Rette parallele

di YUMA
(/viewuser.php?uid=10344)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prologo:

1 settembre 1989:

Due occhi color nocciola scrutavano la stanza in cerca di qualcosa di interessante da guardare. In cerca di una persona che non avevano mai visto. In cerca di una persona che avevano solo immaginato fosse stata accanto al padrone di quegli occhi un po’ di tempo prima.
Sapeva di non essere da solo.
Girava lo sguardo a destra e a sinistra,sentendosi ogni secondo più abbandonato.
Voleva rincontrare quegli occhi così identici ai suoi. Così uguali,ma così diversi.
Eppure in fondo lui sapeva che non era così. Sapeva che non li avrebbe mai rincontrati per il resto della vita. Una piccola risata di un piccolo bambino lo fece destare dal mondo dei sogni.
Chi era che rideva?
Continuava a girare lo sguardo cercando quella fonte di felicità. Ma nella stanza non vi era nessuno.
Nessun bambino. Solo lui.
Ma lui non aveva riso. Stava semplicemente osservando la nuova realtà di cui faceva parte.
Quella camera azzurra. Con tante nuvole sulla parete. Chiuse gli occhi esausto.
Era stato davvero abbandonato. Nessuno lo avrebbe più preso.
Una voce lo svegliò. Era dolce. Bassa. Tranquilla.
Una donna lo aveva svegliato. Lo aveva preso in braccio e lo aveva condotto lontano da quella persona,che fino a quel momento era stata accanto a lui.
Suo fratello.

Ma quel piccolo bimbo non lo aveva visto,perché era semplicemente la sua esatta copia.
Quella copia che credeva essere se stesso.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=190390