il mio Harry. Tanto dolce e puro quando l'ho
conosciuto che neanche lo rivedo più nell'uomo che ho di fronte ora. Si
perchè nel freddo vialetto di casa sua con brioche e iPod tra le mani ho
di fronte gli occhi lucidi di Harry Styles. I capelli, che di riccio
non hanno niente, sparati verso il cielo gli danno un'aria più
spaventata di quello che è.
-Loulou..-
è un lamento, un sospiro. Nessuno sa cosa dire o cosa fare, come ci si
comporta in questi casi? Senza manager o fan che ti controllano. Quando
hai davvero la possibilità di essere te stesso cosa fai? Forse dici la
verità..
-Ciao Harreh..- difficile, difficile come camminare fino alla sua porta, difficile come bussare.
-Sono
passato per.. Beh, come stai?- è già un inizio, oh
è arrossito. Com'è bello Harry quando arrossisce.
-Sto
bene Louis, perché sei passato?- la nota nella voce non è cattiva, ma
stanca, scocciata, non posso fare a meno di restare di stucco: non mi
aspettavo un incontro tutto rose e fiori ma no, così non va per niente
bene.
-T..te
l'ho detto.. Per sapere come stai..- calmati Louis, parla tranquillo
-Ho visto delle cose sai, avevo bisogno di parlarne con te.-
-Cos'hai
visto?- ora è pura cattiveria la sua voce, non mi avrebbe mai
spaventato prima ma, che idiota, prima non sarebbe stata rivolto a me
quel tono, quando ancora mi amava..
-Un video, tuo beh, nostro..-
-Ancora con la fissa per i video delle fan Louis? Pensavo ti fosse passata dopo tutto questo tempo.- Incasso il colpo.
-Beh
questa volta non ci sono montature, frasi dolci a farci da sottofondo e
nostre foto, sei solo tu. Tu che mi mangi con gli occhi, Harry, e io
non posso dormire la notte sapendo che due giorni fa tu mi guardavi in
quel modo e che non ci siamo neanche parlati.- sputo fuori, ora è lui
che non sa cosa dire. Pensava che non me ne sarei mai accorto? Che avrei
lasciato perdere? L'ha capito o no che sono ancora innamorato di lui?
-Lou, lascia perdere.. Davvero. Non puoi farti vedere qua, a quest'ora del mattino.. Sarebbe solo uno scandalo.-
-Non
me ne frega un cazzo se lo scoprono! Lo scandalo è che ti fanno andare a
letto ogni notte con una bionda diversa davanti ai miei occhi e non
dovrei dire niente. Loro lo sanno Harry, sanno quanto ti amo e quanto
sto male ma non gli importa, non gli è mai importato niente di noi.-
-Io non sono..-
-Non sei cosa? Innamorato di me? Lo sei mai stato, Harry?-
-NON
SONO ANDATO A LETTO CON NESSUNA!- e questo cosa vuol dire? Non lo saprò
mai perché Harry mi ha superato con una spallata e ha superato a soglia
di casa lasciandomi solo al vento di Aprile con un vuoto enorme nel
petto e qualche lacrima nascente negli occhi. Non quì, meglio piangere a
casa.
And tell me you love me, come back and haunt me,
Oh and I rush to the start.
Running in circles, chasing tails,
And coming back as we are.
Entro
in casa lanciando tutto sul tavolo all'ingresso, che cazzo ci è venuto a
fare a casa mia? Come se la situazione non facesse già schifo di per
se.
Sento
delle voci in sala, una è di Ed le altre mai sentite. Faccio la mia
entrata trionfale sbattendo la porta e chiedendo a Ed che cazzo ci fa
sul mio divano con 3 bionde spalmate addosso.
-Heeey
Harry! Perché non ti unisci a noi?- è tutto quello che riesce a
rispondere. Due delle ragazze già stanno puntando a me quando -Fuori da
casa mia, ora!- le liquido puntando al pentolino per il te già
posizionato sui fornelli. Aspetto che le tre sconosciute se ne siano
andate prima di raggiungere Ed sul divano. Si è rivestito, grazie al
cielo.
-Chi erano?-
-E io che ne so? Ieri sera ero ubriaco quando siamo venuti qua. Ci siamo svegliati e tu non c'eri più.-
-No,
infatti ero andato a fare un giro, avevo bisogno di schiarirmi le idee.
Ho.. Incontrato Louis. Era qua fuori, era venuto per parlarmi.. Ecco si
è accorto della premiazione. Non sai quante storie mi hanno fatto per
quella sera. Non so cosa mi sia saltato in mente.-
-Harry,
piantala di dire cazzate. Tu ami quel ragazzo. Non riesci a stare senza
di lui. Scommetto che stamattina sei andato a casa vostra e al parco
dove uscivate le prime volte quando non eravate ancora famosi, scommetto
che sei passato anche al pub dove vi siete ubriacati e gli hai detto
che lo amavi per la prima volta.- cazzo di Ed Sheeran.
-È possibile, e allora?- non posso vincere con lui, lo so già.
-Allora va da lui, perché lui sta male quanto te ed è la situazione più assurda in cui potevate cacciarvi.-
-Non è colpa sua, nè mia, lo sai. Io non li reggevo più..-
-Siete voi gli artisti, cazzo! Senza di voi loro non sono niente, imponetevi un po', cazzo, fate un ammutinamento!-
-Tu sei pazzo, Sheeran.-
-Non sto scherzando, sei tu a decidere. Ora li chiami e glielo dici.-
Forse non ha tutti i torti..
In qualsiasi caso il numero è composto, non mi fermo ora.
-Pronto? Harry?-
-S..si sono io.-
-È successo qualcosa? Tutto bene?-
-Si, cioè no. Non va niente bene.-
-Dove sei? Hai bisogno di aiuto?-
-No,
ascoltatemi e basta.. Non ci sto più alle vostre stupide imposizioni.
Io amo Louis, lo sapete no? Beh io voglio stare con lui.-
-Harry, ne abbiamo già parlato, calmati ora, dove sei?-
-Sono
a casa, idiota. Starei benissimo se non fosse per voi ora e sai cosa ti
dico? Io me ne vado da Lou ora e fanculo se mi faccio male, se qualche
fan mi salta addosso, se mi succede qualcosa, fanculo a tutto, fanculo a
voi!-
Dove
l'ho tirato fuori tutto questo coraggio non lo so. Mi alzò pronto per
andare da Louis ma Ed compone un altro numero sul mio cellulare "Daily
Mirror" compare sullo schermo. -Sei pronto.- dice Ed -Ora o mai più.-
-Redazione "Daily Mirror" posso aiutarla?-
-Amanda? Sono Harry, Harry Styles.-
-Ciao Harry! Come stai? Hai bisogno?-
-In effetti si.. Hai qualcuno libero? Avrei una storia da raccontare..-
-Sono le 7.30 del mattino, certo che ce l'ho. Dimmi quando e dove.-
-Fra un'ora a casa di Louis, anzi a casa nostra.-
-Perfetto, ciao Harry.-
-Grazie.-
lo dico guardando Ed, cosa farei senza di lui? Mi perdo in questo tipo
di pensieri prima che una pacca mi centri il braccio e -Muoviti, cazzo!-
urli Ed.
Esco
diretto alla macchina, la guardia del corpo arrivata in tutta furia mi
persuade a farmi accompagnare, il telefono continua a squillare e io,
semplicemente lo spengo. Liquido la guardia del corpo comunicandogli che
se ci tiene proprio a venire con me deve prendere la sua macchina e
seguirmi. Non sembra contento ma è quello che fa. Dev'essere un lavoro
odioso stare dietro al culo di un ventenne.
Arrivo davanti a casa di Louis prima che possa prepararmi un discorso di scuse. Ora cosa faccio? Non amo improvvisare.
Mi fiondo comunque su per le scale prima di arrivare davanti alla porta "Louis Tomlinson” recita seguita da "H.S."
Pugnalata
dritta al cuore mentre sale la consapevolezza di cos'ho fatto passare a
Louis. Perché poi? Paura? Stress? Niente comunque così importante da
essere paragonabile allo stare con lui.
"Ora o mai più." Mi ripeto sentendo la voce di Ed.
Busso, tanto, troppo, sono disperato, non apre.
Busso ancora. Non può non essere a casa.
-Lou!- chiamo a gran voce. -Apri ti prego.-
Mi
accascio al pavimento stringendo le gambe al petto. Mi sento piccolo e
insignificante. -Loulou..- ripeto piano. Non voglio perderti, aprimi ti
prego..
Rimango
li a fissare il pavimento, possibile che io mi sia già arreso? Lui è
venuto a casa mia dopo essere stato umiliato da me solo per una flebile
speranza e io ho già smesso di provarci? Mi rialzo, busso e urlo con più
forza, se un passante mi vedesse probabilmente mi crederebbe pazzo o
disperato, ma probabilmente sono entrambe le cose. Pazzo di Louis
Tomlinson e disperato dal fatto che questa porta ci stia dividendo.
Ma
lo vedo, dal vetro smerigliato sulla porta, vedo la sua immagine ferma.
-Lou ti prego aprimi, resterò qua fuori a congelare se no. Aspetterò
tutta la giornata se necessario.- niente, se ne sta fermo immobile
dietro la porta. -Lou ti prego.. Lo so da me che sono un cretino, non
c'è bisogno di lasciarmi qua fuori. Voglio parlarti, voglio abbracciarti
perché mi manchi Loulou. Mi manchi da morire.-
Fa
qualche passo e si appoggia alla porta -Se io apro questa porta Harry
non sarò più in grado di parlarti razionalmente.-
-Non
devi parlare Lou, basta che mi ascolti. Ho sbagliato, lo ammetto, me ne
pento e ti chiedo di scusarmi. Mi hanno imposto di lasciarti, non ce
l'avrei fatta e mi sono fatto lasciare da te. Ti ho portato
all'esasperazione lo so, ma io mai sarei riuscito a lasciarti e
loro...sai come sono. Mi avevano promesso che in poco tempo sarei potuto
tornare da te, avremmo coperto meglio la cosa ma che avevano bisogno di
tempo. Sono stato un idiota a crederci..-
-Si lo sei stato.-
Almeno
mi parla.. -Hanno iniziato a farmi uscire con queste ragazze, alcune
davvero insopportabili e appiccicose, altre meno oche e hanno capito, un
paio si sono fatte raccontare tutta la nostra storia. Sono stato male,
non sai quanto. E la sera della premiazione con tutto quello che avevo
in testa non mi sono nemmeno accorto di quanto non mi stessi per nulla
contenendo. Mi hanno fatto passare le pene dell'inferno per quello. Ma è
finita Lou, li ho chiamati e mandati a fanculo. Non possono farmi
niente ormai. Io voglio solo riaverti.-
Silenzio.
-Lou ti prego, dì qualcosa.-
Niente, non l'ho convinto.
-Prenditi
il tempo che ti serve Lou, sai dove trovarmi. Solo una cosa, fra venti
minuti arriva qualcuno dal Mirror, l'ho chiamato io. Volevo mettergliela
nel culo per bene. Inventati qualcosa, ok?-
Chiavi che girano nella serratura. -Tu hai fatto cosa?!- devo averlo sorpreso parecchio dall'espressione che ha.
-Pensavo
fossimo pronti, insomma.. Noi lo siamo da parecchio lo so. Ma il mondo
credo sia pronto ad ascoltarci. Dovevo chiedertelo, scusa.-
-Harry, è stata di certo la tua scelta migliore dell'ultimo anno!- sta sorridendo.
-Ringrazia Sheeran. Mi perdoni Louis?-
-Posso provarci- scherza.
-Amici come prima?-
-Amici?
Quando mai siamo stati amici noi? Vieni qua..- ritrovarsi finalmente
tra le sue braccia è un sollievo. Posso sentire il vuoto che avevo
dentro colmarsi. Sorrido involontariamente senza riuscire a smettere e
così fa lui premuto sulla mia spalla.
-Posso darti un bacio?- chiede.
Il
mio sorriso si allarga ulteriormente mentre mi avvicino. Mi sono
mancati i suoi occhi allegri, la sua pelle, averlo tra le braccia anche
se è sensibilmente dimagrito. La sua bocca, quanto può essermi mancata?
Non me n'ero nemmeno accorto fino a ora, momento nel quale non riesco a
staccarmene. Ancora stretti l'uno all'altro entriamo in casa, non per
nascondersi quanto per il vento che si è alzato. Non abbiamo più bisogno
di nasconderci, noi.
Tutto in casa è rimasto come l'ultima volta che ci sono entrato, più di un mese fa.
Lo
spingo sul divano sedendomi accanto a lui e prendendolo successivamente
in braccio. Gli accarezzo i capelli. Profuma di casa. -Sei mio.- gli
sussurro.
-Tuo
e di nessun'altro.- risponde per stare al copione di questa scenetta
vista e rivista. Ribalta la situazione sul divano portandomi sdraiato
sopra di lui. Le nostre bocche non si staccano ma le mani cercano il
corpo dell'altro. Mi sfila la felpa arrestandosi di colpo alla vista di
tatuaggi nuovi sulle braccia. -E questi? Li hai fatti senza di me..-
-Li ho fatti per te.- dico prima che si possa rattristare. -Ti direi di farne una copia uguale ma non dovrebbero servire più.-
Ride
di gusto e inonda la stanza sigillando per bene il vuoto che ormai non
ho più dentro. Inizia a baciarmi tra un tatuaggio e l'altro salendo fino
al collo. -Scopro altri tatuaggi se sfilo la maglia?- soffia sul mio
collo. -Forse.. Puoi provare a controllare.- lo provoco.
-Niente di nuovo.- decreta e sono io a ridere ora.
-Se
hai osato farti vedere in mutande da qualche tatuatore per una scritta
inguinale, Styles, stai pur certo che te la faccio pagare cara.- il tono
minaccioso viene confuso dai baci che gli lascio. È troppo vestito per i
miei gusti, ma per fortuna era meno coperto di me e in due mosse siamo
entrambi in boxer a contemplare l'uno il corpo dell'altro. -Sei
fottutamente perfetto Tomlinson!- mi trovo a dire premendo la mia
erezione sulla sua e le labbra sulla gola. Il suo corpo è come una
chitarra ben accordata, basta essere pizzicata da mani esperte per
produrre una buona melodia. E nessuno conosce Louis Tomlinson meglio di
me, nessuno sa dove ama essere morso e dove odia essere toccato. E non
permetterò a nessuno di saperlo.
Guardarlo
contorcersi dal piacere e sapere che sono io a provocarlo mi eccita da
morire. La foga dei nostri baci è aumentata mentre lui si sfila i boxer.
Il
suono del campanello ci interrompe. Guardo la meraviglia sotto di me e
sbuffo, ma quando mi prende il volto tra le mani per lasciarci un bacio
veloce e casto non posso fare a meno di sorridere. -Divertiamoci un po',
ti va?- dice tirando su i boxer arrivati all'altezza del ginocchio.
Annuisco ricordandomi, solo quando dietro la porta compare il volto
arrossato di un povero ragazzetto con blocco e penna stretti al petto,
di quanto io ami il mio ragazzo.