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di Elthefirst
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A volte, durante i periodi di alienazione di Sherlock, John si sentiva solo.
Sherlock spesso vagava per la casa facendo esperimenti in cucina (e facendo tremare Mrs. Hudson) o semplicemente camminando per le stanze alla ricerca di una qualche epifania, a volte con le mani dietro la schiena, altre volte pizzicando nervosamente le corde del violino.
Ogni volta che Sherlock transitava per l’appartamento disturbando le sue letture, John sentiva il pressante desiderio di contatto umano.
Una volta c’erano stati  molti mesi senza avere nemmeno un caso, John poteva quasi sentire la zoppia bussare alla sua gamba.
Iniziò a scrivergli bigliettini quasi per scherzo.
“Hai sentito di quella modella svedese che ha tradito il fidanzato calciatore con un ballerino?”
John era certo che quello non glielo avrebbe detto neanche se avesse potuto parlargli normalmente.
“Sai che Greg, l’ispettore Lestrade, non far finta di non saperlo, ha dei problemi con la moglie? So che ci tieni a lui, sii gentile quando si farà vivo.”
Poteva immaginare lo sbuffo spazientito di Sherlock così chiaramente da essersi illuso di averlo sentito davvero.
I foglietti divennero presto l’hobby preferito di John. Era come se finalmente avesse avuto il potere di dire a Sherlock tutto quello che gli passava per la testa senza correre il rischio di essere ignorato. 
Certo, ogni singolo biglietto veniva immediatamente accartocciato e gettato nel cestino, ma a John bastava l’idea.
“Qualche volta ti vorrei strozzare!”
“Non credo che riuscirei a tornare alla mia vita di prima se tu mi lasciassi”
“Smetti di straziare quel povero strumento!”
Quella sera aveva bevuto molto.
“Sei molto bello”
“Se mai dovessi innamorarmi di un uomo saresti tu, tanto perché tu lo sappia”
Quella sera aveva bevuto ancora di più.
Quando finalmente Lestrade si presentò a casa loro con un caso, Sherlock non ci pensò due volte prima di farsi quasi ammazzare.
“Non mi lasciare, non ci provare neanche!”
“Guarda che ti brucio il violino se provi a morire”
“Ti amo”
Quella sera pensò di rischiare il come etilico.
Sherlock una sera aveva trovato dei bigliettini nella spazzatura.
Una nota inutile, su una modella svedese, ma non era rilevante. Sherlock pensò che invece il fatto che John scrivesse delle cose su dei foglietti fosse importante e, ogni volta che lo vedeva impegnato a scrivere per poi limitarsi a gettare il foglio nel cestino, si affrettava a recuperarlo.
Non ci mise molto a capire il destinatario dei bigliettini.
Ogni singolo foglietto fu preso e conservato in un quaderno, tranne l’ultimo.
L’ultimo era un foglio stropicciato più degli altri e nascosto dentro la fodera della custodia del suo violino come un tesoro.
 




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