Buonasera
a tutti :) Scusate il ritardo, in questo periodo sto aiutando mia
sorella a studiare per gli esami ed è preoccupatissima
– non è tanto studiosa AHAHAH
Comunque:
in questo capitolo ci sarà un pov Rosalie. Spero non vi
dispiaccia, ma mi veniva più facile farvi capire il
perché del perdono verso Edward e Bella. Questo è
l’ultimo capitolo, ragazze :( Purtroppo, la storia doveva
finire ed è andata così >.< Ma ci
sarà un epilogo che spero di pubblicare il più
presto possibile :) Se vi va, fatemi sapere che ne pensate, mi
raccomando :3
Sono
passate poco più di due settimane da quando Rosalie ha
scoperto tutto. Non vuole parlare né con me né
con suo padre. Potremmo andare a casa di Emmett e cercare di spiegare
cosa è successo veramente tra di noi ma conosciamo bene Rose
e sappiamo che sarebbe solo peggio.
Le
cose con Edward… be’, è ancora qui. La
mia paura più grande dopo quella in cui Rosalie scopriva
tutto era che Edward mi lasciasse. Ma lui c’è
ancora. Fisicamente. Almeno questo…
perché con la mente è sempre più
assente da tutto ciò che lo circonda.
Sta
da me, non riuscirebbe a ritornare a casa sua.
L’unica
cosa positiva di tutta questa storia è che finalmente mi
sento più leggera. Ma a ben pensaci… no, non
è vero che mi sento più leggera. Sì,
l’unico mio segreto è venuto alla scoperta, ma
adesso se ne crea un altro.
Ho
un ritardo. Cristo santo, fra tutte le donne a cui poteva succedere
proprio a me, che fra l’altro ho sempre usato il preservativo
con Edward.
Sono
stata sempre puntuale, ma adesso ho un ritardo, seppur breve, che quasi
non mi fa dormire la notte. È un dubbio il mio e spero
davvero di avere al più presto una risposta.
Perché già non ce la faccio
più…
Non
so nemmeno cosa voglio. Da un lato, non vorrei essere incinta per il
casino che questo creerebbe, dall’altro… diamine,
è mio figlio. Come posso non sperare almeno un poco?
Con
mano tremante, afferro il cellulare dalla tasca posteriore. Sono sola a
casa, Edward è uscito un poco. Compongo il numero che mi
preme fare, e invio la chiamata. I secondi che attendo lui risponda
sono i più lunghi della mia vita. Alla fine risponde.
“Bella.”
“L’hai
preso?”
James
esita un attimo. “Sì. Vengo adesso?”
“Adesso.”
Un’ora
dopo
Non
smetto di fissare quel piccolo bastoncino bianco che mi mette davanti
al mio futuro. Diciamo che non so se ridere o piangere. Edward mi
lascerà, sicuro.
Io
che lo divido da sua figlia poi gli metto davanti al naso un altro
figlio. Cristo, mi considererà tipo una piega!
Salto
in aria quando sento la porta aprirsi e, velocemente, nascondo il test
di gravidanza nella scatola a cui appartiene, nascondendola sotto al
materasso.
Quando
vado in cucina, noto Edward osservare confuso James. Gli ho chiesto di
lasciarmi da sola ma allo stesso tempo di rimanere. Non ce la faccio a
rimanere da sola con Edward. Ho paura, perché non dirlo?
“Tutto
bene?” gli chiede. “L’hai
sentita?”
James
parla ancora con Rosalie. D’altronde è pure sua
amica, quindi perché non farlo?
James
sospira. “Sì. Mi ha appena chiamato.”
Ah,
davvero? Devo essere fra le nuvole per non aver sentito la chiamata.
“Edward,
lei stasera verrà a casa vostra. Prenderà la sua
roba e poi partirà definitivamente per New York. Questa
è la tua ultima occasione” spiega.
Perché
non me l’ha detto prima, penso guardandolo sorpresa.
Rosalie
a New York? Sì che ci doveva andare ma… ma
niente. È normale che io non sappia nulla dei suoi futuri
programmi.
Edward
mi fissa immediatamente, guardandomi ansioso e quasi a chiedermi il
permesso. Ma permesso di cosa? Rosalie è sua figlia, ovvio
che mi interessa che facciano pace. Sperando Rose possa perdonare anche
me.
Annuisco
nella sua direzione. Ha capito. Non prende nemmeno la giacca; esce
senza dire un’altra parola.
Improvvisamente
stanca, mi siedo davanti a James. Lo fisso. “Non dirgli
niente, okay?”
James
mi fissa con aria di rimprovero. “È il padre. Deve
saperlo.”
Annuisco
forsennatamente. “Ovvio che glielo dirò!
Solo… una cosa alla volta, okay?” sussurro, senza
più forze.
Il
mio amico annuisce e io mi sento un po’ meglio. Mi alzo ma me
ne pento subito. La stanza inizia a vorticare e i miei occhi si
chiudono, circondandomi nel buio.
Rosalie’s
pov
Dire
che li odio è poco. Ma che cazzo volevano fare? Prendermi
per il culo tutta la vita? Non sarebbe stato più semplice
dirmi ‘Ehi, Rose, lo sai? Scopo con tuo padre’?
Dio, probabilmente lo avrei accettato meglio! Forse. Boh, non lo so. Ma
che diavolo, quello è mio padre! E lei è la mia
migliore amica, come hanno potuto farmi una cosa simile? E per cosa?
Del sesso? Non ci voglio nemmeno pensare.
Quando
entro a casa mia, so già cosa fare. Prendere definitivamente
tutte le mie cose e poi abbandonare per sempre questa città.
Ho vissuto per tutto questo tempo con i vestiti e i trucchi della
sorella di Emmett ma ora basta.
Mio
padre non c’è: con James mi sento spesso e ho
saputo da lui che ormai sta con Bella. Bene, si sono trovati.
Ma
quando entro in camera mia, immediatamente sento la porta di casa
aprirsi. Alzo gli occhi al cielo. “James” sibilo
incazzata, capendo chi è e come possa aver saputo che io
sono qui.
“Per
favore, Rosalie, parliamo!” mi supplica mio padre seguendomi
nella mia stanza.
Dandogli
le spalle, prendo uno zaino e posare le cose che più mi
servono. “E di cosa? Di come mi hai preso in giro?”
domando sarcastica.
“No,
amore mio, no! Non volevo prenderti in giro e non l’ho fatto.
Avrei voluto dirtelo...” sussurra alla fine.
Poso
con uno scatto una felpa sul letto, voltandomi verso mio padre.
“Volevi dirmelo, eh? E cosa? ‘Rose, scopo con la
tua migliore amica’? È questo che volevi
dirmi?!”
“Rosalie!”
esclama artigliando le mie spalle con le sue mani. “Io mi
sono innamorato di Bella” rivela.
Lo
fisso quasi come se avesse due teste. “Che cosa?”
“Ma
che credi, che avrei messo a repentaglio il tuo amore per me solo
perché ne ero attratto? No, accidenti, no! La amo, porca
puttana!” esclama, allontanandosi e mettendosi le mani ai
capelli, come disperato. “E… io… io sto
mandando a puttane tutto, tutto! Penso a te e trascuro lei…
lei che mi è sempre stata vicina e che mi sopporta ma anche
lei sta soffrendo” mormora quasi a parlare con se stesso.
Che
diavolo dovrei fare, accidenti? Li amo come li ho sempre amati, ma
cazzo mi hanno mentito così spudoratamente! E
chissà per quanto tempo, poi!
Mio
padre si alza in piedi e mi fissa supplicante. “Ti prego,
amore, ti supplico. Vieni con me. So che sei ancora arrabbiata e anche
io lo sono, ma almeno lasciaci spiegare, no?”
È
sull’orlo delle lacrime. Non l’ho mai visto
così disperato. Io non sono da meno per quanto non riesco
nemmeno a fissare la sua figura, gli occhi pieni di pianto.
“Cosa…
per cosa sei arrabbiata? Perché io e Bella ti abbiamo
mentito? Te lo giuro, volevamo dirtelo! Quella volta a pranzo avevamo
già deciso di dirtelo ma volevamo prima tastare il terreno,
capisci? Ma te l’avremmo detto io e Bella, con
calma… non è una cosa facile da dire.
‘Ehi, amore, come hai dormito oggi? Ah, una cosa: io e Bella
stiamo insieme’. Secondo te potevo mai dirtelo con
così tanta leggerezza?”
So
che il suo discorso non fa una piega, però…
“Sono…”
sussurro e vedo una scintilla di speranza negli occhi di mio padre.
Sospiro. “Mi avete ingannata” sentenzio.
Papà
annuisce. “Questo è vero. Ti abbiamo mentito ma,
ti ripeto, te l’avremmo detto. È solo che il
destino ci ha fatto un brutto scherzo ed eccoci qui. Ma era solo
questione di tempo… Io amo davvero Bella, prima o poi avrei
dovuto per forza dirtelo.”
La
ama. Lui la ama. Dio santo, che confusione.
Mi
passo le mani fra i capelli, sedendomi sul letto. “E
lei?” sussurro sconvolta senza fissarlo. Fisso il pavimento
mentre immagini di mio padre e della mia migliore amica scorrono
velocemente davanti a me.
Bella
e lui che si baciano, che si tengono per mano, che ridono
insieme… È davvero possibile? Potrebbe essere sua
figlia.
Mio
padre si inginocchia davanti a me per fissarmi negli occhi.
“Lei mi ama, Rose. Lei mi rende felice e io rendo felice lei.
È così sbagliato?”
Lo
fisso confusa. Lo è? No, vista così non lo
è. “Però…” Cerco
qualcosa per giustificare il mio risentimento. In realtà,
ero arrabbiata perché mi hanno mentito. E lo sono ancora.
Però è anche vero che papà mi ha
assicurato che me lo stavano dicendo… Sospiro, arrendendomi.
Bella non è sua figlia, non posso dirgli che potrebbe
esserlo. “No, non lo è” sussurro
abbassando lo sguardo.
La
verità è che mi mancano. Mio padre, che poi
sarebbe il papà più dolce e bravo del mondo.
Bella crede che per me, in questi anni, non abbia rinunciato alla sua
vita ma secondo me sì. Avrebbe potuto portare a casa molte
donne ma non l’ha fatto per me. E poi Bella… lei,
che c’è sempre stata. Che mi ha consolato su mio
padre lasciandomi sfogare. Lei, che mi è rimasta vicina con
Royce aspettando i miei tempi per confidarmi.
Sento
mio padre accarezzarmi una guancia e non riesco più a
trattenere una lacrima che scivola giù.
“Vieni
con me.” Non è una domanda, non è
nemmeno un ordine. È una supplica, una preghiera.
E
quando alzo gli occhi su mio padre e scorgo la sua espressione
più triste che mai, non riesco nemmeno a trattenermi dal
fiondarmi fra le sue braccia.
La
sua stretta è così forte da lasciarmi senza fiato
quasi. Ma non mi sono mai sentita così bene come adesso, ad
essere sincera.
“Bella
sarà felice di vederti, amore mio” mormora mio
padre stringendomi a sé quando scendiamo dalla sua auto per
andare a casa della mia migliore amica.
Non
ho idea di come reagirò quando la vedrò. Sono
ancora un po’ confusa e un po’ arrabbiata. Non solo
con lei, ovviamente anche con mio padre. Però mi sono
mancati talmente tanto che non sarei riuscita ancora per molto a stare
lontani da loro.
Ma
quando papà apre la porta e ci dirigiamo verso il salotto,
sentiamo delle voci concitate.
“Cristo,
mi hai fatto prendere un infarto!” esclama quasi urlando
James. James?
“Andiamo,
James. È stato solo un…”
Bella
si interrompe quando io e mio padre entriamo, sorpresi di trovare lei
distesa sul divano e lui che le fa vento con le mani. Oddio, ma si
è sentita male?! Ma vedo che sta bene… e oltre a
questo, la rivedo dopo tanto tempo. E quando posa i suoi occhi sorpresi
su di me, so già di averla perdonata.
Com’è
che si dice? ‘L’amore non si comanda?’
Sì, penso proprio sia vero. Bella e mio padre ne sono la
prova vivente. Pensavo che stessero insieme per sesso, e
invece… La verità è che forse, al
posto di Bella, avrei fatto lo stesso. Come posso giudicarla se io
conosco come ci si sente ad essere innamorati? L’amore
è il più bel sentimento al mondo, come potrei
rinunciare? E perché dovrei volere che sia la mia migliore
amica – quella che piangeva insieme a me per ogni
sciocchezza, quella che mi ha regalato sorrisi su sorrisi, quella che
mi è sempre stata vicina – non conosca questo
sentimento solo perché l’uomo di cui si
è innamorata è mio padre?
Io
ho Emmett, mi sposerò con lui. Mio padre resterà
solo a casa. Perché non potrebbe esserci una ragazza a
fargli compagnia? Perché non Bella, che già
conosco e apprezzo? E che mio padre ama già?
Vorrei
insultarmi, eppure dentro di me so per certo che forse, al mio posto,
anche Bella avrebbe reagito in questo modo. E poi, sempre forse,
avrebbe accettato la cosa. Come sto facendo io.
Tempo.
Avevo solo bisogno di tempo.
“Che
è successo?” domanda subito mio padre lasciandomi
andare e fiondandosi subito verso una Bella pallida e sconvolta.
Lei
lo ignora. “Rosalie” dice quasi non credesse a
ciò che vede. Tenta di alzarsi in piedi ma vedo che non
riesce a reggersi sulle gambe.
Immediatamente,
James e mio padre cercando di fermarla e io mi unisco a loro
avvicinandomi a Bella.
“Stai
ferma” le dico rimproverandola ma spaventata a morte.
Avrei
in realtà voluto sapere meglio cosa è successo,
ma quando l’ho a pochi centimetri da me, l’unica
cosa che riesco a fare è abbracciarla.
“Oddio,
quanto mi sei mancata!” esclama piangendo.
Oggi
è giorno di pianti, per me. “Ti odio, ti odio, ti
odio, ti odio…” Non faccio che ripeterglielo, ma
nel frattempo la stringo sempre più forte.
Bella
scoppia a ridere fra i singhiozzi. Quanto mi è mancato quel
suono…
“Ma
che è successo?” le chiedo scostandomi un
po’ per fissarla ansiosa.
Bella
scuote la testa, minimizzando il tutto. “Tutto bene,
è stato solo un mancamento.”
“Ah,
davvero?” la provoca James.
Bella
lo ignora. “Ma adesso sto bene.”
“Io
penso che sia meglio Edward ti accompagni
all’ospedale” riprende James.
Stavolta,
vedo Bella lanciargli un’occhiataccia.
“James
ha ragione, Bella…” mormora mio padre.
È
la prima volta che lo sento parlare dopo l’essersi fiondato
da Bella per assicurarsi di stare bene e nella sua voce posso scorgere
tutta la preoccupazione del mondo.
“No,
davvero, sto bene e...” Fa una smorfia, deglutendo.
“Rose, hai messo il profumo alla vaniglia?”
sussurra sconvolta in viso.
Confusa,
annuisco. “L’ho sempre messo e ti piaceva.
Perché...”
Mi
interrompo quando Bella si alza di scatto per dirigersi verso il bagno.
Noi tre siamo immobili per lo stupore ma ci riprendiamo subito dopo,
mio padre per primo. È già con lei quando io e
James, a pochi passi dal bagno, sentiamo Bella rimettere.
“Oh
mio Dio. Ma...”
James
mi interrompe con un’espressione eccitata. E sinceramente non
capisco perché. Bella sta male! “Ti
spiegherò tutto tra un minuto, aspetta un attimo
solo.”
Si
dirige verso il bagno, seguito da me. Mi sento in colpa per averla
fatta stare male. Troviamo Bella sudata e tremante tra le braccia di
mio padre che le passa una pezza bagnata sul viso. A pensarci bene,
escludendo il malessere di Bella, non ho mai visto spettacolo
più bello di questo. Papà sembra tanto
innamorato. Entrambi alzano il viso verso di noi quando entriamo.
“Come
ti senti?” le chiede James con leggerezza.
Bella
si limita a mugolare e basta.
James
sorride. “Io credo che sia giunto il momento di dirglielo.
Vieni, Rose, andiamo” mi invita il mio amico prendendomi per
mano e portandoci fuori dalla loro vista.
Faccio
in tempo però a vedere l’espressione furiosa di
Bella e quella confusa di mio padre alle parole di James.
“Che
succede?” gli domando sperando che finalmente mi possa dire
la verità.
Si
siede sul portico. È chiaro che li ha voluti lasciare da
soli. “Cosa diresti di un fratellino?”
Fratellino?
Perché dovrei... La verità si abbatte su di me
come un fulmine. “Oddio.” E ho solo la forza di
sedermi vicino a lui.
Bella’s
pov
“Avanti,
che c’è?” sussurra contro il mio
orecchio Edward, baciandolo poi gentilmente.
Esausta
e sudata, sento però improvvisamente una grande forza in me.
Tutti i pezzi del puzzle sembrano essere ritornati al posto giusto.
Manca l’ultimo e quello definitivo. Ma in fondo Rosalie, con
mia enorme gioia, ci ha perdonati per cui sono fiduciosa anche in
questo.
“Puoi
darmi solo un minuto?” gli chiedo soltanto.
Un
minuto per riprendermi del tutto e per darmi una sistemata.
Annuisce.
“Ti aspetto di là.”
Finalmente
sola, mi sciacquo denti e viso, sedendomi poi sulla vasca da bagno a
cercare quel coraggio che ho perso subito dopo essermi fatta fiduciosa.
Ma sapendo che prima o poi dovrò affrontarlo, decido di
uscire ora. Via il dente, via il dolore.
Quando
esco dal bagno, trovo Edward in salotto a bere un bicchiere
d’acqua, la bottiglia sul tavolino. Mi limito a guardarlo e a
meravigliarmi di quanto possa sembrare sempre più bello ad
ogni secondo che passa.
Mi
faccio sentire e Edward si gira verso di me e mi viene in contro.
“Come ti senti? Meglio?”
Annuisco.
“Devo dirti una cosa che mi costa davvero tanto. Ma non mi va
di fare mille giri di parole per cui te lo dico ora.” Prendo
un profondo respiro, distolgo per un attimo lo sguardo da lui e poi lo
fisso ancora. Ora o mai più. “Sono
incinta.”
Edward
sembra preso alla sprovvista, annuendo come in uno stato di trance.
“Ah.”
Oddio.
Mi
affretto a dirgli il resto. “Però non è
sicuro al cento per cento, okay? Io ho fatto il test, è
risultato positivo, però sai che spesso sbagliano...
no?” domando speranzosa.
Ti
prego, dì qualcosa.
Si
siede distrattamente sul divano. “E quando l’hai
fatto?” mi chiede confuso.
Non
mi sta urlando contro. Forse è un buon segno.
“Oggi
pomeriggio.”
Sembra
capire. “James” mormora.
Annuisco.
Sto ancora in piedi e l’agitazione mi sta facendo nuovamente
venire il senso di nausea.
Edward
sospira. “Vieni qui” mi invita battendo la mano
sulla sua gamba.
Anche
questo è un buon segno, giusto? Titubante, mi avvicino.
Quando
mi siedo sulla sua gamba, Edward mi circonda con le braccia.
“E tu pensi di esserlo?”
Lo
fisso incerta. Lui sembra curioso di conoscere la risposta.
“Sì...?” rispondo quasi come se fosse
una domanda. “Insomma... Io che mi sento così
stanca... la nausea, la perdita di sensi... E il ritardo. Sono sempre
stata puntuale, io. Sì che magari tutto questo è
dovuto allo stress, però...” Scuoto la testa
sospirando. “Non ne ho idea” rispondo infine,
sicura.
“Mmh.”
Edward poggia il suo mento sulla mia spalla, facendomi ben sperare.
“Allora sarà meglio andare dal medico,
giusto?”
Non
posso più rimandare, mi dispiace. “Quindi non
sei... arrabbiato” noto.
Aggrotta
le sopracciglia. “È per questo che non mi hai
detto prima di avere questi dubbi?” intuisce sorpreso.
“Sì,
be’... con Rosalie non avevamo ancora chiarito e tu sembravi
così distante e io...” Pensavo fossi arrabbiato
con me.
“Oh,
Bella” mormora stringendomi di più.
“Sono stato lontano con la mente, lo ammetto. Mi dispiace
tanto... Però sappi che non ce l’avevo con te,
okay?” Mi appoggio con la schiena del tutto al suo petto, la
sua spalla a farmi da cuscino. E lui prosegue. “Eri
l’unico motivo per continuare a vivere. Io ti amo,
Bella.”
Credo
che il mio cuore cessi di battere per un intero minuto. Non me
l’aveva mai detto.
Vorrei
voltarmi e baciarlo ma vengo interrotta dalla porta che si apre e dalle
voci dei miei amici.
“No,
aspetta Rose, magari ne stanno ancora parlando!” le fa notare
svelto James.
“E
chi se ne frega!” esclama senza problemi Rosalie. Sento i
suoi passi veloci e prima che io possa allontanarmi da suo padre, lei
entra in salotto. Appena mi vede scoppia di nuovo a piangere.
“Oh, tesoro” mi dice stringendomi non appena mi
metto in piedi.
Okay:
James le ha detto tutto.
Sorrido
stringendola. E nemmeno lei è arrabbiata. Con la coda
dell’occhio, vedo James stringere la mano di Edward
congratulandosi e lui sorridere, per poi mettersi a parlare entrambi
con tranquillità. Rosalie ancora mi stringe.
Sorrido.
“Rosalie, guarda che non è sicuro” la
informo.
Non
voglio che si illudano come stanno invece facendo. Dopotutto il mio
ritardo è di pochissimi giorni e questo, insieme al mio star
male, può essere dipeso davvero dallo stress per il litigio
di Rosalie. Anche perché, con Edward ho sempre usato il
preservativo. È anche vero però che i
preservativi non sono infallibili... e il test di gravidanza James
l’ha comprato in una farmacia mica in un supermercato
scadente.
“Oh
sta’ zitta, ma te lo immagini?” mi chiede
allontanandosi per guardarmi entusiasta. “Tu mamma! Ci credi?
E io zia!” L’espressione sorridente lascia il posto
a una confusa. “No, questo sarebbe accaduto se tu fossi
rimasta incinta di un altro... adesso che sei la fidanzata di mio padre
io sono la sorella!” esclama sconvolta. Si gira verso il
padre. “Sono troppo vecchia per poter essere una
sorella!”
Solo
lei poteva preoccuparsi di poter essere vecchia.
“Tranquilla,
Rose. Se ti ricordi io ero quella che ti faceva preoccupare di rimanere
zitella e invece adesso sono forse incinta” mormoro
prendendola in giro per la sua uscita al pranzo con Alice.
“Ma
che divertente” borbotta lanciandomi un’occhiata
scocciata.
È
ritornata com’era prima. Nulla è cambiato, se non
che ora sa la verità.
Rosalie
apre bocca per parlare ma la richiude subito, mentre fissa sorpresa suo
padre che la fissa confuso di rimando.
“Che
c’è?” chiede infine.
Rosalie
sorride. “Posso chiedervi da quanto tempo vi
frequentate?”
Io
e Edward ci scambiamo un’occhiata. Sì che non
vogliamo più mentirle, ma non è stata una cosa di
ora...
“Tranquilli,
non mi arrabbio. Da quanto tempo?”
“Da
due mesi” risponde Edward.
Rosalie
scoppia a ridere. “No, non ci credo! Oh mio Dio!”
Spazientito,
James la fissa. “Potresti dirci perché ridi
così?”
“Papà
era geloso di te!”
Tutt’e
tre la fissiamo confusi allo stesso modo: da dove le è
uscita una frase così? Ma alla fine anche James scoppia a
ridere. “Davvero?” chiede fissando un Edward
confuso più di me.
“No!”
esclama subito.
Sì,
certo che no. Solo che l’importante è che lo
sappia io.
“Ora
mi spiego perché quell’atteggiamento scontroso
verso James... soprattutto quando ti ho detto che sarebbe passato a
prendere Bella quella sera al ristorante!” riprende Rosalie.
Quella
sera al ristorante. Quella stessa sera dove noi... Rabbrividisco al
solo pensarci. E non di freddo.
“Io…”
Edward
viene interrotto dalla suoneria di un cellulare, quello di Rosalie.
Mentre lei risponde, James si avvicina a Edward.
“Quindi
eri geloso di me” osserva divertito e con una certa
soddisfazione.
Edward
lo fissa trucidandolo con lo sguardo. “Non è vero.
Sarebbe assurdo, andiamo” risponde.
James
è pronto a ribattere ma, stanca di vedere Edward preso in
giro, mi avvicino a loro. “James, accompagni poi tu Rosalie o
ci vai tu?” chiedo rivolta a Edward.
“Mi
accompagna James” interviene Rosalie prendendolo per un
gomito. “Era Emmett, voleva sapere perché del mio
ritardo. Gli ho detto che avremmo mangiato qui, quindi James mi
accompagna e fra un’ora ci rivediamo.” Senza
aggiungere altro né salutare, se ne va portandosi dietro un
James confuso e sconvolto.
È
bello vedere che è la Rosalie di sempre.
Rimasti
soli, mi siedo a peso morto sul divano. Strano, lo so, ma mi sento in
imbarazzo a rimanere sola con Edward, adesso che sa tutto. E non so
nemmeno perché. Forse perché sotto sotto ho paura
che cambi nei miei confronti, com’è cambiato
durante l’assenza di Rosalie.
“Sei
stanca?” mi chiede lui, sedendosi vicino a me e prendendomi
fra le braccia.
Forse
non cambia. Forse ora che tutto è sistemato
ritornerà come prima. Non abbiamo più nemmeno
fatto l’amore… ma non gli ho detto nulla. Aveva
perso, per così dire, una figlia quindi era logico starci
male e far passare il sesso in secondo piano.
“Un
po’” mormoro chiudendo gli occhi.
Edward
sospira piano. “Mi dispiace di averti messo in questa
situazione, Bella.”
Aggrotto
le sopracciglia, non capendo. Rosalie non ce l’ha
più con me. “Che vuoi dire? Di quale situazione
parli?”
“Sì,
sai… quella del bambino. Hai solo vent’anni e stai
per diventare madre e…”
Lo
interrompo scostandomi per fissarlo. “Uno, non è
detto che sono incinta. Due, ho solo vent’anni, è
vero, ma penso di aver dimostrato di essere abbastanza matura per certe
situazioni. E tre, non mi dispiacerebbe diventare madre”
rivelo. Lo sguardo sorpreso di Edward mi spinge a mormorare:
“davvero, Edward. Insomma, ti amo…
perché non dovrei volere un figlio da te? Se tu lo
vuoi…” aggiungo svelta.
Perché
una cosa è accettare un figlio, un’altra
è volerlo.
Edward
sorride, accarezzandomi i capelli e facendomi appoggiare di nuovo il
viso contro il suo petto. “Io non ci avevo mai pensato. Un
figlio, adesso? Troppo. Però lo voglio. Insomma, ti
amo… perché non dovrei volere un figlio da
te?” chiede retorico utilizzando divertito la mia stessa
frase e facendomi ridere.
Gli
accarezzo una guancia avvicinando il viso al suo e baciandolo. Mi
è mancato da morire, in questi giorni. Se dormiva insieme a
me era già tanto. Però lo capisco
perché anche a me faceva stare male la reazione –
comprensibile, certo – di Rosalie.
E
adesso che Rosalie ci ha perdonati e sembra che vada tutto bene, rimane
solo un interrogativo: incinta o non incinta?
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