FATHER and DAUGHTER

di purplelight
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father


La luce calda d'agosto illuminava l'intonaco scrostato del soffitto.
L'aria era calda e umida,un profumo di fiori dolciastro entrava dalle fessure delle persiane socchiuse.
John era disteso sul letto, le mani dietro la nuca, gli occhi aperti color nocciola nel buio fissavano il soffitto.
Le lancette dell'orologio battevano il tempo, regolare...di un pomeriggio d'estate, un preludio alla grande attesa della vita.
Lui sorrideva.
La musica di Leonard Cohen invadeva il suo cuore riempiendolo di gioia. Come il pensiero della nascita di sua figlia.
Quel giorno era stato tutto il tempo in silenzio. A pensare.


All'inizio, quando aveva appreso la notizia da Rose aveva avuto paura. Gli incubi che lo avevano perseguitato per 900 anni  si erano ripresentati, bussando prepotentemente al suo unico cuore, nato da poco, eppure cosģ tanto vecchio.
Il suo volto era impallidito davanti alla compagna le labbra , tese, avevano provato a parlare invano.
Semplicemente, era rimasto in piedi, immobile per una decina di minuti incapace di qualsiasi reazione.
Rose l'aveva abbracciato, dolcemente, conscia del dolore passato del compagno.
Poi si era messo a piangere, stringendola a sč cercando di scansare i fantasmi e gli orrori di quei momenti antichi che lo avevano visto protagonista del dolore pił grande che un genitore potesse mai avere ,assistere alla morte dei figli arsi vivi tra le fiamme di una guerra ingiusta.
Quella....la paura di non riuscire a proteggere le persone che amava , di averle viste morire per secoli scivolati velocemente e crudelmente via, caduti dalle sue mani.
La paura l'aveva preso allo stomaco e alla gola, facendolo piegare su sč stesso, stringendo un nodo attorno al suo collo soffocando le sue parole e i suoi respiri.


John Smith....
era un genio....
ma come uomo, era terribilmente fragile.
La sua nuova natura lo costringeva a percepirsi completamente mortale, limitato, finito.
Questo, cozzava con la sua mente , piena di ricordi eterni, di dolore e di rimorsi.
Di notte si svegliava madido di sudore, il cuore come un tamburo urlando i suoi incubi.
Rose, la sua compagna, poteva tenerlo vicino a sč, al caldo, accarezzargli i capelli umidi  e rassicurarlo con parole d'amore, per poi vederlo piombare in un sonno, finalmente senza sogni. Atono.


Mentre guardava quel piccolo essere, stretto tra le lenzuola biance, pulite il cuore vibrava d'amore.
Gli occhi, scavati in profonde occhiaie sembravano brillare nell'oscuritą.
Allungava una mano, incontrando la soffice pelle della manina della figlia e stringendola delicatamente....un gesto, lo specchio della sua paura di perderla. O di perdersi


to be continued...............














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