Fatality is like ghosts in snow.
un.
11.11
Frank sorrise,
guardando l'orologio attaccato alla parete dell'aula.
Chiuse gli occhi,
cercando di pensare ad un desiderio.
Non gli mancava niente.
Aveva i migliori amici
del mondo, una splendida ragazza che lo amava, un
bell'aspetto e la sua famiglia gli voleva bene.
Cosa avrebbe potuto
chiedere?
Ti prego, fa che avvenga un
cambiamento. Uno qualsiasi, ho bisogno di cambiare film
"Signor Iero,
gradirebbe un cuscino dato che ci siamo?"
Frank aprì
gli occhi e mormorò un "mi scusi signor Pump".
Guardò
fuori dalla finestra l'estate che stava svanendo.
Le foglie degli alberi
avevano cominciato ad ingiallirsi, un leggero venticello le faceva
danzare sull'asfalto del parcheggio della scuola e le nuvole erano
grigie e cariche sicuramente di pioggia.
Poi Frank
notò una figura.
Un uomo, sulla
ventina, che usciva da una macchina grigia.
C'erano tante persone
intorno a quell'uomo, ma qualcosa in lui lo metteva in evidenza tra la
folla.
Era come se brillasse
di una luce speciale, quasi fatata.
Frank lo
seguì con lo sguardo, finchè quell'uomo
fu inghiottito dalla moltitudine di studenti che entravano ed uscivano
dalla porta della scuola.
Guardò
scoraggiato il dorso bianco e immacolato del banco davanti a
sè e pensò a chi potesse essere quella figura.
Non era riuscito a
focalizzare bene il viso, però quel modo di camminare lo
aveva quasi stregato.
Posò lo
sguardo sulla lavagna, su cui il professore tracciava equazioni
incomprensibili.
Perchè si
era iscritto a fisica?
Lui era una frana con
la matematica.
Incrociò lo
sguardo con Quinn, che gli sorrise.
Giusto. Aveva seguito
Quinn a fisica, per questo che si era iscritto.
Dopotutto era il suo
migliore amico.
La campanella
dell'intervallo interruppe i pensieri di Frank, che uscì
velocemente dalla classe seguito dall'amico biondo.
Nonostante il chiasso
degli studenti tra i corridoi, Frank Iero non riusciva a togliersi
dalla mente quella figura nel parcheggio.
~
"Cosa facciamo
stasera?" chiese Ray, dando un calcio ad una lattina.
Frank
addentò il panino che stava tra le mani di Quinn e
masticò lentamente.
Aveva voglia di fare
qualcosa di nuovo.
Era stufo di passare i
venerdì sera a festini ridicoli, o a guardare film stupidi
alla tv.
Si distese sull'erba
del prato davanti alla scuola e stette lì a pensare,
osservando le nuvole viaggiare con velocità.
Come gli sarebbe
piaciuto essere una nuvola.
Essere fatto di
qualcosa inafferrabile, essere trasportato da correnti fredde e calda,
essere simili a batuffoli di zucchero filato.
Adorava le nuvole,
anche se erano piene di pioggia.
"Frank, tu cosa
vorresti fare?"
"Cambiare corso. Odio
fisica"
Tutti scoppiarono a
ridere, compreso lui.
"Vabbè
fratello, se vuoi cambia corso. Ho apprezzato il gesto" disse Quinn,
strizzandogli l'occhio.
Frank sorrise e si
alzò dal prato, togliendosi i fili d'erba attaccati sui
jeans.
"Vado in segreteria,
magari riesco a convincere Kitty a spostarmi da Fisica"
Gli amici annuirono,
seguendolo con lo sguardo.
La segreteria della
Belleville High School era sempre affollata.
Studenti che
arrivavano in ritardo, genitori adirati, insegnanti che fumavano
stressati dall'anno scolastico che era appena iniziato.
Frank si
avvicinò al bancone della segretaria, sfoderando uno dei
suoi migliori sorrisi, quando sentì qualcosa; come se tutte
le forze cosmiche fossero andate addosso ad un iceberg e i pezzi di
ghiaccio fossero caduti nell'acqua facendo un suono simile a dei
campanellini di cristallo.
L'uomo che aveva visto
nel parcheggio era seduto non molto lontano da lui.
Doveva avere
venticinque anni come massimo.
I capelli neri come la
notte ricadevano sulla fronte bianca in modo disordinato.
Aveva una bocca
piccola e sottile, contorta in una smorfia.
La pelle bianca come
il latte emanava quasi un'aureola argentea nella stanza.
La maggior parte delle
ragazze lo guardavano attirate da quella bellezza e dalla
misteriosità di quell'uomo.
Frank, attento a
notare ogni particolare di quella creatura seduta, ne scoprì
il colore degli occhi.
Era come se l'oro fuso
si fosse mescolato con lo smeraldo.
L'uomo si
alzò dalla sedia e si avvicinò al bancone, a
pochi centimetri da Frank, che era rimasto come immobilizzato
dall'effetto dei suoi movimenti.
"Signor Iero, ha
bisogno di qualcosa?" chiese con gentilezza, Kitty.
Frank si
disincantò, arrossendo un po' e poi sussurrò con
voce strozzata.
"..Credo che sia il
turno di questo signore, non il mio"
L'uomo lo
guardò, scrutandolo dall'alto al basso e lo fissò
negli occhi.
Frank si
sentì esposto, come se fosse stato nudo davanti a milioni di
persone.
"Sì, ci
sono prima io" disse con tono seccato l'uomo.
Questa Frank non se
l'aspettava.
Aveva immaginato che
l'uomo, vedendo un diciasettenne, gli avrebbe ceduto il turno
sorridendo.
Ma si sbagliava.
Quell'uomo, di una
bellezza da farti soffocare con il tuo stesso ossigeno, era acido e
molto burbero.
Frank si sedette su
una sedia vicina e aprì una rivista, cercando di distrarsi
da tutta la confusione mentale.
Perchè si
sentiva così confuso?
Lui era Frank Iero.
Era una delle persone
più sicure di tutto il pianeta.
Prima che arrivasse
questo figaccione acido, ovviamente.
_______
Duuunque.
Non so da dove mi sia uscito questo pasticcio.
Ho sognato tutto questo durante una noiosissima lezione di arte e poi
ho scritto tutto :3
E' la prima slash che scrivo, quindi vogliatemi bene <3
Il primo capitolo è molto corto, ma doveva servire quasi
come prologo uhm.
Oltre ad essere corto è molto confuso, però
è fatto apposta [:
Il titolo deriva dalle ultime frasi della canzone dei chem,
vampires will never hurt you, che io amo, stimo e sbavo.
Spero che vi piaccia e lasciatemi un po' di commenti, vanno
bene anche le minacce :D
peace <3
poetictragedy..
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