Lexie is dead

di Lys3
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Lexie is dead.

 
Ricordo il peso dei resti dell’aereo sul mio corpo. Ricordo di aver battuto un oggetto sull’ala del velivolo fin quando non sono arrivati ad aiutarmi. Mark, Meredith e Cristina erano chini su di me, pronti ad aiutarmi, ma io sentivo che la mia vita stava scivolando via.
Provai a spiegare a Mark che non c’era nulla da fare, che stavo morendo, ma lui non volle credermi. Iniziò a fare vaghi discorsi sulla nostra futura vita insieme e per un istante io fui felice, convinta che avrei potuto farcela. Ma il mio respiro stava diventando sempre più corto e la mia vista si stava offuscando.
L’ultima cosa che sentii fu Mark che mi sussurrava: “Noi siamo fatti l’uno per l’altra.”
“L’uno per l’altra” ripetei con un fil di voce e poi tutto divenne bianco.
 
Sembrava che una luce troppo forte mi stesse ostacolando la vista. Ma poi tutto divenne più nitido e di fronte a me mi ritrovai mia madre.
Era bella come sempre, con il suo dolce sorriso stampato sul volto. Anche io la guardai, meravigliata, e poi le corsi incontro e l’abbracciai. “Mamma, cosa ci fai qui? Tu… Tu sei…”
“Morta?” concluse. Riusciva a pronunciare quella parola con estenuante semplicità, come se non ci fosse nulla di male. “Sì, lo sono.”
La guardai, meravigliata. “E allora cosa ci fai qui?”
“Piccola mia, proprio non ricordi?” Il suo sguardo era addolorato e in quel momento tutto quello che era successo mi balenò davanti agli occhi. “L’aereo…” mormorai. Mia madre annuì. “Non è possibile” iniziai a dire. “No, no, no!” Mi allontanai di scatto da lei, come se fosse l’artefice dei miei mali.
“Non temere piccola mia, tra poco sarà tutto finito e andremo via di qui.”
“Via dove?”
“Via per sempre, nel posto dove vanno tutte le anime.”
“Il paradiso?”
“Una specie” fece lei alzando le spalle.
Mi guardai attorno e vidi che eravamo nella sala d’attesa del Seattle Grace. Mia madre dovette leggere lo stupore dei miei occhi perché disse: “Si sceglie sempre un posto familiare prima di andare dall’altra parte.”
“E tu perché sei qui? Sei andata via tanto tempo fa.”
“Sono venuta a farti compagnia.”
“Compagnia?” gli feci eco. Mi sembrava tutto incomprensibile.
“Sì, fin quando non arriverà Mark” rispose lei con un sorriso.
Sentii il sangue gelarmi nelle vene, se ancora ne avevo. “No, Mark sta bene. Mark non può morire. Era lì, in piedi e stava bene. Lui non deve venire qui, no! Lui ha una figlia!”
“Sophia starà bene con Arizona e Callie. Ma tu e lui siete destinati a stare per sempre insieme. Ha una grave emorragia, non potranno fare niente per salvarlo.”
Mi coprii il volto con le mani e iniziai a piangere. Dapprima silenziosamente e poi con frequenti singhiozzi. Piansi a lungo, ma non so per quanto. Lì il tempo era diverso. Dopo molto però, qualcuno mi mise una mano sulla spalla e sussurrò il mio nome.
Potevo riconoscere quella voce tra mille. Mi voltai e Mark era dietro di me con il sorriso più bello del mondo. Lo abbracciai e piansi a lungo sulla sua spalla. Quando mi voltai nuovamente, mia madre non c’era più.
“Adesso potremmo stare per sempre insieme, vedrai, staremo bene qui.”
Le sue parole mi resero la persona più felice del mondo. “Sì, e potremo vedere gli altri, potrai vedere Sophia crescere. Saremo i loro angeli custodi.”
Ci baciammo e da quel momento nessun dolore ci avrebbe sfiorati, mai più.


Salve a tutti ^^ Non so perché ma da un paio di giorni mi ronzava in testa questa bizzarra situazione e ho voluto scriverla. Vorrei aggiungere che io non credo nell'esistenza di angeli custodi o cose simili e non vorrei turbare la sensibilità di nessuno con questo testo. Spero vi piaccia e di ricevere qualche recensione per sapere le vostre opinioni :)




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