Land of Make-Believe

di Gipsy Danger
(/viewuser.php?uid=56002)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



20.  Fuori:
Terra#3. Scalata.


*
[This is the world we live in
And these are the hands we're given
Use them and let's start trying
To make it a place worth living in]

*

Sei mesi, e tutti in salita. In bilico, come essere appesi alla roccia viva solo con le unghie e la forza di volontà.
Non ci si sente mai soli, nel quartiere generale.
C'è fin troppo da fare. Riordinare, lavare, rassettare, preparare il the. Fare in modo che il dojo sia pulito – quel sacrario dove aveva timore a mettere piede, appena arrivata – e curare quel piccolo quadrato verde davanti a casa Yagi.
Quando hanno cominciato a fidarsi di lei un po' di più le hanno permesso di cucinare. Solo le ferite le trattano ancora da soli.
Chizuru li scorge, capitani e soldati. I primi nascondono le piaghe dietro ad un sorrisetto di condiscendenza o uno sguardo indifferente; i secondi non la guardano nemmeno.
Se solo sapessero che cos'ha imparato da suo padre...ma va bene così. Non è pronta a sopportare la vista del sangue, dopo quella notte. Che pensino pure di lei quello che vogliono. È il piccolo paggio gracile di Hijikata – ci sono altri nomi, altre teorie, e la fanno arrossire di vergogna. Ma lei è sempre la stessa ragazzina quieta, inoffensiva, imbranata.  Non può fare del male a nessuno.
Ma allora perché non la lasciano uscire?

Sei mesi. Un passo dietro l'altro. Arrancare, perdere il fiato. Sentirsi ogni giorno un po' più tranquilla, e ogni notte agitarsi in preda ad un'angoscia senza nome. Scoprirsi a guardare la luna, a desiderare di uscire.
Questa non è la sua vita. È trattenere il fiato e attendere che Hijikata le dia abbastanza fiducia per lasciarle varcare il cancello.
Perché la decisione spetta a lui, lo sanno entrambi.
E Chizuru si rattrappisce, cerca di rendersi invisibile quando lo vede passare. Rimane immobile nel futon, quando la luce della stanza del vicecomandante soffoca e muore. Quando l'uomo si chiude la fusuma alle spalle e passa davanti alla sua porta, lei non respira, la faccia verso il muro.
E Hijikata la soppesa con noncuranza, un'occhiata veloce quando Chizuru posa il vassoio, quando la trova in cortile tra i panni stesi ad asciugare. Quando la scorge seduta dietro ad una colonna, le gambe tirate al petto e un'occhiata quasi rabbiosa verso il cancello che la tiene prigioniera.

Sei mesi d'attesa, sei mesi di scivolate sulla ghiaia. Sei mesi di domande non pronunciate e di risposte sepolte sotto la cenere.
Quando finalmente la chiama da lui e le conferma il permesso di uscire, casuale, come se avesse davanti un cagnolino da portare a spasso, Chizuru si chiede che espressione deve avere.
Perché è la prima volta che coglie l'ombra di un sorriso su quel volto impassibile. Un incoraggiamento, o una sfida.

La salita è finita. La scalata comincia ora.

N\A:

E' vecchia di secoli, e ce ne sono altre due subito dopo, ma per riempire il tempo morto ho decido di aggiornare. Chissà che, con il movie di Hakuouki in arrivo, Urakata ed estate in arrivo, non mi torni l'ispirazione per finire questa raccolta una volta per tutte.
E sì, l'impostazione è off. Non mi andava di fare il solito sbatti di titolo e frin fran. Storia della Filosofia mi ha esaurita x.x
Come sempre, ringrazio chi ha letto, commentato, dato questa storia per morta e chi leggerà.

Kei




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1907542