La
ragazza uscì, dopo un paio di ore, dalla cucina, soddisfatta
solo in parte per quello che aveva preparato: aveva cercato di fare una
torta, ma non era sicura di averla fatta tanto bene.
L’aspetto
lasciava un poco a desiderare, ma non si era scoraggiata. In fondo,
ripeteva sempre, sia a sé che agli altri, che non ci si deve
arrendere se qualcosa non va, perché si può
riprovare e migliorare dagli errori commessi.
Era
quasi una sua filosofia di vita, quella. Si spostò in
salotto per andare a sedersi sul divano, finché poteva, e
guardare un po’ di tv; non fece nemmeno in tempo ad accendere
il televisore, però, che il campanello suonò.
“Sarà
Zoro sicuramente!” pensò, per poi andare ad
aprire.
«Come
non detto.» disse con un sorriso, quando lo vide dietro la
porta; gli si avvicinò e gli diede un bacio leggero, a
tradimento.
Lui
rispose con uno sbuffo annoiato ed entrò dentro senza troppi
complimenti.
«Cos’è
questa puzza di bruciato?» iniziò.
Tashigi
alzò gli occhi al cielo: non poteva aspettarsi altro da un
ragazzo del genere. Troppo diretto per i suoi gusti, ma era disposta a
sopportarlo. Non se ne faceva un problema così grande,
perché pure lei aveva difetti, si ripeteva quando era al
limite della pazienza.
«Ho
solamente provato a fare una torta...» disse lei, con la
vocina piccola piccola per l’imbarazzo.
«Sicura?
E non hai bruciato nulla, stavolta?» rispose, con un ghigno
divertito, ricordando l’ultima volta in cui la sua ragazza
aveva provato a cucinare qualcosa di più difficile.
«No!»
affermò, gonfiando le guance. Zoro la trovava davvero
adorabile quando faceva così.
«Se
lo dici tu...» si limitò a borbottare, sempre con
il sorriso sulle labbra.
Premette
leggermente con il pollice e l’indice sulle guance della
ragazza, poi si diresse in cucina per assaggiare il presunto capolavoro
della sua fidanzata.
Tashigi
lo seguì: voleva vedere ogni sua reazione e ogni sua
espressione.
«È
questa?» disse, indicando una cosa rotonda dalla dubbia
commestibilità. Lei si limitò ad annuire e
arrossì leggermente.
In
pochissimi secondi calò un silenzio innaturale, interrotto
solamente da piccoli rumori che provenivano da fuori.
Dopo
averne tagliato un piccolo pezzo, il ragazzo non esitò ad
ingerirlo a grandi morsi, fino a diminuire.
«Sinceramente?»
iniziò, interrompendo il silenzio che stava diventando via
via più pesante. «Se vuoi avvelenare qualcuno,
questa torta è l’ideale.»
Tashigi
lo guardò solamente, incapace di proferir parola.
«Umh...»
continuò, stavolta parlando più con se stesso.
«Sai, però non era così male...
Potresti chiamarla “torta al veleno”.»
E,
mentre lui si dirigeva in salotto per spaparanzarsi, come suo solito,
sul divano in cui stava, poco prima, la ragazza, rimasta in cucina, lei
si diceva che non avrebbe più provato a fare qualcosa di
nuovo.
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Ciao a
tutti ^_^
Mi faccio sentire di nuovo, dopo l'obrobrio dell'altra volta, a
proporvi nuovamente qualcosa esclusivamente su questa coppia!
(C'è troppa poca roba su di loro u.u)
Non credo ci sia qualcosa da spiegare, è semplice semplice,
scritta per passatempo.
E... Niente, spero l'abbiate apprezzata almeno un pochino ^_^
Intendo farne una raccolta, credo di drabble e flashfic, ma non so di
quante.
Non aspettatevi un granchè, però: saranno cose
semplici, scritte a tempo perso.
Per il momento vi saluto.
Alla prossima! :D
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