«E’ tuo dovere
proteggere i componenti della famiglia Hyuuga, in
particolar modo la sua discendenza. Non dimenticarlo mai, Neji.»
«Ai, Hiashi-sama.»
«Quello che è
accaduto durante l’esame per diventare chuunin ti è
stato perdonato, ma che non si ripeta mai più!»
«Ai, Hiashi-sama.»
«Proteggerai Hinata
e non le arrecherai mai più danno. Questo è ciò che devi fare Neji.»
«…»
«Neji!?»
«A-ai, Hiashi-sama.»
Padre mio, a quale
destino mi avete condannato...!?
Silence is the Stronger Sound
***
«Byakugan!»
Hinata prese posizione, richiamando a sé la tecnica appartenente la
sua famiglia.
Ai la ti
dei suoi occhi [bianchi] comparvero
delle grosse vene che quasi rovinavano quel viso tanto angelico, poi attaccò.
Partì
veloce [era quasi invisibile] e
subito mosse il suo braccio avanti per colpire l’avversario che, non
aspettandosi una mossa così repentina, riuscì a malapena a bloccare la mano
della ragazza che subito si liberò, tornando con un salto al punto di partenza.
I capelli
erano tenuto fermi sulla nuca per non darle fastidio durante l’allenamento, ma qualche ciocca era riuscita a scappare
incorniciandole il viso diafano.
Hinata si
passò una mano sulla fronte imperlata di sudore per poi rilassarsi e lasciare
che il suo viso tornasse quello di sempre.
«Bene,
Hinata! Hai fatto enormi progressi.»
«Vi
ringrazio, padre. E’ un sollievo sentirvelo dire.»
La
giovane Hyuuga accennò un leggero sorriso di vera felicità: finalmente, dopo
tanti allenamenti, i risultati erano giunti. Certo, non era ancora perfetta, ma
per lo meno la prossima volta avrebbe di sicuro tenuto testa a suo cugino Neji
con meno difficoltà [ma per quanto si allenasse, non sarebbe mai
riuscita a batterlo].
«Continueremo
domani, Hinata. Ora riposati.»
«Ai.»
Hiashi
accompagnò la figlia con lo sguardo fin quando non la
vide scomparire nelle sue stanze [ma per
quanto si allenasse, per lui, Hinata, non sarebbe mai stata all’altezza].
***
«Oh
Hinata-sama, avete fatto proprio bene a farvi crescere
i capelli! Sono davvero bellissimi.»
Hinata
sospirò a quell’ennesimo complimento.
Perché se
li fosse fatti crescere era un mistero anche per lei!
Semplicemente non se li era più tagliati come faceva
solitamente [o forse per somigliare a
lui?], ed in fondo anche a lei piacevano di più.
La Hyuuga
indossò un bel kimono blu con disegnati dei magnifici gigli bianchi che
riprendevano perfettamente la sua pelle bianca e poi andò a sedersi nel grande
porticato che dava sul giardino della villa; oramai era sera, ed il cielo
andava tingendosi di arancio, rosso e giallo con qualche nuvole che andava
comprendo il sole ormai morente di quella giornata.
Con il
pensiero, Hinata andò ai suoi compagni che ormai non vedeva
da molto tempo, visto che si allenava solamente con suo padre!
A Naruto [che rincorreva l’amicizia], del quale
ormai non ne aveva più notizie da parecchi giorni; a
Sakura, che lo accompagnava [avrebbe
voluto esserci lei con lui, ma sarebbe stata solo un peso]; ai suoi
compagni di squadra, Kiba e Shino [avrebbe
dato qualsiasi cosa per potersi allenare ancora una volta con loro]. Ma
Hinata viveva, ormai, rinchiusa nella grande villa, e
le giornate scorrevano monotone, tutte uguali, tutte dannatamente noiose.
A volte,
aveva creduto persino d’impazzire perché nulla sarebbe più cambiato.
In quel momento,
sentì un irrefrenabile desiderio di uscire da quelle mura!
Avrebbe tanto voluto passeggiare per le vie di Konoha, ascoltare la
gente parlare, ridere, scherzare...Avrebbe tanto voluto riavere la vita di prima!
A quale
prezzo l’aveva gettata via? Per diventare un
po’ più forte e lei sapeva che non sarebbe mai bastato.
Era strano ammetterlo, pensò. Lei, che aveva sempre avuto paura del giudizio delle
persone, che scappava dai loro sguardi...Adesso non
desiderava altro che stare in mezzo a loro!
Camminò
per i giardini della tenuta della sua famiglia, fino ad arrivare ai cancelli
che la dividevano dal resto del mondo.
Sarebbe
bastato un salto, uno solo, per liberarsi da quella prigionia.
Attivò il
Byakugan, accertandosi che al di là del cancello di
legno non vi fosse nessuno...
«Hinata-sama!»
La
giovane si girò di scatto, presa alla sprovvista.
Peggio di
un’ombra, pensò.
«Neji-niisan…»
«Cosa fate qui a quest’ora?»
«I-io…Nulla.»
Hinata
tornò sui suoi passi, abbandonando l’idea di allontanarsi [per quella sera].
«Stavo
semplicemente facendo una passeggiata.»
«Sapete
perfettamente che a quest’ora non potete allontanarvi!»
«Ai, Neji-niisan.»
Disse
Hinata tristemente, abbassando gli occhi.
«Vi riaccompagno a casa, andiamo.»
La Hyuuga
gli si mise a fianco ed insieme ripercorsero la strada verso la villa, senza
proferire parola.
Qualche
volta, Hinata girava appena lo sguardo incontrando il profilo autoritario e
serio del cugino [non un sentimento
traspariva] che guardava davanti a sé, fiero e sicuro [quello che lei non sarebbe mai stata].
In quel
momento, un’idea le balenò nella testa.
Ma
subito la scacciò, troppo improbabile da mettere in atto. Troppo impossibile
per ricevere un sì.
Guardò
ancora una volta il cugino: suo padre lo aveva nominato sua personale guardia
del corpo [quale decisione peggiore per
lui] e da allora non la perdeva un attimo d’occhio, tranne che durante gli
allenamenti con il padre, e lei provava una profonda
pena nei suoi confronti.
Neji non le parlava affatto, tranne per riprenderla se faceva
qualcosa di sbagliato, e quel silenzio era diventato quasi straziante, troppo
doloroso da sopportare per Hinata.
Eppure
sentiva che era suo preciso dovere ricucire quel rapporto, che in fondo non
c’era mai stato, con il cugino [lei non
lo odiava], sapeva che era la cosa più giusta da fare.
E
così quell’idea tanto sbagliata non le sembrò più tale.
«Neji-niisan?»
«Si?»
Hinata
strinse un lembo del suo kimono e prese coraggio.
«Ti
andrebbe di fare una passeggiata per Konoha con me?»
Neji si
fermò quasi di colpo e guardo storto la cugina. Era
impazzita forse?
«Che
razza di idea è mai questa??»
Hinata
gli prese una mano e gliela strinse forte fra le sue.
«Ti
prego, Neji-niisan! Io non ce la faccio più a starmene chiusa qui dentro!»
Era
davvero Hinata quella che aveva davanti o era una sua copia perfettamente
riuscita?
«No!
Sapete perfettamente che vi è stato vietato di allontanarvi dalla tenuta dopo
il tramonto!»
Hinata
lasciò la presa sulla mano del giovane ed abbassò lo sguardo, delusa [stupida Hinata, pensavi forse che ti
avrebbe seguita in questa pazzia?].
«Come
vuoi, Neji-niisan.»
Il
ragazzo riprese a camminare, seguito dalla cugina, ma qualcosa gli bruciava nel
petto, proprio all’altezza del cuore; fece finta di niente, ma quel dolore
rimaneva lì, e bruciava sempre di più [
ti dispiace averle dato quest’ennesima delusione?].
Neji si
morse il labbro inferiore quasi da sentirne il sapore del sangue nella bocca e
guardando Hinata di sott’occhi, senza che se ne accorgesse.
«M-mi
dispiace…Hinata.»
La
ragazza lo guardò sbalordita, ma finalmente felice.
«Di
nulla, Neji.»
Il
giovane ninja l’accompagnò sino la sua stanza.
«Neji?»
«Mh?»
«Spero
tanto che un giorno questo silenzio forzato che c’è fra di
noi possa scomparire per sempre…»
«…»
«Non c’è
cosa peggiore che essere ignorati, ed io lo so bene, ma il silenzio è di gran lunga peggiore, ed il tuo è il più rumoroso di
tutti.»
Neji
abbassò il volto.
«Un
giorno o l’altro accetteremo il nostro destino, Neji,
anche se ora ci sembra impossibile.»
«Io è
ormai da tempo che l’ho accettato, Hinata-sama. Buona notte.»
«Buona
notte, Neji-niisan.»
Hinata lo
vide allontanarsi, e quel silenzio che lo accompagnava da sempre si fece più
forte che mai.
Avevi sperato
troppo, Hinata.
Questa è soltanto
l’ennesima delusione.
Owari
La mia
prima Neji/Hinata.
Sinceramente
avrei sperato in qualcosa di meno drammatico, ma quando penso a questa coppia vedo tutto nero.
Spero vi
sia piaciuta e colgo l’occasione per ringraziare chi ha commentato “This is a present, Naruto” e “Aeroplani di Carta” ed inoltre mi scuso
per non riuscire a continuare la mia long-fic su Naruto per mancanza sia di
tempo che d’ispirazione!
I’m sorry
(_ _).
Kiss a
tutti by kagome ^^