Baby it’s cold… inside
Kurt osservò i fiocchi di neve
che danzavano lievi fuori dalla finestra, tingendo lentamente di bianco i tetti
e le strade newyorkesi. Era uno spettacolo mozzafiato, che andava a far vibrare
le corde più profonde di tutte le fantasie che avevano accompagnato la sua
adolescenza.
New York coperta di neve. C’era
qualcosa di più bello?
-Mi spiace aver rovinato i vostri
piani.-
Kurt si voltò, quasi sobbalzando,
e osservò prima la tazza fumante e poi il ragazzo che gliela stava porgendo –Come?-
-Ho detto che mi dispiace di aver
rovinato i piani tuoi e di Rachel.- ripeté Adam mentre il padrone di casa
accettava la cioccolata calda, cercando di non pensare a tutte le calorie che
conteneva. Avrebbe preferito un non-fat moka, ma Adam
non poteva saperlo e non gli andava di deluderlo rifiutandolo –Ma davvero, è
meglio aspettare che nevichi di meno.-
-Sì, lo so, stai tranquillo. Hai
ragione, sai che i nostri progetti non sono mai totalmente realistici. Quando
eravamo a Lima ci sembrava fantastico pensare di passare la nostra prima
nevicata a New York pattinando a Central Park.-
-Aspetteremo tempi migliori.-
intervenne Rachel, spuntando dalla sua stanza col cellulare in mano –Non è che Brody ha lasciato un messaggio sulla tua segreteria, Kurt?
Non capisco se è il mio telefono a non funzionare o se è lui che non è
raggiungibile.-
-Posso azzardare una terza
opzione?- proruppe Santana, accucciata sulla sua poltrona preferita
sorseggiando la sua dose quotidiana di caffè e veleno.
-No, grazie Santana. Stiamo bene
lo stesso.- intervenne Kurt: se erano costretti a rimanere bloccati in casa
finché il tempo non fosse migliorato voleva evitare battibecchi, insulti e
spargimenti di sangue vari –Comunque no, sulla mia segreteria non c’è nulla, ma
stai tranquilla, con questo tempo ci saranno problemi di linea, è normale.-
-Infatti. Tranquilla. faccia da
cavallo è abituato alla neve, forse non il genere di neve che vediamo dalla
finestra, ma imbianca le superfici allo stesso modo finché...-
-Santana, per l’ultima volta. Brody non è uno spacciatore, ok?- sbottò Rachel, stanca.
Kurt scosse il capo, divertito, e
mentre si voltava nuovamente verso la finestra pensò che erano fortunati a non
avere lezione quel giorno. Faceva così freddo fuori, era contento di poter
stare nel caldo accogliente del loro appartamento. Aveva sempre amato quella
sensazione, fin da quand’era piccolo: essere al sicuro, avvolto al calore,
mentre fuori tutto veniva ricoperto dal gelo. Le cose erano state ancora
migliori l’inverno precedente.
Ricordava bene la prima nevicata
a Lima. L’aveva colto di sorpresa mentre usciva da scuola e quando era arrivato
alla sua macchina nel parcheggio aveva trovato Blaine
ad aspettarlo, con il viso affondato nella sciarpa rossa e un sorriso più puro
della neve che li circondava. Erano andati insieme a casa di Blaine ed erano rimasti abbracciati per ore, seduti davanti
alla finestra, ammirando la neve e scambiandosi dolci baci pieni di calore.
Due braccia gli circondarono la
vita, strappandolo ai suoi ricordi. Un brivido gli percorse la spina dorsale
quando avvertì il profumo di Adam e non riuscì ad ignorare la spirale gelida
che gli avvolse il cuore, perché le braccia che lo stringevano erano quelle di
un ragazzo dolce e gentile, eppure…
-Stai ancora pensando a Central
Park?- domandò Adam depositandogli un bacio sulla tempia.
-Sì.- mentì Kurt, mordendosi il
labbro.
-Lo sapevo.- ridacchiò lui, per
poi avvicinarsi ancora un po’ sussurrandogli in tono malizioso –But baby it’s cold outside.-
Fu difficile per Kurt trattenersi
dal singhiozzare rumorosamente, mentre decine di immagini indesiderate, o forse
troppo desiderate, esplodevano nel
suo cuore. D’improvviso aveva freddo, così freddo che gli pareva di essere
sotto la neve invece che nel suo appartamento, con i termosifoni al massimo e
un ragazzo che cercava di scaldarlo con un abbraccio.
Lui e Blaine
alla Dalton, prima che tutto avesse inizio, quando ancora quello sciocco
cercava di convincersi di non provare nulla di più che una profonda amicizia
per Kurt. Quella canzone, gli sguardi che si erano scambiati, lo sfiorarsi
leggero e casuale delle loro mani…
Scosse il capo, trattenendo a
fatica le lacrime che pungevano nei suoi occhi, perché… perché diavolo aveva
così freddo, all’improvviso?
-Kurt, sei sicuro sicuro sicurissimo che non ti abbia lasciato un messaggio?-
Non accadeva spesso che le fisse
petulanti di Rachel fossero d’aiuto, ma quello era uno di quei provvidenziali
momenti e Kurt non se lo fece sfuggire –Ok, ok, controllo, contenta?- sbottò,
fingendosi infastidito mentre sfuggiva alla stretta così sbagliata e fredda
delle braccia di Adam con la scusa di cercare il cellulare.
Sospirò, fingendo di controllare
i messaggi, e prima che se ne rendesse conto le sue dita scivolarono sullo
schermo fino a che non raggiunse quel nome.
Blaine.
Un sorriso appena accennato
nacque sul suo viso, lieve ma incancellabile. Aveva ancora freddo, sentiva
ancora quel gelo dentro di sé, eppure mentre cliccava su “invia sms” sentiva
che un lieve calore stava lentamente rompendo il ghiaccio che sembrava aver
avvolto il suo cuore.
“Ciao B, come stai?” digitò rapidamente, prima di riflettere su ciò
che stava facendo “Qui nevica e New York
sembra magica, ma anche così fredda…”
Mentre posava il cellulare questo
vibrò e, stupito dalla velocità di quella risposta, aprì il messaggio.
“Vorrei essere lì e stringerti per far andare via il freddo. So che è
sbagliato, ma lo vorrei davvero.”
Sì, era sbagliato. Non stavano
più insieme, c’era Adam e non avrebbe dovuto scrivergli una cosa simile. Non
avrebbe dovuto, eppure non poteva fare a meno di stringere il cellulare contro
il suo petto.
Non sentiva più così freddo, ora.
__________________________L’angolino
di Jane
Buonaseeeeera!
Oooook, erano secoli che non scrivevo su Glee e questa è la mia prima Klaine,
che sono ormai uno dei miei otp, quindi… beh, mi
piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate, se avete tempo lasciate un segno del
vostro passaggio!
Un bacio a tutti,
Jane