"A
cosa stai pensando ultimamente?" chiese la madre al suo giovane figlio.
Lui
era lì, davanti alla finestra, ad ammirare la pioggia che
scendeva inesorabile. Stava piovendo incessantemente da giorni oramai,
ed il ragazzo passava le giornate davanti alla finestra.
"A
niente di particolare mamma, mi piace solamente guardare la pioggia"
"Posso
capire che ti stia annoiando, con questo tempaccio non si
può certo uscire. Perché non fai un po' di
compiti o ti distrai guardando la tv?"
"Forse
più tardi, non preoccuparti mamma."
La
madre tirò un sospiro e se ne andò. Il ragazzo
però non stava semplicemente osservando la pioggia. Stava
pensando. Pensava a suo padre, partito per la guerra 6 anni fa e mai
più ritornato. Pensava alla sua ragazza che lo aveva
lasciato da un paio di giorni dopo una storia durata 2 anni e si
comportava come se nulla fosse successo. Pensava a suo fratello in
ospedale, in coma da ormai 5 anni. Aveva l'umore a pezzi e quel
tempaccio non aiutava la situazione. Durante i pasti mangiava poco, la
notte non riusciva a dormire, il giorno stava sempre attaccato alla
finestra, ad osservare la pioggia.
"Sono
un po' di giorni che ti osservo mentre te ne stai seduto lì
ad osservare la pioggia. A cosa stai pensando ultimamente?" chiese di
nuovo la madre al ragazzo.
"Ma
niente mamma, ho solo un po' d'ansia per il compito in classe di
matematica della prossima settimana."
"Beh,
allora dovresti studiare e non stare lì davanti alla
finestra. Anche se la scuola è chiusa per il maltempo, non
ti fa bene stare tutto il giorno senza fare niente. Forza, mettiti a
fare gli esercizi di matematica mentre io vado a stirare le tue cose."
"Va
bene mamma, tra poco vado..."
Il
ragazzo rimase di nuovo a fissare la pioggia.
Il
giorno seguente smise di piovere, ma il terreno era ancora accidentato.
"Oggi
non è ancora il caso di uscire, ma da domani si ritorna alla
vita di tutti i giorni. È finita la pacchia mio caro. Ma
domani è anche il tuo compleanno, a ritorno da scuola
troverai una sorpresa!" disse la madre con tono allegro.
"Già...
grazie mamma." rispose freddamente il ragazzo.
"Si
può sapere che cos'hai? A cosa stai pensando ultimamente?"
"Niente
di importante... vado a dormire, domani ricomincio con la scuola."
La
madre era sospettosa, ma decise di non curarsene. Era anzi in attesa
che arrivasse domani, per via della sorpresa.
Di
ritorno da scuola, il ragazzo decise di scrivere una lettera: "Cara
mamma, non vorrei darti questo dispiacere, ma non ce la faccio
più. Maria oggi non è venuta a scuola, forse per
evitarmi. Papà non si vede da 6 anni e Mauro è in
coma da 5. Io non ce la faccio più. Forse senza di me sarai
più tranquilla e senza preoccupazioni. Ti voglio bene".
"Cara,
perché non hai detto a nostro figlio che son tornato proprio
ieri dalla mia missione?"
"Perché
volevo fargli una sorpresa visto che oggi è il suo
compleanno!".
I due coniugi erano giunti a casa.
"Sta squillando il telefono, rispondo io caro. Tu vai pure da tuo
figlio, sarà felicissimo di vederti!"
La madre del ragazzo rispose al
telefono, era l'ospedale. "Pronto, casa Rossi? Qui è
l'ospedale"
"Sì, sono la signora
Rossi, mi dica"
"Volevamo darle la bellissima
notizia che suo figlio Mauro si è svegliato dal coma!"
"Oh mio Dio, è una
notizia stupenda! Ci prepariamo ed arriviamo subito, grazie, grazie
infinite!" esultò la donna. Suonarono alla porta. "Chi
potrà mai essere a quest'ora? Spero sia un'altra bella
notizia". La donna aprì e vide Maria, la ex ragazza di suo
figlio. "Ciao Maria, ti serviva qualcosa?" domandò la donna.
"Suo figlio è in casa? Avrei urgentemente bisogno di
parlargli... io... ho commesso un terribile errore. In questi giorni ho
pensato e sofferto tanto... io... lo amo ancora e voglio che lo
sappia!", disse Maria con le lacrime agli occhi. La donna sorrise
dolcemente e disse "vieni su, stiamo andando tutti insieme all'ospedale
da Mauro... finalmente si è svegliato!"
"Ma è una bellissima
notizia! Preso dobbiamo andare a dirgliela!"
"Si, andiamo così ti
presenterò anche suo padre. È tornato proprio
ieri dalla sua missione nell'esercito".
Arrivate davanti alla camera,
videro il padre immobile davanti l'uscio della porta.
"Caro, va tutto bene?", chiese la
donna.
"Lui è... lui
è....", balbettò il padre senza riuscire a finire
la frase.
Al centro della stanza, un corpo
penzolante dal soffitto con in mano una lettera.
Morale: non bastano le parole o le
buone intenzioni, c'è bisogno dei fatti.
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