La decisione più importante della mia vita
Titolo: La decisione più importante dellla mis vita Autore: monnalisa1974/bab1974 Squadra: Pop Canzone scelta: Papa Dont't Preach Fandom: Originale Personaggi: Introduzione: Luna è rimasta incinta e vuole tenere il bambino. Decisa, affronta i grnitori. Rating: Verde Generi: Commedia Avvertimenti: / Note (opzionali): Non so se l'ho resa bene, ma questa è una delle canzoni che preferisco di Madonna, da sempre.
La decisione più importante della mia vita
Luna Capanni era nella Pineta di Pinarella, ad un passo dal mare, e si
stava dondolando dolcemente sull'altalena. Doveva prendere la decisione
più importante della sua vita. Non facevo caso agli strilli dei bambini
che volevano salire nè tantomeno alle occhiate severe delle madri
che si chiedevano se non esistesse una legge per impedire a una
ragazza di quell'età di salire in giochi infantili, o che almeno non ci
fosse una precedenza per i più piccoli. Luna si riscosse solo quando
una bimba le tocco una gamba e le fece notare la fila per il gioco. Si scusò,
scese e decise di continuare a rimuginare in riva al mare, sperando di
non travolgere nessuno mentre era sovrappensiero. Luna aveva sedici anni e aveva appena scoperto di essere incinta. Doveva
decidersi di raccontarlo ai suoi genitori e convincerli a non farla
abortire. Era già sicura che sarebbe stata la prima opzione che gli
avrebbero proposto e lei non voleva.
Mentre
camminava sul bagnasciuga, pensava a Ettore, il padre del bambino,
e
com'era accaduto che fossero finiti a fare l'amore. Era accaduto circa
otto mesi prima e il ragazzo, che era un suo compagno di classe di un
anno
più grande, essendo stato bocciato al secondo anno del Liceo
scientifico,
aveva bisogno di ripetizioni nonostante dovesse aver già fatto quelle
cose l'anno prima. Infatti,
avevano passato più tempo a far sesso che a studiare ed era stato
promosso ugualmente. Nonostante non avesse voluto nulla, i suoi genitori
avevano insistito per farle un regalo, anche se in realtà il loro
figliolo non era stupido ma solo pigro.
Lui
non lo voleva il bambino e avevano litigato più di una volta a
riguardo. Se fosse stato il ragazzo a dover decidere, l'avrebbe fatta abortire su due piedi. -Devo
dirlo ai miei ora.- si disse decisa ormai che non poteva fare altro. Si
avvicinò con passo deciso verso il bagno in cui i suoi genitori stavano
godendosi uno dei primi caldi. Li aveva molto stupiti con la sua
richiesta di aggregarsi al resto della famiglia: erano almeno tre anni
che non succedeva. Con loro, a giocare con un amichetto a racchettoni
c'era il suo pestifero fratellino di soli sei anni, Paolo. Si avvicinò, con un sorriso che cercava di essere rassicurante e invece spaventò gli interessati. "Ehm,
Luna, stai bene?" chiese la madre preoccupata. La sua anima,
ansiosa per natura, vedeva già cento scenari diversi e la ragazza era
certa che fra quelli aveva visto anche quello giusto, senza
soffermarvisi. "Sì, sto bene." disse Luna cercando di mantenere i nervi saldi.
"Ho un problemino ma non è nulla di davvero grave. Io non bevo, non
fumo, studio dalla mattina alla sera con profitto, sarei
un'adolescente quasi perfetta se non..." s'interrompe sul più bello
sapendo che sta per dare un dolore grande ai genitori che si fidavano
di lei e del suo giudizio. "Su
cara, dimmi." insistette la madre mentre, scartate le ipotesi più
improbabili e fantasiose, quella giusta faceva capolino nella sua mente. -Oh, no!
È... è così giovane la sua vita sarà rovinata per sempre.- pensava
intanto. "Mamma, papà... sono incinta." annunciò a voce
modulatamente alta. Nello spazio di tre ombrelloni di diametro tutti
avevano sentito quello che era stato detto. I
genitori rimasero imbarazzati e senza parole per qualche minuto.
Sentirono la gente smettere di parlare per poter meglio seguire la
faccenda. La madre fu la prima a riprendersi cercando di abbassare i
toni. "Cara, siediti accanto a me." le disse, facendole spazio sul
lettino in cui era stesa. Parlava in un sussurro per convincere anche
lei a parlare più piano. Luna scosse la testa, decisa a non farsi convincere. Doveva essere più forte di loro per convincerli. "Io... non voglio abortire." disse con voce più calma. Seguì un altro silenzio assordante acuito da quello degli spettatori che aspettavano il seguito come drogati di gossip. "Luna
credo che dovremmo parlarne con calma, quando saremo a casa." la donna
non sapeva più che fare per bloccare la marea di vergogna che la stava
inondando. C'erano persone che si erano alzate dal loro posto e si
avvicinavano per sentire meglio. "Sono certo che è stato quello
sgorbio cui davi ripetizioni." intervenne il padre per la prima
volta. Non aveva ancora abbassato il giornale, che usava come
protezione agli sguardi dei curiosi. "Appena torno telefono ai suoi e
chiedo spiegazioni." La madre lanciò un'occhiataccia al marito che la evitò grazie alla protezione alzata. "Ettore come l'ha presa?" chiese allora alla figlia. "Lui vuole che abortisca," confessò la ragazza "non credo neppure che abbia informato suoi." La
donna guardò la sua bambina che all'improvviso si era rivelata donna,
fissò lo sguardo deciso e la mano appoggiata sul ventre, come a
proteggere la sua creatura e si sentì sul punto di piangere. Non era
neppure certa del motivo delle lacrime: rabbia, vergogna, commozione,
orgoglio, ansia? Chissà, forse era un misto di queste sensazioni. La
madre toccò una gamba al marito che fece un cenno di assenso con la
testa, poi tornò al suo giornale. Fu la signora a fare da portavoce per
entrambi dopo quello scambio muto di concessioni: Luna li invidiava,
non avrebbe mai provato la complicità che avevano loro con il suo uomo. "Luna,
io e tuo padre abbiamo deciso di darti l'opportunità di tenerlo."
esordì cautamente "Non vogliamo che pensi di avere dei mostri come
genitori. L'importante è che tu ti renda conto delle difficoltà cui
vai incontro. Io e tuo padre siamo ancora giovani e abbiamo molti anni
davanti a noi di lavoro prima di andare in pensione e tu ti devi
diplomare. Oltretutto avendo scelto il Liceo se non fai almeno qualche
anno di Università e come se tu non avessi studiato nulla. Dovremo fare
tutti un sacco di sacrifici. Senza tenere conto di Paolo che è ancora
piccolo." "Io non sono piccolo!" esclamò Paolo, che non aveva
seguito il discorso per niente, ma aveva colto il suo nome collegato a
un aggettivo che non gli piaceva. "Che è successo?" chiese poi. "Allora non ascolti proprio mai." disse Luna ridendo "Aspetto un bimbo." lo informò accarezzandosi il ventre. Il bambino ci pensò su un attimo. "Questo
significa che sarò zio. Forte." esultò sorridendo "Posso dirlo ai miei
compagni quando tornerò a scuola? Sarò lo zio più giovane della
galassia." Luna
acconsentì, poi Paolo corse dal suo amico e cominciò a vantarsi: era
contenta, almeno uno dei suoi famigliari che fosse incondizionatamente
dalla sua parte lo aveva trovato.
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