Negligenza

di Eleanor Yckley
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«Bellatrix!»
Quando ti serve, non c’è mai.
«Mi ha chiamata, mio Signore?»
Era una delle poche persone che avevano il coraggio di guardarmi negli occhi.
«Sì, Bellatrix. La mia veste è lì, sopra il tavolo. Sai cosa fare».
Per un attimo, un lampo attraversò gli occhi di Bellatrix Lestrange, poi, però, abbassò lo sguardo e mormorò qualcosa di indefinito e confuso.
«Come hai detto, prego?»
«Dicevo, mio Signore, che oggi è nato il figlio di Lucius, Draco, e mia sorella mi ha pregato di andare da loro. Dice che devo vederlo assolutamente».
«Oh, è nato il giovane Malfoy… Finalmente. Chissà che ora Lucius la smetta di usare la scusa della moglie incinta… Molto bene, va da loro».
Mi siedo sulla poltrona.
Pigri, negligenti e assolutamente inutili. Mai fidarsi di qualcuno. Se vuoi qualcosa, devi sempre arrangiarti.
Bellatrix fa un passo avanti, ma, mentre alzo lo sguardo, s’immobilizza.
«Potrei farlo questa sera, mio Signore, quando ritorno».
«Vattene. Mi arrangerò».
Con uno sguardo da cane bastonato, la donna esce dalla stanza.
Nel frattempo mi alzo e mi avvicino al tavolo. Prendo la mia veste e la faccio scivolare tra le mie dita. Punto la bacchetta addosso al tessuto, ma subito dopo mi fermo.
«E adesso?» mi chiedo ad alta voce. «Quale sarà l’incantesimo per stirarla?»




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