The Gift

di The inventor of dreams
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Prologo:
Io credo nel destino.
Credo nel fatto che ci siano migliaia e migliaia di pezzi di carta sparsi in un grosso cesto comunemente  chiamato destino..Alla nascita Dio estrae quel minuscolo foglietto che ci accompagnerà per tutta la vita,puoi essere fortunato e quindi capitare nel foglietto che proietterà per te una vita da favola piena di bellissime esperienze oppure essere sfortunato come me e quindi capitare nel foglietto pronto a proiettarti una vita piena di delusioni..I miei genitori mi raccontavano sempre di essere stata il loro piccolo miracolo,di avermi desiderato a lungo e poi al compimento dei 7 anni BUM! Il nulla...Da quei pochi ricordi che mi rimangono impressi ricordo principalmente il momento in cui i miei riuscirono a permettersi di mandarmi a scuola.
Ero figlia unica e sfortunatamente ero nata in un'epoca in cui i miei genitori risentivano molto della crisi economica,mio padre lavorava come operaio in un'azienda di produzione di pezzi per le automobili e mia madre era casalinga. Non si potevano permettere la scuola,nemmeno quella pubblica e quindi ero segregata a casa o in giro per la campagna.Ai 7 anni la situazione economica si stabilizzò,l'azienda in cui mio padre lavorava aveva fatto molta pubblicità e la qualità dei prodotti fabbricati all'interno di essa era oramai richiesta in quasi tutto il paese.Raccimolarono abbastanza soldi per permettermi di frequentare un'anno di scuola o almeno così pensavo.
Alla mia nascita mia madre sapeva che non ero una bambina come le altre ma mio padre diceva sempre che la gravidanza aveva creato in lei molto stress e che quindi non sarebbe stata stata in pace con sè stessa per parecchio tempo..Nel corso degli anni però mio padre si accorse che mia madre in effetti non aveva tutti i torti.Aquisita la capacità di linguaggio qualsiasi cosa sognassi o dicessi aveva sempre un lato negativo..come il concetto di causa-effetto.
Entrata a scuola tutti mi evitavano e soprannominavano "la strana".Alla fine dell'anno scolastico come tutti ero fuori scuola seduta sui gradini che portavano all'uscita dell'edificio ad aspettare i miei genitori. Piano piano il cortile si svuotava e i bambini se ne andavano con i propri genitori felici di iniziare le vacanze estive.Avevo appena 8 anni compiuti qualche mese prima e iniziavo a capire le varie situazioni.Passarono minuti che però sembavano ore, i miei genitori non arrivavano e avevo capito che non sarebbero mai arrivati. La mia "tutrice" mi aveva raccontato tutto.Sarei rimasta li per sempre.
I miei genitori mi avevano abbandonata.
 
Dieci anni di dolore e sofferenza passarono sulla mia pelle,oramai quella era la mia famiglia avevo tante mamme quante sorelle..le mamme erano le mie insegnanti mentre le sorelle le ragazze che conividevano con me l'esaltante esperienza di vivere in un'orfanotrofio.Ma la mia permanenza lì ormai era giunta al termine,avevo 18 anni..ero maggiorenne e (secondo le mie tutrici) ero pronta al mondo esterno.
Non avevo dove vivere..non avevo nessuno. La settimana prima della mia uscita dall'orfanotrofio avevo scoperto che quei soldi raccimolati dai miei tempo fa erano una specie di fondo per aiutarmi a mantenermi al compimento dei 18 anni.
 
Ed eccomi quì.
Chantal Collins: diciottenne senza amici,famiglia e con un segreto che potrebbe distruggerle la vita.




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