L'illusione del tuo sorriso

di Romanova
(/viewuser.php?uid=61341)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


George non ha mai avuto particolari ambizioni se non quella di aprire quello splendido negozio di scherzi magici a Diagon Alley e stare per sempre al fianco di suo fratello collaborando con lui in tutte le piccole malefatte che rendono più saporita una giornata.
E’ certamente un tipo entusiasta della vita e che vuole arrivare a realizzare tutto quello che ha in mente, ma non ha mai avuto idea del peso che l’assenza di qualcuno può avere su di te.
La vita a casa gli è sempre stata un po’ stretta eppure l’ha apprezzata sinceramente, però l’aria si fa irrespirabile quando Molly lo chiama Fred.
Vi ha sempre confusi, che cosa buffa.
A ripensarci ora ha sempre saputo tutte le piccole cose che lo distinguono dal fratello, sua madre no.
Certo, sa a chi piacciono le verdure e a chi non piacciono, sa chi va matto per il suo purè e chi preferisce il pesce alla carne ma ci sono dettagli che non ha mai ricordato con precisione.
E voi vi siete divertiti a smontarle l’illusione di sapere chi è chi.
Sono piccoli giochi e rituali normali in una famiglia, di una banalità quasi sconcertante ma essenziali per l’equilibrio di tutti quanti.
Col passare degli anni non vi siete certo separati, anzi: il legame tra te e Fred si è ulteriormente rinsaldato con l’esperienza della guerra.
Poi è sparito, dissolto nell’aria: non lo riavrà mai indietro, è come pretendere di trovare un coriandolo nella tormenta.
Ha smesso di sentire dolore molto tempo fa e non se n'è stupito.
La ferita però brucia ancora, come se il cordone ombelicale che lo collega al suo gemello lo avessero reciso solo ora.
Quanta paura, quanti pianti fatti di nascosto nelle belle e nelle brutte giornate.
E quando lo guardano in faccia da dietro il bancone del negozio il primo commento è:”Lei sì che uno allegro!”
Sono i momenti peggiori, in cui George deve inghiottire tanta di quella bile che pensa sempre di essere sul punto di necessitare di un ricovero al San Mungo per l’ulcera.
A sentire quel commento gli viene da chiedersi se non è stato sostituito con una sua copia brillante e affabile, quella che vedrebbe ogni volta sorridergli da un immaginario specchio delle brame.
Quella copia che ormai non vedrà più, perché non di un falso si trattava ma di suo fratello.
Eppure a pensarci si rincuora ogni volta: se non è sempre lui a sorridere, vuol dire che è Fred.
E se Fred riesce ancora a sorridere, vuol dire che non è del tutto morto.
E’ ancora in suo fratello.
E’ ancora lì, nelle sue illusioni.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1926677