Quel giorno il Manor era silenzioso.
Il piccolo Scorpius fremeva dall’eccitazione. Quel giorno era
il compleanno del suo papà e lui voleva vederlo felice.
Gli aveva fatto due sorprese, ci era voluto un mese per prepararle ma
ne era soddisfatto.
Erano appena le otto, a minuti Draco sarebbe sceso per la colazione
inconsapevole di tutto. Dei passi annunciarono il suo arrivo e il
piccoletto corse a nascondersi.
Draco scese normalmente, si avviò verso la sala da pranzo
non notando niente di strano. Scorpius attese il momento giusto e
quando il padre gli fu abbastanza vicino sbucò fuori dal
nascondigli per saltargli addosso. Draco, in un riflesso automatico, lo
abbraccio e lo tenne stretto. Lo scostò da sé e
con sguardo interrogativo fissò suo figlio.
«Buon compleanno!» esclamò tutto felice
il bambino.
Draco a quella manifestazione di ingenuità sorrise, e lo
abbraccio con affetto.
«Grazie.» una semplice parola, niente smancerie, ma
che fecero Scorpius il bambino più felice del mondo.
Draco lo mise a terra e insieme andarono a fare la colazione. Come ogni
giorno sedettero al tavolo da soli. Il bambino che parlava di giochi
nuovi che avrebbe provato e il padre che ascoltava silenzioso.
Era tutto molto dolce e triste allo stesso tempo.
Il padre non era felice, Scorpius lo aveva capito. Da quando la mamma
era morta, il suo papà non sorrideva più, salvo
alcune volte in cui lo guardava giocare.
Voleva vederlo sorridere più spesso, perché
nessuno aveva il sorriso più bello del suo papà.
Fu per questo motivo che insieme alla sua tata aveva preparato una
festa a sorpresa invitando tutte le persone che gli erano simpatiche.
Trascorsero la giornata insieme: Scorpius giocava, rideva, si divertiva
e Draco lo osservava sereno, abbeverandosi di quella
vitalità.
Erano quasi le quattro quando Draco venne convocato al Ministero
d’urgenza, contrariato ma non avendo scelta salutò
il figlio con la tata, promettendogli di fare presto, e andò
via.
Dieci minuti dopo il Manor era irriconoscibile. Gli addobbi vennero
sistemati, il cibo preparato. I primi invitati iniziarono a venire,
erano quasi le sei e Scorpius corse a prepararsi, lasciando tutto nelle
mani della tata e degli altri camerieri.
Era tutto pronto, mancava solo il festeggiato. Gli ospiti e gli addobbi
erano nascosti da un incantesimo e la casa sembrava come al solito.
Draco tornò dal Ministero a passo lento, soprappensiero.
Attraversò il pesante cancello e all’ingresso
trovò suo figlio in tenuta elegante che sembrava spizzare
gioia da ogni poro.
«Cosa succede?» chiese sospettoso, avvicinandosi a
Scorpius.
«Devo farti vedere una cosa.» rispose il bambino,
poi lo afferrò con una mano e iniziò a
trascinarselo dietro. A Draco non restò altro che seguirlo.
Draco si vide spingere nella sala da ricevimento. Si bloccò
sulla soglia, qualcosa non quadrava. Le luci erano spente e sotto pelle
avvertiva la presenza di qualcuno. Inconsciamente capì di
non essere solo con il figlio, fece per tirarlo indietro quando ci fu
uno scoppio di luci e un insieme di voci proruppero urlando:
“Sorpresa!”
Malfoy si bloccò non credendo ai proprio occhi, mano a mano
che scorreva i volti capì di trovarsi circondato da tutti i
suoi più cari amici.
Ebbe appena il tempo di vedere sfuggita suo figlio gettarsi tra le
braccia di Pansy che fu travolto da tutti.
Ognuno voleva fargli gli auguri e così si ritrovò
per la seguente mezz’ora a stringere mani, sorridere e
ringraziare.
Pansy gli si avvicinò e con lei anche Scorpius. Era radioso,
felice di essere riuscito a sorprendere il suo papà.
Draco si abbassò alla sua altezza, lo fissò negli
occhi e sorridendo lo abbracciò.
«Grazie.» gli sussurrò tra i capelli. Il
bambino gli strinse forte le braccia al collo e Draco se lo
tirò dietro alzandosi e continuando a tenerlo tra le braccia.
«Auguri tesoro.» Pansy gli baciò le
guance, diede una carezza al piccolo e si allontanò.
Draco era incredulo. Le persone presenti erano più di quanto
credeva di conoscere. Tutti sorridevano, chiacchieravano,
all’apparenza rilassati e la serata trascorse serenamente.
Ad un certo punto Scorpius, che si era allontanato per giocare con i
suoi amici, si avvicinò.
«Papà, ho un regalo per te. L’ho messo
nel tuo studio. Possiamo andarci adesso?» chiese fremendo.
«Un regalo? Non è questo?» chiese Draco
stupito.
«Nooo. Questa era solo la festa a sorpresa. Il regalo
è un’altra cosa.» rispose con fare
ovvio. «Andiamo, dai!» e corse lasciandosi dietro
il padre che ridacchiava contento.
In fondo alla stanza una
persona aveva assistito alla scena, e sorrise nel vedere la gioia sul
volto del biondo. Felice di vederlo sorridere di nuovo, anche se non
era per lui.
«Scorpius, non correre. Aspettami.» ma non
c’era rimprovero nella voce e il bambino non se la prese.
Davanti allo studio il piccolo lo attendeva saltellando. Non appena il
padre gli si avvicinò lo esortò a sbrigarsi.
«Forza, forza» lo sollecitò impaziente.
«Calma. Non scappa mica.» rise Draco.
Apri lo studio ed entro seguito dal figlio che lo superò per
avvicinarsi alla scrivania. Sul lato desto c’era un telo che
il bambino tirò scoprendo un dipinto fatto a mano che
ritraeva lui. Il quadro riprendeva una sua vecchia foto.
Nel quadro sorrideva spensierato, felice. Guardava avanti, verso
l’orizzonte, con il sole che gli feriva gli occhi ma che non
intaccava minimamente l’aura gioiosa che emanava.
Ricordava perfettamente quella foto, il momento esatto in cui fu
scattata, la persona che la scattò. Fu come un pugno in
pieno stomaco ma continuò a sorridere per non ferire suo
figlio.
«Allora!?!?» il bambino aveva notato la sorpresa
del padre, aveva anche notato una leggera increspatura nella sua
espressione, ma poi il papà aveva sorriso di nuovo e si era
tranquillizzato.
«E’ bellissimo Scorpius. È la cosa
più bella che mi sia mai stata regalata. Grazie!»
fece sincero il biondo. Il quadro era davvero bello, i tratti erano
acerbi ma già si notava un certo talento innato che avrebbe
portato suo figlio a diventare un grande artista, un giorno.
Il piccolo ne fu lusingato. Nel tono di suo padre c’era
talmente di quell’orgoglio che il bambino ne fu sopraffatto e
inizio a piangere piano.
Draco notando le lacrime gli si avvicinò preoccupato ma il
figlio lo abbracciò. Erano lacrime di felicità.
Era felice perché il suo papà era felice.
Mentre il bambino si calmava, bussarono alla porta.
Draco si avvicinò alla porta e quando la aprì per
vedere chi era, rimase bloccato dalla sorpresa.
«Puoi lasciarci soli, piccolo? Va’ di sotto, ti
raggiungo tra poco.» Scorpius si dileguò in un
attimo, avvertendo la serietà nelle voce del suo
papà. Era buio nel corridoio e non era riuscito a capire chi
aveva bussato ma doveva essere qualcuno di importante.
«Cosa ci fai qui?» fu più brusco di
quanto volesse.
«Sono stato invitato.» rispose Harry.
Ehm... so che
devo aggiornare l'altra storia ma oggi non potevo mancare.
Oggi Draco compie gli anni, non potevo far finta di niente, sono pochi capitoli. Giusto uno o due ancora.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio come sempre ♥
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