C'era una volta, un demone dalle sembianze umane di nome Konji. Il
demone non era particolarmente forte, né incuteva timore,
non aveva intenti bellici e non rappresentava una minaccia.
Però era odiato ed invidiato perché aveva una
particolarità: era immortale. Non poteva essere ucciso
né ferito da nessun'arma. Lui, dall'alto della sua superbia,
sfidava chiunque incontrasse a fargli provare almeno un po' di dolore.
Ovviamente nessuno riusciva lontanamente a scalfirlo e lui si prendeva
gioco degli sfidanti. Passava le giornate a prendere in giro gli altri,
finché un giorno non incontrò una bambina di nome
Fuju.
Fuju:
"Tu sei Konji, il demone che va in giro a vantarsi della sua
immortalità e del fatto di non poter essere mai feriti?"
Konji:"Sì
bambina, sono io. Perché lo vuoi sapere?"
Fuju:
"Perché io potrei ferirti"
Konji:"AHAHAHAHAH
MA NON FARMI RIDERE! Bambina, uomini molto più forti e
possenti di te hanno provato a ferirmi e hanno fallito. Come puoi tu,
una piccola e gracile umana riuscire quantomeno a scalfirmi? Niente
può uccidermi, io sono l'unico che vivrà in
eterno!"
Fuju:
"Se la pensi così, allora lasciami tentare"
Konji:
"Prego, accomodati pure. Voglio proprio farmi quattro risate".
Fuju
estrasse della polvere da una sacca e la spruzzò contro il
demone.
Konji:"EEETTTCCCIIIùùùùù!
Bambina, non è con gli starnuti che riusc... ma è
scomparsa? Evidentemente non voleva farsi sbeffeggiare ulteriormente.
Meglio così, spero di non rivederla mai più,
questo scherzetto non mi è piaciuto molto."
Konji
si diresse verso il prossimo villaggio, pronto per sfidare ed
inesorabilmente sbeffeggiare qualcuno. Lì però
incontro una giovane e bellissima donna, dai modi di fare gentili e con
tante passioni in comune. Cominciarono a frequentarsi come buoni amici,
ridendo e scherzando dei loro interessi. Lui era sempre più
innamorato, finché un giorno non le si dichiarò.
La ragazza però lo respinse, dicendo che lo considerava
solamente come un buono amico. Konji si sentì morire. Non ce
la faceva a sopportare tutto, quindi fuggì da lei. Corse
lontano, in lungo ed in largo, il più lontano possibile da
colei di cui era follemente innamorato, sperando che quel dolore
potesse spegnersi. Al contrario, era più vivo che mai.
Provò allora a piangere, a farsi del male fisico, a provare
interesse per un'altra donna... niente, quel dolore non voleva sparire.
Pioggia.
Cadeva incessantemente. Konji era intento a disperarsi contro un albero.
"Alla
fine ho vinto io"
Dietro
di lui, Konji udì una voce che conosceva bene. Sì
girò di scatto in preda alla rabbia e la vide: una donna
alta e bellissima.
Konji:
"Tu... tu.... chi sei tu?"
Fuju:
"Ma come, non mi riconosci? Ah già, non ho più
l'aspetto di una bambina"
Konji:
"Maledetta strega, che cosa mi hai fatto! Liberami da questa
maledizione!"
Fuju:
"Non sono una strega, sono una fata e ho voluto punire la tua superbia.
Tu hai detto che niente può ucciderti e che sei l'unico che
può vivere in eterno. Come vedi ti ho dimostrato che sei
vulnerabile come un qualsiasi altro uomo, che i sentimenti possono
ucciderti e ferirti anche se sei immortale e che lei, la ragazza di cui
ti sei follemente innamorato, ora è diventata immortale:
vivrà per sempre nei tuoi pensieri ed avrà sempre
un posto speciale nel tuo cuore."
Konji:
"Va bene, ho imparato la lezione... ora ti prego, liberami da questa
maledizione!"
Fuju:
"Mi dispiace, i miei poteri non mi permettono di manipolare un
sentimento forte come l'amore."
Konji:
"E come posso fare per liberarmi da quest'agonia?"
Fuju:
"Non credo che esista una cura. Forse con il tempo potresti guarire,
altrimenti dovrai continuare a soffrire. Per sempre."
Konji:
"...."
Fuju:
"Ora non ti vanti più della tua immortalità?"
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