Disclaimer:
Non conosco i My Chemical Romance, ne i loro personaggi mi
appartengono.
Questa
fic doveva essere una long, non una one shot, ma poi mi è
sembrata perfetta da lasciare così, in un solo episodio. E'
smielata e strappalacrime, ma l'ho scritta per pure divertimento,
senza star a pensare alla storia o alla caratterizzazione dei
personaggi...puro self-amusement!E anche se ormai i nostri piccoli
chimici sono sposati e forse con prole in arrivo, secondo me qualcosa
tra di loro c'è o almeno c'è stato...quel bacio al
Project Revolution era troppo come dire appassionato...
Enjoy
I'll
end my days with you
You
can see it and you can almost hear it too You can almost taste
it It's nothing to do with you And it's still nothing that you
could do
So come in my cave And I’ll burn your heart
away Come in my cave And I’ll burn your heart
away
Please close your ears And try to look away So you
never hear a single word I say And don’t ever come my way
(Cave, Muse, Showbiz)
Gerard Way uscì dal camerino e si guardò
intorno. Il completo nero che indossava sottolineava ogni mossa che
il cantante faceva, le scarpe lustre rimbombavano sul pavimento
silenzioso. Ray, Bob e Mikey erano appena visibili in fondo al
corridoio, lo stavano aspettando. Di li a pochi minuti sarebbe
toccato a loro. La prima esibizione al Project Revolution Tour,
dovevano essere perfetti, e infatti lo sarebbero stati, avrebbero
dato corpo e anima e la parata nera avrebbe lasciato un segno nella
cittadina di Auburn, WA.
Ma mancava Frank. Frank che era sempre puntuale e
preciso. Frank che aveva deciso di sposare Jamia. Frank, che la sera
prima gli aveva detto che non poteva vivere senza di lui.
E un turbine di emozioni si scatenò nella memoria
di Gerard facendolo vacillare sul posto, lui glaciale e perfetto,
egocentrico e geniale ai limiti della pazzia, si ritrovava a
infiammarsi al solo ricordo della mano di Frank sul suo volto, delle
sue braccia che lo circondavano ogni volta che finiva un concerto,
ogni volta che la sua cuccetta del tour bus si dimostrava troppo
grande per una sola persona e loro due si raccomitolavano al caldo a
sentire vecchi album dei Rancid. Nel gelo del Canada o nel
parcheggio dell'ennesima arena dove avrebbero suonato, Frank era
sempre li con lui, il suo pezzo d'anima mancante, il suo migliore
amico.
Ma non era più cosi, o non lo era mai stato?
Aveva mai capito cosa volesse Frank da lui?
I sussurri nel suo orecchio erano stati solo una sua
fantasia, le mani bollenti a riscaldarlo quando sentiva freddo
dentro, i baci appassionati che si scambiavano quando nessuno li
vedeva, le carezze che non avevano mai avuto paura di mostrare a
tutti.Tutto una farsa. Pensò a quel giorno, alla loro prima
volta, era tutto chiuso li nella sua memoria e non ne sarebbe mai
uscito.
La notte di capodanno dell'anno precedente... tutti
erano fuori a festeggiare, lui invece, combatteva col desiderio di
bere. Vedeve bottiglie di birra ovunque, champagne a fiumi, gente
ubriaca che si divertiva cercando di coinvolgerlo chiamandolo a gran
nome. Nessuno di loro sapeva, nessuno capiva. Ma non doveva cedere,
c'era riuscito per due anni e ce l'avrebbe fatta ancora. Ma era cosi
dannatamente difficile. Cosi fottutamente impossibile.
Si era chiuso nel tour bus, al buio di quel luogo così
familiare si sentiva al sicuro. “Se stai tranquillo Gee, ce la
puoi fare” continuava a ripertersi.
Un minuto dopo prendeva a calci qualsiasi cosa si
trovasse di fronte.
Quella parete era cosi stronza, non poteva non colpirla.
Un pugno, due pugni, tre pugni.
Una goccia di sangue
Quattro pugni, cinque pugni, sei pugni
Una lacrima
Due goccie di sangue
Sette pugn...
“Gee”
Stremato e sanguinante si sentì incrociare le
braccia al petto e trascinare verso il letto. Gli occhi appannati dal
pianto non distinguevano chi lo stesse portando in braccio. Ma quelle
mani le riconosceva, le aveva sentite mille volte tra le sue, le
aveva curate e fasciate, avevano avvolto le sue spalle migliaia di
volte. Potevano essere solo che di Frank. Il suo Frank.
“Frank
che ci fai qui?”
Chiese pulendosi gli occhi.
Frank non rispose. Gli prese il volto tra le mani,
passandò il pollice sulle ultime tracce salate rimaste, e
portandoselo alla bocca con lentezza impressionante.
Quel semplice gesto scatenò una tempesta nel suo
corpo gia frastornato. Sentì tutto il sangue affluire alla
testa, e un pericoloso gonfiore espandersi tra i suoi pantaloni.
Aprì leggermente le gambe, Frank con una mossa
veloce si insunuò tra di esse appogiando con forza le mani
sulle spalle di Gee e spingendolo contro la parete della cuccetta.
Gli afferrò i capelli e lo strattonò
indietro. Le sue labbra si fecero pericolosamente vicine, si passò
la lingua su di esse e baciò Gee con violenza, facendogli
aprire la bocca e insunuando la lingua dentro.
In una danzare infuocato, senza mai staccarsi l'uno
dall'altro si ritrovarono entrambi sul letto, le gambe di Frank
attorcigliate alla vita di Gee, lo stringevano con forza, muovendosi
ritmicamente. Anche Frank era eccitato, non mancò di notare
Gee, che con uno scatto repentino si tirò su e mise le gambe
attorno Frankie, inchiodandolo al letto, tenendogli le mani strette
l'una all'altra. Voleva guardarlo in faccia, osservare le labbra
gonfie sporgersi verso le sue, i capelli coprirli gli occhi, volevo
spostargli il ciuffo e attirarlo verso di se..
Era bello ai limiti dell'inverosimile.E forse ora
sarebbe stato suo per sempre.
“Non sai quanto ti ho aspettato, Frank” gli
disse mentre gli sfilava la maglia sudata.
“Non sai quanto mi ci è voluto, Gee...il
coraggio non è mai stata una delle mie doti migliori”
“shuhsss” sussurrò Gee baciandolo
“ormai è andata così”
“Quando ti ho visto che spaccavi qualsiasi cosa,
quando ho capito perchè lo facevi, dentro di me è
caduto un muro, non avevo più scuse, perchè in quel
momento l'unica cosa che volevo fare era stringerti tra le mie
braccia e farti sorridere, il tuo sorriso è come la luce per
me, non posso vederti piangere, non ce la faccio”
Per Gerard quelle parole erano come la brezza tiepida
che ti carezza in un passeggiata autunnale, come tremila abbracci
della persona che ami, come la canzone preferita che passa alla radio
nel momento più brutto...quelle parole erano tutto. Frank era
tutto.
Lentamente si spogliarono, la cuccetta era piccola e
scomoda ma sembrarono non farci caso. Fuori c'era un fracasso degno
di Capodanno. Ma loro si muovevano solo al ritmo dei rispettivi
respiri, seguendo una musica che apparteneva solo a loro due e a
nessun altro.
Come in una sola emozione rivissero tutte le loro prime
volte.
La prima volta che si erano dati la mano.
La prima volta che avevano incrociato gli sguardi.
La prima volta che si erano truccati per uno show
La prima volta che la voce di Gerard accompagnata dalla
chitarra di Frank aveva mandato in deliquio la folla.
La prima volta che le loro labbra si erano toccate.
La prima volta che avevano capito di aver bisogno l'uno
dell'altro come dell'aria.
Ma ora era tutto finito.Jamia era incinta. Frank non
poteva lasciarla.E tutto quello che era stato...beh, sarebbe rimasto
nella sua memoria scolpito a fuoco.
Si riscosse dal torpore dei ricordi e si avviò
lentamente verso gli altri, ma non si sentiva bene, vedeva le pareti
dello stretto corridoio farsi ancora più vicine, attorniarlo e
ergersi contro di lui, cingersi ai suoi fianchi, il buio lo stava
avvolgendo, e vide Frank in fondo al corridoio, che lo guardava e si
girava.
In un urlo strozzato lo chiamò, ma il ragazzo non
si voltò proseguendo per la sua strada, andando verso una
nuova vita. Una vita dove il nome di Gerard Way non sarebbe stato
niente più che un blando ricordo e un segreto chiuso la cui
chiave sarebbe stata buttata.
E poi l'oscurità, voci rauche che lo
tormentavano, ombre sfocate gli passavano davanti confondendolo, e
sentiva la presenza di Frank farsi sempre più lontana. Capiva
che l'aveva perso. Come in rewind rivedeva il momento in cui aveva
capito che ormai l'aveva perso e gli piangeva l'anima e il cuore.
“Ti
amo Frankie”
Fu l'ultima cosa che riuscì a sussurrare prima di
perdere i sensi.
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