Regulus
La guerra era scoppiata da più di un anno, ormai.
Regulus aveva perso il conto di quante persone avesse visto morire,
uccise da quelle Maledizioni imperdonabili che lui aveva cominciato a
odiare.
Aveva agognato a lungo un posto sicuro, un posto tranquillo. L'aveva
trovato tra le braccia di una strega.
Nicole era il suo nome. L'aveva conosciuta al sesto anno. Una semplice
Tassorosso nata babbana.
Non l'aveva mai detto a nessuno.
Nicole, invece, sapeva tutto di lui. Conosceva il suo Marchio, ne
tracciava i bordi con le dita quando Regulus rimaneva a dormire da lei.
Lei era infelice, Regulus lo sapeva. Aveva paura che lui - nonostante
non si mostrasse tale - fosse uguale a tutti gli altri Mangiamorte:
spietato, crudele.
Ma Regulus non era così. Non più.
Aprì gli occhi di scatto, immerso in quel buio pesto. Lo
stesso incubo, sempre quello: la guerra intorno a loro e Nicole che
cadeva morta a terra.
La vita di Regulus era diventata un impasto di inquietudine e paura.
Non avrebbe mai dovuto innamorarsi.
Si mise a sedere sul materasso, gocce di sudore che, nonostante il
freddo, gli accarezzavano la schiena.
Nicole non era accanto a lui. Cercando di allontanare le emozioni che
il sogno gli aveva dato e la paura nel non vederla accanto a
sé, Regulus chiuse gli occhi e premette le mani sulle
palpebre.
- Regulus - si sentì chiamare.
Tolse le mani dal viso e per pochi secondi non fu in grado di vedere
altro che un'infinità di colori mescolati tra di loro.
Probabilmente aveva pigiato troppo, si disse.
La vista tornò gradualmente e lui riuscì a
mettere a fuoco Nicole, un bicchiere d'acqua nella sua mano e un lieve
sorriso.
Lei si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui,
appoggiando il bicchiere sul comodino.
- Hai avuto un altro incubo? - Gli chiese lei, accarezzandogli i
capelli. Lui annuì.
- Non mi dirai mai di cosa trattano questi sogni che ti tormentano ogni
notte, vero? - Lui scosse la testa e Nicole gli sorrise dolcemente.
Quando si avvicinò a posargli un leggero bacio sulle labbra,
sorrise anche lui e il suo cuore si fece un po' più leggero.
Quando si allontanarono, lui la guardò negli occhi.
Nicole era bellissima. O almeno: lui la vedeva bellissima. Per Regulus
era sempre stata la ragazza più bella che avesse mai visto.
Non erano i capelli castani a renderla diversa, nemmeno gli occhi
marroni o i fianchi forse un po' troppo larghi. Era il sorriso.
Regulus si era innamorato di lei vedendola sorridere. Aveva una tale
dolcezza nel viso, una così bella sincerità negli
occhi. Aveva tutto ciò che Regulus non avrebbe mai potuto
possedere.
E lui la guardava sempre, incantato dalla luminosità che
emanava. Brillava così tanto, pensava lui spesso, che forse
era l'unica persona al mondo a poter sovrastare il buio che lui aveva
intorno.
Regulus sentì il peso di poco prima tornare a ostruirgli i
polmoni. C'era bisogno di persone come lei al mondo, e lui aveva
già preso la sua decisione da tempo, ormai.
- Mi ami, Nicole? - Le chiese.
- Certo che ti amo, Regulus, perché me lo chiedi? -
- Ho paura che possa dimenticarti di me, un giorno. -
Lei rise. - E' questo che sogni la notte? -
- No. No, non c'entra niente. -
Nicole lo guardò, sentendo che aveva altro da dire, capendo
che le parole che lui voleva tirare fuori erano state pigiate
così in fondo al suo cuore che provare a esprimerle faceva
un male tremendo.
- Le persone della mia vita... - Regulus sospirò - Sai, loro
tendono ad andarsene. Se ne vanno e poi si dimenticano di me. -
Nicole gli accarezzò il viso. - Succede a tutti, Regulus. A
volte, anche noi ce ne andiamo. Hai mai lasciato qualcuno? -
- Sì. - La guardò negli occhi. - Ma non ho mai
dimenticato. Io non sono mai stato abbastanza speciale da essere
ricordato. Non ho mai avuto il privilegio di far parte di un ricordo.
Anche mio fratello non mi pensa più. Nemmeno lui. Ma non era
colpa mia. - Una lacrima silenziosa rigò il viso di Regulus.
Nicole si avvicinò a lui e lo strinse a sé. Anche
gli occhi della ragazza erano umidi di lacrime, ma non le avrebbe
lasciate scendere. Il dolore di Regulus le faceva stringere il cuore.
- Io non mi dimenticherò mai di te. Nemmeno se tu un giorno
dovessi decidere di andartene. Avrai sempre un posto nel mio cuore. -
A queste parole Regulus chiuse gli occhi e la strinse. - Mi dispiace. -
Le disse.
- Per cosa? -
- Per non essere diverso. -
- Per me sei perfetto così. -
Nicole lo baciò.
Fecero l'amore quella notte.
Fecero l'amore, ma solo uno di loro sapeva che sarebbe stata l'ultima
volta.
Il sole era già alto nel cielo. Quando se n'era andato,
Nicole dormire ancora.
Le aveva lasciato una lettera.
Sospirò e pensò al suo sorriso, prima di
cominciare a bere.
Nicole,
la mia vita era buia. Tu
sei stata la mia luce.
Il mondo, adesso,
sarà più sicuro, e tu vivrai a lungo.
La guerra
finirà.
Era questo che vedevo
nei miei incubi: un fascio di luce verde che ti lasciava cadere a
terra. E io ero sempre troppo lontano per poterti prendere.
Non dimenticarmi.
Ti amo.
Regulus.
Nicole gridò a lungo.
Il giorno dopo la morte di Regulus, Sirius, il fratello,
andò a bussare alla sua porta.
Nicole non si chiese come facesse a sapere della relazione che lei e
Regulus avevano avuto.
Tutto quello che fece fu abbracciare Sirius e piangere sulla sua spalla.
Regulus si sbagliava e Nicole non avrebbe potuto dirglielo.
Rachel*
Ossignore.
Ossignore.
Non so che altro dire.
Spero si sia capito che quello descritto era il giorno in cui Regulus
va a rubare il medaglione.
La cosa davvero brutta è che Regulus era davvero convinto di
essere riuscito a risolvere qualcosa.
Bene, per qualsiasi domanda, io sono qui.
Le lamette - nel caso in cui questa storia vi abbia fatto venire voglia
di averne una - sono a quel bancone laggiù. Tutte gratis!
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