I can fly.
I can fly.
Grazie Harry, grazie per tutto.
Grazie per avermi spezzato il cuore, per avermi aperto gli occhi, per
avermi fatto capire che non sei chi pensavo.
Non sei il ragazzo dolce della porta accanto, quello che ti aiuta se la
macchina ha la batteria a terra, quello che ti presta gli ingredienti
per una torta, quello che ti sorride sempre, qualsiasi tempo faccia.
Tu sei cattivo, aggressivo, maligno e, purtroppo, troppo bello per
chiunque, o almeno lo sei stato con me.
Io, io stupida, io ingenua, io troppo innamorata per capirti realmente,
troppo presa da quegli occhi dolci, quel sorriso sbarazzino e quel
piccolo tic al labbro superiore per accorgermi dei tuoi sguardi
maliziosi, delle tue risatine dispregiative, delle tue parole
taglienti.
Mi hai distrutta, completamente, mi ha resa come volevi tu, poi mi hai
gettata. E adesso sono qui, chiusa nella mia stanza ad urlare il tuo
nome a delle pareti troppo bianche per i miei gusti, su quelle stesse
pareti rimbalza il mio odio, il mio rancore, il mio stupido, stupido
amore.
Su quelle pareti rimbalzano i nostri baci, le nostre carezze, i tuoi
sguardi lascivi, la tua risata roca, i nostri gemiti durante la mia
prima volta.
Ricordi come fu la prima volta che facemmo l'amore?
Raccontamelo allora, Harry, raccontamelo ti prego; non risparmiarmi
nessun particolare, nessun sospiro, nessun sussurro, nessuna lacrima,
non risparmiarmi neanche un dettaglio, però raccontamelo,
come
vuoi tu, perché io non ricordo niente, troppo ubriaca per
essere
presente.
Troppo innamorata per poter pensare male di te, per poter credere che
mi avresti trattata in quel modo, che mi avresti tolto l'unica cosa che
ancora era mia, me stessa.
Però ne ho tanti altri di ricordi, sai?
Ricordo il motivo dietro alla cicatrice che ho sul labbro, quando, per
uno stupidissimo scatto di rabbia, mi hai dato una gomitata in pieno
viso, 'non l'ho fatta apposta, scusami amore.' mi hai detto subito
dopo, toccandomi il labbro sanguinante.
Ricordo di quando abbiamo litigato, avevi bevuto troppo e mi hai dato
della sgualdrina, mi hai detto che non mi avevi mai amata, che era
tutto un gioco, e io incredula con le lacrime agli occhi sono
corsa via, tacchi in mano e trucco sbafato sono tornata a casa,
convincendomi del fatto che fosse colpa dell'alcol, che non fossi
realmente tu a parlare, anche se papà me l'ha sempre detto,
'in
vino veritas', ma io lo odio il latino, e amavo troppo te per poterci
credere.
Ricordo quando sei uscito dal bagno del bar in cui avevamo appuntamento
con la camicia tutta sgualcita, le labbra gonfie e dei segni rossi sul
collo, lo ricordo bene quel giorno, la prima volta che mi hai detto 'ti
amo', l'ennesima bugia per tenermi buona.
Ricordo i 'devi dimagrire, amore' che mi convincevano di essere grassa,
i 'mi piacciono di più le bionde' costringendomi a
tingermi o i 'ma che cosa ascolti? Ma come ti vesti? Ma come ridi?' che
mi sotterravano, mi facevano credere di essere meno, meno di te, meno
di chi mi circondava.
Ma perchè poi, Harry, perchè?
Perchè me? Perchè hai scelto me per divertirti?
Io che non dicevo parolacce, io che non bevevo e non fumavo, io che
andavo in chiesa, io che tenevo alla scuola, io che rendevo felice mio
padre e che mi aspettavo una storia d'amore al pari dei libri,
che mi aspettavo un futuro migliore.
Tu sei stato la mia rovina, tu mi ha distrutta e io lo sono veramente,
distrutta.
Ormai tutto mi fa paura, ci credi? Uscire di casa è
diventato
impossibile, ovunque guardi vedo il colore dei tuoi occhi, o le
magliette che indossavi sempre tu. Non riesco a mangiare, il dottore
dice che è stress, dice che mi riprenderò, il
dottore
sbaglia però, lui non può guarire i cuori
spezzati, non
può guarire il mio. Non parlo, dentro di me ci sono solo
urla,
grida strazianti.
L'unica cosa a cui posso aggrapparmi sono le lacrime che mi fanno
sentire viva, quelle lacrime che la notte scendono svelte sul mio volto
per ricadere sul cuscino, creando una pozza in cui vorrei annegare.
Sono stanca ormai, stanca di tutto.
Stanca di vedere mio padre torturasi l'anima, stanca di aspettare che
le cose si sistemino, stanca di amarti ancora nonostante tutto, stanca
di essere debole e vigliacca, stanca di aspettare le tue scuse, un tuo
sorriso, una parola dolce.
Stanca di dover sopportare il ricordo dell'ultima volta, i tuoi occhi
che mi trafiggevano, il tuo sorriso cattivo stampato in faccia e le tue
parole, 'adesso non mi servi più, puoi anche andartene,
stupida.' dopo aver fatto l'amore per l'ennesima volta.
'Non sei per niente forte, pensavo che potessi sopportare tutto, e
invece.' Mi hai detto una volta, assottigliando gli occhi, quando
volevi che sniffassi cocaina.
Ma adesso mi accorgo che avevi ragione, Harry, Charlotte non
è forte, per niente.
Sono indifesa, ingenua e abituata a sofferenze diverse da quelle che mi
hai procurato tu, quelle che mi hanno segnato a vita, quelle che ho
impresse sulla pelle.
E sono stupida, perché pensare al suicidio è
stupido.
E' stupido perché gli occhi gonfi di mio padre non
tornerebbero più quelli di prima, prima di te.
E' stupido perché il sorriso dolce di Niall mi fa capire che
valgo ancora per qualcuno.
E' stupido perché tu non meriti tutta questa importanza, non
meriti le mie lacrime, non meriti la mia disperazione, la mia
distruzione.
Per questo ho deciso di andarmene prima che il dolore mi consumi piano
piano, prima che mi spenga portando con sé tutte le poche
persone che ancora mi restano.
Mi hai tolto tutto, ma non questo, la mia vita ce l'ho ancora io, per
quanto possa essere a brandelli è ancora nelle mie mani.
Vado lassù, Harry, magari mia madre saprà
consolarmi,
magari lei lassù potrà capirmi e rendermi meno
triste.
Perciò, grazie Harry, perché mi hai insegnato a
soffrire, perché adesso mi hai insegnato a volare.
Non so perchè
abbia scritto questa OS, non mi sono quasi neanche accorta di starla
scrivendo, è perchè Harry mi ispira troppo.
HAHAHAHA
Fatemi sapere che ne pensate, baci.
Charlotte.
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