Salve
a tutti! Non so perchè ma le idee mi vengono sempre in
sessione esami, ma non importa. Con un ritorno al mio usuale topic,
alla coppia che di solito tratto, here I am. So...buona lettura, ci
vediamo giù :)
Cammino
nell'aria fresca di fine giugno. Sorrido, Harry sta di nuovo
scherzando sull'essere il prescelto, adesso possiamo riderne
liberamente.
Ron
al mio fianco mi stringe a sé impercettibilmente, il suo
braccio fermo suoi miei fianchi...
Lo
guardo, mi sorride.
Il
rumore dei miei tacchi rimbomba sulla strada di Hogsmeade. Toc, toc,
toc. Quasi il ritmo di un cuore.
È
finito il nostro settimo anno e ora siamo a Hogwarts a goderci gli
ultimi giorni che hanno quel sapore di libertà che non
proveremo più.
Non
riesco ad essere malinconica, i miei amici sono accanto a me e stiamo
andando ai Tre manici di scopa come abbiamo fatto dal nostro terzo
anno ad Hogwarts. Il passato è alle spalle e Ron è
accanto a me.
Ron.
Ecco. Lui è premuroso, romantico...si preoccupa per le minime
cose, non solo per le più grandi. Non ha perso la voglia di
scherzare. Sono tranquilla accanto a lui, serena. Sto bene.
Arriviamo
in vista del locale e Luna mi prende a braccetto, mi stacco da Ron
che si perde a parlare di Quidditch con Harry.
“Dici
che verrà Neville?” mi chiede una sottovoce.
La
guardo, mi sorprende che si preoccupi di questo. “certo Luna,
non preoccuparti”.
Raggiungiamo
i ragazzi davanti alla porta e stiamo per entrare quando sentiamo una
voce. “ehi aspettatemi”
Ecco
Neville. Quanto adoro avere ragione.
Tutti lo salutiamo ed
entriamo. Madama Rosmerta ci viene incontro, Ron le dice che siamo in
sei e ci fa accomodare ad un tavolo vicino al bancone. Mentre mi ci
dirigo, sento una voce. Una voce che riconoscerei fra mille. Infatti
mi basta un lieve movimento del capo per scorgerti. Sei seduto con i
tuoi amici esattamente due tavoli davanti a me. Ed io devo passarti
necessariamente davanti.
Muovo
un passo, un altro, un altro ancora. Una parte di me spera che non mi
noti, che tu almeno faccia finta di niente. Ma non mi va così
bene.
Quando
sono esattamente di fronte a voi mi saluti “ciao Granger!”.
Indosso
un sorriso che non so dove posso aver trovato e per la prima volta
da tempo ti fisso “Ciao Malfoy, ciao ragazzi”.
Come
sono brava, non so come, non so perchè mi sto facendo questo
ma saluto tutti e non contenta rimango lì mentre mi chiedi
come va, se va tutto bene.
Rispondo
e quella conversazione finisce, lasciandomi libera di andare al
tavolo, lasciando liberi i miei pensieri di correre senza nessuna
autorizzazione, senza possibilità di chiudere porte, cassetti
o tantomeno fermarli.
Ron
mi ha tenuto il posto vicino a sé. Gli sorrido e appena mi
siedo mi chiede se è tutto okay. Faccio un cenno della testa
che vorrebbe sottolineare quanto sia ovvio che la risposta è
si.
Noto
compiaciuta che il tavolo è abbastanza lontano da quello di
Malfoy, anche se non mi permette di ignorare la sua esistenza visto
che sono girata proprio verso l'entrata e quindi vedo praticamente
tutto il locale.
Cerco
di convincermi che non importa. Se mi concentrerò sul
bicchiere di burrobirra che Ron mi ha appena ordinato, andrà
tutto bene.
“il
passato non ritorna” non faccio che ripetermi mentre aspetto
Madama Rosmerta. Una volta, due, dieci, venti...poi sento il rumore
di vetro appoggiato sul legno e la mia silenziosa agonia finisce.
Brindiamo
e prendo un lungo sorso di liquido ambrato e fresco che mi riporta
alla realtà. Sono qui e sto con Ron. Va tutto bene.
*
* *
Sono
due ore che siamo qui seduti, Madama Rosmerta si è appena
avvicinata per la seconda volta per dirci, sorridendo, di fare poco
baccano. Harry le ha detto sorridendo che sa bene che per noi è
impossibile e che non deve lamentarsi dell'allegria che le portiamo
ogni volta nel suo pub.
Stiamo
ancora ridendo quando appoggio il bicchiere di burrobirra ormai
vuoto, sul tavolo...e mentre alzo gli occhi vedo lui. “Non è
possibile” mi dice immediatamente la mia mente. Ma invece tu
sei lì con il bicchiere in mano che mi fissi. Ti guardo. Mi
sto chiedendo perchè, ma non otterrò risposta e non sono
neanche sicura di volerla ottenere. Sposto gli occhi e quando torno a
guardare nella tua direzione i tuoi occhi grigi non ci sono più.
Mi
alzo “vado in bagno” annuncio solennemente. Non troppo
solennemente, va bene.
Raggiungo
il bagno giallo del pub. Prendo un respiro profondo e abbasso lo
sguardo sul lavandino di pietra.
Non
c'è nessuno credo, quindi mi concedo qualche attimo di
silenzio. Mi guardo allo speccio e sussurro “il passato non
ritorna”. Sorrido, che preoccupazioni stupide.
Apro
l'acqua del rubinetto, c'è il sapone in schiuma, il mio
preferito. Mi lavo le mani e mi appresto ad uscire.
Apro
la porta scorrevole e muovo un paio di passi mentre tu entri. Non so
se l'hai fatto apposta. Non so se è un caso o una coincidenza.
Non so cosa fare. La mia testa dice che dovrei andarmente ma le mie
gambe non si muovono. Non riesco a far capire ad una piccola parte di
me che non ha senso starmene lì immobile. Che l'unica cosa
sensata è quella che non sto facendo.
Finalmente,
non so come, muovo un passo. Troppo tardi e per giunta nella
direzione sbagliata. Ti sei avvicinato, non ho realizzato quando,
ero troppo concentrata sul mio misero tentativo interiore di fuggire.
Sei
a poche decine di centimetri da me. Devo stare calma. Sto cercando di
mantenere i miei pensieri nel campo della razionalità, di non
farli sfuggire in mille direzioni. Il cuore non mi ascolta, sta
battendo più veloce del normale. Traditore.
Non
mi resta che affrontarti, è il modo più semplice per
far finire tutto. Ti guardo e tu muovi le labbra per chiedermi “come
va?”. Automaticamente rispondo “Bene” poi
collego i neuroni e aggiungo “ma me l'hai già
chiesto...”.
Si
lo so, non gli ho chiesto come sta lui ma non importa. Potrei avere
paura della risposta e dopo tutto questo tempo non posso farmi del
male da sola, non con lui, non di nuovo. Respiro alla ricerca di
ossigeno mentre tu rispondi.
“si
lo so, ma prima davanti a tutti poteva non essere esattamente così”.
Sorridi, beffardo.
In
un momento mi tornano in mente tutti i motivi per cui ti ho lasciato.
Ad esempio questa tua presunzione ed arroganza. Ti comporti come se
mi conoscessi davvero.
“oh
no, era la verità invece, prima come adesso” ti dico
secca. Non ti permetterò di costringermi ad una lenta ripresa
un'altra volta.
Rimani
un attimo in silenzio poi mormori “beh..mi fa piacere” e
ti avvicini. Il mio cervello mi sta urlando che sei troppo vicino,
che è troppo pericoloso. Il tuo profumo mi avvolge ancora una
volta. Pensavo di averlo dimenticato e invece adesso che mi riempie i
polmoni è come se non se ne fosse mai andato. Ho paura che non
lo dimenticherò mai a volte. E adesso mi stai dimostrando che
anche se credevo di averlo dimenticato non è così.
Sento
il ritmo del tuo respiro e poi parli “comunque anche io sto
bene”.
Non
avevo dubbi che tu stessi bene, ma non faccio in tempo a dirtelo
perchè aggiungi “adesso sto bene..”. Mi lasci un
po' sorpresa, devo pensare che tu sia stato male, che sia stato
difficile per te!?! Non riesco a decidere se chiedertelo o meno
perchè sento le tue labbra appoggiarsi alle mie.
La
mia mente mi urla che è maledettamente sbagliato, che sto con
Ron ora, che mi sto facendo male di nuovo ma le mie labbra non
riescono a non muoversi, a non ricambiare il tuo bacio. Un bacio che
sembra durante minuti e invece realizzo che saranno stati al massimo
un paio di secondi non appena ti separi da me...
Mi
spingi leggermente verso il bagno delle donne, non ho bisogno di
spiegazioni, ho capito. Mi giro, cammino e aspetto che entri anche
tu.
Chiudi
la porta e ti avvicini.
Il
mio cuore non so più dov'è. Vorrei non mi facesse tutto
questo ma non posso impedirglielo. Come non posso impedire che le mie
mani si appoggino sulle tue braccia nell'istante in cui mi circondi
la vita. Non posso impedire che la mia mente pensi che è come
quando stavamo insieme. E di nuovo, siamo nascosti.
Poi
succede. Mi baci, prima lentamente come se avessi timore di qualcosa
poi più deciso. Non posso fermarmi, non posso respingerti,
sento il tuo sapore. Non c'è sapore di burrobirra o altro,
solo il tuo sapore che mi sembra di non sentire da secoli, che mi
ricorda allo stesso modo, insieme al tuo profumo, la pioggia estiva
sui campi.
Rimango
lì con le tue labbra sulle mie, con la mente vuota, la tua
lingua che gioca con la mia ed io che non faccio altro che baciarti.
Passo le mani fra i tuoi capelli come facevo un tempo e poi sul tuo
volto, seguendo il tuo profilo ad occhi chiusi. Non penso al
bisogno di ossigeno, non penso a nulla, è come se il tempo e
lo spazio fossero sospesi, fermi, immobili.
Ti
sento tirarmi ancora di più verso te, sento il tuo corpo
aderire al mio. Mi baci come facevi sempre, non è cambiato il
tuo modo di baciare, sempre poco casto.
Dopo
un tempo che non so quantificare ci stacchiamo. Insieme,
improvvisamente.
Abbassiamo
lo sguardo.
Ti
allontano e ti guardo negli occhi. Stai per parlarmi “Non...”
cominci.
Appoggio
un dito sulle tue labbra “non dire niente” sono fredda,
distaccata, non so dove ho trovato questa presunta indifferenza “lo
so. Vai”. Chiudo la conversazione, chiudo quella e forse non
solo quella.
“si”
mi dici. Mi fissi e sottovoce “sei cambiata..”. Sorrido,
di un sorriso non troppo allegro credo. E so cosa risponderti in un
istante “Da qualche parte bisogna pur ricominciare.” Mi
giro, non c'è altro da aggiungere.
Mi
guardi, abbassi la testa e te ne vai. Sento i tuoi passi allontanarsi
e mi ringrazio per aver avuto la forza di mandarti via. Ancora una
volta. Già. Non serve tu mi dica che questo non significa
niente. Che non avrà nessun tipo di seguito. Che non vuol dire
che io ti manco o tu mi manchi. Non significa nulla, nel modo più
assoluto e dovremmo comportarci sempre come se nulla fosse accaduto.
Inspiro,
mi passo una mano fra i capelli, espiro. Mi dico che ce la posso
fare, come ho superato tutto fino ad adesso. Le persone non
ritornano. Tutto cambia. E il passato rimane tale.
Esco,
lasciando dietro di me tutto quello che è appena successo. Ci
provo almeno.
Mi
dirigo decisa verso i ragazzi, Ron mi guarda. Sembra preoccupato ma
gli sorrido, sperando che basti, che non faccia domande. Mi siedo e
lui mi cinge con un braccio.
Luna
mi fissa perplessa. Spero che non dica niente neanche lei. Mi
chiedo se abbia capito, se mi abbia scoperto così
immediatamente e facilmente. La fisso e lei continua a guardarmi
perplessa ma non dice nulla.
Harry
interrompe i miei pensieri “ragazzi, secondo giro?”. Lo
guardiamo fintamente seri “e lo chiedi?” dice Ron.
Ridiamo di cuore poi Ron mi chiede cosa voglio. Propongo di passare a
cose più serie di una burrobirra e mi sorride. Mentre Harry
chiama Madama Rosmerta, Ron mi si avvicina e mi bacia. Un bacio
lieve, a fior di labbra...rimango con la fronte appoggiata alla sua e
sorrido. Si sposta leggermente e mi mormora qualcosa all'orecchio.
Sorrido e gli stringo la mano sotto il tavolo.
Mentre
Madama Rosmerta porta i nostri bicchieri il mio sguardo percorre il
pub. Ti vedo e mi stai fissando di nuovo, il volto perplesso, serio,
forse per quanto hai appena visto. Ma il mio cuore non fa nessun
salto, non perde colpi. Accenno uno di quei ghigni che ho imparato a
fare da te e bevo.
Si
Draco, io sto bene. Ora tocca a te..
Eccomi.
Allora prima che a qualcuno venga qualche strana idea devo dire che
questa fic non ha nessun fondamento reale, non c'è nulla di
vero. Credo che si capisca che quella che parla in prima persona è
Hermione e il resto credo sia ugualmente comprensibile. Ma se così
non è non esitate a chiedere. É nata parlando con una
mia amica di cose frivole e mi ha detto di farci una fic. Visto che
l'idea era fresca ne ho approfittato. Quindi è scritta di
getto, in poco tempo e mi scuso se c'è qualcosa che non va,
qualche errore o cose simili... Lasciatemi una recensione se
volete. Spero vi sia piaciuta
Un
bacione, Elly
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