Do
ya think I'm sexy?
Martin arrivò a casa di
Peter in leggero anticipo. Aveva
promesso all'amico che sarebbe passato a prenderlo per andare insieme
alle prove.
Già all'ingresso del vialetto era possibile udire della
musica
fuoriuscire da casa London. Chissà cosa sta combinando quel
pazzo, pensò sorridendo.
Suonò il campanello ma, come era prevedibile pensare,
nessuno
rispose. Provò a chiamarlo, ma il ragazzo non sentiva.
Fortunatamente era estate e Peter usava tenere le finestre spalancate,
così si arrampicò su una di esse ed
entrò.
La casa era in perfetto disordine, ma
non ci
badò: oramai aveva fatto l'abitudine alle stranezze
del
bassista. Tuttavia, quando arrivò nel salotto rimase
esterrefatto.
La scena che gli si presentò davanti agli occhi lo
lasciò senza
parole -non che
ce ne fossero, in realtà. Peter, vestito di tutto punto da
casalinga disperata -pantaloni della tuta rosa shocking, calzini a
quadri bianchi e neri, felpina azzurra con tanto di stelline nere e una
bandana annodata sul capo- si dimenava per la stanza con
l'aspirapolvere tra le mani cantando a squarciagola le parole di Rod
Steward, stonanando peggio delle vecchiette alla messa
delle sei di sera del sabato.
"If you want my body and
you think I'm sexy
come on sugar let me know
If you really need me just reach out and touch me
come on honey tell me so
tell me so baby!"
Martin si accomodò sul sofà, piegato
in
due dalle risate.
Non appena Peter si accorse della sua inaspettata
presenza non solo non si fermò, ma addirittura prese a
sculettare ancor di più ridendo come un matto a sua volta.
Fu
il chitarrista ad interrompere la musica, guadagnandosi un'occhiataccia
dall'amico, il quale protestò: -Mi stavo divertendo!-
-Muovi quel culetto da checca e andiamo alle prove, idiota- disse il
moro, ancora ridendo.
Così Peter, rassegnato, si chiuse in camera per prepararsi.
Martin sapeva ci avrebbe impiegato ore, perciò si
sistemò
comodamente sul divano ed accese la tv, guardando distrattamente
un'insulsa soap-opera.
She sits alone waiting for
suggestion
he's so nervous avoiding all the questions
His lips are dry, her heart is gently pounding
Don't you just know exactly what they're thinking?
-Martin!-
strillò Peter.
Il chitarrista scosse la testa esasperato. -Che c'è?-
-C'è di lì la mia maglia per caso?-
domandò il
bassista, facendo capolino dalla sua stanza, proprio mentre il moro si
chinava a raccogliere la maglietta abbandonata in un angolo del salotto.
Gli occhi del chitarrista si persero.
Vederlo a torso nudo
alimentò in lui una scintilla che da tempo cercava di
reprimere.
Lo osservò a lungo con occhi infiammati di desiderio. Lui
era
pazzo per le donne, e su questo non
aveva dubbi, ma Peter... Peter aveva qualcosa di speciale, lo mandava
letteralmente fuori di testa. Non c'era mai stato nulla tra di loro, se
non qualche fugace sguardo velocemente ritratto. Tuttavia, potevano
entrambi percepire la stessa elettricità attraversare i loro
corpi ogni
qualvolta i loro occhi accidentalmente si incrociassero.
Il bassista carpì quell'occhiata. Sorrise timidamente,
arrossendo un poco. Aveva finalmente la prova che il suo desiderio non
era a senso unico. Allora forse non era stato così vano
continuare a sperare...
-Ecco... Ecco la maglietta Peter- balbettò Martin, porgendo
l'indumento all'amico.
I loro polpastrelli si sfiorarono. I loro corpi si scambiarono un
inequivocabile messaggio di bramosia.
Martin tornò frettolosamente a sedere sul divano,
torturandosi
nervosamente le mani. Aspettava che fosse Peter a fare il primo passo,
a sussurrargli con gli occhi un consiglio.
Ardeva dalla voglia, ma non
avrebbe saputo cosa fare, come comportarsi.
Era abituato a possedere una
donna, ma un uomo... Peter per di più, un amico che gli era
accanto da
anni. Ed ora si ritrovava a desiderarlo.
Peter rimase in piedi, con la sua maglia a penzoloni tra le mani e gli
occhi persi nel vuoto. In realtà, persi sul sofà
in quelli del chitarrista. Era nervoso.
Martin schiuse le labbra nell'intento di parlare, ma, no, lui non
voleva domande. Voleva il silenzio, voleva poter udire il richiamo
amoroso che il cuore dell'altro gli inviava. Gli si
avvicinò,
abbandonando ancora una volta la maglia sul pavimento. Si
curvò
per raggiungere il suo viso e poggiò delicatamente il dito
indice sulle sue labbra bollenti.
Erano secche. La sua gola era secca. La sua mente prosciugata da ogni
pensiero se non uno: ti
voglio.
He's acting shy looking for an
answer
Come on let's spend the night together
Now hold on a minute before we go much further
Give me a dime so I can call my mother
They catch a cab to his high rise apartment
At last he can tell exactly what his heart meant
Evitò di incrociare lo sguardo di Peter, che invece gli
premeva
addosso. I suoi occhi vagavano altrove, cercando una risposta. Doveva o
non doveva? Poteva o non poteva?
-Come on let's spend the night together- bisbigliò
sensualmente
Peter a pochi millimetri dalle sue labbra. A Martin venne istintivo
avvicinarsi, scontrando inevitabilmente la bocca accattivante del
biondo. Peter rimase spiazzato, ma si riprese in fretta.
Erroneamente interpretò quel bacio di Martin come un consenso,
il quale,
percependo la bocca dell'altro di nuovo sulla sua, questa volta in un
contatto più profondo e passionale, si abbandonò
completamente, accantonando qualsiasi dubbio. Lo voleva, per
quale sciocca ragione non avrebbe dovuto goderselo?
Peter fece alzare Martin in piedi ed i due, senza dar segno di volersi
staccarsi l'uno dall'altra, si avviarono verso la camera da letto.
Inaspettatamente il moro si bloccò, premendo i palmi sul
petto
dell'altro nel vano intento di scostarlo leggermente da sé.
-Aspetta Peter- azzardò, venendo interrotto da un
bacio
dell'altro -dobbiamo avvisare- un altro bacio -gli altri- un altro
bacio -che non andiamo alle prove...-
Il biondo alzò gli occhi al cielo, incredulo: quel ragazzo
pensava troppo, sempre. Martin abbozzò un sorrisetto a mo'
di
scuse. Sapeva era l'ultima cosa da fare in quel momento, ma la
prospettiva di un Simon urlante ed adirato lo infastidiva alquanto.
-Mi
dai il telefono, please?-
Peter, imbronciato, gli indicò un punto del salotto
dove
giaceva un
telefono impolverato. Martin seguì con lo sguardo la
direzione
dell'indice smaltato dell'amico e compose il numero. Dopo uno svariato
numero di
tuu-tuu a vuoto, lasciò cadere impazientemente la cornetta e
quasi corse da Peter, il quale lo attendeva appoggiato allo stipite
della porta
della stanza da letto con le braccia incrociate sul petto. Martin,
cogliendolo alla sprovvista, gli catturò il volto tra le
mani e
lo baciò con foga inaudita. Naturalmente il bassista non si
ritrasse. Anzi, senza districare la sua lingua da quella dell'altro, lo
spinse sul letto, salendo a carponi su di lui e privandolo della
canotta strappata.
His heart is beating like a drum
'cos at last he's got this girl at home
Relax baby now we're alone
Trovarlo sotto
di lui, con gli occhi socchiusi in attesa di qualcosa che sarebbe arrivato molto
più in fretta di quanto si spettasse ed i denti
candidi che mordicchiavano le labbra eccitate, lo uccideva.
Provava gusto nell'incarnare il ruolo del dominatore, nel penetrare
integralmente la mente e il corpo del suo amante, adorava
atteggiarsi da duro sotto le lenzuola. Ciononostante, avvertiva il
cuore battergli come un tamburo sotto la pelle bollente: scoppiava
d'emozione e di gioia, poiché dopo tante agonie finalmente
aveva
quel ragazzo a casa sua, sul suo letto, sotto di lui. Ed era suo.
"Relax baby, now
we're alone" pensò.
If you want my body and you
think I'm sexy
come on sugar let me know
If you really need me just reach
out and touch me
come on honey tell me so
tell me so baby
Peter
ripetè il ritornello della canzone che continuava a
suonargli
nella testa, quasi fosse stata scritta apposta per quell'avvenimento.
-If you want my body and you think I'm sexy come on sugar let me know-
sussurrò maliziosamente, chinandosi a sfiorare sensualmente
con la lingua il
petto del chitarrista, oramai sua vittima. Quest'ultimo
iniziò a
sospirare, alimentando l'eccitazione del biondo, già fuori
di senno per la
voglia.
-If you really need me just reach out and touch me-
continuò,
scendendo sempre più in basso con quella dannata lingua
serpentina. Il chitarrista, quasi ad obbedire alla parole sussurrate,
tese una mano ad accarezzare le braccia nude di Peter. Quei tatuaggi...
Erano sempre stati per lui oggetti di desiderio: li trovava
incredibilmente sexy, chissà perché.
Giunse infine alla tanto agognata lampo dei pantaloni, che
abbassò con i denti, senza distogliere il suo sguardo felino
da
quello annebbiato dall'eccitazione del povero chitarrista.
Sogghignò maliziosamente nello sgorgere finalmente
ciò
che quei boxer attillati celavano. Lo accolse tra le sue labbra e lo
fece suo per tutta la notte, senza mai stancarsi di amarlo.
They wake up ad dawn 'cos all
the birds are singing
Two total strangers but that
ain't what they're thinking
Outside it's cold, misty and
it's raining
They got each other, neither
one's complaining
He says I'm sorry 'I'm out of
coffee and milk'
'Never mind sugar we can watch
the early movie'
Si svegliarono all'alba. Gli uccellini cinguettavano, conferendo a
quella strana mattinata un ulteriore pizzico di romanticismo e gioia.
Dal modo in cui si guardavano, si sfioravano, si desideravano
bramosamente, non riuscendo a fare a meno l'uno dell'altro, parevano
due
perfetti estranei incontratisi per la prima volta. E un po' forse lo
erano. Quella notte, quella prima di tante altre che sarebbero seguite,
si erano amati.
Fuori era nebbioso e freddo; la pioggia
ticchettava insistentemente sui vetri delle finestre; ma a loro non
importava: finalmente si avevano, e nessuno dei due pensava ad altro.
Quando finalmente si alzarono, più vicini all'ora di pranzo
che
a quella di colazione, Peter realizzò tristemente che non
aveva
né caffé, né latte, né
biscotti da offrire
all'amante, solo tanto amore.
-Non crucciarti amore, possiamo guardare un film- sorrise teneramente
Martin, baciandolo sulle labbra.
Così si acciambellarono sul divano, l'uno accoccolato sul
petto
dell'altro, a guardare film ebeti tra una carezza e l'altra.
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NdA:
Ok, c'era una volta mia mamma
che stirava allegramente (allegramente mica tanto, ma poco importa) e,
come di consueto, guardava RadioCapitalTv. Destini fu che su
RadioCapitalTv stessero trasmettendo proprio Do Ya Think I'm Sexy di
Rod Stewart. Io, prima di quel momento, non la conoscevo, ma solo
leggendo il titolo la mia testolina bacata ha immaginato Peter versione
casalinga. Poi però ho cercato il testo ed ho realizzato che
è una canzone carina e coccolosa (?), così ecco a
voi questo ibrido tra una roba demenziale, una diabetica e una slash a
luci rosse (perdonatemi, ma ormai ci ho preso la mano e quando scrivo
di questi due la scenetta hard ci scappa sempre). Spero sia di vostro
gradimento u.u
Last but not least, vi supplico di lasciare uno straccio di recensione.
Non abbandonatemi a me stessa, s'il vous plaît
ç.ç
Vi vojjjjiobbbbbeeeene <3
Un bacio :3
Quinn
P.S.: Odio NVU. Avevo
già pubblicato la storia qualche ora fa, ma metteva un
layout orrendo. Anche a voi fa vedere la pagina larghissima e per
leggere dovete continuare a spostarvi di lato con lo scroll in basso?
ç.ç
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