genere generale,
romantico
rating verde (G/PG)
personaggi
Harmon
Rabb, Sarah MacKenzie, Bud Roberts, Harriet Sims, AJ Roberts,
AJ
Chegwidden, Meredith Cavanaugh, Sturgis Turner, Jennifer Coates
pairing Harm/Mac
timeline
durante
e subito dopo 'All ye faithful' (8x11)
spoiler
'All ye
faithful' (8x11) e in generale un po' del background dei
personaggi principali
disclaimer JAG
e tutti i personaggi della serie sono © di Donald P.
Bellisario e di ogni altro
avente diritto.
dedicata a
alla pazientissima beta che ha seguito la nascita di
questa storia passo
passo lo scorso Natale aspettando i tempi biblici della mia ispirazione
._.'' e
me l'ha commentata alle due del mattino mentre entrambe mangiavamo
latte e
biscotti XD Juliet,
questa è indiscutibilmente per te <3 grazie di tutto
:*
note terza classificata al 28° concorso di EFP.
--
ANOTHER
PERFECT
CHRISTMAS
0125 ZULU [1]
ROBERT'S
RESIDENCE
DECEMBER
24TH, 2002
'O
come, all ye faithful, joyful and triumphant
o
come ye, o come ye to Bethlehem
come
and behold him, born the king of angels
o
come, let us adore Him
o
come, let us adore Him
o
come, let us adore Him
Christ the Lord…'
"Segreteria di
Harm. Lasciate un messaggio."
"Ehi… non ci sei ancora, eh? Noi siamo tutti da
Bud… Manchi
solo tu. Ma non siamo ancora a tavola, mi auguro… che arrivi
qui in
tempo."
Il sorriso che fino a quel momento si era sforzata di
mantenere - nonostante lui neanche potesse vederla - sparì
improvvisamente.
"Spero non ci siano problemi."
'…o
come, let us adore Him
o
come, let us adore Him
o
come, let us adore Him
Christ the Lord…'
Sospirando silenziosamente, Mac chiuse la comunicazione.
Strinse forte il cellulare in una mano, mentre dalla stanza
accanto giungevano ancora le voci del coro improvvisato che stava
intonando O come, all ye faithful.
Senza volerlo,
il suo sguardo corse alla porta d'ingresso di casa Roberts.
Chiuse gli occhi.
Li riaprì.
La porta, ovviamente, era ancora chiusa.
In quel momento la canzone terminò e la musica del
pianoforte cessò con un ultimo accordo. Si udirono applausi
e risate.
"Accidenti, erano secoli che non suonavo, non pensavo
di ricordarmi ancora come si fa!"
Sorrise appena alla figura che era comparsa d'improvviso
accanto a lei. "Sei stata brava, Meredith."
"Grazie, mi fa piacere che lo pensi!" replicò
l'altra allegramente.
Evitando di sottolineare, pensò Mac con gratitudine, il
fatto che lei non avesse ascoltato una sola nota.
"Harriet ha detto che ci vorrà ancora un po' per la
cena… abbiamo il tempo di cantare qualcos'altro, che ne
dici?"
"Sì…" Fece un altro piccolo sospiro, fissando il
telefono che aveva ancora in mano. Si sforzò di sorridere.
"…sì, è
un'ottima idea. Metto questo in borsa e vi raggiungo."
"D'accordo!"
Meredith fece per voltarsi e tornare di nuovo nel salone, ma
d'un tratto si fermò. Lei, ancora immobile, non
sembrò essersene accorta.
"…Mac?"
"Sì?" replicò distrattamente.
"Vedrai che arriverà presto."
Trasalì, e quasi di scatto si voltò verso
l'altra. Meredith
le sorrise, di un sorriso limpido e materno.
"Sta tranquilla."
0202 ZULU
"Ti sembra questa l'ora di arrivare?"
"Ehi, non è stata colpa mia."
"Ah-ah, certo Harm, non è mai
colpa tua, vero?"
Harriet, seduta a capotavola tra i due, sorrise divertita a
quel battibecco.
"In cerca di guai anche a Natale, capitano?"
"Sono i guai che cercano me, Harriet - mi passeresti
quel piatto, per favore?"
"Potevi almeno avvertire, no?"
"Come, via radio magari? 'Harm a torre di
controllo, infornate il tacchino, tra venti minuti sarò
lì, passo'."
"Ma che spiritoso… Non avevano telefoni, alla base?"
"Cos'è, una corte marziale? Ho diritto ad una difesa o
mi hai già condannato?"
"Harriet, io al tuo posto non lo avrei lasciato sedere
a tavola."
"Non ne dubito."
"Bene. Ricordatelo la prossima volta che ti inviterò a
cena."
"Ti ho mai detto che sembri mia madre, Mac?"
Entrambi repressero a stento un sorriso.
0420 ZULU
"Certo che hai avuto fortuna, Harm."
Sturgis Turner sorrise al suo migliore amico, seduto davanti
al caminetto sul divano di casa Roberts assieme a tutti gli altri
ospiti che
erano ancora lì dopo la cena. Tiner avrebbe aspettato la
mezzanotte con suo
fratello ed i suoi nipotini; Mikey aveva promesso ad alcuni amici che
non
vedeva da tempo di raggiungerli ad una festa, ed anche il padre di Bud
si era
accomiatato alludendo a una certa compagnia che lo attendeva, sulla
quale
nessuno aveva voluto indagare oltre. Quanto all'ufficiale Scoggins,
aveva
dichiarato che c'era più di una persona a cui doveva fare
gli auguri e che per
prima cosa sarebbe andato a casa per chiamare la sua ex moglie e suo
figlio a
Buffalo.
"La fortuna non c'entra, Sturgis" replicò Harm
bevendo un sorso del suo caffè. "Se non avessi convinto quei
due piloti a
cederci i loro posti, Boone e io saremmo ancora sulla Coral Sea a
quest'ora."
"Come dire che ancora una volta è stato tutto merito
della tua eloquenza, avvocato?"
Harm si voltò lentamente verso Mac, seduta alla sua destra.
"Questo non
l'ho detto" precisò, ricambiando l'occhiata ironica con cui
lei lo stava
palesemente prendendo in giro.
"Oh, non ce n'era bisogno" ribattè lei con un
sorriso condiscendente, mentre Sturgis, ancora in piedi alle spalle di
Harm,
cercava senza successo di non ridere.
"Ad ogni modo, sono felice che sia riuscito ad
arrivare, capitano" intervenne Harriet, accanto a lui. "Insomma, questa
giornata è cominciata in un modo talmente strano che non ci
avrei scommesso un
centesimo, e invece…" Si guardò attorno,
sorridendo. "Nonostante la
nausea, credo che sia il miglior Natale che abbia mai trascorso."
"Harriet, Natale deve ancora arrivare!" rise Bud.
"Oh, fa lo stesso!" protestò lei agitando una
mano. "Voglio dire" riprese dopo un attimo "che tutti hanno un
Natale più importante degli altri, un Natale che ricordano
perché per qualche
motivo è stato speciale, è stato… perfetto."
Fece una piccola pausa. "Ecco, credo che questo sarà il
mio."
Con dolcezza, allungò una mano ad accarezzare i capelli del
piccolo AJ, seduto a giocare sul tappeto. "Stasera ho con me tutti i
miei
amici più cari, la mia famiglia, e…" Sorrise di
nuovo, di un sorriso tutto
speciale. "…ho avuto il miglior regalo che potessi
desiderare."
Il resto del gruppo sorrise assieme a lei.
"Sono d'accordo" annuì Bud, dopo un breve
silenzio. "Ecco, so che - so che può sembrare strano dirlo,
dopo quello
che è successo…"
Abbassò per qualche istante lo sguardo alla sua gamba, ma lo
rialzò decisamente subito dopo con un sorriso sereno in
volto. "Ma oggi mi
sono accorto che riuscire ad avere di nuovo una vita normale, a
lavorare, a…
guidare un'auto" si voltò verso Harriet, ridendo appena
"ecco, tutto
questo in un certo senso è stato un regalo. Credo
che… persino dopo qualcosa
come quello che è successo a me, con il tempo si smetta di
pensare a quello che
la vita ha voluto toglierti, e… si impari ad apprezzare di
più quello che invece
ha voluto lasciarti. Io - beh, non… non ci riesco ancora
completamente, ma
credo di essere sulla buona strada."
Nessuno disse una parola, aspettando che continuasse.
"Non pensavo di avere la forza di affrontare tutto
questo" riprese Bud "ma ora… so di averla. Come so di avere
Harriet,
ed AJ, e…" si interruppe per gettare un'occhiata orgogliosa
al ventre di
sua moglie "…e ora anche lui."
"O lei" puntualizzò Harriet.
"O lei" sorrise "Quindi sì, direi che questo
è anche il mio Natale perfetto."
"Il mio" intervenne Meredith dalla sua sedia
accanto al fuoco "è stato una quindicina di anni fa,
più o meno. Lo passai
assieme… oh, beh, assieme al mio fidanzato di allora."
Gettò uno sguardo
divertito in direzione di AJ, che era in piedi accanto a lei. "Mi fece
una
sorpresa e mi portò a passare il Natale a Londra.
Passeggiammo lungo il Tamigi,
sotto la neve, e poi andammo a vedere Shakespeare a teatro. Fu molto
romantico."
"Dovrei essere geloso?" chiese AJ incrociando le
braccia.
"Oh, per l'amor del cielo, è roba di secoli fa!"
esclamò Meredith ridendo. "Tu invece, cosa mi dici? Qual
è stato il tuo
Natale più bello?" domandò curiosa.
L'ammiraglio sorrise malinconicamente, come se si ricordasse
di qualcosa.
"Il primo Natale di mia figlia" rispose senza
esitare. "Uno dei - beh, dei pochi che sono riuscito a passare con lei,
quando era una bambina." Rimase in silenzio per un breve istante, lo
sguardo fisso davanti a sé. "Ricordo lo sguardo che aveva
quando aprì il
suo primo regalo. Riusciva a stento a stare seduta ed il pacco era
più grande
di lei" risero tutti, compreso AJ "ma volle a tutti i costi togliere
la carta da sola."
"Ha preso dal suo papà" commentò Mac divertita.
"Già" AJ sorrise di nuovo. "L'ho sentita,
questo pomeriggio. Ora riesce a scartare i pacchetti senza problemi, ma continua comunque a volere regali da me. E guai se non arrivano in tempo."
Ci furono altre risate.
"E tu, Jennifer?" chiese Mac rivolta al
sottoufficiale Coates, seduta accanto a lei.
Lei ci pensò su per qualche secondo. "Credo che il mio
Natale
migliore sia stato quello dello scorso anno" disse dopo un attimo.
Sorrise agli sguardi stupiti dei presenti.
"Beh, almeno non si può dire che non sia stato
movimentato. Vediamo" cominciò, contando sulle dita di una
mano "sono
stata arrestata, accusata, rilasciata, poi presa in custodia, poi
accusata di
nuovo e poi…"
"Non stai dimenticando 'scappata due o tre
volte'?" la interruppe Harm.
Jen rise. "Ha ragione, capitano. Però da
quell'esperienza ho imparato qualcosa. Ho dato una svolta alla mia
vita.
E" si interruppe, guardando il resto del gruppo seduto insieme a lei
"ho incontrato tutti voi. E credo… che questa sia stata una
delle mie più
grandi fortune."
"Aspetti a dirlo dopo aver lavorato con noi per un po',
Coates" commentò Sturgis divertito.
"Sono sicura che non sarà così male, signore"
sorrise lei.
"Ora tocca a lei, capitano Turner" interloquì AJ.
"Ha una storia da raccontarci?"
"So io qual'è stato il miglior Natale di Sturgis."
Gli sguardi di tutti si voltarono verso lo stesso punto.
"Sul serio?" chiese Turner con un certo interesse,
incrociando le braccia.
Harm ricambiò l'occhiata ironica dell'amico. "Claire
Hataway, ti dice qualcosa?"
"Chi è Claire Hataway?" chiese Harriet, curiosa.
Harm sorrise apertamente. "Era la ragazza più popolare
di Annapolis, quando eravamo in accademia" spiegò "Avrebbero
dato
tutti qualunque cosa pur di uscire con lei, ma fu Sturgis l'unico a
riuscirci.
E successe proprio a Natale."
"Non stai dimenticando una parte della storia,
Harm?"
Lui spalancò gli occhi. "Di che parli?"
Questa volta fu Sturgis a sorridere.
"Quello che il capitano Rabb ha convenientemente
omesso di dire" cominciò, sedendosi sul largo
bracciolo del divano "è che anche lui era interessato a
Claire." Un
coro di esclamazioni divertite seguì quell'affermazione,
assieme ad uno sguardo
di avvertimento di Harm che Sturgis ignorò bellamente. "E'
stata l'unica
ragazza che sia mai riuscito a soffiargli."
"D'accordo, non credo che i particolari interessino a
qualcuno."
"A chi interessano?" chiese Mac in tono casuale.
Cinque mani si alzarono immediatamente insieme alla sua.
"Mozione accolta" dichiarò Mac.
"All'unanimità" precisò AJ.
"Un momento" interruppe Harriet "Non è niente
che mio figlio non possa sentire, vero?"
"Garantisco di no."
"Allora d'accordo."
Harm si guardò intorno a bocca aperta - poi, dopo un attimo,
scosse la testa.
"Mi arrendo" brontolò, gettando un'occhiata
accusatoria a Mac che per tutta risposta gli sorrise soddisfatta.
"Bene" cominciò Sturgis "era il Natale del
nostro secondo anno, e qualcuno aveva organizzato una festa per la
vigilia.
C'eravamo anche io e Harm, ovviamente…"
"Ovviamente?
Ho dovuto trascinarti a quella
festa,
tu non volevi neanche venirci!"
"…e c'era anche Claire" continuò, senza curarsi
dell'interruzione. "Harm la corteggiava già da un po', come
più o meno la
metà dei ragazzi del nostro anno, ma lei non aveva mai
voluto saperne, né di
lui né degli altri."
"Credevo che già a quei tempi lei fosse molto
richiesto, signore" intervenne Bud rivolto ad Harm, con una lieve nota
canzonatoria nella voce.
"Lo era" rispose per lui Sturgis "e proprio
per questo a Claire non andava a genio. Si diceva in giro che Harm non
fosse
mai uscito con la stessa ragazza per più di una settimana."
"Ed era la verità?" chiese Mac con interesse.
"Assolutamente NO!" esclamò Harm indignato.
"Erano solo chiacchiere!"
Mac rivolse una significativa occhiata a Sturgis,
chiedendogli conferma.
"Beh…" valutò la risposta per un istante
"…mettiamola così: non era la verità,
ma la verità non era poi tanto
diversa."
"Stai cercando di rovinarmi la reputazione?"
"Sto solo esponendo i fatti."
"Non divaghiamo, signori" intervenne AJ con un
tono autoritario che fece scoppiare a ridere Meredith. "Capitano
Turner,
vuole continuare?"
"Sissignore. Dunque - Harm non si era ancora
rassegnato, ed era convinto che prima o poi Claire gli avrebbe detto di
sì. Io
gli dissi di rinunciare, che era una causa persa, e lo ferii
nell'orgoglio a
tal punto che dichiarò che non solo quella sera l'avrebbe
convinta a uscire…
" fece una pausa, per ottenere maggiore attenzione "…ma
scommise
venti dollari che sarebbe riuscito a baciarla prima della fine della
festa."
"Non posso
crederci!" esclamò Mac voltandosi verso Harm con
aria oltraggiata.
"Sei arrivato fino a questo punto?"
"Ma non intendevo…" tentò di giustificarsi lui,
vagamente imbarazzato "…oh, avanti, Mac, eravamo solo dei
ragazzi!"
"E' stato lei a fargli perdere la scommessa,
signore?" chiese Harriet divertita, mettendo fine alla discussione tra
i
due.
"Assolutamente no, tenente, io non l'avrei mai
fatto" disse Sturgis con enfasi mentre si versava dell'altro
caffè.
"Ma una delle amiche di Claire ci sentì mentre parlavamo, e
glielo riferì.
E lei decise di vendicarsi."
"Lanciandogli il bicchiere addosso?" chiese Mac in
tono quasi speranzoso.
"No." Sturgis fece un'altra pausa. "Claire
era una che amava fare le cose in grande. Gli lanciò addosso
la terrina del
punch."
Bloccò sul nascere le risate con un gesto della mano.
"O meglio" precisò, mentre Harm si concedeva uno
sguardo di rivalsa "avrebbe voluto
lanciargliela addosso, ma una delle ragioni per cui Harm è
un buon pilota è che
ha sempre avuto i riflessi pronti. Risultato, lui si scansò
e Claire prese in
pieno me."
Il resto del gruppo non riuscì a trattenere un moto di
delusione.
"Ma non è giusto!" protestò Mac con un'aria
così
abbattuta che Harm dovette fare del suo meglio per non essere lui a
ridere.
"Aspetta a dirlo" replicò Sturgis con aria
sibillina. Tutti lo guardarono incuriositi. "Claire era così
mortificata
per l'incidente che passò il resto della sera a scusarsi.
Una cosa tirò
l'altra, cominciammo a parlare e… scoprimmo di avere
più cose in comune di
quanto pensavamo. E il resto lo sapete già."
"Ben fatto, capitano" commentò AJ.
"La ringrazio, signore."
"Questo dimostra che c'è una giustizia" dichiarò
Mac con un sospiro soddisfatto, evitando di proposito l'occhiataccia di
Harm.
"E com'è finita tra voi?"
"Ci siamo lasciati poco tempo dopo" ammise
tranquillamente Sturgis. "Ma quel Natale è rimasto il mio
giorno di gloria
fino alla fine dell'accademia. Beh - non sul momento, certo."
Rise di gusto assieme agli altri, prima di accennare con una
mano in direzione di Harm e Mac. "A voi la parola, avvocati."
I due si guardarono, colti di sorpresa.
"Prima le signore" concesse Harm in tono
cavalleresco, dopo qualche secondo di esitazione.
Mac lo ringraziò con un sorriso leggermente ironico. Poi si
fermò a riflettere, mentre la sua espressione tornava seria.
"Tutti voi sapete qual è stato…" fece una piccola
pausa, abbassando lo sguardo "…il mio problema,
prima di arruolarmi nei marines." Esitò, senza reale bisogno
di attendere
una risposta, ma solo per prendersi il tempo di un lungo respiro.
"Quando
a diciotto anni capii che dovevo uscirne" cominciò, tenendo
gli occhi
fissi in un punto imprecisato del tappeto "mio zio mi prese con
sé. Passai
un lungo periodo assieme a lui, in un posto nel deserto dell'Arizona."
Si interruppe.
"A Red Rock Mesa, giusto?" le venne in aiuto Harm
con dolcezza.
Mac si voltò verso di lui, guardandolo per un istante, poi
annuì con uno sguardo riconoscente.
"Poi decisi di arruolarmi. Credevo che tutto fosse
finito, che quel periodo fosse superato ormai, ma presto mi resi conto
che era
più difficile di quello che credevo. Così, quando
in inverno ebbi il mio primo
congedo, tornai di nuovo lì. Speravo che mi facesse bene,
speravo… di potermi
ricordare cosa avevo passato e perché avevo deciso di
cambiare vita."
Fece una pausa, sempre mantenendo lo sguardo a terra.
"Una notte, mentre mio zio dormiva, uscii all'aperto per prendere un
po'
d'aria. Avevo passato dei giorni difficili, avevo perso la cognizione
del
tempo, persino di che giorno fosse. In quel momento ebbi la tentazione
di
scappare via. Di mandare tutto al diavolo e ricominciare come prima."
Si
morse leggermente le labbra, prima di continuare. "Poi, non so
perchè, mi
fermai a guardare il cielo. Sembra… stupido da dire, ma non
avevo mai visto un
cielo come quello. E solo allora" sorrise appena "mi ricordai che era
la notte di Natale."
"E… rimase?" chiese Jennifer timorosamente,
temendo di risultare indelicata.
Mac annuì di nuovo. "Non so per quale ragione,
esattamente, ma… in qualche modo, quel pensiero
bastò per farmi rimanere. Per
darmi la forza di andare avanti."
Fece un'altra lunga pausa, tormentandosi le mani che teneva
appoggiate in grembo. "Non è stato il mio Natale migliore.
Ma se non ci
fosse stato quello" esitò "forse non ce ne sarebbero stati
altri."
Quasi trasalì quando, pochi istanti più tardi,
Harm appoggiò
lentamente una mano sulla sua. Come automaticamente, allargò le dita per permettere a
quelle di lui di intrecciarsi alle proprie - e solo allora
riuscì ad alzare di
nuovo gli occhi.
"Scusatemi" sussurrò "non volevo rattristare
l'atmosfera."
"Non importa, colonnello."
Bastarono gli sguardi degli altri, e il sorriso limpido che
Bud le aveva rivolto con quelle parole, a farla sentire meglio.
"Beh" disse, cercando di tornare allegra
"Credo sia il tuo turno, marinaio."
Harm si lasciò sfuggire un sospiro, con un'aria da se proprio non se ne può fare a meno
che
strappò a Mac un'involontaria risatina - ma poi sorrise
leggermente, alzando
gli occhi verso il resto del gruppo.
"Avevo cinque anni" cominciò "Mio padre era
via, in mare. Ci aveva scritto, per il mio compleanno, dicendo che non
poteva
fare previsioni e che non sapeva se sarebbe tornato prima dell'anno
nuovo."
"L'autunno del… sessantotto, giusto?" chiese
l'ammiraglio, ricevendo in risposta un cenno affermativo. "Fu un
momento
di grande incertezza." [2]
Harm annuì di nuovo. "Quel che disse anche lui. Ma a me
ovviamente questo non impedì di restare deluso" aggiunse con
un piccolo
sorriso. "Per consolarmi, mia madre mi promise che avremmo festeggiato
comunque il Natale con lui. In qualunque momento fosse arrivato."
"E andò così?" chiese Sturgis.
"No." Fece una pausa. "Perché, all'ultimo
momento, riuscì a tornare."
Rivolse lo sguardo davanti a sé - quello sguardo colmo
d'orgoglio e di malinconia che chiunque conoscesse Harm aveva visto nei
suoi
occhi almeno una volta.
"Arrivò durante la notte, quando io dormivo già.
E
quella mattina…" si fermò per un istante
"…quella mattina, quando mi
svegliai, lui era lì. Accanto al mio letto." Sorrise.
"L'unico regalo
che davvero desiderassi."
Non disse altro per un lungo momento. Poi abbassò gli occhi.
"Esattamente un anno dopo, venne abbattuto in Vietnam." Prese un
profondo respiro, prima che l'accenno di un sorriso, nonostante tutto,
gli
sfiorasse di nuovo le labbra. "Non ho più avuto un
Natale… perfetto,
quanto lo è stato quello."
Ci fu un nuovo silenzio, spezzato solo dal crepitare del
fuoco.
Fu Harm a romperlo. "D'accordo" disse con un
sorriso "dato che abbiamo esaurito le storie e che mancano
esattamente…" gettò un'occhiata all'orologio
"…undici minuti alla
mezzanotte, propongo di prepararci a brindare, che ne dite?"
"Sono d'accordo" annuì Harriet con calore.
"Mi associo" le fece eco AJ.
Si spostò leggermente contro lo schienale del divano, mentre
il resto del gruppo riprendeva a chiacchierare e Harriet si alzava per
provvedere
bottiglie e bicchieri, e solo in quel momento si accorse di una cosa. E
dovette
accorgersene anche Mac, perché sussultò
leggermente, accanto a lui.
Nessuno dei due si era reso conto che non avevano mai smesso
di tenersi la mano.
0523 ZULU
Mac si guardò intorno, contemplando il piccolo caos che
regnava nella cucina dei Roberts. Sorrise tra sé, ripensando
alla buffa storia
di quella cena improvvisata e a come, nonostante gli imprevisti, tutto
fosse
riuscito a perfezione. Non era avanzato praticamente nulla, tranne un
po' della
squisita torta natalizia che Harriet aveva riportato al sicuro in
cucina per
toglierla dalle grinfie del piccolo AJ ed evitargli un probabile mal di
pancia.
Cautamente appoggiò sul tavolo il vassoio che aveva in mano,
contenente un assortimento di tazzine e bicchieri sporchi, e
cominciò a
sistemarli nel lavandino.
"Hai intenzione di restare qui a lungo,
Cenerentola?"
Harm, in piedi a
pochi passi da lei, la stava guardando con un sorriso divertito.
Mac gli sorrise
di rimando. "E' incredibile quanti piatti riescano a
sporcare una
dozzina di persone. Ora ricordo perché non organizzo
più feste da un
pezzo."
"Perché non hai piatti a sufficienza o perché non
hai
voglia di lavarli?"
Lei rise. "Entrambe le cose."
"Comunque è stata una bella serata."
"Già."
Si sorrisero di nuovo, senza aggiungere altro per un lungo
momento.
"Non mi avevi mai raccontato quella storia nei
particolari" disse quietamente Mac, rompendo il silenzio che si era
creato. "Eppure mi hai parlato di tuo padre tante volte."
Harm sostenne il suo sguardo per un attimo, poi lo abbassò
lentamente.
"Preferivo tenere qualcosa per me."
"E cos'è cambiato stasera?" chiese lei con
dolcezza.
"Non lo so." Lui alzò di nuovo gli occhi verso i
suoi, la stessa ombra di malinconia di poco prima a velargli lo
sguardo. "Nostalgia,
forse."
Silenzio.
"Nemmeno tu mi avevi mai raccontato la tua" notò
Harm, senza smettere di guardarla. "Credevo che… non ti
andasse di parlare
di quel periodo."
Questa volta fu lei ad abbassare lo sguardo.
"Lo credevo anch'io" sussurrò dopo qualche
secondo. "A quanto pare è la serata delle sorprese."
"E io che pensavo di conoscerti."
"Non dirlo a me" ribatté lei. "Ero convinta
che avresti dato più facilmente la vita, piuttosto che le
tue ali."
Harm sorrise leggermente. "Le ho date a qualcuno che le
meritava" disse soltanto.
Mac si limitò a scuotere divertita la testa, prima di
tornare al suo lavoro.
"L'hai notato subito."
Lei si voltò di nuovo. "Che cosa?" chiese,
confusa.
"Quando sono arrivato" disse piano lui,
guardandola negli occhi. "Hai notato subito che non le avevo."
Esitò per un attimo sotto quello sguardo, senza sapere cosa
dire.
"Harm, vederti senza il distintivo è più o meno
come
vederti senza un braccio" sorrise alla fine. "E' una parte di
te."
"Speriamo che lo rimanga" ironizzò lui con una
piccola smorfia.
"Oh, avanti, non possono impedirti di volare solo
perchè qualcuno non ti sopporta" lo rassicurò,
terminando di riporre le
ultime stoviglie e asciugandosi le mani. "O ti avrebbero impedito di
fare
l'avvocato da un pezzo."
Sorrise all'occhiata falsamente arrabbiata di lui, mentre,
facendo finta di nulla, tagliava furtivamente una fetta della torta
avanzata e
la sistemava su un piatto.
"Questa si chiama appropriazione indebita, lo
sai?"
"Vuoi processarmi per un pezzo di dolce?" lo
stuzzicò, appoggiando comodamente la schiena contro il legno
del mobile dietro
di lei.
"Tu mi hai processato per il mio ritardo, direi che
siamo pari."
Lei lo guardò in modo strano, poi abbassò gli
occhi e diede
un morso alla fetta di torta.
Lui rimase fermo a fissarla, cercando il suo sguardo.
Di nuovo, silenzio.
Sospirando, Harm si appoggiò lentamente al mobile, accanto a
lei, e incrociò le braccia contro il petto.
"Avanti, che c'è?"
"…come?"
"Che cos'hai?"
"Niente, perché?"
Lui alzò un sopracciglio, fissandola sarcasticamente.
"Ma-aac?"
"Cosa?"
"Ti ho chiesto cos'hai."
Lei esitò.
"Niente, è… è una cosa stupida."
"Sentiamo."
Mac sospirò e chiuse gli occhi.
"Ero… preoccupata. Prima, quando non ti ho visto
arrivare." Sospirò di nuovo, appoggiando il piatto sul
ripiano accanto a
lei. "Tiner mi ha detto della tua email, e che avresti riportato
indietro
quell'aereo, e… e ti ho chiamato, ma continuavi a non
rispondere e
allora…"
Improvvisamente si voltò verso di lui, fronteggiandolo.
"…insomma,
lo so che è stupido, d'accordo?" abbassò lo
sguardo, cominciando a
gesticolare nervosamente "…so che sei un ottimo pilota, che
hai volato
centinaia di volte e che per te è normale routine, solo
che…"
Si bloccò, a bocca aperta. Davanti a lei, Harm stava facendo
di tutto per non ridere.
Lo fissò con aria accusatoria. "…Lo trovi
divertente?"
"No…" lui sorrise apertamente "…no, scusa,
è
che…"
Lentamente, senza smettere di sorridere, Harm sollevò una
mano
e le tolse un po' di panna dalla punta del naso.
A lei occorse qualche istante per capire. "Oh."
Lui rise. "Accertati che non ti succeda in
tribunale" la punzecchiò "Non saresti credibile se facessi
un'arringa
in queste condizioni."
Mac alzò un sopracciglio. "Io non mangio dolci alla
panna prima di entrare in aula."
"No, infatti. Mangi di peggio, però."
Lei gli diede un pugno scherzoso sul braccio, fintamente
offesa. Poi abbassò lo sguardo e ripulì il suo
dito, ancora sporco di panna,
con il proprio, portandolo poi velocemente alla bocca. Chiuse gli occhi
per un
istante, gustandone il sapore.
"Io tornerò, Mac."
Lei trasalì. Alzò il viso verso il suo, stupita.
Lui la
guardò intensamente, gli occhi serissimi e dolci insieme
fissi nei suoi.
C'erano dei momenti - momenti in cui lui sembrava rubarle i
pensieri, in cui la capiva anche prima e anche meglio di quanto lei
riuscisse a
capire se stessa. Momenti in cui riusciva a leggerle dentro con una
facilità
che a volte la spaventava.
"Sempre. Te
lo prometto."
Momenti in cui lei si chiedeva se sarebbe riuscita a
smettere di guardarlo.
"Soprattutto finché…" Harm abbassò lo
sguardo,
improvvisamente intimidito. "…finché ci
sarà qualcuno ad aspettarmi."
Quando lo rialzò, lei lo stava ancora fissando, senza
riuscire a dire una
parola. Lui sorrise appena. "Non preoccuparti, d'accordo?…"
Mac trattenne il respiro, lottando contro la voglia di
piangere - se di sollievo, di commozione, o di qualunque altra cosa,
non
avrebbe saputo dirlo. Le occorse qualche secondo per riuscire a
sorridergli
anche lei.
"D'accordo" sussurrò.
Rimasero a guardarsi, senza dire nulla, per un lungo
istante.
"Signore, signora, scusatemi…"
Si riscossero, voltandosi nello stesso momento. Jennifer era
comparsa improvvisamente sulla porta della cucina.
"AJ vi vuole immediatamente di là".
I due la guardarono interrogativamente. "Il piccolo
AJ, intendo" rise Jen
"Vuole assolutamente che lo zio Harm e la zia Mac giochino con lui. E
non
ammette rifiuti."
Sorrisero entrambi.
"Il piccolo AJ sta diventando quasi peggio del
grande."
"L'ho sentita, capitano" commentò asciutta una
voce dall'altra stanza.
Mac scoppiò a ridere di cuore. Harm scosse la testa,
sospirando. "Quasi."
0610 ZULU
"Non voglio andare a letto, mamma!"
AJ Roberts, ritto nel salotto ormai semivuoto con gli
occhioni sveglissimi e un peluche in mano, fissava la sua mamma con un
cipiglio
militaresco che avrebbe di certo reso orgoglioso l'ammiraglio di cui
portava il
nome. Aveva dormito saporitamente quel pomeriggio mentre aspettava che
i suoi
genitori tornassero a casa, e ora l'idea di dover smettere di giocare
non lo
entusiasmava per nulla.
"Niente capricci, AJ" tagliò corto Harriet "I
bravi ometti sono tutti a letto da un pezzo a quest'ora. Vedi qualcuno
sveglio
in giro?"
"Tu sei sveglia" ribattè il piccolo con tono
perfettamente logico.
"Già, per sistemare i disastri che hai combinato
stasera" sospirò Harriet chinandosi a mettere in ordine i
giocattoli
sparsi sul pavimento.
"E anche la zia Mac è sveglia!"
Mac, che stava rassettando, rise divertita.
"Ah no, non contarci troppo, cucciolo" sorrise,
mentre ripiegava una tovaglia. "La zia Mac sta cadendo dal sonno e non
vede l'ora di andarsene a nanna."
"Oh, lasci stare, colonnello. Ci penserò io domani
mattina."
"Non se ne parla, Harriet, è il minimo che possa
fare."
"Grazie mille" sorrise Harriet prendendo in
braccio AJ per mettere fine alle sue proteste. "Ecco, soddisfatto ora?
Il
papà è già andato a dormire, la zia
Mac sta andando a dormire e la mamma
vorrebbe tanto andarsene a
dormire…
" Si interruppe, e mosse qualche passo verso il divano, gettando
un'occhiata incuriosita.
"Visto?" aggiunse a voce un po' più bassa,
voltandosi verso il piccolo e accennando con la testa "Sembra che anche
lo
zio Harm stia dormendo."
Mac si voltò, sorpresa. Lanciò uno sguardo interrogativo ad Harriet, poi lentamente la raggiunse.
Nessuna delle due riuscì a trattenere un sorriso nel vedere
Harm profondamente addormentato accanto al fuoco.
"Povero capitano" sussurrò Harriet "Doveva
essere davvero distrutto."
"Già." Mac scosse la testa, senza smettere di
sorridere, poi si diresse verso di lui per svegliarlo.
"No, aspetti" la bloccò l'altra. "Lo lasci
dormire."
Mac la guardò sorpresa. "Vuoi dire… qui?" chiese,
incerta.
Harriet annuì. "Io e Bud andremo dai miei genitori,
domani, perciò dovremo alzarci molto presto.
Penserò io a svegliarlo."
Esitò, vedendola ancora dubbiosa. "Crede che non sia una
buona idea,
colonnello?"
Lei ci pensò su per un istante, prima di sorridere di nuovo.
"No" sussurrò piano, guardando Harm. "No,
forse è la cosa migliore."
Harriet le sorrise di rimando. "Salgo a portare a letto
questo terremoto e a prendere una coperta. Se mi aspetta altri cinque
minuti
avrò il tempo di salutarla come si deve, altrimenti mi
farà sentire una pessima
padrona di casa" la minacciò. "AJ, dì buonanotte
alla zia Mac."
"'notte" disse il bimbo poco convinto.
Mac rise piano e gli mandò un bacio. "Sogni d'oro,
cucciolo."
"Torno subito" assicurò Harriet sistemandosi
meglio AJ tra le braccia e voltandosi verso la porta. "Almeno spero"
sospirò.
Mac rimase per un istante a guardarli divertita mentre
salivano le scale, sentendo il piccolo AJ borbottare serio qualcosa
riguardo al
fatto che la mattina dopo avrebbe dovuto chiedere allo zio Harm se era
per caso
riuscito a vedere Babbo Natale e Harriet assicurargli che Babbo Natale
si
sarebbe ben guardato dal fermarsi da un bambino che ancora non si
decideva a
dormire.
Poi si voltò di nuovo verso Harm.
Si era addormentato con le gambe allungate davanti a sé e la
testa appoggiata sullo schienale del divano. Aveva tolto la giacca
dell'uniforme per giocare con AJ - che aveva probabilmente contribuito
a
ridurlo in quello stato, avendo passato una buona metà della
serata tenacemente
aggrappato alle sue spalle - e i bagliori rossastri del fuoco si
riflettevano
sul bianco della sua camicia, creando strani giochi di luce. E c'era
qualcosa
di così incredibilmente tenero, nel guardarlo dormire, da
farla sorridere senza
neanche rendersene conto.
Come non si era resa conto di essere rimasta immobile a
percorrere con lo sguardo ogni linea del suo viso trattenendo quasi il
respiro.
Come non si era resa conto del momento esatto in cui aveva
smesso di guardarlo e lentamente gli si era seduta accanto,
appoggiandosi piano
contro di lui.
Sorrise di nuovo, di se stessa questa volta, per quel
momento di vicinanza che gli stava rubando, troppo stanca per cercare
una
giustificazione e per non lasciarsi semplicemente andare e godersi quel
calore.
Solo per una volta, si disse, solo per un attimo, poteva concederselo.
Si perse a fissare il fuoco che moriva nel caminetto, mentre
immagini di quella strana giornata si accavallavano nella sua mente.
Il freddo che aveva sentito uscendo di casa quella mattina,
la tazza di caffè che Tiner le aveva portato, l'aria felice
di Jennifer quando
era arrivata al JAG, il sorriso di Harm nella foto che le aveva
regalato, il
caporale Tenney che stringeva tra le braccia il suo bambino, la risata
dell'ammiraglio, la voce di Harm nel messaggio della segreteria
telefonica,
l'orgoglio negli occhi di Harriet, Bud che intonava i canti
tradizionali, Harm
che le prendeva la mano mentre parlava, Harm che le prometteva che
sarebbe
tornato sempre, Harm addormentato sul divano, Harm che apriva il
portone e
entrava e si sedeva di fronte a lei e il mondo che tornava ad avere i
suoi
colori e il Natale che tornava ad essere Natale - che tornava ad essere
perfetto.
Sospirò leggermente, mentre appoggiava una mano contro il
petto di lui. Senza riflettere, la lasciò scivolare fino a
sentire il suo cuore
battere sotto le dita.
Solo per un attimo, si ripeté. Poi, chiuse gli occhi.
0625 ZULU
"Ecco qui" disse sottovoce Harriet rientrando nel
salone. "Con questo non…"
Si fermò.
Mac era rannicchiata sul divano, stretta al fianco di Harm,
addormentata sulla sua spalla. Lui aveva chinato leggermente la testa
su quella
di lei, e lasciato inconsapevolmente scivolare un braccio dietro la sua
schiena, cingendola protettivamente.
Harriet rimase a guardarli per un istante. Era incredibile
quanto sembrasse naturale, quanto sembrasse giusto,
vederli così. Quanto persino nel sonno sembrassero cercarsi
e trovarsi, come se
non ci fosse nient'altro al mondo e loro potessero semplicemente
bastare l'uno
all'altra.
Considerò l'idea di svegliarli - poi, semplicemente, scosse
la testa e sorrise.
Cercando di fare il più piano possibile,
drappeggiò il
morbido plaid sopra di loro e riattizzò alla meglio le braci
nel camino perché
durassero un poco più a lungo. Poi uscì dalla
stanza in punta di piedi e spense
la luce, dirigendosi verso le scale. Certo, pensò, che
succedevano strane cose
la notte di Natale.
Istintivamente si accarezzò il ventre, senza smettere di
sorridere. Sì. Succedevano davvero
strane cose.
--
[1] per chi non
è
familiare con il fandom, l'ora ZULU non è altro che l'ora
del meridiano di
Greenwich. Per ottenere l'ora effettiva della storia, cioè
quella di Washington
DC, ne vanno tolte cinque: all'inizio di questa fic, per esempio, sono
le
20.25.
[2] 'Dovendo
fronteggiare una scarsità di
truppe, il 14 ottobre 1968 il Dipartimento della Difesa
annunciò che l'Esercito
Statunitense e i Marines avrebbero rimandato circa 24.000 uomini in
Vietnam,
per un secondo periodo non volontario. Due settimane più
tardi, il 31 ottobre,
citando i progressi nei colloqui di pace di Parigi, il Presidente
Johnson
annunciò alla sua nazione che aveva ordinato una completa
cessazione di
"tutti i bombardamenti aerei, navali e di artiglieria sul Vietnam del
Nord", effettivo dal 1 novembre.' [fonte: Wikipedia]
credits/ispirazioni la
scena
iniziale della telefonata di Mac è tratta in parte
dall'episodio originale, io
l'ho solo allungata un po' (la telefonata fino a quando Mac riattacca
fa
effettivamente parte della trama di AYF, tutto il dialogo con Meredith
è opera
mia). La canzone citata all'inizio è ovviamente O come all ye faithful, canto
tradizionale natalizio che non è
altro che la traduzione inglese della nostra Adeste fideles e che tutta
l'allegra brigata canta sempre nella stessa scena :P
Claire
Hataway (che è un personaggio di mia invenzione,
così come tutto
l'aneddoto scemo che la riguarda XD) deve il suo nome a Claire Taylor,
la
defunta moglie di Mac Taylor di CSI NY, e il suo cognome a Carol
Hataway di ER
- per la serie, nei nomi ho zero fantasia e si vede XD
note niente, solo - dovevo pubblicarla, perchè
domani saranno
TRE anni tre che questa storia è nata nella mia testa,
quindi era pure ora che
ne uscisse XD Anche se ormai ho un po' abbandonato questo fandom, anche
se
pubblicarla non significa quanto avrebbe significato in passato, resta
la prima
fanfic che ho scritto, la prima a cui ho lavorato seriamente e per cui
mi sono
detta 'cazzo, questa la devo finire è_è'. Quindi
non importa come la troverete
e quanto zuccherosa e terribilmente natalizia sia XD, io le sono affezionata comunque <3 E poi sì, un po' di zucchero a me ogni tanto piace. Soprattutto a Natale :P
Se avete avuto il coraggio di arrivare fino a qui, vi meritate di sapere che esiste anche una seconda versione di questa fic, identica a questa ma con un finale fluff e romantico che qui non ho voluto mettere perché, beh, non mi convinceva del tutto, ma che ho voluto comunque condividere con le shipper di JAGsite.it :P Se siete Harm/Mac fino al midollo o se semplicemente vi piacciono le cose fluff, la trovate pubblicata in esclusiva qui (è il file che ha lo stesso nome della fic).
risposte
alle recensioni rispondo sempre, qui in fondo alla storia:
quindi se
recensite (pliz? é_è) poi ripassate a leggere la
risposta, se vi va :P
allydi: ti ringrazio molto per il commento :) Beh, ora come ora JAG non è il fandom in cui sono più attiva, ma ci sono molto legata e quindi... chissà :P magari qualche storia breve o qualche traduzione arriveranno, anche se non assicuro nulla! Però, se non l'hai già letta, c'è un'altra versione di questa storia con un finale più romanticoso... non è pubblicata su EFP ma ho appena inserito il link alla fine delle note! Grazie e ciao :*
Juliet: rispondo solo oggi perchè ci ho dovuto pensare su un poco, a cosa rispondere :) e coincidenza, oggi è il tuo compleanno XD Ecco, credimi se ti dico che mi ha toccato la tua recensione, tanto tanto <3 e sono felicissima che questa storia (per cui ti ho fatto tanto penare XD) abbia lasciato qualcosa - anche solo che sia arrivata la sensazione dell'atmosfera che volevo creare, che nella mia mente doveva essere un'atmosfera calda, confortevole, familiare, direi, perchè loro per me sono sempre stati una grande famiglia ed era così che volevo raccontarli. Ma che abbia lasciato qualcosa di più ancora, è molto bello per me, e vale anche più dell'essere riuscita a tenerli IC (poi ciò non toglie che ogni volta che mi si dice 'il tuo *nomepersonaggio* è IC' io zompetto di gioia automaticamente *O* anche dopo la milionesima volta, sì XD). E' bello sapere di essere riusciti a regalare un'emozione, ecco. Anche se il fatto che qualcuno pianga con una mia storia è sempre una sensazione strana, mi sento persino un poco in colpa :D ma spero che alla fine, lacrime a parte, ti sia rimasto dentro qualcosa di positivo. Grazie a te, quindi. Davvero. E auguri :*
fedenow: oddio, ti ringrazio tanto o///o davvero, mi fa un piacere immenso che nel suo piccolo possa sembrare una puntata, almeno un pochino - era il mio obiettivo mentre scrivevo quello di lasciare il tutto il più realistico possibile, sia il linguaggio sia i personaggi, che ho amato davvero tantissimo e volevo rendere nel modo migliore <3 e mi fa piacere anche che leggerla ti abbia reso serena, è un bellissimo risultato per me :) Grazie ancora per questo commento, è bello sapere che qualcuno legge ancora questa storia :P
Nahid: ma grazie <3 sono felicissima che ti sia piaciuta, e che bello che ci siano ancora delle fan di Harm e Mac in giro <3 Oddio, anche io amavo il Cheg, che uomo era *O* e gongolo perchè non sei la prima a dirmi che sembra di vedere un episodio, e di questa cosa vado assai fiera :D Un bacione, grazie ancora :*
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