Santa Claus is coming to House!
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Buona lettura!
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Per Nonna Minerva
con tanti auguri di Buon Natale!
SANTA CLAUS IS COMING TO HOUSE!
Oh! You better watch out,
You better not cry,
You better not pout,
I'm telling you why:
Santa Claus is coming to town!
He's making a list,
He's checking it twice,
He's gonna find out
who's naughty or nice.
Santa Claus is coming to town!
Tonks si svegliò, tirando un grosso calcio al piumone verde mela che la teneva al calduccio.
Era la notte di Natale, la prima da quando lei e Remus... Oh, avete capito.
Era successo da talmente poco tempo che stentava a rendersene conto lei stessa.
Guardò la sveglia luminosa sul suo comodino: l'una e ventidue. Aveva dormito sì e no tre quarti d'ora.
Vi starete chiedendo come mai, la
notte del 24 dicembre, una giovane e brillante Auror che sprizza
vitalità da tutti i pori non fosse in giro per locali a far
baldoria, invece di essersi coricata ad un orario schifosamente
precoce...
Purtroppo era l'inconveniente di stare con qualcuno che considera sé stesso troppo vecchio per certe cose.
Sarebbe anche potuta uscire a
folleggiare da sola, in effetti, ma da qualche tempo la prospettiva di
una sana sbronza in solitario non le appariva più tanto
allettante.
Naturalmente a Tonks non sarebbe
affatto dispiaciuto restare in casa, se ciò avesse significato
passare tutta la nottata soli soletti, ad inebriarsi di coccole natalizie
davanti al caminetto acceso.
Invece poco dopo mezzanotte si
era dovuta staccare da lui a malincuore, nonostante avesse tentato in
tutte le maniere di trattenerlo ancora un po’.
-Nevica,- aveva mugugnato pigramente. -Ti bagnerai.-
-La neve mi piace- era stata la quieta risposta di Remus.
Lei aveva provato a protestare.
Era arrivata perfino ad
aggrapparsi mani e piedi al suo braccio, ma Lupin se l’era
delicatamente scrollata di dosso, regalandole in cambio un candido
bacio sulla fronte.
Ricordava perfettamente
l’espressione divertita al suo tentativo di insistere: con
gentilezza l’aveva pregata di non fare i capricci, scoprendo il
suo dannato sorriso candido.
Merlino, che denti perfetti che
aveva...
Certo, era consapevole che si trattava delle zanne di un
Licantropo, ma le trovava ugualmente... Wow!
Ad ogni modo, il fatto era che in
certe occasioni assomigliava tremendamente ad un genitore apprensivo:
“Dora è tardi”, e “Dora alzati dal
letto”, e “Dora ti sembra il caso di sbriciolare biscotti
fra le lenzuola”, neanche avesse avuto otto anni.
A volte Tonks aveva voglia di
ribattergli che nelle sue lenzuola aveva il diritto di sbriciolare
ciò che preferiva, fosse stato anche un grappolo di peperoncini
piccanti, ma era quasi certa che sarebbe stato completamente inutile.
He sees you when you're sleeping,
He knows when you're awake.
He knows when you've been bad or good,
So be good for goodness sake!
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Immersa nei suoi pensieri, la ragazza faceva fatica a riprendere sonno.
Uno, due, tre… diciattordici…
Contare gli Ippogrifi saltellanti
non era affatto efficace, avrebbe dovuto renderlo presente al caro
professor Lupin la prossima volta che avessero affrontato insieme la
questione.
Come si fa a dormire quando si vorrebbe passare il tempo altrimenti?
Certo, quei passi sordi nel suo salotto poi non aiutavano per nulla...
Il suo cuore perse un colpo.
Passi sordi. Come di una persona che tenta di non farsi scoprire.
C'era qualcuno in casa sua, qualcuno che lei non aveva invitato.
Afferrò la bacchetta che aveva lasciato sul comodino carico di cianfrusaglie.
La teneva sempre a portata di mano, perfino nella doccia. Non che avesse paura, naturalmente: era un'Auror finemente addestrata.
Ma... "Vigilanza costante", le aveva detto il primo giorno Malocchio, e lei l’aveva preso alla lettera.
Diversi mesi dopo aveva capito i livelli di psicopatia che riusciva a raggiungere Moody, ma ormai il danno era fatto.
Questo, in genere, non piaceva molto ai suoi fidanzati.
Trovavano fastidioso che, nei
momenti di intimità, lei adocchiasse ogni secondo quell'affare
lungo e rigido... A parte Adam, naturalmente, ma quello era davvero un
tipo strano.
Non per niente andava a genio ad Andromeda Tonks.
Con cautela, scese dal letto, che scricchiolò appena, ed imboccò il buio corridoio.
Passò il bagno, passò la camera degli ospiti.
Il salotto era l’ultima stanza in fondo.
Trattenne il fiato, attenta a non provocare alcun rumore che la facesse scoprire.
I suoi sensi erano tutti in stato di massima allerta.
Un sagoma scura, dalla forma stranamente irregolare, trafficava vicino al suo caminetto.
Aveva una buffa testa a cono floscio, con un'enorme gobba asimmetrica sulla destr... sulla sinistra.
No, sulla destra.
Per Morgana, poteva spostarla a suo piacimento!
Non conosceva alcuna creatura
magica capace di assumere quel comportamento bizzarro, se non forse i
Mollicci... ma il suo Molliccio prendeva una forma molto differente.
Avanzò di qualche passo.
Dai movimenti che la figura compiva riuscì ad identificarla come umana.
Un topo d'appartamento, senza dubbio.
In quel momento il losco
individuo stava armeggiando con quella che lei inizialmente aveva
scambiato per una gobba.
Ma cos'era, dannazione?
Non riusciva a capirlo, così si avvicinò ancora un poco, quasi senza respirare.
Era un... sacco, ma certo!
Un grosso sacco da riempire con tutti i suoi oggetti di valore!
Come ad esempio...
...
...
Ehm...
...
...
...
C’era quel suo…
…
…
…
Ma sì, quella cosa che…
…
…
…
Al diavolo, un grosso sacco da riempire con tutti i suoi oggetti di valore!
Non poteva permetterlo, sarebbe stato un vero affronto alla sua persona.
Senza contare che ciò l’avrebbe resa lo zimbello del Dipartimento, quando la notizia si fosse sparsa.
L’avrebbe affrontato, faccia a faccia.
Il ladro non sembrava essersi
accorto che un Auror altamente addestrato era sveglio, a pochi metri da
lui, pronto a neutralizzarlo.
Continuava a starsene chino sul sacco, tutto preso
dalla propria attività.
Sicuramente si trattava di un novellino.
Poteva contare sull’effetto sorpresa, pensò la ragazza.
“Calma Tonks” si
disse, “non fare mosse avventate. Rifletti, quale incantesimo
potresti usare? Ti serve qualcosa che lo metta fuori combattimento, ma
che gli lasci modo di confessare come sia penetrato qui dentro.”
Arrischiò un nuovo passo,
ma qualcosa di inutile -come un ferro da stiro- giaceva esattamente sullo
stesso punto del parquet dove lei avrebbe dovuto posare il piede.
Il rumore che produsse al contatto fu davvero
flebile, eppure nell’oscurità densa del proprio salotto
Nymphadora ebbe la netta sensazione che il ladro si stesse per girare
verso di lei.
L’istinto ebbe il sopravvento, ed esclamò senza esitare oltre:
-IMPEDIMENTA!
So...You better watch out,
You better not cry
You better not pout,
I'm telling you why.
Santa Claus is coming to town.
L’uomo precipitò sul pavimento con un tonfo, come se un rinoceronte lo avesse placcato alle ginocchia.
Cacciò un mugolio soffocato di dolore.
-Hhhmpf!-
Ancora in allerta, Tonks si avvicinò lentamente per osservare la sua preda.
Nel buio, la giovane distinse una pesante casacca bordata di pelliccia, un cinturone nero
allacciato in vita ed un buffo berretto penzolante, corredato di
pon-pon.
Merlino, assomigliava in maniera impressionante a…
La strega scrollò la
testa. Lei non credeva più a certe cose da quando aveva
dodic… ehm, cioè, sei anni. Non esistevano vecchietti
che giravano su slitte incantate, distribuendo doni a tutti i bimbi
buoni del pianeta. Si trattava solo di sciocche credenze babbane,
inculcatele da quel pazzo di suo padre.
Eppure…
Un agghiacciante dubbio s’impossessò di lei.
Tremante, inclinò il busto
in avanti per esaminare il soggetto da vicino.
Evidentemente però si sporse troppo, almeno per una come lei, dotata di equilibrio pari a quello di un
elefante su trampoli di bambù.
Fece appena in tempo a maledire
la gravità che stava per fargliela un’ennesima volta,
quando crollò addosso al fantomatico intruso con tutto il
proprio peso.
"Oh no… ho fatto fuori
Santa Claus!" pensò durante il volo, prima di andare a sbattere con
violenza la fronte contro la spalla dell’uomo.
-Ouch…-
Tentò di alzare la testa, ma vedeva tutto appannato.
-Porca miseria!- esclamò.
Si trovava lunga distesa sul
torace di uno sconsciuto, abbastanza strambo da intrudursi furtivamente
nelle case altrui, e che per giunta, con tutta probabilità,
aveva un
branco di renne inferocite ad aspettarlo sul tetto…
Avrebbe voluto rialzarsi, ma non ne era decisamentein
grado.
Stordita, chiuse e riaprì
le palpebre più volte, finché non mise a fuoco un volto
che le era stranamente familiare.
Un volto che le ricordava in modo
stupefacente quello di un certo Lupo Mannaro, anche se al momento era fin
troppo... peloso.
Barba bianca? E da quando?
Sorpresa, la ragazza ebbe un sussulto.
L'uomo la guardava, immobile.
Dopo alcuni secondi di choc, Tonks fu in grado di articolare la frase:
-Tu cosa ci fai, qui?
-Ehm... - fece Remus, abbozzando un sorriso incerto -Ho ho ho...?-
Little tin horns,
Little toy drums.
Rudy-toot-toot
and rummy tum tums.
Santa Claus is coming to town.
-N-non capisco…- balbettò Tonks esterrefatta, rivolgendosi al Licantropo.- Credevo fossi stanco morto.... Avevi detto di essere stanco morto!-
-Ho più risorse di quanto non immagini, ragazzina.- rispose quello, con un ghigno.
Le iridi ambrate lampeggiarono dietro ad un ciuffo di capelli chiari.
- E tutti quei discorsi
sull’importanza di una giusta dose di sonno, sui fragili
meccanismi biologici del nostro orologio interno, sul tragico effetto
delle veglie festive... Che fine hanno fatto?- insistette la ragazza.
-Baggianate. Imbastite con l’unico intento di tenerti fuori portata, per stanotte.-
-Beh, se è così... Credo tu abbia fallito miseramente, professore.- rise allegra.
-Lo ammetto.- fece Lupin, con voce rauca.
Poi si accigliò.
-Sarebbe dovuta essere una sorpresa.- disse infine.- Che tu hai rovinato.-
Tonks si morse il labbro inferiore, strizzando gli occhi con aria di sfida.
-Eppure non mi sembra che lo
trovi spiacevole. Intendo lo startene qui, disteso sul pavimento,
con un peso che ti preme sul torace.-
Il mago fece scivolare lentamente
le mani contro i fianchi di lei, con un tocco leggero che le
provocò la pelle d’oca.
-Dipende dall’oggetto che causa tale peso, immagino.-
A Tonks parve che la carnagione
di Remus si fosse colorata lievemente, ma fra la barba finta e la
penombra non poteva esserne sicura. Gli sfiorò una guancia, e la
sentì appena più calda della norma.
-Sei arrossito…- osservò, con una punta di scherno.
-Nego fino alla morte.- ribatté lui.
Little toy dolls
that cuddle and coo,
Elephants, boats
and Kiddie cars too.
Santa Claus is coming to town.
The kids in Girl and Boy Land
will have a jubilee.
They're gonna build a toyland town
all around the Christmas tree.
Si fissavano negli occhi, lei stesa sul suo petto, lui con un mezzo sorriso un po’ sghembo.
-Sai Remus, sei proprio scarso come bugiardo...- lo stuzzicò.
E aggiunse:
-Quasi quanto svaligiatore di case.-
Lupin sospirò.
-Sarebbe andato tutto alla perfezione, se soltanto avessi fatto come ti era stato raccomandato…-
-Come ben sai, io non ascolto mai i consigli sensati.-
-Vero.- grugnì il Licantropo.
-E… sei arrabbiato per questo?- domandò Tonks, gli occhi atteggiati in un’espressione angelica.
Il mago ebbe l’impressione
che le ciglia della ragazza si fossero opportunamente allungate di
alcuni millimetri.
In fondo era abbastanza strano che riuscisse a
distinguerle con la poca luce che filtrava dalla strada.
- Beh, a parte la botta alla
schiena… - inarcò un sopracciglio, calcando il tono sulla
parola “botta” – ammetto che la situazione non si sta
rivelando del tutto spiacevole.-
-Potrebbe migliorare ancora, a mio parere.-
-Io... Credevo volessi vedere che regali ti ho portato.-
La voce gli tremò appena.
- Non sai che non vanno scartati prima della mattina di Natale?- rispose Tonks, visibilmente scandalizzata.
-Fino ad allora,- aggiunse -avrei qualche proposta per impiegare il tempo che ci resta.-
Il suo tono di voce aveva acquistato una nota d’insinuazione.
Remus la guardò con fare sornione.
-In effetti, immagino che trovandoci già in terra ti sarebbe più difficile perdere l’equilibrio mentre...-
S'interruppe, interdetto.
-Mentre ti bacio, vuoi dire?-
-Qualcosa del genere.-
L’Auror scostò un ciuffo di capelli, schiacciato dal berretto, dalla fronte del mago.
Alcune chiazze di luce gli danzavano sul volto segnato, al passaggio delle automobili.
-Sai, non sei niente male, in rosso.- affermò.
Lui si disse, senza tanti
complimenti, che stava per perdere il controllo. E saltarle
addosso. Direttamente sotto l'abete addobbato.
Gli occhi gli brillarono, al pensiero.
-A-ah, conosco quello sguardo.
Non vorrai approfittare della situazione, vero Remus J. Lupin?-
chiese Dora, con falsissimo disappunto.
-Potresti smetterla di provocarmi, magari.- replicò lui.
-Come ti starei provocando?-
L'uomo tamburellò piano con le dita sull'incavo della sua schiena.
-Hai assunto una posizione equivoca, giusto per incominciare.- fece, piano.
-Sono solo caduta, Lupin. Non puoi pensare che sia qui di mia
volontà... Piuttosto si tratterà di un complotto.-
-Ordito da...?-
-Dalla gravità.-
-Oh, naturale... La gravità.-
-Precisamente.-
-Immagino, quindi, che essa sia responsabile anche di certe... allusioni, che hai fatto poco fa.-
-Devi avere sul serio una mente malata, se hai visto qualcosa di losco o di... malizioso, nelle mie parole.-
-Nimphadora Tonks...-
-Dimmi, Johnny.-
-Credo davvero che dovresti alzarti, ora...-
-Oppure potrei restare stesa qui ancora per un po'. Sai, giusto per capire se sono davvero così
irresistibile.- disse.
Lui le scoccò un'occhiata a metà fra il rimprovero e la supplica.
Dora replicò con un sorriso irriverente, e si fece crescere la chioma rosa lungo la
vita, in modo che sfiorasse le mani del Licantropo.
Lupin avvertì il proprio respiro farsi un po’ più affrettato, la gola chiudersi.
La ragazza capì che se i
capelli del mago avessero potuto cambiare colore, in quel momento li
avrebbe visti lampeggiare quanto le sue iridi ambrate.
Respirò piano, ed uno sbuffo d’aria arrivò a solleticare un orecchio dell’uomo, che rabbrividì.
Le dita di lui si strinsero appena intorno ai suoi fianchi, di riflesso.
Tonks risalì con i
polpastrelli lungo tutto il suo braccio, gli sfiorò lentamente i
lati del collo, e si allungò verso il volto di Remus, fino a
posargli un bacio delicato sulla punta del naso.
L’uomo deglutì.
-Tutto qui?- riuscì a malapena a sillabare, la voce ridotta ad un mormorio spezzato.
Da qualche parte, nella testa
completamente svuotata dal tocco della ragazza, galleggiava la vaga
sensazione di aver detto qualcosa di troppo audace, rispetto ai propri standard
usuali.
-Quasi.- sussurrò lei.
Lo prese per il colletto della giubba, attirandolo a sé leggermente.
Sentì il calore emanato dal volto del mago contro le guance, vide le sue labbra screpolate appena schiuse.
Remus trattenne il respiro, il cuore che pulsava impazzito.
-In questo momento hai un'espressione decisamente poco decorosa, professore.-
commentò Tonks, indugiando.
-Sadica.- mormorò l'uomo.
-Un po'.- rispose lei, accorciando ulteriormente l'esigua distanza fra i loro visi.
-Perfida...-
-Davvero?-
Ormai si sfioravano.
-Ti odio...-
I respiri si mischiavano leggeri.
-Anch'io.- disse la ragazza.
Poi, finalmente, annullò lo spazio che restava.
Il bacio fu, dapprima, lieve. Poi divenne sempre più intenso
e profondo - bruciante, quasi.
Tonks sentì pulsare la propria pancia, la testa di Remus iniziò a girare.
Continuarono a baciarsi per terra, senza aprire gli occhi, entrambi troppo inebriati da quel delizioso senso di spossatezza.
-Merlino, Dora...- mormorò Remus, quando si staccarono.
-Sei...-
-Brava, lo so.-
Il Licantropo aggrottò le sopracciglia, sardonico.
-Stavo per dire "estremamente sleale", ma va bene ugualmente.-
Tonks scoppiò a ridere di gusto, divertita.
-Non hai ancora visto tutto, caro il mio Santa Claus...-
Il mago le rivolse un'occhiata interrogativa.
Per tutta risposta, la ragazza lo afferrò per la barba posticcia.
Lo fece alzare.
Lo condusse verso il buio corridoio, e lui si lasciò trascinare senza opporre resistenza, il cuore che ogni tanto scordava di scandire qualche battito.
Trovarono la camera da letto a
tentoni: una avanti, l’altro dietro, inciampando più e
più volte senza smettere di ridere, senza smettere di guardarsi, di cercarsi.
Le bacchette di entrambi
giacevano abbandonate sotto l’albero, insieme al cumulo di pacchi
variopinti, ma nessuno dei due se ne preoccupò.
Dalla strada risuonava un’allegra, gracchiante, vecchia canzone di Natale.
Oh....You better watch out,
You better not cry.
You better not pout,
I'm telling you why.
Santa Claus is comin'
Santa Claus is comin'
Santa Claus is comin'
To town.
THE END.
Beta-reader: Valeria
Cara Francesca, cari lettori lo so.
Trama debole? Sì
Paradossi continui? Vero.
Perdonatemi, sul serio!
Ma l'immagine di Remus
vestito da Babbo Natale era troppo stupendamente assurda per non
usarla, ammettiamolo. Che poi, perchè si fosse conciato in quel
modo, resterà un mistero.
Vi è piaciuta lo stesso...?^_^'
Lo spero tanto.
Con questa storia chiudo, almeno per un po', in attesa dell'ultimo
capitolo (ma penultimo appuntamento) con Chez Black. Ci vediamo l'anno
prossimo!
Buon Natale!
Rainsoul
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