Nihal e Dubhe due vite diverse in un'unico mondo parallelo

di Fantasy
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Andò in un paesino non poco distante da dove stava, in altri casi non lo avrebbe mai fatto sapeva che non era saggio lasciare tracce e indizi sparsi qua e la,ma era troppo stanca e spossata per passare anche solo una notte di più nel suo abituale dormiveglia doveva riposare e così fece. C’era una locanda mezza diroccata che dava di tutto tranne che dell’occhio appena entrò con il cappuccio di tela sollevato nessuno nemmeno la degnò di uno sguardo quasi fosse invisibile, per lei era semplicemente una gioia,il posto ideale per chi era abituato ad essere solo… Ordinò una scodella di farro e un pezzo di pane rinsecchito,mangiò a testa bassa e poi con un sol gesto diede un paio di monete all’ostiere e andò alle stanze i sopra. Posò il mantello sulla sua schiena stando ben attenta a coprire ogni lembo di faccia, sfortunatamente infatti le camere erano solo una grande camerata piena di letti ne di più ne di meno quindi si arrangio accoccolandosi con una mano sull’elsa del pugnale e l’altra sulla piccola scatola. L’indomani si sveglio che il sole stava ancora sorgendo,era molto presto e la rugiada aveva bagnato ogni cosa. Scese al bancone del povero ostiere gli pagò il conto e poi chiese la strada per Feira, l’uomo un po’ calvo la guardo con un misto di terrore per poi dirle la via. Stava per porgli una domanda quando dubhe scatto verso la porta chiudendogliela in faccia non le andava di rispondere a domande e tanto meno di essere notata il suo scopo era rimanere nel buio Dopo mezza giornata di cammino si rifugiò sotto un grosso albero dietro numerosi cespugli e mangiò un pezzo di pane rancido della sera prima. Tra un morso e l’altro tirò fuori dalla sacca di pelle quella scatola e la mise in grembo poi appena ebbe libere le mani la tastò studiandone ogni minimo dettaglio. Le sue mani andavano su e giù per il liscio legno per poi risalire sull’argento e su ogni piccolo taglio. Dopo qualche minuto provò ad aprirla,era sigillata, ma non così bene da non essere aperta… Sfilò il pugnale dalla custodia e con entrambi le mani lo incastrò nella serratura fece una breve pressione e dopo poco …TAC la scatola si aprì. La sua esperienza da ladra qualche volta poteva rivelarsi utile, sorrise amaramente poi tirò su la parte superiore del cofanetto con cautela. Senti la mente annebbiarsi e di colpo vide una luce brillargli in mano, fece un breve sospiro e tutto diventò buio…era morta? No…ma allora dov’era? Il suo corpo intanto si affloscio in modo scomposto dietro quel cespuglio, la testa ciondolava e le sue mani ancora stringevano la scatola…ma lei dov’era? Dove stava il suo spirito che le dava vita? Sentì una voce nel buio dove era confinata DUBHE Poi ancora buio e la sua mente smise di ricordarsi ciò che successe dopo.




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