Anastasis
Let's etch ourselves into each other
In this destiny which we won't regret
Bring our hands together and feel each other's warmth
and feel the peacefulness born from each other's gaze
That is eternity only shine because we realize
(W-inds, Be as One)
Lei stava… lei stava per perdere la sua strada.
Non c’era speranza di una vita pulita nel suo futuro,
l’onta del peccato le aveva macchiato l’anima.
Era pronta a uccidere un innocente che lottava con i suoi compagni per
proteggere il futuro da se stesso, di cosa s’illudeva?
Credeva forse che vivere all’ombra della luce le avrebbe
garantito la salvezza dell’anima?
Povera illusa, le streghe restano streghe, si disse, e i loro peccati
marchiano le loro anime, non c’è espiazione che
tenga, resteranno sempre creature crudeli.
-Mamma… - balbettò piangendo, il volto rigato di
lacrime rivolto al cielo plumbeo.
Pioveva.
Pioveva acqua rovente.
I tuoni erano urla disumane riecheggianti di dolore.
“GRAY!”
urlava la pioggia.
Ultear scosse la testa senza riuscire ad rallentare la corsa delle
lacrime.
Non era possibile, non poteva essere…
Non aveva ucciso Rogue per non macchiarsi nuovamente di quel peccato
così grave eppure… Gray era…
La pioggia urlava senza sosta, la pioggia bruciava, la pioggia
distruggeva.
Una vita per una vita, dove c’è morte ci sia
morte, il futuro non si può cambiare del tutto.
Ma non Gray, NON GRAY!
Col cuore in gola, sperando che non fosse vero, corse verso
l’epicentro del cataclisma che spazzava via uomini e draghi.
Poteva scorgere a malapena la figura di Lluvia rannicchiata su un corpo.
Tremava di dolore e rabbia, nessuno poteva avvicinarsi a lei per la
furia del suo elemento. Un vortice d’acqua separava lei e
Gray dal resto del mondo, impedendo a chiunque di disturbare il suo
dolore con il vorticare tagliente delle sue spire.
Ma lei era Ultear, la maga del tempo, una cosa del genere poteva
superarla, anche se con fatica.
Tutta colpa sua, tutta colpa sua. Nella sua mente non sentiva
null’altro che rimproveri e tristezza. Qualunque scelta
facesse era sbagliata, qualunque cosa avrebbe portato al dolore di
qualcuno. E qualunque fosse stata la sua decisione, per lei non ci
sarebbe stata redenzione.
Riuscì a varcare il vortice, non senza riportare ferite, ma
incurante del dolore fisico continuò a camminare senza
fermarsi.
-Gray-sama! Gray-sama!- continuava a ripetere Lluvia, la sua voce era
la nenia stridula di un disco rotto. Scuoteva il corpo inerme di Gray
per svegliarlo, perché non poteva essere morto.
I colpi alla testa sembrano più gravi del previsto,
è cosa nota, non poteva essere morto per quello.
-Gray-sama! Gray-sama! Gra… - Lluvia singhiozzò,
gli occhi colmi di lacrime che nessuno avrebbe più potuto
consolare. -Grayyyyyyyyyyyy!-
si strinse sul suo petto martoriato incurante di ogni
cosa, aggrappata a lui come se anche solo il vento avesse potuto
portarle via ciò che le rimaneva di lui.
Ultear si chinò su di loro e posò la mano su
quella senza vita di Gray.
“Nella mia
vita non ho che sofferto, ingannata, non ho fatto che odiare mia madre
senza sapere quanto invece lei mi amasse. Ho ferito, ucciso, ho
ingannato a mia volta. Eppure queste mie mani sporche di sangue
vorrebbero essere lavate. Volevo tanto un futuro in cui mi sarebbe
stato possibile gioire alla luce del sole, un futuro di legami
intrecciati, di sogni. Ma adesso, il mio più grande
desiderio è questo.”
Il potere magico di Ultear divampò, avvolgendola come una
fiamma che diveniva sempre più flebile mentre da lei si
trasferiva in Gray, lentamente, riattivando una a una tutte le cellule
del suo corpo e risanando le sue innumerevoli ferite.
Le persone muoiono è l’unica cosa sicura nella
vita.
Persino i maghi, uomini potenti, non possono sfuggire alla morte.
Possono ritardarla, ma prima o poi, anche il loro cuore cessa di
battere.
E’ una legge universale, che non si può infrangere.
Un tabù.
E chi infrange un tabù, dev’essere pronto a
pagarne le conseguenze.
Ultear era pronta.
"Arc of Time:
Anastasis"
Era pronta a morire da tanto tempo prima, non aveva paura. Aveva dei
rimpianti, ma il suo sogno per il futuro in quel momento era mutato.
Desiderava che Gray rivivesse, perché non meritava la morte.
E poi…
“Lo desideravo
da tanto… ” pensò
mordendosi le labbra per trattenere i singhiozzi “E adesso
finalmente… mamma… ”
sorrise alzando gli occhi al cielo, mentre gli ultimi rimasugli di
forza vitale la abbandonavano.
“C’è un posto per me accanto a te in
paradiso, mamma?”
Ultear sorrise, prima di chiudere gli occhi. Il cielo le
donò l’ultima visione di Ur con le mani tese verso
di lei, dolce e gentile, come quando era piccola e piangeva
perché il potere la faceva soffrire indicibilmente.
Si accasciò lentamente al suolo, senza far rumore.
Solo allora Lluvia si accorse di lei, solo quando il cuore di Gray
batté, pompando i primi litri di sangue di quella nuova vita
e i suoi polmoni si riempirono d’ossigeno gonfiandogli il
petto.
-Gray-sama… - balbettò incredula
-Gray… GRAY!- si gettò su di lui e lo strinse
forte a sé piangendo e ripetendo il suo nome, chiamandolo
per rassicurarsi del fatto che quello non era un sogno, lui era vivo,
lui stava bene. Il corpo di Gray era caldo, incrostato di sangue, ma le
sue ferite erano scomparse come se tutto fosse tornato come prima che
la raffica di colpi si abbattesse crudele su di lui.
-Gray-sama… -
Lui era confuso, non capiva come fosse potuto accadere. Sapeva di
essere morto e si chiedeva come fosse possibile che… poi la
vide.
-No… - sussurrò a denti stretti. Lluvia si
sciolse dal suo abbraccio e si rivolse anche lei verso la maga che
giaceva accanto a loro.
Sorrideva Ultear, gli occhi chiusi per sempre.
-Perché l’hai fatto?- esclamò Gray
scuotendola -Perché?-
Non avrebbe ricevuto risposta, così come non avrebbe avuto
la forza di dire a Meredy che la sua Ul se n’era andata e non
sarebbe più tornata da lei.
Lluvia lo abbracciò nuovamente alle spalle, per cullarsi del
suo calore e condividere il suo dolore.
Se n’era andata Ultear, aveva compiuto il gesto
più bello che una persona potrebbe mai compiere nei
confronti di un’altra: donare la sua vita.
Quando la battaglia terminò, quando giunse il tempo di
piangere i morti e gioire per il futuro, Fairy Tail si strinse intorno
al falò dove ardeva il corpo della giovane maga. Guardando
il fumo correre verso il cielo, a Gray parve di vederla, Ultear, volare
fra le braccia di Ur.
Felice.
Note:
Mashima lo pesterei, ma sono dell'idea che non è ancora
troppo tardi Q^Q Però mi dispiace se poi anche Ultear... Q^Q
Ma perché mi deve fare piangere così?! Mah,
comunque, Anastasis significa Anastasia, cioè Resurrezione.
So che Arc of Time funziona in genere su oggetti e corpi viventi non
senzienti. Funziona anche su persone vive, come succede per il second
origina, ma se volessimo osare, direi che un corpo morto non
è senziente.
Grazie per avere letto, perdonate la depressione Q^Q
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