When The Dream Has Gone
Non è da
bambine scrivere in un diario?
Non è
forse da perdente riversare tutte le proprie pene su un foglio di
carta?
Si sentiva
strana, come se non fosse comoda nella propria pelle. Kat si guardò
intorno e poi chiuse la porta della sua stanza appoggiandovisi con il
proprio corpo. Fece due passi verso lo scrittoio dove teneva impilati
i manuali di chimica, senza alzare gli occhi verso lo specchio appeso
alla parete, come era solita fare ogni volta che rientrava nel
proprio alloggio; quasi si vergognava a guardarsi negli occhi, perchè
stava per fare qualcosa di non regolare. Aveva lo stesso
atteggiamento di quando rientrava dalle sortite con Jack e non si
sentiva soddisfatta; era costretta a placare i propri istinti
pruriginosi a letto, da sola, sottovoce, senza far capire a Cheryl
che, per l'ennesima volta, il suo lui era stato così dolce con lei
che si era dimenticato completamente del suo eros.
Ma in quel
momento non era rientrata perchè aveva l'impellente bisogno di
sfregarsi contro qualcosa di duro.
In quel
preciso istante il cielo sopra la UCL sfumava dal color tortora al
più scuro dei grigi. E pioveva a catinelle.
Chiuse gli
occhi e camminò verso la scrivania, con le mani che fungevano da
occhi; non ebbe problemi ad afferrare la sedia e a sedersi. Aprì le
palpebre e, mentre faceva un respiro profondo, fece comparire il suo
quadernino personale che teneva lontano dagli occhi di tutti, perfino
dai suoi; lo nascondeva in una fessura fra un cassetto e la gamba del
tavolo. Aveva la copertina in pelle marrone e si mimetizzava
benissimo. Con le dita che iniziavano a tremare per il disagio, aprì
il quaderno ed afferrò la sua fidata penna nera. Sapeva che non
avrebbe disegnato. Sapeva che avrebbe scritto quell'unica parola,
quel nome, come aveva già
fatto tante altre volte. Ogni volta che iniziava a cadere la pioggia,
le tornavano in mente quel viso e quella voce.
Chissà
cosa stai facendo in questo momento...
Tolse
il tappo alla Bic e cominciò a sagomare la prima lettera, mentre gli
occhi le si velavano di nostalgia.
He loved that girl once
Uno. Aveva
sempre creduto fosse il numero migliore di tutti; ancora meglio del
tre, famigerata cifra perfetta. Per la sua unicità ed
irripetitibilità. Ma con lui uno aveva fatto schifo.
Non era bastata.
She
wished he could love her again
Di
nuovo. Ancora. Non due, non tre, nemmeno quattro. Ancora, indefinito.
Forse per sempre.
Her
heart's soaked in memories
Maledetti
ricordi scroscianti come la pioggia fuori dalla finestra.
That
will always remain
Come
quel tatuaggio che si era fatta e che mai aveva fatto vedere a
nessuno. Solo Jack l'aveva intravisto, quando le aveva baciato il
bacino per la prima volta e aveva scoperto quella piccola runa
ricamata sul suo fianco. «Cos'è?» le aveva chiesto curioso.
«Una
runa. Thorn» e quasi le si era chiusa totalmente la gola. Lui
l'aveva fissata in cerca di spiegazioni, lei non voleva dargliene.
Così si arrampicò rovinosamente sugli specchi: «Mi porta fortuna».
Bugia...
Thorn.
Spina. La runa legata al dolore. Quella runa che iniziava con la
stessa lettera di quel nome che non voleva mettere da parte.
As she writes
in her diary
All the words
are wrapped up in pain
Sentiva
il cuore che cominciava a rallentare il ritmo; come se stesse andando
in ipotermia. Come se stessi lentamente appassendo. Ogni
tratto che costruiva quel nome era benzina tolta alla sua vita; più
la penna scriveva, più lei andava in riserva.
And it all
comes floodin' back
As soon as
she feels the rain
Ogni volta
che il cielo si tingeva di grigio e gli angeli cominciavano a
piangere (la pioggia è proprio questo, no? Lacrime di angelo,
così diceva la mia nonna)
tutto quello che pensava di aver arginato nella parte più remota del
proprio inconscio ritornava ancora più furioso, ancora più
ingestibile. Un fiume in piena impossibile da placare.
She looks up to the heavens For a reason why
Kat alzò gli occhi al cielo, concentrandosi sulle
miriadi di sfumature che poteva scorgere; deglutì a fatica,
ricordando quella sensazione unica: mai, come in quel momento, ho
amato così tanto la pioggia.
But the answer always blur The rain in her eyes
La vista le diventò gradualmente sempre meno nitida,
poi due gocce le colarono giù per le guance. Se non poteva essere
all'aperto, in mezzo al parco, a bagnarsi il viso insieme a lui,
avrebbe cercato in qualche modo di ricreare la situazione da sola,
senza l'aiuto di nessuno. Si mordicchiò il labbro battendo le
palpebre e lasciando che altre lacrime le corrodessero gli zigomi;
Kat poggiò la penna al centro del diario e si avvicinò al vetro.
When
the dream has gone
Guardò
il cortile vuoto che giaceva ai suoi piedi. Come vorrei che tu
fossi lì, al centro di quel quadrato, ad aspettarmi... con una birra
in mano.
When
the dream has gone
Chiuse
la mano a pugno e strinse più che potè. Perchè sei scappato?
Ancora prima che tutto potesse iniziare. Perchè?
When
the dream has gone
Non
voleva crederci che non gli piaceva abbastanza. Forse lui aveva paura
che tutto prendesse una piega strana, inaspettata; e se le cose
non fossero funzionate fra di noi? Meglio rimanere così,
sole, a fissare la pioggia che cade inesorabilmente dal cielo e a
pensare a lui che, regolarmente, come se nulla fosse, mi manda
lettere e cartoline in amicizia? O forse dovrei andare da lui,
baciarlo e dirgli: “Dimmi che ne pensi”? Singhiozzò,
sentendo il proprio cuore ridursi in polvere. Non riusciva a trovare
una risposta.
When
the dream has gone
Forse
perchè una risposta vera e propria non c'era. Si voltò lentamente a
guardare il proprio diario; su ogni singola pagina, con una miriade
di calligrafie diverse, aveva scritto sempre e solo quell'unica
parola. Quella sola parola che, non sapeva perchè, le creava gioia e
dolore insieme; come una bellissima rosa rossa a cui non erano state
tolte le spine: Tyla.
How come it never rains It only pours They fell into each others arms Right thing for sure
Qualcuno, anzi, per essere più precisi,
MissDemy mi aveva detto (riguardo “How Come It Never Rains”):
sarebbe bello sapere cos'è successo nel mezzo. Bene, giusto ieri,
mentre scivolavo nel traffico delle sette di sera, ho per caso
sentito questo breve brano dei Dogs D'Amour e ascoltando il testo mi
sono detta: «Eccola qua». Katherine e il suo diario, alle prese con
un sogno che non c'è più. Come avrete potuto capire, siamo ai tempi
dell'università, intorno al 1983/1984, quando lei e Tyla si sono già
distanziati fisicamente ma continuano a sentirsi tramite lettera; Kat
già conosce Jack ma si può ben capire che c'è qualcosa che non va.
E basta un po' di pioggia per far ritornare alla memoria quello
splendido momento con quell'emblematico “vecchio amico”.
E
questa è solo la prima metà del “missing moment”; questa è la
parte di Kat. Non penserete certo che Tyla se la passi liscia, vero?
Per lui ho in serbo qualcosa di particolare, qualcosa di erotico ma
straziante. È un ossimoro, lo so, ma credo di avere avuto un lampo
di genio (accompagnato da un pizzico di follia). Stay tuned!
Ellie
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