Angolo dell'Autrice:
Questa è la prima song-fic che scrivo, abbiate
pietà. Purtroppo non avevo pace se non la scrivevo e
pubblicavo, quindi... sorbitevi pure questa!
La song-fic è
basata sulla canzone "Angelo della Nebbia" di Luciano Ligabue.
(Per intenderci, i pezzi in corsivo sono il testo della canzone!).
P.s.: tanto amore per chi capisce chi è il protagonista
della song-fic!
Scelti da chissà che mano
per esser buttati in
mezzo alla nebbia
con chi alla nebbia
s’è già rassegnato
ed ha spalle curve e
vestiti umidi.
Spesso gli umani non si rendono conto di avere in sé la
propria strada. La cercano in ciò che li circonda e perdono
la direzione. Si gettano inconsapevolmente nell’abisso,
lì dove altri prima di loro sono rimasti intrappolati.
Finiscono nella nebbia. E non riescono più a riemergerne.
Corse finite al mattino
col cuore che batte in
un mucchio di sabbia,
su fette
d’asfalto dal fondo ceduto
due lepri ogni tanto si
fermano lì…
si fermano a
urlare…
Vagano nel buio, cercando un raggio di luce che indichi loro la via.
Corrono sul terreno sconnesso della vita fino a quando hanno forza,
fino a quando non gli manca il fiato. Allora si fermano, col cuore che
batte impazzito e la mente smarrita, sperando di scorgere nella nebbia,
a un passo da loro, un segno, senza trovarlo. Ed è a quel
punto che invocano il mio aiuto.
Siamo qui
Angelo della Nebbia,
guardaci!
Buttaci solo un
po’
di colore,
Angelo!
Calo su di loro, avvolgendoli con le mie ali per proteggerli; indico
loro la strada, sussurro al loro orecchio ciò che hanno
bisogno di sapere. Ma gli umani temono quello che non conoscono e non
riescono a sentirmi, né a capire che il potere di dipingere
il mondo è nelle loro stesse mani. E di nuovo invocano,
rabbiosi.
Ci puoi sentire o no?
Sei lì? Sei
lì? Sei lì?
…sei
lì?
Non sentono la mia presenza, eppure sono qui. Accanto a loro, pronto a
guidarli in ogni istante, ad illuminarli lungo il cammino.
C’è
un piatto pieno di vita
puntata in scommesse
già perse in partenza,
ma prima di tutto van
tutte giocate
che
l’allibratore si diverta un po’.
Riprendono coraggio e si mettono in gioco, seppur convinti di non poter
vincere; tentano ugualmente, credendo di scommettere contro chi li ha
creati, senza capire che è contro loro stessi che
scommettono e che non può essere altrimenti,
perché una vita senza rischi non è davvero vita,
perché senza uno scopo nulla ha senso.
Senti proprio tutto bene
o no?
Rumori e corpi attutiti
e gocce che provano a
bagnarci dentro,
due lepri si danno una
bella scrollata
e al prossimo campo si
fermano un po’…
si fermano a
urlare…
Il dubbio e la paura avvolgono ognuno di loro come una coperta bagnata;
calano sulle loro teste una ragnatela di mestizia e solitudine che li
convince di essere soli nell’incertezza, nel sacrificio,
nella sofferenza. Intrappolati in questa nebbia che cerca di arrivare
alla loro anima, qualcuno di loro si scuote di dosso la paura e scappa,
scappa lontano, fino a trovare un rifugio sicuro. E lì,
ancora, mi chiamano a sé.
Siamo qui
Angelo della Nebbia,
guardaci!
Buttaci solo un
po’
di colore,
Angelo!
Grido loro le risposte attraverso la nebbia, ma non riescono a
sentirmi. Con le mie ali dissipo questa cortina che li avvolge, ma ai
loro occhi essa appare sempre intatta, soffocante, impenetrabile. Non
importa quanto mi sforzi, sono loro stessi a impedirsi di vedere il
sole, di scorgere il colore tornare a dipingere ciò che li
circonda. Le loro voci si levano verso l’alto, verso di me,
disperate, supplicanti. L’ultima spiaggia, l’ultima
speranza di scoprire che no, non sono soli. Che sono sempre stato qui,
a prendere sulle mie spalle la maggior parte di questa nebbia.
Ci puoi sentire o no?
Sei lì? Sei
lì? Sei lì?
…sei
lì?
Alla fine eccolo, il coraggio di vedere, di udire, di comprendere. I
più decisi, i più ostinati aprono gli occhi e
riescono a sentire la mia voce, a scorgere gli indizi che ho seminato
sul loro cammino, a trovare dentro di sé la propria strada.
Trovano il loro destino. E lo inseguono. Senza più timore,
senza più dubbi, senza più soffrire. La forza di
vivere zampilla dalla loro stessa anima, i loro occhi sono finalmente
in grado di vedere la mia luce ardente fargli compagnia lungo il
cammino. I colori sono più intensi, le certezze
più salde. La solitudine è scacciata per sempre.
Ora Vita è davvero Vita, e Morte non fa più paura.
Alcuni umani raggiungono questo traguardo. Per tutti quelli che non ce
l’hanno ancora fatta, io sarò qui. A guidarli, a
confortarli, fino a quando anche l’ultimo di loro non
avrà ritrovato sé stesso.
Arderò attraverso l‘eternità. Per loro. |