Pharmakon

di marzia ds
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                                                     Pharmakon

Yukio si odiava, e nessuno se ne rendeva minimamente conto.

Una siringa nella mano destra, quella sinistra teneva fermo il braccio, attendendo gli spasmi che sarebbero arrivati da lì a pochi secondi.

Uno, due, tre. Ecco il dolore, ecco i rigetti di sangue, ecco le fiamme che splendevano, lenendo la pelle infetta.

Si era ripetuto che avrebbe smesso, che fuggire non serviva a nulla. Ma ferirsi era diventato un vizio, ed è risaputo che allontanarsi dalle proprie ossessioni, ormai quotidiane, non è facile per nessuno.

Il medicinale anti-demone scorreva per le arterie, ferendolo, facendolo cadere sul pavimento lindo in preda alle convulsioni. L'effetto sarebbe finito presto, e lui ne voleva, ne pretendeva, ancora.

Un conato e giù, il suo corpo aveva eliminato le tossine, ritenendole dannose per il suo organismo.

Altra fiala, altro giro. Pochi millilitri, pochissimi, e la sensazione di milioni di aghi che gli perforavano i condotti sanguigni, impedendogli un'adeguata respirazione, facendo accelerare inoltre, in modo pericoloso, il battito cardiaco.

Ottantuno, ottantadue, novanta, novantuno.

Il cuore pompava frenetico, il tremore esagerato aveva fatto franare le lenti al suolo, riducendole in mille pezzi.

Un altro minuto e il silenzio si era nuovamente impossessato di quella stanza. La gola bruciava, i polmoni reclamavano dell'ossigeno che non era in grado di procurare, ritrovandosi stremato, malamente sostenuto dalle ginocchia malferme.

Rin era in cucina, tutto intento a tagliare le verdure con l'aiuto di Ukobach, Kuro che mugolava in trepidante attesa della prelibata cenetta.

Yukio non era più umano. Yukio non era diventato un demone. Yukio vorrebbe non essere stato separato da suo fratello. Yukio vorrebbe che sua madre non l'avesse mai partorito. Yukio avrebbe voluto vivere più a lungo, vedere suo fratello diplomarsi, fidanzarsi, sposarsi, e magari avere anche dei bambini, mentre lui si sarebbe nascosto nell'ombra, piangendo disperato, con la consapevolezza di aver perso l'unica persona con cui avrebbe voluto condividere ogni cosa: mente, corpo, anima.

Yukio, semplicemente, avrebbe voluto non essere quello che è sempre stato: uno sporco bugiardo dalla dubbia moralità, dall'ambigua identità.

L'ultima cosa che sente, prima di chiudere gli occhi, forse per sempre, è l'urlo disperato che caccia suo fratello prima di mollargli uno schiaffo per farlo rinsavire.

Peccato che non funzioni. Condoglianze, Okumura Rin.

Angoletto Autrice

Senza dubbio, è la cosa più deprimente che abbia mai scritto. Yukio è un personaggio controverso, è secondo me questo sarebbe il bad ending perfetto per l'anime. Ora, io non penso, per la prima volta in vita mia, che ci sia dello shonen-ai, semplicemente Yukio avrebbe preferito essere tutt'uno con il fratello che da sempre invidia.
Se avete qualcosa da ridire su rating o avvertimenti, o se volete, semplicemnte, farmi sapere cosa ne pensate, lasciate una recensione!
Bye Bye By Me





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